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"Mal di Goldrake", di Chiara Valentini - Panorama 23 gennaio 1979

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Forse talvolta divento un po' ipercritico, oppure la butto troppo sulla burla, quasi con un tono canzonatorio, e magari a qualcuno che legge il blog la cosa può non piacere. Comprendo la potenziale critica al mio modo di criticare, considerando anche che fare le pulci al lavoro altrui è più facile che "fare" un qualcosa.
Cavoli, ci lavoro pure io in azienda con gli injegneeeri!
Mai e poi mai vorrei essere tacciato di critica ingegneristica :]
Detto ciò, questo articolo è veramente allucinante... passi qualche imprecisione, passi qualche notizia campata in aria, ma non tutto l'articolo...
Non metto in dubbio che la giornalista Chiara Valentini sia una professionsita in gamba, con tutte le tonnellate di articoli che avrà scritto nella sua carrire un paio un po' farneticanti ci possono stare, mi chiedo solo perché proprio con Goldrake... perchè i giornalisti, anche di fama, quando incrociavano Goldrake perdevano spesso le proprie capacità di analisi?
Perchè si limitavano a fare i megafoni delle solite panzane sui "cartoni animati giapponesi"?
Perchè non prendevano il telefono e chiedevano un'intervista ad un incarcato qualsiasi di un consolato nipponico?
Ma almeno, perchè non si guardavano 3 o 4 puntatre di seguito di Heidi o Goldrake, tanto per evitare di scrivere cose assurde?
Vabbè...
Chiara Valentini parte subito male, dando ad Heidi della clericale... clericale?  T_T
Ma se la pastorella svizzera della versione nipponica non entra una sola volta in chiesa!!!
Una volta, dico, una sola volta in tutta la serie si vede il parroco che va nella baita del nonno, ma solo per chiedergli di mandare Heidi a scuola!!!
Il parroco non cita mai la religione, si limita ad un generico "bisogna pensare anche alla sua anima", riferendosi ad Heidi, ed esprime la speranza che il nonno torni a frequentare la chiesa se verrà ad abitrare in paese. Fine del clericalismo...
Poi inizia l'articolo.
Il fatto che a questa Marina non piacesse Goldrake non è che deponga molto sul suo QI... avrà avuto solo cinque anni, ma era un po' gnucca di certo  :]
Vorrei proprio poterla vedere questa fantomatica trasmissione su Goldrake del pedagogista Graziano Cavallini, quanto la vorrei vedere!
Poteva mancare lo stralcio dell'articolo del mitico onorevole Silverio Corvisieri?
Certo che no, ormai il suo "Un ministero per Goldrake", nell'ambiente giornalistico, era più famoso delle sigle di Goldrake tra i bambini!
Peccato che, invece, non venga citato il nome del giornalista che diede all'onorevole Corvisieri del censore, di certo non perchè il giornalista de "Il Giorno" volesse difendere il nostro diritto di guardare ciò che volevamo, ma immagino per scendere in polemica con un avversario politico.
Alla fine, però, una cosa verà viene scritta: era veramente la prima volta in Italia, per dei semplici cartoni animati, che veniva scatenata questa fobia nazional popolare!



Non è il primo caso in cui leggo che la prima trasmissione di Goldrake sulla Rete 1 non ebbe grande riscontro dell'indice di gradimento, forse, più che altro, non se ne accorsero gli adulti, e sappiamo che conta solo quello che vediamo noi.
E qui parte l'indagine giornalistica sulla "Spectre dei cartoni animati giapponesi"...
"Partire da una storia già conosciuta, in qualche modo legata alla tradizione popolare (come Disney con le favole per bambini?). Semplificarla al massimo (tipo Gundam?), secondo gli schemi degli shot pubblicitari, ripetere fino alla nausea, in centinaia di episodi (ma se la più lunga del periodo fu Mazinga Z e non arrivava a 100!) le stesse situazioni"...


..."dando ai personaggi facce occidentali (sono gli occidenmtali che le credono occidentali!), che risultano però come allontanate e straniate (sic...)."  T_T
Ma il bello di questo articolo è che quando si crede abbia raggiunto il top, riesce a superarsi  :]
Heidi non era povera, aveva di cui vestirsi, mangiare in abbondanza, da giocare, non era mai ammalata, andava a scuola, aveva tanti amici... e non stava "coi nonni", ma solo con "il nonno", uno solo... e poi, dico... Clara non era la sua cuginetta  T_T
Qui si dimostra che, non solo spesso i giornalisti non vedevano l'anime che legittimamente criticavano, ma non conoscevano neppure il romanzo occidentale da cui era tratto!
Sentiamo cosa ne pensa l'ennesimo esperto Fulvio Scaparro.




Tutto giusto, tranne che Actarus non ha mai corteggiato la sbiadita (su questo concordo) Venusia, era lei che gli sbava dietro, lui manco se la filava  :]  ma se uno non ha mai visto quello di cui pontifica...
Peccato che Actarus non si trasforma in Goldrake, è Hiroshi Shiba a trasformarsi in Jeeg, oppure Takeru e Mai in Gackeen, mentra il principe di Fleed semplicemente lo pilota il "mostro di ferro con le corna gialle".
Ma queste sono sottigliezze che nota un fan, non un esperto  :]



Quindi, di tutti gli eroi a fumetti ed animati citati, solo Goldrake era fatto della "totale, gelida disumanità delle macchine", bella forza: Goldrake è una macchina!
Mentre Actarus è l'antitesi di ciò che l'esperto, o la giornalista (in questo punto fatico a capire di chi sia la sentenza), imputava al robot, ma sarebbe sempre stato necessario aver seguito la serie televisiva per saperlo.
Attenzione attenzione, ecco che parte la bufale delle bufale, perchè tutte queste diaboliche stranezze nipponiche hanno una causa: il disegnatore NON ha un ideatore preciso!
Perchè era il computer a fare tutto!
Su questo blog se ne possono trovare a iosa di articoli che ripetono fino alla noia questa boiata pazzesca, questo post ne è uno degli esempi: L'affaire cartoni animati giapponesi fatti col computer - La Stampa, 4 articoli del 1979/80/82 .
Epperfortuna arriva l'ennesimo esperto a corroborare la tesi della giornalista, arriva Antonio Faeti, che in seguito avrebbe scritto "La camera dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione".



Che sia palese o occulta, è sempre la violenza il marchio di Goldrake  T_T
Oh, però a questi non andava bene proprio nulla... non Heidi, non Furia, non Happy Days, e qui li posso capire...


Di nuovo ritorna la bestemmia, perchè è veramente una bestemmia, che Heidi fosse un elogio alla religione, quando in realtà Isao Takahata eliminò tutti i riferimenti religiosi del romanzo originale, in quanto ai giapponesi non fregava nulla del cristianesimo.
Antifemminismo nei cartoni animati giapponesi?
Ma se sono pieni di eroine che sono ancora oggi nei cuori di tanti ex bambini e bambine!
Viene portato ad esempio l'incapacità di Venusia a pilotare, episodio che sinceramente non ricordo, sarà stata anche abbattuta, ma poi la sua porca figura l'ha sempre fatta, ed in Goldrake non era l'unica figura femminile, c'era anche Maria, senza contare i personaggi femminili  dei nemici.
Magari non c'erano molte pilotesse protagoniste, però non si può dire che le figure femminili non avessero un ruolo di spicco, è semplicemente una menzogna, data dal non aver mai seguito le serie animate di cui si parla.



Finale terrorizzante: i bambini si erano comletamente rincoglioniti, disegnavano quello che non si aspettavano gli adulti!
Ringrazio, dopo 37 anni, la giornalista Chiara Valentini per aver scritto questa perla di articolo  :]



Dimenticavo, anche le didascalie erano faziose e disinformative, il parroco non era un amico di Heidi... lo si vede solo nella stramaledetta 17esima puntata... vabbè, ma tanto loro non hanno visto Heidi, o forse la didascalia va letta in senso letterale, ed il parroco è amico di Nebbia, o viceversa  :]
A proposito, su Italia 1 trasmettono ancora Heidi la mattina, era veramente diseducativo se pensiamo che ha cresciuto i bambini e le bambine dal 1979 ad oggi!





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