TITOLO: Guida ai super robot, l'animazione robotica giapponese dal 1972 al 1980AUTORE: Jacopo Nacci
CASA EDITRICE:Odoya
PAGINE: 302
COSTO: 20€
ANNO: 2016
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA':Ancora reperibile a Milano
CODICE ISBN: 9788862883290
Parto subito con l'antipatia. Secondo me il titolo sarebbe dovuto essere “Guida filosofica ai super robot”, perché le interessanti analisi e conclusioni dell'autore sono, purtroppo, un pelino ostiche.
Questa non è una semplice (in tutti sensi) guida sui robottoni dal 1972 al 1980, con trama e schede, come avevo pensato dal titolo, ma un vero e proprio trattato filosofico.
Ovviamente che lo scritto sia ostico è un mio punto di vista, di certo chi avrà qualche infarinatura filosofica non incontrerà nessun problema a districarsi fra le frasi, che in alcuni punti mi hanno fatto ingarbugliare il cervello >_<
Devo comunque ringraziare Jacopo Nacci per il mini “glossario mitologico”, come lo titola lui, senza il quale avrei avuto molti più problemi.
Infatti l'autore conia una serie di termini per identificare le varie dinamiche tra i personaggi delle serie robotiche, anche allo scopo di far risaltare le similitudini narrative tra i vari robottoni:
abisso; avvenuto-cataclisma; catastrofe-già-avvenuta; cosmogonia dell'orfano alieno; cosmogonia dualistica; cosmogonia monistica; decremento dell'abisso; figura spiritualizzata; guardiano del varco; incremento dell'abisso; irruzione dell'abisso; irruzione nell'abisso; mediatore di mondi; orfano alieno; padre della tecnica; varco.
Per ognuno di questi termini alla fine del libro ci sono delle spiegazioni su come vanno interpretati ed inseriti nel contesto del saggio, purtroppo io me ne sono accorto verso la fine del libro T_T
Forse era meglio metterli all'inizio... comunque avviso subito i potenziali lettori, andate a pagina 287 prima di iniziare la lettura e, comunque, quando avrete il cervello in stato confusionale :]
Anche i titoli dei capitoli e dei paragrafi sono un po' ricercati, per esempio sono stato preso un po' dallo sconforto quanto ho letto il titolo del paragrafo 14.2 “Prolegomeni a ogni metafisica futura”... prolegocosa?! O_o
Per fortuna esistono i vocabolari, e con un pochino di sforzo, più o meno quasi forse all'incirca ho capito. Scriverlo un po' più facile? >_<
Questo non vuol dire che le elucubrazioni dell'autore siano delle “supercazzole” ultrashibuyane, per nulla, sono tutte molto interessanti. Molte mi hanno colpito, qualcuna non mi ha convinto, su almeno una sono in disaccordo.
C'è da dire che, probabilmente, io non sono in possesso degli strumenti culturali per contestare gran parte delle analisi filosofiche dell'autore, comunque a me son sembrate in gran parte sensate.
Nella “Avvertenza” iniziale Jacopo Nucci chiarisce subito che in caso di disaccordo con lui vale il: “e per il resto pazienza: ogni sguardo è personale”.
Concetto che mi ha ricordato un po' la formula “visto e piaciuto” di alcune aste online :]
Ogni serie analizzata presenta una breve sinossi, non brevissima, ma accurata, fatto non semplice per serie più incasinate come quelle della fine degli anni 70 e primi anni 80. Seguono vari tipi di analisi sugli intrecci della trama, ma anche gli intrecci con trame di altre serie, sui vari significati inerenti alle situazioni consuete in un anime robotico, sui personaggi, il loro vissuto etc etc etc
In pratica si prendono in esame una moltitudine di questioni, creando una vera e propria “mitologia degli anime con i robottoni”.
In pratica si prendono in esame una moltitudine di questioni, creando una vera e propria “mitologia degli anime con i robottoni”.
Largo spazio occupa l'analisi sui cattivi, sia in rapporto ai buoni, che tra le varie fazioni presenti nelle loro file. Cattivi di tutti i generi, alieni, civiltà preistoriche, androidi o altri terrestri, sono oggetto del saggio.
Dal saggio risalta molto come le trame di queste serie diventino più complesse col passare degli anni. Ovviamente è un fatto a cui avevo fatto caso pure io, tra Mazinga Z e Daltanious c'è un abisso di contenuti, però l'autore riesce a renderlo più chiaro.
Il primo capitolo comincia con “Tetsujin 28” e Astroganga, ponendosi il quesito su quali caratteristiche debba avere un robottone classico per essere considerato tale. Deve essere un automa (si muove da solo) o un eteroma (viene mosso)?
Da questa domanda iniziale cominciano una serie di raffronti tra le serie del periodo, allo scopo di spiegare perché Astroganga fa parte dei “super robot”, mentre i suoi predecessori vengono esclusi dalla categoria.
Il secondo capitolo si occupa di Mazinga Z, il capostipite di tutti i super robot. Con Mazinga Z vengono creati i canoni di un nuovo genere, uno dei più importanti è il dominio della tecnica e l'uso scientifico (per un bambino) delle invenzioni. Si introduce la presenza della base, gli up grade tecnologici di armi ed equipaggiamento, il pilota subisce fisicamente ed emotivamente i danni arrecati al robottone, lo scienziato è a capo del gruppo etc etc
Interessante il paragrafo sui risvolti storico politici delle serie robotiche.
L'autore prende in esame anche tutti i mediometraggi Toei sui robottoni gonagaiani. Infatti il terzo capitolo inizia con la sinossi di “Mazinga Z contro Devilman”, per poi passare al Getta e al Grande Mazinga, con relative analisi, quest'ultimo un po' sacrificato.
Il quarto capitolo affronta Jeeg, e dopo la sinossi si analizza il rapporto tra Hiroshi/Jeeg e la tradizione/modernità, passando ai nemici e alle dinamiche tra i personaggi. Ovviamente le considerazioni dell'autore possono anche essere opinabili, ma vale sempre la “Avvertenza” iniziale.
Mi è dispiaciuto non aver mai visto il Raideen, in quanto il quinto capitolo lo analizza approfonditamente, e la sua trama e personaggi saranno spesso citati nel proseguo del saggio.
L'autore fa notare che il protagonista è il primo orfano alieno delle serie robotiche, e che la trama di Raideen verrà riproposta con varie modifiche in numerosi anime successivi.
Ammetto che ho fatica a comprendere alcune tesi dell'autore inerenti Raideen.
Ammetto che ho fatica a comprendere alcune tesi dell'autore inerenti Raideen.
Con il sesto capitolo tocca al Gattaiger e a Goldrake. In un paragrafo si mettono in relazione le puntate in cui compaiono Rubina e Naida con la situazione politica su Fleed e con Vega. Sinceramente son sempre stato abbastanza scettico/contrario a queste ricostruzioni basate sul nulla, che trovo più adatte ad un forum, che ad un saggio.
Il capitolo si concentra molto sulla crescita del personaggio di Venusia, da semplice campagnola e pilota di un mezzo da battaglia.
Il settimo capitolo si concentra su Gaiking, Godam, Groizer X, Diapolon e Combattler V, analizzando le tematiche di ogni singola serie e mettendole a confronto con le altre. A pagina 115 ci sono alcune considerazioni dell'autore su come in questi anime capitava di vedere puntate in cui il passato militarista venga più o meno esaltato, o comunque non condannato. Jacopo Nacci conclude con questa frase, che non posso che sottoscrivere:
“C'è poi, è evidente, il tema della compassione per i vinti, dell'onore da tributare a tutti i morti di qualsivoglia schieramento, del riconoscimento del valore indipendentemente dall'ideologia, e insomma, certo, ai nonni vogliamo tutti bene, ma c'è modo e modo.”.
L'ottavo capitolo non contiene sinossi di serie animate, in quanto si concentra sull'analisi delle squadre di piloti, focalizzandosi sulle diverse personalità e differenze tra i membri dei gruppi di 3 piloti da quelli di 5 piloti. Valutandone anche le dinamiche interne, le gerarchie e le “specializzazioni/compiti” all'interno del gruppo. Il leader, lo smilzo, il grosso, la ragazza e il ragazzino vengono valutati in base all'anime di riferimento. Questo è l'unico capitolo con cui, per quello che può valere, proprio non ho concordato, magari non per le considerazioni finali, ma per il campione utilizzato per motivare le conclusioni. Intanto si prendono in esame anche i personaggi non direttamente coinvolti nella guida del robot, certo, faranno anche parte dell'equipaggio o del gruppo di supporto, ma non sono i piloti. Per esempio il gruppo di supporto a Diapolon, quando, invece, il pilota è uno solo, ergo, a mio avviso, non rientrerebbe nella casistica. Questa scelta copta nelle “squadre” anche serie con piloti singoli, lasciandone fuori altre in maniera un po' arbitraria. Perché Diapolon si, Gaiking si, Daltanious si (sono solo due piloti) e Goldrkae no?
Inoltre sono inserite nell'analisi dei gruppi serie non di robottoni, come Starzinger, Gatchaman, Tekkaman e addirittura Re Artù. Perché, allora, manca il gruppo di Ken Falco e del Gattiger?
Non che i ragionamenti siano errati, ma il campione è disomogeneo. A mio avviso l'equipaggio o il gruppo di supporto sono altra cosa dal trio di piloti Getta o dalla cinquina di Combattler V.
Vengono quindi introdotte le categorie di “entourage” ed “equipaggio”, sommandoci quella di “trio/cinquina”, tutte queste si sarebbero dovute analizzare separatamente.
Perché analizzare i personaggi di Starzinger, Gatchaman, Tekkaman, Re Artù e praticamente ignorare Zambot 3 (una citazione) e Baldios (due citazioni)?
Inserendo, invece, Daltanious che è ospita solo due piloti.
Nel nono capitolo ci sono schede e analisi di Astrorobot, Gackeen, Mechander.
Ci si focalizza molto sulle donne protagoniste in anime robotici, sul rapporto coi piloti maschi e con il “padre della tecnica”, e le relative limitazioni che venivano loro imposte. Impedendo, così, alle pilotesse di divenire le protagoniste della serie. Sono analizzate anche le figure femminile dei cattivi.
Ci si focalizza molto sulle donne protagoniste in anime robotici, sul rapporto coi piloti maschi e con il “padre della tecnica”, e le relative limitazioni che venivano loro imposte. Impedendo, così, alle pilotesse di divenire le protagoniste della serie. Sono analizzate anche le figure femminile dei cattivi.
Dopo aver letto il capitolo penso che dovrei cercare di rivedere Astrorobot.
Il decimo capitolo comprende Daikengo, Ginguiser, Balatack, Danguard, Voltus V, Daimos.
Un po' alla volta la trama degli anime super robotici acquista complessità, non più un mero scontro tra il robottone ed il mostro della puntata. Gli autori cercano di mantenere vivo l'interesse del giovane spettatore anche grazie ai cattivi, che sono sempre meno personaggi fantasiosi, e sempre più alla portata dei buoni, più simili a loro.
Un po' alla volta la trama degli anime super robotici acquista complessità, non più un mero scontro tra il robottone ed il mostro della puntata. Gli autori cercano di mantenere vivo l'interesse del giovane spettatore anche grazie ai cattivi, che sono sempre meno personaggi fantasiosi, e sempre più alla portata dei buoni, più simili a loro.
Qui dovrei riguardare Daikengo, che non vedo più dai tempi della trasmissione su Teleradioreporter, e vedere completamente Voltus V e Daimos.
L'undicesimo capitolo è dedicato tutto a Zambot 3, e con una trama come quella che ha creato Tomino di argomenti ce ne sono a bizzeffe. Probabilmente il capitolo migliore del saggio.
Monografico anche il dodicesimo capitolo, incentrato su Daitarn 3, dove viene avanzata l'ipotesi che Banjo, anche in virtù della sua forza fisica, fosse esso stesso un meganoide. E qui torniamo ai medesimi concetti del capitolo su Goldrake, queste sono teorie più da forum. Probabilmente una teoria un po' più reale di quella su Rubina e Naida, però siamo sempre nel campo ipotesi. Le teorie sulle teorie, per un semplice anime, mi paiono un po' una forzatura, le lascio per la P2, Ustica, i tentativi di colpo di Stato, le stragi mafiose etc etc non mancano gli argomenti, purtroppo...
Il penultimo capitolo ospita Daltanious, Baldios, God Sgma, e mi ha fatto venir voglia di guardare per la prima volta God Sigma.
Solo su Daltanious si potrebbe scrivere un intero saggio, infatti è analizzato molto bene. Più breve, invece, lo spazio (in tutti i sensi) dedicato a Baldios, ne avrebbe meritato molto di più.
Nell'ultimo capitolo c'è un po' di intruppamento... Trider G7, New Tetsujin 28, Gordian, Ideon, Gundam. Troppe serie in poche pagine, tanto che lo spazio per il Gundam è eccessivamente breve. Forse qualche pagina in più sarebbe servita, oppure togliere Ideon e New Tetsujin 28, non perché poco importanti, ma perché sconosciuti ai più.
Visto che mi son permesso di fare qualche critica, metto anche la breve introduzione, con la spiegazione dell'autore sul senso del suo scritto.
Il sommario, i titoli dei capitoli e dei paragrafi fanno un po' paura ^_^