L'unico difetto di queste riviste è che sono impaginate senza pensare che qualcuno, 75 anni dopo, le avrebbe scannerizzate... certo, avendo un scannerizzatore più grande del formato A4 non ci sarebbero problemi, ma dato che non è questo il mio caso, ho dovuto cercare di ottimizzare il numero delle scansioni rispetto alla grandezza della rivista.
Spero di esserci riuscito, perché anche questo numero è di notevole interesse, sempre cercando di leggere gli articoli scremandone i contenuti patriottico-nazionalistici, che sovente risaltano fin ridicoli.
Gli articoli spaziano dall'analisi politico-economica sulle prospettive espansionistiche del Giappone, alla faccia di chi tende sempre a dipingere i giapponesi come un popolo esente da responsabilità belliche, all'analisi storica, fino a scritti inerenti la quotidianità di quel Giappone. Trovo che questi ultimi siano i più piacevoli da leggere, mancando della tristezza del fanatismo e della guerra.
In particolare in questo numero sono presenti un articolo sul "nengo", il nome delle ere, uno sui giardini ed i viali, uno sui tipici ombrellini nipponici (sia da pioggia che da sole).
Infine un articolo sul funerale fatto alle bambole, che metto in testa al post, benché sia l'ultimo della rivista.
Questo breve scritto, a mio avviso, non rivelò uno dei motivi della cerimonia funebre per le bambole, cioè il timore che la bambola gettata potesse divenire un yokai, uno spirito malefico. Probabilmente era un concetto troppo distante da un italiano cattolico del 1942.
Facendo qualche ricerca sul web ho scoperto che questi riti funebri per le bambole vengono svolti ancora oggi:
Ningyo kuyo Il funerale delle bambole
L'indice della rivista e tutti i successivi articoli.
Ognuno/a potrà cosa sia più interessante.
"... i signori Inglesi ed Americani, i quali sono convinti che le costruzioni giapponesi siano tutte di legno e di carta e attendano con impotente rassegnazione le bombe incendiarie degli Anglosassoni..."
Il fanatismo fa scrivere di quelle cose che lasciano stupefatti, purtroppo le case di legno giapponesi erano impotenti contro le bombe incendiarie statunitensi, e non bastò il parlamento in cemento a proteggerli... cioè, il parlamento li avrebbe potuti proteggere impedendo la guerra...
Articolo di analisi geopolitica.
Trovo sempre interessanti gli articoli trionfalistici sul Manciukuò, tanto quanto oggi i giapponesi fingono quasi di non esserci mai stati in Cina... eppure c'erano, si si, c'erano...
Italicamente patetico il solito richiamo all'Italia che scoprì per prima la Manciuria grazie a Marco Polo, che era cittadino della Repubblica di Venezia...
L'articolo che mi ha colpito di più è quello sulla cartolina precetto, "syosyu reizo", ne avevo letto in libri di saggistica storica, e mi aveva inorridito apprendere che la famiglia era orgogliosa della chiamata alla leva obbligatoria dei figli. Quando a casa mia arrivò la cartolina che mi comunicava l'arruolamento per il servizio militare, mia madre non era tanto contenta, ed io mica partivo per la guerra... andavo a fare un sacco di guardie e un sacco di corvè.
Questi poveracci partivano per non tornare mai più, oppure per tornare storpi, e la famiglia era orgogliosa...
L'amico giapponese dell'autore dell'articolo e tutta la sua famiglia ed amici erano contenti che l'Imperatore lo avesse chiamato alle armi (bravo Hirohito!), mi chiedo se sia mai tornato...
Un articolo di carattere storico.
L'articolo sul nome delle ere di cui accennavo sopra.
Tutti neri su sfondo nero... molto fotografici...
Non sono un grande fan dei giardini, però, magari, a quacuno/a potrà interessare.
Ne vorrei uno con Goldrake :]