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"Goldrake batte Garibaldi, però...", di Nicola D'amico - "Corriere della Sera Illustrato" 2 febbraio 1980

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Noi sappiamo bene che non c'era solo Goldrake, però spesso pare che non lo sapessero i giornalisti di allora, e comunque Goldrake era la pietra di paragone per tutti loro.
Questo articolo che mostro non è incentrato né su Goldrake né più in generale sui "cartoni animati giapponesi", ma su un tema storico:
"L'eroe, oggi, nella lezione di storia, in una scuola media".
Il giornalista Nicola D'amico chiese il punto di vista a dei docenti della scuola media "Cairoli" in via Pascal a Milano. Parteciparono al dibattino Gianfranco Zelasco, preside della scuola, Bice Oliva, Agostina Faedda, Giuseppina Cavedon, Giuliana Luraschi.
Chi erano gli eroi per noi ragazzini del 1980?
E come la scuola affrontava la tematica dell'eroe?
Il dibattito fra i cinque docenti e la giornalista è serio, spazia su vari argomenti, ma alla fine il titolo contrappone Garibaldi a Goldrake.
Sarò sincero, forse me ne dovrei vergognare, ma per me non c'era proprio storia:
l'eroe era Goldrake!
Per la cronaca neppure Pablito, almeno fino all'estate del 1982, e men che meno Stenmark, potevano competere con il robottone pilotato da Actarus  :]
Nello scritto c'è un qualche accenno verso gli anime, qualcuno dei docenti è un po' preoccupato per la loro influenza sugli alunni, altri non lo sono per nulla, anche la questione dei contenuti violenti dei cartoni animati giapponesi fa capolino, seppur appena abbozzato.
In realtà è Mazinga, anzi, "Mazinger" ad essere citato, ma nel titolo faceva più effetto un "Goldrake vs Garibaldi", che poi mi chiedo come, l'eroe dei due mondi, potesse difendersi dalla Alabarda Spaziale...
A mio parere l'articolo resta interessante proprio perché la tematica era un altra, l'educazione degli alunni, ma comunque Goldrake finì nel titolo.
Da far notare che Nicola D'Amico scrive poco prima dello scatenarsi dello tsunami informativo generato dai "600 genitori di Imola", chissà quali sarebbero stati i toni della discussione se ne avessero parlato un mese dopo.















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