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"Mamma, voglio Mazinga!", di Tullio Camiglieri - "Millecanali: mensile di radiotelevisione, audiovisivi e comunicazione" maggio 1980

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Il mensile "Millecanali"è stata per me una scoperta sorprendente, non solo per gli articoli sui cartoni animati giapponesi, ma soprattutto per le tonnellate di informazioni sulle prime televisioni locali private. Dato che uno dei filoni che sto cercando di portare avanti sul blog non è solo la riscoperta dei palinsesti delle prime tv locali, ma anche qualche informazioni sulle stesse emittenti (link), questa rivista mi è tornata incredibilmente utile.
"Millecanali" era composto sia da articoli sulle radio che sulle televisioni, e conteneva sia commenti su programmi ed emittenti (nazionali e locali) che articoli tecnici. Era una via di mezzo tra un manuale pratico radiotelevisivo sul come fare radio e televisione, ed una rivista di costume sui contenuti della radio e della televisione, senza tralasciare le decisioni politiche legate al mondo dell'informazione.
La manna per uno che cerca questo tipo di informazioni!  ^_^ 
Prossimamente posterò un po' di questo materiale, ma ora preferisco dare spazio all'articolo assai approfondito che venne pubblicato nel maggio del 1980, ergo il mese dopo lo tsunami informativo dell'aprile 1980.
L'articolo in questione, a firma Tullio Camiglieri, è composto da ben 7 pagine, e si divide in due parti. Nella prima c'è la cronaca delle polemiche contro gli anime con contemporanea analisi delle stesse, nella seconda parte ci sono le interviste a Corrado Biggi (responsabile della tv dei ragazzi della Rete 1 Rai) e Paola De Benedetti (la corrispettiva responsabile della Rete 2), quindi le due figure più autorevoli per parlare della tv dei ragazzi, almeno per quanto riguardava la Rai.
Probabilmente l'essere una pubblicazione non di punta dell'editoria italiana, permise alla redazione di dare tanto spazio alle vicende mediatiche inerenti Goldrake e Mazinga.
"Mamma, voglio Mazinga!", è il titolo dell'articolo, ma io prima o poi capirò il perché i giornalisti, le redazioni oppure chi si occupava dell'impaginazione, mettesse regolarmente l'immagine di Goldrake in un titolo con Mazinga, o viceversa...
Mi sfugge del tutto quale fosse la difficoltà di associare immagine e nome corretti.
Può essere che la mia generazione, cresciuta coi primi "Sapientino", fosse più facilitata rispetto agli adulti che si occupavano di questi titoli, loro non avevano mai dovuto imparare giocando a far corrispondere un nome alla sua immagine...
Immagine di Goldrake = Goldrake nel titolo
Immagine di Mazinga = Mazinga nel titolo
Beh si... non è proprio facile...




Ovviamente il giornalista commenta la notizia principale di aprile in campo televisivo, cioè la crociata dei 600 genitori di Imola, e devo dire che, a dispetto del titolo non corrispondente all'immagine, l'analisi è azzeccata, pacata e grandemente ironica. Senza troppe contro analisi psico-socio-pedagogiche Camiglieri si limita a ridicolizzare non tanto i genitori, ma gli "esperti" che li avevano aizzati.
Purtroppo anche lui cadrà nel trappolone della bufala secondo cui "l'elaborazione elettronica dei disegni e delle animazioni fa risparmiare in mano d'opera".
In pratica Camiglieri fu più ragionevole nel valutare che gli anime non erano per nulla pericolosi dal punto di vista educativo, ma non era molto informato in merito, non più di quelli che li demonizzavano.







Le seconde due pagine dell'articolo.





Camiglieri cita Dario Fo ed Alberto Bevilacqua, due degli avversari con cui Goldrake e Mazinga ebbero a scontrarsi, ma riporta anche il pensiero di un lettore de l'Unità che dissentiva da Fo.
Eccola per esteso qua sotto con relativo link al post.





Lettere dei lettori pro e contro Goldrake e soci - l'Unità e Radiocorriere TV 1979/80

Il giornalista, dopo aver sistemato gli "esperti" e gli avversari dei robottoni giapponesi, cerca di comprendere le preoccupazioni dei genitori, di Imola e non.
Personalmente ritengo che la lamentela di quei genitori fosse anche fondata, per quanto riguardava il numero e la frequenza di trasmissione dei cartoni animati giapponesi. In quel periodo erano praticamente onnipresenti quasi a qualsiasi orario e su qualunque canale.
E' umano che ne fossero un po' stufi, loro, gli adulti. Noi, i bambini, no  ^_^





Arrivato ad analizzare lo studio Mesomark commissionato dalla Rai, il nostro giornalista scivola anche lui sugli anime fatti al computer... cribbbbio... era andato così bene fino a questo punto   ^_^





Quindi gli anime del periodo costavano il 20% in meno alle emittenti italiane rispetto ad un proogramma italico, perché erano fatti col computer... nessuno mai che si fermava un secondo a ragionare su quanto sarebbe costato un computer, ed il suo software, per eseguire un compito del genere...
Sarebbe costa meno farli a mano!
Ed infatti era quello che facevano i giapponesi!   ^_^
E' accettabile pensare che nel 1980 nessun adulto potesse mai immaginare che a distanza di 40 anni si sarebbe ancora parlato e studiati Goldrake e Mazinga, ed infatti Camiglieri prese la seconda cantonata:
"In fondo, è vero che Goldrake e Mazinga passano e scivolano via sulla pelle, segnano una moda di comportamento infantile per lo spazio di una primavera. Ma i ragazzi non si identificano, il disegno fatto dal computer segnala loro una realtà di fantasia pura, li posiziona nella sfera vecchia e distante della favola.".

Diciamo che le primavere sono state 40.
E' vero, non mi sono identificato coi disegni fatti al computer   ^_^
Più che ragionevole tutto il discorso che le favole propinateci da piccoli fossero più violente degli anime, ma forse tanto violente quanto il drammatico Remi...






A parte la questione degli anime fatti al computer, per il resto l'articolo è infarcito di quella ragionevolezza che mancava alla gran parte dei giornalisti della restante carta stampata.








Nella seconda parte dell'articolo ci sono le interviste a Corrado Biggi e Paola De Benedetti, che comunque venero interpellati sovente in quel periodo.




Le domande a Biggi sono assai corrette, e le rispose interessanti. Da notare che Biggi non tira fuori mai che quegli anime fossero fatti al computer.
Curioso che per quanto riguarda i cartoni fantascientifici parli di "vizio dei bambini" da interrompere, mentre quando l'intervistatore gli contesta la lacrimosità di Remi, il dirigente Rai tiri fuori le capacità di giudizio del bambino come paravento alle critiche.
Quando faceva comodo eravamo "giudiziosi", quando non faceva comodo, eravamo viziati :]







Un po' meno interessante l'intervista alla De Benedetti.












La pagina con i riepilogo degli articoli inerenti la televisione.


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