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Go Nagai Robot Collection 126 Harkenshumit X9

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Come ho scritto più volte, da bambino della serie di Mazinga Z ho visto veramente poche puntate, e da adulto, nonostante ci abbia provato almeno un paio di volte, proprio non sono riuscito a guardarmela, ergo gli accadimenti dell'88esimo episodio mi erano totalmente sconosciuti, come sconosciuto era il mostro meccanico: Harkenshumit X9.

Il modellino della GNRC è venuto fuori proprio bene, e sebbene sia colorato pressoché con due soli toni di grigio, le sbavature sono minime. Forse la postura, dopo aver visto la puntata, poteva essere un po' più dinamica, magari immortalando il modellino nella posa della copertina del fascicolino-ino-ino, però l'uscita non è per nulla brutta.
Sulla scelta originaria nipponica di fare così spesso uso, ed abuso, dei simboli nazisti, invece, ho sempre avuto qualche remora. Certo, Doppler non sarebbe stato Doppler senza quel portamento nazistoide (idem per il conte Blocken e tanti altri), anche se il doppiaggio italico del Danguard, che rispettò i contenuti originali al 90/95%, evitò saggiamente di chiamarlo fuhrer.
Quello che mi urta, o lascia perplesso, è l'uso un po' a buon mercato di certa simbologia, che, pur essendo per i giapponesi una questione geograficamente lontana, rimpiazzò totalmente, o quasi, l'uso degli altri cattivi di quel conflito, cioè gli stessi giapponesi!!! (i terzi cattivi, cioè noi, li colloco ultimi nella classifica dei massacri..)
In pratica, per un bambino giapponese di quel periodo, i nazisti erano sinonimo di efferatezza, massacri, razzismo e guerre d'aggressione, mentre gli alleati nipponici...




Chiudo questa parentesi un po' truce per aprirne una esilarante, che ben è rappresentata dall'immagine qui sotto, dove un vero genio del male pensa bene di raffreddare la lava in cui è intrappolato gelandola con i raggi congelanti, che solidificano il tutto, intrappolandolo seduta stante e lasciando Mazinga Z alla mercé di Harkenshumit X9 
E poi dicono che ho dei preconcetti su Koji Kabuto...
Ho riso molto  :]



Prima di mostrare le fasi salienti ed esilaranti della puntata, ecco Harkenshumit X9 dalle solite svariate posizioni.









Un po' mi ricorda la Cometa Rossa del principato di Zion :]


Forse lo stemma sull'elmetto non è venuto proprio benissimo   >_<





Anche i mostri meccanici iniziano a diventare un po' tantini  T_T



All'inizio della puntata vediamo che stanno lavando Mazinga Z, un po' di pulizia ogni tanto ci vuole.


Cercherò di essere sintetico, cercando di andare ai momenti più importanti.
In pratica Koji Genio Kabuto viene attirato in una trappola, e lui non sa resistere alle trappole, anche se sopra c'è scritto grosso come una casa:
TRAPPOLA!!!



Viene abbattuto.

Sommerso dalla lava.
Si sa quando lavi Mazinga Z poi piove, lava...


Ed è in questo frangente che Koji Acuto Kabuto avrà la brillante idea di autoimmobilizzarsi, mettendo a rischio l'integrità di Mazinga Z e la sua vita...


Quando si accorge della cappella cerca di rimediare col raggio gamma...


Poi copisce istericamente la lava solidificata, ma zero...


E guarda chi arriva?


Harkenshumit X9!


Per fortuna di Koji Kitsune Kabuto il mostro meccanico non riesce a colpirlo manco se è fermo...


Ma alla fine Mazinga Z è fritto... Koji Fuga Strategica Kabuto cerca di svignarsela, ma...


... l'aliante slittante viene tutto inzaccherato...


Ma attenzione, stanno arrivando su delle zattere i due salvatori!
Delle zattere di legno...  ma il professor Yumi non poteva inventarsi qualcosa di meno Ikea? >_<


Intanto Harkenshumit X9 sorregge il povero inanimato Mazinga Z per fargli un bel bagno, ma aveva già fatto la doccia all'inizio della puntata!!!


Un bagno di acido...


Koji Disma Kabuto se la vede un po' male, forse non era proprio il caso di usare i raggi congelanti...


E' pronto il plotone d'esecuzione.



Ma un millisecondo prima del "FUOCO!" arrivano i nostri a salvarle le chiappe a Koji Kulo Kabuto.


Koji ringrazia Sayaka e Boss e parte con il suo aliante slittante, che questa volta è più slittante che mai...


Dopo aver sfondato con la sua navicella svariate pareti di roccia e metallo, Koji Testa Dura Kabuto si tuffo nell'acido per agganciarsi a Mazonga Z.


Era meglio se non lo lavava...



Epilogo.
Harkenshumit X9 si oppone una volta ad un pugno a razzo, ma poi viene gruvierizzato dai missili perforanti.



Buuuuuuum!
Fine.



Prossima uscita Dori Dori?
Ma Dori la pesciolina della Disney?   O_o
Entro sabato dovrebbe uscire anche Hiroshi sulla sua fighissima moto, speriamo sia fatta bene  :]



Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 24 Hiroshi e la sua moto

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Le moto erano abbastanza onnipresenti nei primi anime robotici che arrivarono in Italia. Cominciò Actarus con il suo motorone a tre ruote, toccò a Tetsuya con la sua fighissima ed un po' surreale moto con i pugni atomici, ed anche Jun era motodotata, c'erano il sidecar di Ryo e la moto di Hayato, e poi c'era la moto planante di Hiroshi. Anche se è giusto ricordare che la capostipite a due ruote fu l'ordinaria moto di Koji Kabuto, assieme a quelle di Sayaka, Boss, Nuke e Mucha.
Quella di Hiroshi, però, aveva tutto un suo fascino, intanto era indistruttibile, e poi la sua presenza ed importanza erano centrali in ogni puntata. Non solo perché permetteva, molto banalmente, ad Hiroshi di spostarsi autonomamente ed in fretta, ma gli facilitava la trasformazione in cyborg, grazie ai suoi decolli in stile concorde.
Non per nulla, nella sigla di "Jeeg robot d'acciaio", vediamo per la prima volta Hiroshi in sella alla sua moto, e per i primi 30 secondi la moto la si vede molte altre volte. Hiroshi è un vero centauro, e lo diventerà realmente una volta agganciatosi al Modulo H305 Antares!
Hiroshi senza la sua moto sarebbe un po' come Jeeg senza il magnetismo...
Non so se questa 150esima(!) uscita (126 uscite ordinarie + 24 speciali) della GNRC sia la più bella in assoluto, di certo è tra le migliori. Per fortuna anche la fattura è buona, seppure non perfetta, almeno per quanto riguarda il mio pezzo, che presenta la punta dell'alettone anteriore non uniforme.



La moto di Hiroshi nelle prima due puntate non è la medesima del resto della serie (e di questo modellino), ottiene una carenatura così originale solo dalla terza puntata in poi. Ci ho fatto caso proprio cercando qualche immagine da confrontare con il modellino della GNRC, ma ci torno più sotto.


Hiroshi e la sua fighissima moto dalle solite svariate e numerose angolazioni, stavolta forse ho un po' esagerato con le foto, ma il pezzo merita   ^_^





















Ecco il difetto del mio pezzo, proprio davanti... ma è possibile che non ci riescano proprio a farne uno perfetto?  >_<


 Hiroshi che fa le penne  :]


 Non potevo esimermi da fare questa foto  ^_^


 I tre Hiroshi della GNRC.


 Hiroshi e soci.


 Come accennavo sopra, la prima cosa che si vede nella sigla iniziale è Hiroshi in sella alla sua moto.



Poi Hiroshi investe qualche soldato di Himika, magari potevano attraversare sulle strisce pedonali...




E poi ci sono i fotogrammi tra i più belli delle sigle degli anime, Hiroshi e Jeeg che corrono.



Questa sotto, invece, è la moto di Hiroshi nelle prime due puntate, da notare che manca tutta la carenature che avvolge le gambe.
In fondo Hiroshi aveva una officina meccanica, avrà saputo fare anche il carrozziere  :]



Nella terza puntata ci ritroviamo la bella sorpresa, Hiroshi esce dalla sua officina, e la moto ha subito un restyling non da poco.
Grazie al motore a reazione i salti ed i voli non saranno un problema, e grazie agli alettoni gli atterraggi saranno sempre sicuri. E comunque la sua moto è indistruttibile  :]













 Ops... un po' di fuoco... tanto è ignifuga  :]



Hiroshi e la sua moto non solo inziavano la puntata con la sigla, ma potevano anche terminarla nel classico finale con fermo immagine e musica in dissolvenza.



Uno speciale, a mio avviso, dovrebbe avere un qualcosa di... come dire... qualcosa di... ecco, qualcosa di speciale. "Basta la parola" (cit.)
Come Hiroshi e la sua moto, qualcosa di cui tutti noi piccoli fans eravamo affascinati o incuriositi, cosa avrà mai di interessante Hado Hado?   :(
Se la copertina sopra sembra stropicciata, è proprio perché è stropicciata... a dimostrazione di quanto la Fabbri/Centauria ci tiene al fascicolino-ino-ino-ino e quanto rispetta i suoi lettori, basterebbe un cartoncino un po' più grande e più rigido... non ci vorrebbe un grande sforzo economico...



Telepiù N° 3 dal 5 all'11 aprile 1980 - "Una bambina bionda fa tremare i robot" di Paola Zivelli

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Del tutto casualmente sono riuscito a riunire più numeri consecutivi di Telepiù, dal numero zero fino al cinque, quindi la programmazione televisiva cha va dal 22 marzo al 2 maggio 1980. Con un po' di fortuna potrei riuscire a trovare altri due numeri successivi per colmare alcune lacune, così arriverei fino a giugno.

Telepiù N° zero dal 15 al 21 marzo 1980
Telepiù N° 1 dal 22 al 28 marzo 1980
Telepiù N° 2 dal 29 marzo al 4 aprile 1980 

Purtroppo (per me) questi quattro numeri non sono tutti della zona di Milano, fatto che mi avrebbe permesso di valutare meglio i palinsesti tv locali, confrontandoli che le mie reminiscenze mnemoniche. Tranne il numero zero, che è del centro-sud Italia, l'1 ed il 2, pur essendo del Piemonte, contengono anche i programmi di alcune tv locali lombarde, e questo numero 3 è totalmente milanese/lombardo.
Una delle caratterisitiche interessanti di Telepiù, rispetto al più nazionale Tv Sorrisi e Canzoni, era la rubrica "Viaggio tra le televisioni italiane", con degli articoli di approfondimento sulle singole trasmissione e canali locali, che sovente mi hanno fatto tornare alla memoria programmi che avevo totalmente rimosso. In questo numero c'è un focus di quattro pagine sulla mitica Telemontepenice, ed anche un articolo sulla trasmissione musicale "Pop Corn" di Telemilano.
Di "Pop Corn" devo avere da qualche parte una musicassetta  :]
Questo numero 3 di Telepiù è nobilitato da un articolo su Candy Candy, che era diventata l'anti-robottona per eccellenza, che poi io guardavo sia lei che gli altri. Paola Zivelli, l'autrice dell'articolo, ne aveva già scritto un altro sul numero 1, e ne scriverà un terzo sul prossimo numero.



La dimostrazione che sovente neppure i dirigenti delle tv, locali o nazionali che fossero, sapevano bene quali contenuti avessero i cartoni animati giapponesi, è data dall'affermazione di Bianca Scotti di "Quinta Rete", secondo cui l'Ape Magà era, come Candy Candy, un'alternativa ai cartoni robotici violenti. Si vede che non aveva ancora mai visto 5 minuti della serie insettoide, dove in ogni puntata c'erano scene tristissime e spesso strazianti... meglio un bel maglio perforante!  ^_^
Sempre secondo Bianca Scotti la nostra eroina (perché dava dipendenza...), era più disneyana rispetto agli altri anime, affermazione assai opinabile.
Mi chiedo, poi, quali similitudini ci siano con Heidi  >_< 
Considerando il tono degli articoli del periodo ("Indice degli articoli della "Emeroteca Anime" divisi per anno"), ricordo che siamo in piena bufera mediatica scatenata dai "600 genitori di Imola", Paola Zivelli non si fece più di tanto influenzare. Probabilmente anche perché un settimanale con i programmi tv non poteva sputare nel piatto in cui mangiava  :]





Chissà se la trasmissione alla "Supergulp" in versione musicale sè stata mai prodotta, io non la ricordo, ma non implica che non sia stata mai trasmessa.


Non mancavano gli articoli sulle trasmissione della Rai, in questo caso uno special della Rete 2 sulle discoteche.




A dire il vero mi sfugge un po' il senso di questo articolo...



Per esempio avevo completamente rimosso questo telefilm sulla vita dell'infermiera Julia, forse perché non mi attirava molto.




Nelle riviste televisive del periodo Stefania Rotolo era spesso protagonista di articoli sui suoi programmi.




Nel riquadro in alto a sinistra, sulla trasmissione "Game" in "3, 2, 1 contatto...", veniamo informati che sabato 5 aprile 1980 sarebbe stato comunicato il risultato del referendum "Mazinga o Pinocchio", su cui i quotidiani scrissero numerosi articoli, e sul quale prima o poi farò un post specifico.



Il Gundam su "Antenna Nord" proprio non lo rammento, per me il Gundam resta su Telemontecarlo.


Da notare che "Telelombardia 1 e 2" e Telenova, tarsmettevano parzialmente programmi di due canali esteri, "Tele Capodistria" e la "Svizzera".
Purtroppo capitava spoesso che ci fosse solo un generico ""Disegni animati", impedendo oggi di comprendere quale serie vennero trasmesse realmente.





"Antenna Nord" trasmise anche Astroganga?!  O_o
"Milano TV" oltre ad una caterva di anime, trasmetteva anche film giapponesi, come "Safari 5000", mai visto.
Dato che nella domenica 6 aprile 1980 penso cadesse la Pasqua, vedi "Benedizione urbi et orbi" sulla Svizzera, ed essendo quindi festa, le tv private locali trasmettevano film d'animazione, giapponesi. Come Telemilano, dove dalle 9,30 alle 12,15 c'erano solo anime!!!
Prima "Il gatto con gli stivali", poi "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro", infine uno stranissmo "Pollon, la piccola strega", che io dal solo titolo non ricorddo assolutamente, ma dovrei vedere almeno qualche immagine...
Ho trovato sul forum "Gonagai", un topic in cui si accenna al film:
"come anche un’idea analoga era presente in un cartone a mediometraggio (“ovviamente” privato di titoli originali…) spesso trasmesso proprio nella primavera del ’79: Pollon la piccola strega, questo il titolo da non confondersi ovviamente con la serie degli anni ’80 che nulla centra, protagonista una mocciosa che aveva proprio i “crocchini” simili al giovane “Takeru”. Pollon era la sorellina di Sally, che nella serie del 67, Mahotsukai Sally, si vedeva poco e niente, alla quale dedicarono un intero film a mediometraggio assieme ai tre fratellini, anch’essi in second’ordine, i quali imbucandosi in un cunicolo sotterraneo, incontrando talpe e quant’altro, ritrovandosi al centro della Terra…."

Verso metà pagina:
http://gonagai.forumfree.it/?t=58112676&st=45



Sempre su"Telemilano" alle 21,30 trasmettevano "Dersu Uzala", un film non proprio nazional popolare, mi chiedo se oggi Canale 5 lo trasmetterebbe ancora :]






Attenzione al riquadro in basso a sinistra sul Grande Mazinga:
"Mazinger Z, chiamato comunemente Mazinga, è destinato a divenire il più grande robot di ogni tempo. Costruito dal professore Kabuto, combatte contro le forze del male del dott. Inferno".

E' probabile che a Telepiù fecero un pelino di confusione, tanto si chiamavano entrambi Mazinga... ma uno è solo "Z"... l'altro è il "GRANDE"!!!
Però nei programmi di "Telenord Italia", che io dalle mie parti non ho mai captato, c'erano due differenti Mazinger, alle 15,00 "Il grande Mazinger", e alle 20,30 solo "Mazinger".





Piccola perla di refuso (non li commetto solo io!) su "Antenna 59" alle 19,05, dove trasmettevano una serie inedita, "Il Grande Martinger"!!!
Forse perché era martedì?
Di mercoledì avrebbero trasmesso "Il Grande Mercolinger"?   ^_^




Altro riquadro interessante in basso a sinistra, con la sinossi del film d'animazione "Leo il re della giungla", e se ci si sposta sull'emittente"Elefante" alle ore 16,00, nella pagina di destra in alto, si potranno leggere anche i nomi degli autori, che non sono giapponesi, ma rispondono ai nomi di Ald Monthem per il soggetto e la sceneggiatura, e Robert Rowland per le musiche  >_<
Nel 1966 venne prodotto un lungometraggio della prima serie "Kimba", quella col padre, se non sto scrivendo una fesseria, mi pare mettendo assieme alcune puntate. In pratica un film di montaggio del tutto giapponese, che dovrebbe aver vinto anche un premio al festival di Venezia.
Sarebbe interessante capire da dove presero quei nomi quelli di "Elefante", forse trasformarlo in un film occidentale predisponeva benevolemente alla visione i genitori italici  :]






Riquadro in basso a sinistra, "Django non perdona", su "Elefante" ore 14,00.
Quando io guardavo questi film, anche Tarantino li guardava  ^_^









La rubrica inerente "Telemontepenice", a cui accennavo all'inizio del post.
Nell'articolo si racconta la storia dell'emittente pavese, ma c'è anche un ampio panorama sulle sue trasmissioni di punta.



Una delle due annunciattrici, Fanny Savioni, aveva appena 15 anni!



"Il pescatore"!!!!!!!!!!!!!!!
Ne ricordo alcuni fotogrammi  T_T





"Pop Corn" era una delle trasmissioni musicali del periodo, forse cercava di fare il verso a "Disco-ring"della Rai. Ebbe, comunque, un buon successo, tanto che venivano messe sul mercato delle musicassette che contenevano le hit del momento, proprio col nome "Pop-Corn".
(devo trovare la mia...)






"Julie rosa di bosco" (1979) - Puntate 3 e 4

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Quando mi hanno fatto scoprire questo anime, oltre alle prime due puntate, ci siamo spinti (nel senso di oscenità...) fino alla quarta, e la platea, di quella che per alcuni era una prima visione assoluta, era composta da ben sette adulti (4 donne e 3 uomini). Tutti e sette facenti parte, seppur con qualche anno di differenza, della generazione del first impact, quasi tutti ancora interessati all'animazione e ai fumetti, nessuno mal predisposto verso gli anime.
Ed è solo grazie a questa grande passione verso i cartoni animati giapponesi, che ci siamo potuti spingere così oltre, oltre i nostri limiti esistenziali, oltre la logica, oltre l'estetica, cioè dritti dritti verso "Julie rosa di bosco"!
Tutti e sette, indipendentemente dai nostri gusti, abbiamo riso tanto  ^_^
Questo è, a mio avviso, un pregio di "Julie rosa di bosco", se la bellezza di Heidi mette d'accordo grandi e piccini, la comicità involontaria di questa serie ad animazione stentata mette di buon umore chiunque  ^_^
E cosa c'è di più comico che vedere delle allegrissime immagini di repertorio della prima guerra mondiale?
E non è divertente vedere un biplano bombardare in picchiata un gregge di pecore ed un covone di fieno in un luogo mai convolto dai combattimenti?
E non è altrettanto esilarante l'allegra musichetta, totalmente fuori contesto, che parte appena dopo le scene strazianti della morte dei genitori di Julie?
E questi sono soltanto i primi 74 secondi di ogni puntata!!!


                 

Nella terza puntata gli autori vorrebbero sviluppare la storia d'amore tra Julie e Alan, io la ricorderò sempre e solo per le scene dal vivo dello schuhplatter, il ballo tipico tirolese  ^_^
Tra l'altro ho scoperto che lo schuhplatter era originariamente un ballo eseguito solo da uomini, ergo le immagini inserite dagli animatori nipponici sono, ovviamente, non risalenti al 1918, in quanto vi partecipano anche donne, apertura al gentil sesso che si è andata affermando solo in tempi moderni.
Un bambino giapponese del 1979, sarà cresciuto con l'idea che nel 1918 lo schuhplatter era ballato anche dalle donne  ^_^


La puntata inizia con una bella panoramica moderna :]


Julie e Tanya arrivano a scuola e trovano ad aspettarle il quartetto degli orrori.
Carolina le invita amichevolmente ad una festa, dove Julie sarà l'ospite d'onore. Carolina specifica che le due amiche possono venire alla festa con quegli stessi abiti, fatto che tranquillizza anche gli animatori giapponesi, che altrimenti avrebbero dovuto disegnare nuovi cell...
Secondo me è una trappola in pieno stile Iriza, ma forse ho visto troppe puntate di Candy Candy.



Nel frattempo, in classe, la solita Carolina si esercita in una simpatica caricatura della maestra simil Rottenmeier.


Oviamente il disegno finisce sul banco di Julie, che si becca la colpa di tutto.


Alan, in totale versione Anthony/Terence, si assume la paternità del disegno, finendo in punizione assieme a Julie.


Nonostante il bel gesto del ragazzo, Julie lo rimprovera in maniera assolutamente insensata, in quanto lo avrebbe fatto solo perché mosso da compassione. La scena risulta abbastanzna illogica, spero solo che il doppiaggio italiano sia stato molto approssimativo  >_<



Una caratteristica di questo anime è che, mentre sta succedendo un qualcosa, di colpo ne succede un altro, di qualcosa...
In questo caso, mentre Julie sta continuando a cazziare Alan, nota che alcuni ragazzi stanno maltrattando il cuginetto.


Alan, reduce dalla scenata isterica della ragazza, si lancia, nel vero senso della parola, dalla finestra per aiutare il bambino!



Da notare il particolare della mano destra, manco Michelangelo...



Alan parte bene, in pieno stile Judo Boy!


Ma poi gli tocca incassare un uno-due allo stomaco...
In tutta questa scena, come praticamente sempre in questo anime, le musiche in sottofondo (le di solito molto evocative BGM degli anime) sono totalmente slegate dalle immagini, in quanto sono tutti pezzi di musica classica...



Ed un diretto al viso...


Gli sanguina la bocca, e Julie gli porge il suo fazzoletto, questa scena l'ho già vista da qualche altra parte...



Perché si deve arrossire per aver prestato un fazzoletto?  >_<


Ci si sposta nella location della festa, un bel esempio di questa dis-animazione  ^_^
Ben 56 secondi senza una sola scena animata!


      

In base alla voce della Signora in giallo mi sorge un grosso dubbio sulla tipologia del sistema scolastico in voga nell'Austria del 1918. Infatti Jessica Fletcher ci informa che alla festa ci sono i rampolli delle più ricche famiglie della città, ma allora perché dei poveracci come i Clement sono in clase con loro?  O_o
Ovviamente le due proletarie vengono bellamente ischerzate dai ricchi rampolli, tanto che Tanya se ne scappa a casa.


Julie, invece, è più ostinata, e rimane giusto il tempo per farsi prendere per il sedere ancora un po'.



Ma ecco che arriva Alan a dare manforte a Julie indossando il tipico(?) vestito tirolese!




Alan chiede a Julie di insegnargli il schuhplatter, che poi nella parte animata i due non lo ballino minimamente è solo un particolare insignificante  :]
Il video è fantasmagorico, attenzione al finale con il simpatico commento di Carolina e la colite di Alan  ^_^


        



Il commento terroristico di Carolina e il successivo immediato malore di panza di Alan, fanno parte di questa strategia "altristica" della seria. L'anime ci faceva vedere il ballo tirolese, poi c'è la malvagia uscita di Carolina, infine lo squaraus di Alan... non si fa in tempo a metabolizzare una cosa che ne capta un'altra. Questi non sono colpi di scena, questo è caso  >_<
Dato che il giorno dopo Alan è assente da scuola, Julie si fa il classico viaggio da seghe mentali degli shojo, immaginandosi che il ragazzo sia morto per le percosse subite all'inizio della puntata.





Ovviamente si mette a gridare durante la lezione  >_<


Julie è un po' preoccupata, e gli fa visita a casa.


Ma perché i giapponesi mettono sempre quel robo col sacchettino anche in tutti gli anime ambientati in occidente?!


Alan non sta poi così male, e fa uno scherzone veramente esilarante alla ragazza!
ah ah ah
Direi che gli animatori avrebbero voluto emulare gli scherzetti che Terence faceva a Candy, ma proprio no ci sono riusciti...




Lei non la prende bene, si prende due fette di torta e se torna a casa.
Da notare che se prendi due fette di torta come le prende lei, l'effetto finale sarà quello di avere tutte le mani inzaccherate e le fette di torta spatasciate  :]



Ma lui è cotto  T_T


Tutti i cani del circondario seguono Julie per via della torta.
ah ah ah



Nella quarta puntata ci sarebbero anche dei contenuti interessanti, la perdita del lavoro da parte dello zio (come aveva vaticinato Carolina), ed il successivo infortunio sul lavoro, tematiche non molto comuni. Peccato che il tutto è reso veramente a capocchia   >_<



Julie, Tanya ed una loro amica andranno a fare una gita nel bosco dopo la lezione, e per questo motivo lo zio le consegna una mappa della zona, ma dove vannno, a bosco Atro?  O_o
Intanto in famiglia c'è qualche ruggine tra padre e figlio, che è preoccupato per il rischio di perdere il lavoro, e non è molto contento di dover sfamare anche quella cagacaxxi di Julie  :]


Arrivate a scuola le tre amcihe buone devono vedersela con le quattro cattive, i discorsi non li ho proprio capiti, ma non fa nulla.


Alan si schiera sempre con il proletariato, sarà mica un radical chic?  O_o
Poi le ragazze vanno in gita, che è rappresentata da varie immagini disegnate e dal vivo.


Stacco nella fabbrica, dove assistiamo al licenziamento dello zio, non sono cose belle da vedersi, specialmente da adulti...
Da notare che il padrone gli chiede di autolicenziarsi... forse una consuetudine nipponica per non far sfigurare l'azienda?


Lo zio torna a lavoro, ma è ovviamente un po' distratto.
La dimancia dell'infortunio è assai dubbia, parrebbe atta solo a mantenere il posto alla zio.
L'ampolla si vetro (lo zio lavora in una vetreria) si frantuma.



Esplode!!



Lo zio perde l'equilibrio e finisce contro delle aste.



Le aste urtano altri oggetti su uno scaffale, impilati veramente a caxxo...




Che finiscono in testa allo zio...
Ma qui l'Inail penso che avrebbe di che obiettare.
Come possono delle semplici aste, anche in metallo, far precipitare tutti quei gravi?
Ergo quegli oggetti erano molto leggeri, quindi come può farsi male lo zio?




Intanto Julie si diverte a fare la selvaggia.
Pesca a mani nude.


Balla con le pecore (sempre presenti le riprese dal vivo).


Arriva Alan per avverire Julie che lo zio è in ospedale.
Due questioni:
1) Non dovrebbe rivolgersi prima alla figlia?
2) Come cacchio ha fatto a trovarle?!


Lei è in sottoveste, arrossisce di nuovo   >_<


Frega il cavallo ad Alan e corre in ospedale, ma come fa a trovarlo?


Il signor Karl è in sala operatoria, deve avere la testa molto fragile...
Johann se la prende con Julie perché erano a fare un picnic... mavaffancuore!


Dopo 3 millesimi circa si scusa, e tutto si risolve con tanta felicità... Charlotte era tutta un'altra cosa...


Lo zio è stato operato la cervello  :]  ma si riprende subito!



Julie si ricorda di aver piantato Alan in mezzo al bosco con lo scoiattolo e i cestini, oltre all'altra amica, e pianta in asso la famiglia.


Finale romantico...
Continua...




Il DVD ed il retro della confezione.




Come mi è stato fatto notare nei commenti delle prime due puntate, si può chiaramente leggere "miniserie ambientata nell'Austria ottocentesca..."
Nel 1918?!  ^_^



Dieci anni nel paese delle meraviglie - La pubbilcità per la Linea GIG dal 1976 al 1986

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TITOLO: Dieci anni nel paese delle meraviglie - La pubbilcità per la Linea GIG dal 1976 al 1986
AUTORE: Alberto, Lapo, Niccolò Ferrarese
CASA EDITRICE: Phasar Edizioni
PAGINE: 580
COSTO: 35€
ANNO: 2016
FORMATO: 24 cm X 17 cm
REPEPRIBILITA': Reperibile sul web
CODICE ISBN: 9788863584004

Farsi arrivare in libreria titoli pubblicati da piccole case editrici è sempre un piccolo dramma. Ho ordinato questo libro a metà novembre, appena mi è giunta notizia della sua uscita per il primo dicembre, è arrivato in libreria a metà gennaio. Secondo la libreria il saggio è stato distribuito con notevole ritardo, e considerando che gli autori sono anche (se non ho capito male) i proprietari della casa editrice, mi chiedo cosa possa succedere ad un semplice autore non proprietario della casa editrice.
Un'altra questione riguarda, a mio avviso, il prezzo del libro, 35 euro, che non è altissimo, valutandone il numero di pagine, ben 580, ma, di nuovo, esaminando la questione che gli autori ed i proprietari della casa edirice sono i medesimi, mi sarei aspettato un prezzo un po' più popolare. Infatti i tre autori del saggio sono coinvolti anche nella pubblicazione, magari potevano fare un forfait sui costi...
Peccato per la decisione (della casa editrice, e quindi degli autori stessi...) di inserire tutte le immagini, tranne per le ultime 10 pagine, in bianco e nero, a 35€ forse avrebbero potuto metterle a colori, ma magari c'è stata una motivazione tecnica che lo ha impedito. Mistero.
Un vero peccato, anche perché il formato è abbastanza grande (24 cm x 17 cm), e delle immagini a colori delle pubblicità su Topolino, oltre ai fotogrammi degli spot, avrebbero aumentato il piacere della lettura e dell'effetto "nostalgia".




Un aspetto tecnico che ho, invece, apprezzato tantissimo è la precisione delle note in cui sono citati tutti i numeri (con data) di Topolino in cui apparvero le pubblcità della Phasar per la Gig. In questo modo tutti, possedendo quelle annate di Topolino, potranno facilmente riguardarsi a colori quelle belle pubblcità, che tanti soldini fecero spendere ai nostri genitori  ^_^



L'autore di questo libro di ricordi è Alberto Ferrarese, titolare dell'agenzia pubblcitaria Phasar, che dalla metà del 1976 al 1986 ha curato gran parte delle campagne pubblicitarie per la Gig  (Gruppo Italiano Giocattoli) di Gianfranco Aldo Horvat. Per questo motivo la fonte delle informazioni è totalmente diretta, testimonianze di colui che partecipò a quell'epoca pioneristica delle pubblicità di giocattoli. Ovviamente, coprendo un arco temporale di 10 anni di articoli della Gig, ognuno sarà interessato ad alcuni giocattoli e non ad altri. Per conto mio ho letto con estremo piacere ed interesse tutto quello che riguardava il periodo dal 1976 ai primissimi anni 80, direi fino al 1982, in primis i Playmobil e i Micronauti.
Nel primo capitolo c'è una biografia di Alberto Ferrarese, scritta da Alberto Ferrarese  ^_^  che parte dalla sua esperienza giovanile nel campo musicale, fino all'ingresso nel mondo pubblicitario e alla creazione della sua agenzia pubblicitaria. Diciamo che lo scopo è quello di inquadrare il periodo, anche a beneficio dei più giovani.
Nel secondo capitolo viene narrata la storia del rapporto commerciale tra la Phasar di Ferrarese e la Gig di Horvat, dai primi lavori fino all'interruzione della collaborazione, spiegandone la motivazione.
Horvat impose una classificazione dei giocattoli in base a quanto sarebbero stati sul mercato. Gli articoli "strategici" erano quelli che sarebbero durati più anni, come i Playmobil, i Micronauti o i Trasformer. Gli articoli "tattici" erano quelli che avevano un orizzonte temporale più breve, usa e getta, come la "Palla pazza che strumpallazza". Capitava, ovviamente, che alcuni articoli "strategici", non sfondando sul mercato, durassero molto meno del previsto, mentre alcuni giocattoli "tattici" avessero una vita commerciale più lunga del preventivato.
In questo capitolo ci si dilunga molto sul "come" e sul "da chi" venissero prodotte le campagne pubblcitaria, sia cartacee che televisive. Forse si indugia un po' troppo sulle dinamiche professionali interne all'agenzia pubblcitaria (mia opinione), mentre è sempre interessante la descrizione dei rapporti tra la Phasar (Ferrarese) e la Gig (Horvat).
Con il terzo capitolo si entra nel dettaglio degli articoli "strategici" (vedi scan dell'indice più sotto), con numerosi aneddoti interessanti, tipo quello che la Micronite venne inserita abusivamente nel mondo dei Micronauti, solo per vendere un articolo "tattico" all'interno di un articolo "strategico. Per fortuna che non l'ho mai chiesta a miei genitori...
Durante la lettura si scopre che la Phasar non si limitava a fare spot, ma, dialogando con Horvat, cercava di modificare il prodotto importato dall'estero per renderlo più appetibile ai piccoli consumatori italici, ergo anche a me  :]
Per sempio, dopo il successo dei Micronauti, la Phasar suggerì ad Horvat di legare inizialmente il Diaclone al mondo Micronauti, allo scopo di far tirare il prodotto nuovo da un articolo già affermato, e la medesima cosa fecero con Diaclone per i Trasformer.
Una cosa che proprio non sapevo è che i primi Trasformer importati dalla Gig non erano i "TraNsformerS" della Hasbro, e che questa assenza di "N" ed "S" non fu una furbata tipicamente italica per non pagare i diritti all'azienda statunitense, ma, semplicemente, Ferrarese anticipò la Hasbro senza sapere nulla dei loro piani industriali. La lettura di questa parte è stata assai interessante.
Uno dei pochi casi (o l'unico) descritti nel libro di prodotti commissionati dalla Gig ad un'azienda estera, in questo caso la Takara (che con la Gig collaborava da anni), e quindi non semplicemente importati, furono i "Fantanauti". Furono proprio i maggiori costi dovuti alla creazione del prodotto a mettere fuori mercato queasta linea di giocattoli, che ebbe la sfortuna di arrivare sugli scaffali dei negozi assieme ai "Master of the universe", che oltre ad avere il traino del cartone animato, costavano pure di meno.
Nel quarto ed ultimo capitolo sono descritti gli articoli "tattici" (vedi scan dell'indice più sotto), alcuni non li rammento, altri li avevo  pure io.
Per esempio io fui uno di quei bambini che si sfondò i polmoni a forza di soffiare nel "Soffioplà"  ^_^
Ma fui anche uno di quei bambini, non so quanto numerosi, che dissezionò la Pallapazza che strumpallazza per comprendere i motivi della sua traiettoria non lineare  :]

L'altro protagonista del libro.



Vari esempi di come è organizzato il libro.
Le immagini degli spot, sempre comprensivi del testo nello spot, sono inserite all'interno di un bordo in stile pellicola da film, purtroppo il tutto in bianco e nero   T_T
Dato che io questi spot li vedevo tutti in bianco e nero, visto che in casa la tv a colori arrivò dopo la metà degli anni 80, non mi sarebbe dispiaciuto vederli almeno una vota a colori...






Trasformer senza "N" ed "S"  ^_^



Un mito!
Era come fare la spirometria per due o tre giorni di seguito  :]
Senza contare le tonnellate di saliva che si spargeva per casa   >_<




Non so come mai, ma io l'ho sempre chiamata "la palla pazza che strumpallazza", non la "roba pazza che strumpallazza"  O_o




Le ultime 10 pagine sono riservate alle tavole a colori di alcune pubblcità, molto belle, peccato che non sia a colori tutto il libro...



Tutti gli articoli presenti nel libro.











Go Nagai Robot Collection 127 Dori Dori

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Dori Dori... ma sarà la pesciolina Dori della Disney? Oppure una dotta citazione di una canzone della Ghezzi? 
In qualche commento mi si chiede di trovare anche i lati positivi della GNRC, quindi, tralasciando per poche righe il fatto che Dori Dori viene sbaragliato da Goldrake in circa un minuto, posso dire che il rivedere la 14esima puntata mi ha fatto notare alcune cose a cui non avevo in passato dato particolare peso.
L'aspetto più importante della puntata sono i festegiamenti nipponici per il capodanno, ma è la visita di Boss, Nuke e Mucha ad avermi molto incuriosito.
Per quanto riguarda il capodanno ipotizzo che, nella primavera del 1978, nessuno di noi avesse ancora visto scene tradizionali giapponesi: il kimono, il torii, il templio shintoista, le offerte di cibo, la (corda) shimenawa che Boss Robot porta attorno al collo, bere smodatamente il sake, il gioco con le racchette hanetsuki, comprese le penitenze con l'inchiostro.
Quelle scene di festeggiamento tradizionale giapponese le ricordo bene, quindi, in qualche modo mi colpirono. Mentre non ricordo per nulla cosa pensai nel vedere Boss Robot e nel sentire in anteprima assoluta i nomi Kabuto e Mazinga (2 volte!), che vengono pronuncitati da Boss durante la puntata.
Ovviamente il doppiaggio originale italiano, che è l'unico a cui io posso fare riferimento, si trovò un pelino in difficoltà, ma direi che a grandi linee riuscì a cavarsela. Certo, Boss Robot diventa "Moto Robot", e Rigel chiama Boss con il nome di "Bosscapoz", senza contare che Procton dice che per Actarus è il primo capodanno che festeggiano assieme, ed è meglio soprassedere sulla ridicola canzoncina che fanno cantare sempre a Rigel mentre sono a tavola.
Nonostante quelle immagini fossero più "aliene" di un veghiano per un bambino italiano, la Rai non ne tagliò nessuna, come, invece, farà Mediset in seguito.
Quindi, concludendo il filo del complimento, il dover riguardare la puntata per questa recensione è stato interessante, mentre vedere Dori Dori è stato inutile... anche perché credo che sia l'unico mostro spaziale inviato dagli invasori spaziali non per combattere contro Goldrake, ma solo per salvare(!) due idiotissimi soldati...
Praticamente tutti i mostri spaziali di Vega delle prime puntate hanno una trasformazione parecchio inverosimile, ma da dove salti fuori, partendo dal disco superiore, il resto di Dori Dori resta, per me, un vero mistero.
Potrei solo dire: "Resta di stucco, è un Dori Dori Trucco!!!"  ^_^
Le sbavature non mancano, la posa è identica all'immagine più sotto, l'unica differenza è il colore più scuto di busto ed arti, che nell'anime pare sul nero, mentre per il modelino è stato usato un blu scuro.





Dori Ghezzi Dori dalle consuete svariate posizioni.













 Si, non ci stanno più nella foto...


E' abbastanza chiaro che l'ambientazione della puntata sarà molto giapponese, che per un bambino giapponese era un'ovvietà, ma no per i bambini italici del 1978  :]


 Vediamo subito il profesoro Procton senza il suo completo all'americana.



Poi Actarus, che da hippy diventa samurai.
In questa scena c'è un dialogo molto curioso tra Procton ed Actarus. Infatti il primo, dopo aver ricordato che quello del ragazzo è il primo capodanno giapponese(!), fa notare al principe di Fleed che il kimono non si chiude a sinistra.
Chissà se nei sottotitoli fedeli al giapponese questa frase è presente.



Altre immagini tipicamente giapponesi.


 Qui Venusia arrossisce vedendo Actarus con il kimono.


 Le offerte per il nuovo anno.


 Arriva Boss Robot, da notare la shimenawa intorno al collo.


 Due soldati di Vega su un minidisco catturano Boss Robot, incuriositi da questo misterioso robo(t).


 Dopo aver tramortito Boss, Nuke e Mucha, entrano nel robot.


La cosa comica è che, quando si richiude il foro, il rumore lo fa sembrare una porta...


Dato che i tre sono abituati a perdere conoscenza, proseguono il viaggio per andare a trovare il loro amico Alcor/Koji Kabuto.
Bosso dice: "Kabuto ci sta aspettando".
Ipotizzo che lasciarono il cognome e non il nome perché, volendo, Alcor poteva anche chiamarsi Kabuto Alcor.


 Intanto i nostri amici stanno festeggiando, alla giapponese  ^_^



Il gioco tradizionale dell’hanetsuki

L’hanetsuki è un gioco tradizionale giapponese simile al volano ma senza la rete, praticato con dei palettoni rettangolari decorati a lacca chiamati hagoita e dei volani variopinti. Spesso viene giocato dalle bambine il Primo dell’Anno e viene praticato in due modi: con un singolo giocatore che cerca di mantenere il volano in aria per il più a lungo possibile, oppure da due giocatori che lo palleggiano avanti e indietro. La ragazza che lo fa cadere sia dipinta sul viso con dell’inchiostro indiano.
Secondo la tradizione, più al ungo il volano rimane nell’aria, più a lungo i giocatori riceveranno protezione dalle zanzare durante il nuovo anno.




 Arrivano anche Banta e la madre, povero cavallino da soma...


Il cast di Mazinga Z e di Goldrake fa conoscenza.
Alcor chiama "Moto Robot" il Boss Robot,  e Boss viene chiamato "Capo", cioè la traduzione letterale di Boss. Mucha è riportato correttamente, mentre Nuke diviene Nuk.




I due soldati di Vega si tengono in contatto con Hidargos con una videochiamata, usando il loro nuovo smartphone Vega Galaxy S8  :]


In questo frangente si confrontano Boss e Banta, il primo si vanta di essere il "grande aiutante del supremo Mazinga, mantenitore della giustizia e dell'ordine, il supremo, grande unico Mazinga, che conosce la via del bene ".
Direi che questa fu la prima volta in cui venne pronunciuato il nome Mazinga, ben due volte(!), visto che siamo solo alla 14esima puntata, ergo ancora nell'aprile del 1978.
A questo punto interviene Rigel chiamando Boss con il nome di "Bosscapoz"  >_<



Ci sta anche un confronto dal vero  ^_^



Per un bambino giapponese la scena seguente sarà stata divertente, vedere un soldato di Vega che non riesce a pilotare il Boss Robot, classificandolo come "meccanismo troppo complesso"  :]



Proprio per la sua eccessiva complessità, ergo pericolosità, Hidargos ordina ai due di ditruggere Boss Robot.



Il duo non si dimostra molto acuto, in quanto, con le bombe a tempo già attivate, si ritrovano dentro il Boss Robot...
Quindi ordinano a Boss di allontanarsi per potersi dare alla fuga, nel frattempo Hidargos sta inviando Dori Dori per recuperare i due mentecatti, si vede che dovevano essere grandi amici...




 Boss, Nuke e Mucha recuperano le bombe a tempo.


 Dori Dori, ancor in forma di disco spaziale, Boss Robot e il TFO di Alcor Kabuto.


"Resta di stucco, è un Dori Dori Trucco!!!"





Alcor Kabuto viene salvato da Boss Robot... che umiliazione...
In questa scena Boss rimprovera Alcor Kabuto con questa frase:
"Alcor, ti fai battere da un mostro meccanico?"

Non dice "mostro spaziale", "ufo" etc etc, e neppure "mostro guerriero" alla Grande Mazinga, ma proprio "mostro meccanico" alla Mazinga Z. 


 Arriva Goldrake ed il povero Dori Dori viene battuto in un battito di ciglia...







Boss chiede ad Alcor chi sia quello lassù, si vede che non avevano ancora girato assieme il mediometraggio della Toei col Dragosauro :]


Boss Robot chiude anche la puntata.
Nonostante questa sua sovraesposizione mediatica, ogni volta che riguardo questa puntata, mi ricordo del capodanno giapponese, degli abiti tradizionali, del gioco con la racchetta etc etc, ma non rammento di servare ricordi di Boss Robot  >_<



Direttamente dall'impero delle tenebre della GNRC, ecco tornare Donderos!


Pamphlet Star Wars - 1978(?)

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Potrei perdermi in righe e righe di pregi riguardanti questo pamphlet, ma, in verità, per motivarne l'acquisto, basta solo che sia di "Guerre Stellari", e poi costava (stranamente) poco   ^_^
Penso che sia una pubblicazione del 1978, ma non ne sono certo, dato che i simpatici giapponesi raramente mettono il normalissimo anno all'occidentale, preferendo, specialmente nella roba più vintage, il sistema di datazione imperiale nengo. Dato che in ultima pagina ci sono delle scritte con alcuni numeri, tra cui un "57", la datazione corretta potrebbe essere il 1982 (1926-1+57= 1982), ma mi pare assai strano che sia stato pubblicato così tardi un pamphlet su un film del 1977... magari è una ristampa?
Questo spiegherebbe anche il costo più che onesto, una decina di euro.
Forse qualche lettore dotato delle cognizioni linguistiche adatte potrà fare un po' di luce sulla data di pubblicazione.


Ovviamente le immagini sono il punto forte di queste 36 pagine, tra queste alcune non le avevo mai viste, neppure nella "Star Wars Official Collectors Edition" del 1977:
"Star Wars Official Collectors Edition" - 1977 - PRIMA PARTE
"Star Wars Official Collectors Edition" - 1977 - SECONDA PARTE 

In particolare una mi ha fatto fin sorgere il dubbio che il pamphlet potesse essere stato pubblicato nel periodo in cui Lucas aveva rivisitato i film, inserendo le famose (o famigerate) scene aggiuntive, però c'è solo questa...



Mi resta il dubbio... forse fu una qualche invenzione giapponese?
Anche perchè sono presenti due pagine in cui l'editore fa leva sugli otaku/nerd del periodo, inserendo un piccolo focus dal titolo "Mechanicals" (vedi più sotto).
Ergo, magari, s'inventarono anche il soldato imperiale in groppa al sauro su Tatooine.
C'è anche uno Skywalker col cappellino mentre appoggia un piede sullo Sprinter, un primo piano di un Jawa seduto in cui si vede il viso(!), infine una scena a bordo del Millenium Falcon un po' più allargata e con qualcosa in meno  :]

Anche questo fotogramma mi è abbastanza nuovo, probabilmente un fermo immagine non riuscito bene?



Mark Hamill in un momento di relax prima di girare una scena?


Io non rammento da nessuna parte un'immagine in cui si vede il viso di un Jawa, e neppure un Jawa seduto.


Questa immagine ce la si ricorda tutti, ma rispetto a quella del film (appena sotto) si può vedere completamente la strumentazione in basso (con una bella tastiera da Vic 20), inoltre i giocatori di scacchi in 3D fissano una scacchiera senza pedine   :]


Scena dal film.

Ricomincio con le scan del pamphlet dalla seconda pagina.












Lo so, lo ripeto ogni volta, ma non ci riesco a non farlo...   T_T
"Questi non sono i droidi che state cercando..."  ^_^









L'angolo otaku/nerd della pubblicazione, incentrato sui mezzi meccanici, tra cui le armi. Si vede che su questi aspetti i giapponesi erano fissati già da un pezzo.
Le tre scan in bianco e nero qua sotto fanno parte della pagina centrale.





















Tutto quello che avreste voluto sapere sui giapponesi (ma non avete mai osato chiedere), imperdibili curiosità dal sol levante

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TITOLO: Tutto quello che avreste voluto sapere sui giapponesi (ma non avete mai osato chiedere), imperdibili curiosità dal sol levante
AUTORE: Keiko Ichiguchi 
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE:219 
COSTO: 14€ 
ANNO: 2016
FORMATO: 21 cm x 15 cm 
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano 
CODICE ISBN: 9788898002948


Ci sono cascato ancora...   T_T
La mia pirlaggine, nonostante siano passati 47 anni, riesce sempre a sorprendermi...
Dopo questo breve incipit pieno di autostima, vado a spiegarne il senso.
Quando alla scorsa Lucca Comics sono passato per lo stand della Kappa Lab ho visto con estremo piacere due libri di Keiko Ichiguki, in quanto scrive in maniera comprensibilissima, interessante e divertente.
Inoltre, tutte le volte che mi è possibile, cerco di partecipare alle sue conferenze (come quella di Animeclick dello scorso Lucca, in cui lei era un ospite), perché sono altrettanto diverententi ed interessanti .
Il primo libro l'ho divorato:
Mangaka, la vera storia di una fumettista giapponese in Italia

Il secondo, cioè questo, me lo sono tenuto per un momento successivo, proprio perché non volevo bruciarmi il piacere di leggere entrambi i suoi libri in poco tempo.
Si potrebbe tranquillamente affermare che io sia un suo fan.
Di conseguenza molto è stato il dispiacere nel rendermi conto che questo "nuovo" (come si può leggere più volte in quarta di copertina) saggio dell'autrice nippofelsinea, non era per nulla "nuovo" (purtroppo anche questo lo si poteva intuire dalla quarta di copertina...), ma una summa di tre libri precedenti:
Perche i giapponesi hanno gli occhi a mandorla (2004)

Il mio scoramento iniziale è causato, in gran parte, dal fatto che già al Lucca Comics del 2013 avevo comprato, sempre allo stand della Kappa Lab, un altro libro della Ichiguchi, "Non ci sono più i giapponesi di una volta, le più insolite curiosità del sol levante", anch'esso una summa dei tre libri del 2004, 2007 e 2009 di cui sopra...
In pratica alla Kabba Lab hanno ben pensato di pubblicare due libri nuovi, contenenti dello scritto di altri tre libri vecchi... Il tutto con delle copertine nuove... e io ci sono cascato tutte e due le volte...
Certo, nella quarta di copertina di queste due "nuove"(?) pubblicazione è intuibile, seppur, a mio avviso, non abbastanza ben specificato, che si tratta di "raccolte" dei primi tre.
Ovviamente io sono arrabbiato in primis con me stesso, con la mia mostruosa alloccaggine, però non trovo né sensato nè vantaggioso, per la stessa casa editrice, che un povero cristo di cliente/lettore debba ogni volta dubitare dei contenuti dei loro libri...
Vedo una copertina nuova, chiedo allo stand se si tratti un libro nuovo, mi rispondono che è un libro nuovo di Keiko Ichiguchi,  ed io mi fido..
Inoltre nella quarta di copertina di questo libro è ripetuta ben due volte la parola "nuovo", ben due volte...
Probabilmente io ragiono veramente male, ma se vedo una copertina nuova, butto un occhio alla quarta di copertina e leggo due volte "nuovo", i responsabili dello stand mi dicono che è un libro "nuovo", mi aspetto un libro nuovo... sarò strano io...   >_<
Certo, poi in neretto al centro si può leggere ""completa la raccolta", ma io mi ero già basato sugli altri tre indizzi...



Mi dispiace altrettanto, proprio in qualità di estimatore di Keiko Ichiguchi, che queste operazioni editoriali un po' di corto respiro, siano fatte con i suoi libri, col rischio che qualche suo lettore possa sentirsi preso in giro. 
Ergo questa recensione sarà, come quella di "Non ci sono più i giapponesi di una volta, le più insolite curiosità del sol levante", un semplice avvertimento ad altri lettori interessati ai libri di Keiko Ichiguchi:
Se avete già i primi tre libri NON comprate questo, se non riuscite a reperire i primi tre libri ha senso comprare questi due che sono la "raccolta" dei primi tre.
Inserisco l'indice del libro, così ognuno potrà valutare da quale degli altri tre libri sono stati presi gli aneddoti.




Giuro che da questo momento in poi, non fidandomi più della Kappa Lab, mi leggerò con massima attenzione le prime pagine del libro...






"Il gioco del risparmio, un nuovo entusiasmante giuoco di società veramente educativo" - Clementoni primi anni 70

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Nei primi anni 70 la Clementoni faceva spesso leva sull'educatività dei sui giochi in scatola, dato che, alla fine, i soldini li spendevano i genitori, pensando, in questo modo, di incentivare l'acquisto genitoriale. Purtroppo, sovente, ma non sempre, i genitori non comprendevano che, proprio allo scopo di ottimizzare i soldi da loro spesi, non contava se il gioco fosse educativo, ma se fosse giocabile, ergo divertente. I soldi spesi per un gioco super giocato sono ammortizzati dal divertimento dei figli, un gioco educativo mai giocato resterà solo ad occupare spazio in casa, ricordando ai genitori di aver speso denaro per nulla.
Un altro aspetto non da poco era (ed è anche oggi) che un bel gioco in scatola permetteva ai genitori di vedere i figli impegnati in una attività tranquilla (di solito), che lasciava loro il tempo di dedicarsi ad altro. Prima dei "cartoni animati giapponesi" e dei videogiochi, i giochi di società erano le prime baby sitter di noi bambini  ;)
Per tutti questi motivi, si può dire che i denari spesi per questo "Il gioco del risparmio" non furono buttati via, e quindi "risparmiati"?
Non ho esperienza sul campo di questo gioco in scatola, e quindi il mio è solo un giudizio da adulto, ma facendo leva sulla mia immaturità latente, direi che non fosse per nulla brutto.
Intanto era necessario fare ad ogni turno una scelta non facile, cioè decidere quale somma (non recuperabile per il percorso sul tabellone) destinare al risparmio, che sarebbe stata versata nel bel salvadanaio plasticoso colorato. Nel caso in cui si fosse scelta una cifra troppo alta da risparmiare, mancando i soldi per pagare le penalità, si sarebbe stati eliminati dal gioco. Di contro, risparmiando troppo poco, si poteva correre il rischio di vedere anche dimezzate in un solo colpo le proprie monetine di plastica. Mettere i soldini nel salvadanaio li avrebbe protetti da qualsiasi rovescio economico, un po' il contrario di quello che capita oggi con gli investimenti  >_< 
Forse i signori del Monte dei Paschi et similia a questo gioco non ci hanno mai giocato...
Un altro concetto, parecchio educativo, che aiutava il bambino/a a prepararsi per la vita da adulto, era che le occasioni di spesa erano sempre maggiori di quelle per risparmiare, infatti le caselle di penalità erano 9, mentre quelle di guadagno solo 6.
Inoltre il regolamento prevedeva una certa discrezionalità nell'obbligare gli avversari a spendere soldi, oppure per impedire che li guadagnassero, cioè aveva un ottimo livello di bastardaggine, che in un gioco di società deve essere sempre contemplata  :]
Mi è già capitato di scrivere che le confezioni della Clementoni di questo periodo erano tutte veramente belle, grazie all'illustratore Sergio Minuti, che in questo caso impreziosì anche il tabellone di gioco di ben 16 vignette.
Infine una picola nota sul formato esagonale delle monete, ovviamente il lire, che mi ha fatto scendere un lacrimuccia nostalgica, non per la lira in se(...), ma per i ricordi di quando mi venivano elargite per le prime spese autonome, sembravano tanto preziose...
Ai tempi penso fosse una consuetudine, non so se una regola dettata da qualche legge, fare in modo che le copie del denaro fossero chiaramente non realistiche, ergo o erano di formato più piccolo, oppure erano rese in forme geometriche differenti, come queste monete esagonali.
Non mi è stato possibile datare con precisione questo gioco, in quanto non è presente (salvo una mia distrazione) in nessuno dei cataloghi di giocattoli in mio possesso, neppure in quello ufficiale della Clementoni Giochi per il 1973.
Si può anche fare un gioco simil dell'oca divertente e bello esteticamente, e questo ne è un ottimo esempio.


Devo dire che il regolamente in un paio di punti mi è parso un po' lacunoso, proprio quando si deve descrivere le azioni da "bastardi", cioè quelle che, tramite le carte, obbligavano gli avversari a spendere soldi o impedivano loro di guadagnarne. Forse qualche riga in più la si sarebbe potuta spendere, ma magari, non avendoci mai giocato direttamente, non sono riuscito a comprendere bene il meccanismo di gioco.



Mi è tutto chiaro fino alle "Vignette", dove si spiega come fare ad entrare a gamba tesa contro gli avversari, nel mio cortile un regolamento del genere avrebbe provocato svariati traumi contusivi  >_<


Ci si poteva anche far prestare soldi, proprio come in banca vera, ah no... oggi le banche non prestato più soldi, ammesso lo abbiano mai fatto  :]


 Anche la confezione interna ha il suo bel fascino.



Mi è sembrato giusto focalizzarmi un po' di più sulle vignette del tabellone.



Interessanti gli schemi di gioco con cui si affrontano le due squadre:
i rossi giocano con uno spregiudicatoo 2-1-2-5, mentre i celesti con un più prudente 2-1-3-2-2.
Noi, in cortile, giocavamo sempre con il classico 2-tutti gli altri in attacco   ^_^


La mancia dei nonni è un classico ad ogni età  :]


La vita è dura quando si entra al Luna Park, specialmente quando ci mitteranno anche i videogiochi!
Non ho capito quel "Buona azione guadagni L. 200" all'ingresso del Luna park   O_o


Indubbiamente la spesa per caramelle e gomme era un esborso costante ed assai impegnativo.



Ovvio che i soldi incamerati per il compleanno andavano immediatamente investiti in azioni di giocattoli, altrimenti l'economia non gira!


Per "Spesa guadagni L. 200" probabilmente si intendeva che una faceva le commissioni (retribuite) per la madre.


Anche aiutare in casa faceva guadagnare soldini, mi sa che la Clementoni mise in mente ai bambini delle idee assai sovversive...


Non ricordo di aver mai visto una spettacolo di burattini in vita mia   >_<


La firma dell'autore sulla confezione del gioco.


Le carte riproponevano scene parziali delle vignette presenti sul tabellone.
Quindi 9 carte che obbligavano gli avversari a spendere soldi, o ti permettevano di non doverli spendere, se ne potevi rilanciare una identica.



6 carte che ti permettevano di guadagnare monete, oppure che gli avversari ti impedissero di farteli guadagnare.


I segnalini ripropongono i due bambini della confezione, un maschietto di due colori più una femminuccia di due colori.


I quattro salvadanai plasticosi.


La banca.


Ho notato che le monete da 10 £ hanno impresso l'anno 1968, quelle da 50 £ e 100 £ il 1966, però non credo che sia un indizio del fatto che il gioco sia stato messo in vendita nel 1968.
La moneta da 500 £ con le tre caravelle era una moneta per collezionisti, infatti non l'avevo mai vista in giro, l'ho appreso da dei siti di numismatica.


Go Nagai Robot Collection 128 Donderos

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Finalmente, dopo una lunghissima attesa e dopo mille rinvii, è arrivato El Dindonderos!  ^_^
Ora ho capito perché la sua uscita è stata posticipata di qualche settimana, alla Fabbri/Centauria ci tenevano a sbavare i colori con accuratezza!!!
Sono dei perfezionisti!!!  :]
Per assurdo è colorata meglio la faccia, più piccola, che il torace, più grande...
La colorazione del torace mi ha fatto tornare in mente quando io, da bambino, mi armavo di pennellino ed acquerello e, complice un eccessivo uso dell'acqua, esondavo dai contorni teorici fatti a matita... però non pretendevo che quei disegni mi venissero pagati :]
C'è da dire che mia madre si complimentava sempre con me per la mia maestria pittorica, ma io non sono il genitore di chi ha colorato El Dindonderos, quindi non ho problemi ad affermare che il torace è veramente colorato in maniera pessima  >_<
Per il resto posso solo aggiungere che la postura è accettable, e che il modellino è grande come quasi tutti gli altri, a parte le femmine-mostro guerriero.
La 22esima puntata in cui compare El Dindonderos è abbastanza pregna di eventi, intanto viene inaugurata la Base Vulcanica, a cui segue l'inaugurazione del decesso del Duca Gorgon!
A posteriori, vista la dinamica della sua morte, si potrebbe anche dire che la causa del suo trapasso sia stato il karoshi, forse un po' coadiuvato dal Doppio Fulmine del Grande Mazinga, ma se il Duca si fosse preso un giorno di ferie, non gli sarebbe successo nulla.
Qualche volta bisogna staccare dal lavoro, oppure il lavoro stacca te...
Ed ecco in tutta la sua magnificenza di sbavature El Dindonderos!!!



Il modellino dalle solite svariate posizioni.









 Forse il torace lo hanno colorato un po' maluccio, forse...


 Magari mi sbaglio...


 Beh si, può essere ci siano un paio di sbavature...


 Ma proprio un paio sul torace, mentre il viso pare colorato da un frate amanuense...


 No no, mi sbagliavo, il torace è colorato proprio bene, manco Michelangelo lo avrebbe fatto così  :]





Anche la schiena sono riusciti a colorarla male, per fortuna che chi si occupa della colorazione non deve tratteggiare la segnaletica stradale orizzontale, almeno spero   T_T


 Anche la famiglia dei mostri guerrieri si ingrossa!



La puntata vede i generali Angoras e Yuri Cesar comandati a bacchetta, anzi, a frusta dal Duca Gorgon.



 I due non la prendono proprio benissimo...


In questa puntata vedremo due mostri guerrieri, un Gamera dal nome Gabare, di dimensioni mastodontiche e che può generare degli tsunami.


 Ed il nostro simaptico El Dindonderos, che prende a calci gli avversari.


 Angoras e Yuri Cesar complottano contro il simpatico Gorgon.


Il nostro duca preferito sta già pregustando il momento in cui l'isola vulcanica sarà ultima e lui ne sarà il capo.



El Dindonderos affronta la povera Jun.



 Un esempio delle dimensioni di Gabare.



Inizia lo scontro finale tra il Grande Mazinga e El Dindonderos.




Nel frattempo sull'isola vulcanica fervono i lavori per ultimarla, il Duca Gorgon, in pieno stile da direttore giapponese dello stabilimento, arringa i soldati per spronarli a dare il loro meglio:
"Con questo motore l'isola sarà in grado di navigare, e quindi coraggio, lavorate velocemente e con maestria!".

Ha senso motivare dei robot senza volontà?  No, non intendevo i lavoratori nipponici...
Da notare che i soldati-operai utilizzano utensili veramente fantascientifici!


 La battaglia infuria!


Proprio quando il nostro El Dindonderos sta per avere la meglio sul Guretto, viene colpito alle spalle.
(dato che la puntata l'ho vista qualche settimana fa, non ricordo più bene da chi, mi pare Boss, ma non sono sicuro  ^_^ )


 Però l'effetto è da brividi gelati...



L'espressione è veramente esilarante  :]


 Di colpo si fa vivo il Duca Gorgon, ma non se ne poteva stare tranquillo sull'isola vulcanica?



Ed è in questo momento che succedde l'imponderabile, anzi, l'assurdo.
Tetsuya sta per scagliare il suo potentissimo Doppio Fulmine contro El Dindonderos e...


... il Duca Gorgon corre (o vola...) verso il mostro guerriero, forse per difenderlo?  O_o


Beccandosi in pieno la potentissima scarica elettrica!!!
Perché?!
Ormai siamo alla 22esima puntata, a Mikenes dovrebbero saperlo che non è proprio a basso voltaggio...



 Il povero Go-rg-on, visto che è diviso in tre... precipita smembrato.


 Avendo scampato il Doppio Fulmine, El Dindonderos si becca il suo bel Pugno Atomico e ciao ciao.



Ma il Duca Gorgon è ancora vivo, un pelino claudicante, ma vivo.
La scena è piena di pathos, i colori vennero modificati per aumentarne la drammaticità, per i bambini giapponesi era un momento epico!
Purtroppo per noi bambini italici del 1979 non fu una scena altrentanto tragica, conoscevamo il Duca Gorgon solo da 22 puntate, mica come in Giappone che lo vedevano dalla serie di Mazinga Z.





L'imperatore delle Tenebre promuove il Duca Gorgon a comandante unico dell'Isola Vulcanica!



Evviva evviva!


 Subentra il karoshi...







 Sarò sincero, di tutti i nomi delle prossime uscite, non ce ne è uno che mi ricordi qualcosa  >_<



"E' targato ufo il bambino del '79", di Antonella Cremonese - "Domenica del Corriere" 11 gennaio 1979

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L'11 genniao 1979 era praticamente finita la seconda tranche televisiva di "Atlas Ufo Robot".
Il Natale 1978 aveva visto Goldrake assoluto protagonista dei regali, il re dei giocattoli, l'inafferrabile sogno di una moltitudine di bambini i cui genitori non erano riusciti a trovarlo in nessun negozio, letteralmente scomparso dagli scaffali, volatilizzato a velocità subfotonica, tanto per restare in tema goldrakkiano.
Questo articolo di Antonella Cremonese non è particolarmente interessante, tranne per la breve parte in cui viene spiegato il successo del merchandising natalizio di "Atlas Ufo Robot". Molto belle, invece, le immagini, che riescono a rendere bene l'idea di quel successo travolgente, nel senso che travolse tutti i giocattoli a cui eravamo abituati  :]
La giornalista (o chi fece i titoli) pare non sia certa se il titolo del cartone animato giapponese fosse "Atlas Ufo" o "Atlas Ufo Robot", ma per il resto riporta la cronaca di un successo che solo gli importatori dei giocattoli di Goldrake non avevano immaginato, bastava chiedere ai figli  ^_^
Il jumbo Goldrake  andò esaurito in 15 giorni, ed una settimana prima di Natale era introvabile, nonostante costasse ben 25 mila lire!
La prima parte dell'articolo presenta le opinioni di alcuni bambini delle elementari di Milano, magari, a distanza di 38 anni qualcuno di questi ritroverà la sua opinione infantile sugli extraterrestri.






Che nesso ci sia tra Batman e gli extraterrestri resta un mistero, passi per Superman, che proveniva da Kripton, ma Bruce Wayne?  >_<
Stesso discorso per l'Uomo Ragno e Goblin, ma vabbè... sono giornalisti, non è che si può mica pretendere la precisione, quella la si esige dai blogger a tempo perso  T_T


L'ingrandimento della didascalia a sinistra presente della doppia pagina iniziale.



Aragorn e la Maga Verde - Un'avventura inedita all'interno della saga del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien

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TITOLO: Aragorn e la Maga Verde - Un'avventura inedita all'interno della saga del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien
AUTORE: Rosanna Masoero
CASA EDITRICE: Il Cerchio Iniziative Editoriali
PAGINE:145
COSTO: 25000 £
ANNO: 1995
FORMATO: 24 cm x 17 cm 
REPERIBILITA': Reperbile sul web
CODICE ISBN:


Questa recensione sarà su un titolo molto vecchio, di ben 22 anni fa(!), e di conseguenza molto breve, perché sinceramente non rammento più nulla della storia narrata dall'autrice, se non che non mi dispiacque, ed è per questo che, dopo un po' che ci pensavo, ho deciso di scrivere questo post informativo. Magari altri appassionati dei mondi di Tolkien potrebbero apprezzare questa "avventura inedita all'interno della saga del Signore degli Anelli", come recita il sottotitolo.
Penso che sia capitato a tutti, una volta imbarcati nella lettura di tutto ciò che esiste di/su Tolkien, di ritrovarsi con un immenso vuoto, di desiderare di saperne di più. Nel 1995 non c'erano i millemila film di oggi, era disponibile (a trovarlo...) solo il film d'animazione di Raplh Bakshi, ergo ci si attaccava a tutto, pur di ricreare la magia di quell'universo.
Ed è a questo punto della mia fame di Tolkien, che incontrai "Aragorn e la Maga Verde" scritto da Rosanna Masoero.
Non so se il termine fanfiction, che in questo caso sarebbe più corretto chiamare fantasy-fiction, è corretto per un racconto come questo, comunque il concetto è il medesimo. Il racconto di Rosanna Masoero concorse al 13esimo "Premio Internazionale di Narrativa Fantastica J.R.R. Tolkien" del 1992, e vinse pure, quindi proprio brutto non può essere  ;)
Come accennavo sopra io non ricordo più nulla della trama, tranne che è una storia d'amore tra Las, cioè la Maga Verde, ed Aragorn, tematica che non è proprio il non plus ultra per me... però nel racconto si possono trovare altri personaggi noti, come Legolas, ma anche poco presenti in Tolkien, come Radagast, che a me ha sempre incuriosito un sacco.
Per questo motivo ne consiglio la lettura, anche se magari oggi non è "unico" come nel 1995, visto che sul web si trovano racconti di fanfiction di qualsiasi tipo, però, visto che non credo lo si trovi a prezzi folli, un tentativo lo si può fare.
Proprio perché non sono più in grado di entrare nel dettaglio della trama, mi sono permesso di inserire le scan dell'introduzione (a cura di Gianfranco de Turris) e della presentazione (a cura di Adolfo Morganti), oltre alle note iniziali dell'autrice, tanto per dare un'idea del racconto..



L'introduzione a cura di Gianfranco de Turris.








La presentazione a cura di Adolfo Morganti.








Capitan Sherlock n° 3 "Viaggio su Algar", collana "Telefumetto" n° 4 - settembre 1979

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Mi ero quasi dimenticato delle mirabolanti avventure di Capitan Sherlock, e sarebbe stato un vero peccato non concluderle, visto che questo numero è il terzo ed ultino capitolo della sua saga sulla collana "Telefumetto".
Avevamo lasciato il corsaro (dei poveri) delle stelle (dei poveri) nel glorioso momento del trionfo, dopo aver sconfitto la perfida Nefera ed aver riportato sul trono di Algar il legittimo regnante, il buon vecchio pelato Amer.
In realtà Nefera, che non è cattiva, ma solo un'innamorata respinta, non è defunta, ma trama ancora nell'ombra!!!  (ho messo tre punti esclamativi per rendere la trama più interessante)
Questa volta, rispetto alle altre tre storie, ho scannerizzato per intero il fumetto, visto che è il capitolo finale:
Capitan Sherlock n° 1 "Il corsaro dello spazio", collana "Telefumetto" n° 1 - aprile 1979
Capitan Sherlock n° 2 "La riscossa di Nefera", collana "Telefumetto" n° 2 - maggio 1979

Rammento che questa non è solo un'avventura spazial-robotica, ma contempla anche più intrecci amorosi:
Capitan Sherlock ama Hilenia, però farebbe un pensierino anche su Nefera, che non è Raflesia, però si vede che lo appizza  >_<
Nefera ama Capitan Sherlock, non ricambiato, parrebbe;
Gal ama Nefera, non ricambiato;
Alvin ama Ninar.
La prima tavola vede il re Amer che governa saggiamente il pianeta Algar, ma un pericolo incombe dal sottosuolo, Himika?
No, Nefera!!!
Ah già... lo avevo appena spoilerato sopra...





Il povero Gal, dopo aver salvato la sua amata, si vede nuovamente respinto.
E' quasi uno shojo  :]




Non ce lo vedo Harlock rimpiangere le battaglie con Raflesia e Kirita.




 Ma gli abitanti di Algor sono le ninja Turtles?!  O_o











Forse a Sherlock non piace "La carica dei 101", cara a mia Crudelia De Mon dello spazio.



Cavoli!
Se lo avesse avuto Vega un mostro spaziale così forte!!!





La prospettiva di alcune tavole fa un po' impressione.




Ah ecco...  è una rana robot  >_<









Ho riguardato più volte la pagina, ma proprio non capisco come l'Albatros 2 se la cavi.





Ed anche gli agganciamenti/sganciamenti non sono molto chiari, forse quelli del Getter era irreali, ma almeno te li facevano vedere...







Kyashan?!







Capitan Sherlock ci minaccia:
"Ci rivedremo, un giorno..."


No, io non penserò mai a Capitan Sherlock...






Go Nagai Robot Collection 129 Helena

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Così a memoria proprio non la ricordavo Helena, ma riguardandomi la puntata numero 37 del Grande Mazinga, devo dire che la ragazza è indubbiamente la protagonista dell'intera puntata. Prima come agente infiltrato della Marchesa Yanus, poi come mostro guerriero, che, curiosamente, mantiene il medesimo aspetto della versione a grandezza umana, cambiano solo le misure.
A differenza di Donderos la simpatica Helena è venuta fuori veramente bene, rispetto all'uscita 128 questa è un capolavoro!
Ormai è una consuetudine trovare nella GNRC i mostri femminili di grandezza inferiore rispetto ai mostri maschili, con il Grande Mazinga era già successo sia con Marigera che con Cleo, ma la medesima cosa capita con le femminucce cattive delle altre serie.
Sempre rammentando a tutti che l'unica, ma veramente l'unica, cosa che la Fabbri/Centauria non ha mai promesso è che i modellini fossero in scala tra di loro. Poi, stranamente, i mostri femmina sono tutti della medesima misura (qualche volta anche po' più piccole di questa), cioè in scala femminile  :]
A dispetto del cuore che porta sulla fibbia della cintura, Helena è veramente una carogna... non fa parte del club delle pentite dell'Impero di Mikenes, come le suddette Marigera e Cleo.


La puntata è abbastanza movimentata, con Helena che, sfruttando le sua capacità di metamorfosi, prende le sembianze di Jun e della dottoressa Karin per infiltrarsi nella Fortezza delle Scienze ed uccidere Kenzo Kabuto.
Helena, anche in qualità di mostro guerriero, riesce a mettere in difficoltà il Grande Mazinga, ma non fa i conti con l'abilità e la durezza di Tetsuya Tsurugi...



Helena dalle solite svariate posizioni.






Il viso è venuto proprio bene, il costumino superiore è un pelino sbavato, ma tanto ci si concentra su altro  :]






Dato che Helena non cambia aspetto quando si trasforma in mostro guerriero, l'ho immortalata con la sua capa ed i suoi sottoposti, benche siano di grandezze differenti.


Dato che anche il numero precedente era un mostro guerriero, stavolta non ho avuto la forza di tirarli fuori tutti di nuovo per fare la foto di gruppo... mi sono limitato alle femmine mostro guerriero, tanto per far vedere che sono della medesima grandezza.
Chiedo venia  >_<


Helena si presenta al cospetto della Marchesa Yanus che vuole sfruttare i suoi poteri di trasformazione.
All'aeroporto sta arrivando dagli Usa la dottoressa Karin dell'Istututo Watson (non credo sia quello del link, comunque l'ho messo per cultura generale), Helena ne assumerà le sembianze, ed entrerà nella base per uccidere Kenzo Kabuto.
Da notare che quando il Ministro Argos mette a punto il suo piano, dice anche che l'Istituto Watson è lo stesso dove studiano Sayaka e Koji, quest'ultimo stuiderà in quello del link...
Certo che Argos sa proprio tutto  :]


Resta di stucco è un mostroguerrierotrucco!





Helena si trasforma in Jun per avvicinare la dottoressa Karin senza che lei sospetti nulla.


Nei dialoghi tra Tetsuya, Jun e Kenzo Kabuto, il pilota del Grande Mazinga se ne esce con questa frase:
"Non vedo l'ora di ricevere notizie del mio amico Koji" .
AMICO KOJI?!  O_O
Karin, vedasi didascalia.



La falsa Jun accoglie la dottoressa Karin, che pare conosca sia lei che Shiro.


La vera Jun non trova la dottoressa Karin.
Si capisce che è la vera Jun, perché è accompagnata da un vero idiota...
Sbaglio o i due cell dell'auto cambiano solo per il colore?


La marchesa Yanus prepara i regali per gli amici della Fortezza delle Scienze.
Delle enormi casse di legno... televisori marca Sony?


Sbaglierò, ma la voce della doppiatrice di Helena mi è sembrata la stessa di quella di Candy Candy.
Povera Karin, non sa cosa la sta aspettando... Candy Candy!!!





Evil Candy Candy!



Karin è così sconvolta che finisce giù da un dirupo.



Karin/Helena dice che i pacchi, cioè le enormi casse, sono dei regali per Tetstuya da parte di Koji...



Intanto, mentre Nuke stava facendo la pipì... si accorge della povera vera Karin, spero non l'abbia centrata...


Le misure di letti e tavole da pranzo dovevano essere un bel problemaper i disegnatori, sono spesso enormi.


Un mostro guerriero che sbevazza vino!


E che si magna pure una cotoletta!


Si sa che tutti i robot, quando tagliano la carne, emettono scariche elettriche.


L'unico che pare accorgersene è Tetsuya.
Domanda, come farà a cacciarsi in bocca quell'enorme pezzo di carne?
Rischia il soffocamento...


Ci prova, ma senza il Dopio Fulmine, non riesce ad elettrizzare nulla...


Inizialmente Tetsuya e Jun seguono Karin/Helena, ma poi non insisteranno nell'indagine.



Ok che è un cartone animato per bambini, ma perché non hanno chiamato una ambulanza? O_o
Perché andare a rapire un medico?
Medico che, tra l'altro, mi ricorda un qualche scienziato pazzo in Hurricane Polimar...




Già era ridicolo che fossero andati a prendere il medico, invece di portare Karin all'ospedale, ma vedere che questo si lava le mani in una bacinella, alla luce di una lampada di fortuna, nel capannone di Boss, è veramente una idiozia  :]



Karin si riprende ed è al nono mese di gravidanza!


La ragazza avverte Boss del pericolo che corrono alla Fortezza delle Scienze, lui cerca di andarci in moto, ma i Catloo e la Marchesa Yanus lo fermano.
Nonostante ciò Tetsuya è stato avvisato.


La Marchesa Yanus ordina ad Helena di attivare subito il loro piano, visto che sono stati scoperti, scena che ci permette di vedere Helena/Karin in vestaglietta vedo-non vedo  :]


Nei regali c'erano i Catloo!
Non lo avrei mai detto, mai!


I Catloo arrivano alla sala comando, seccando un paio di tecnici del turno di notte, che non sono gli stessi che vediamo di solito.
Saranno due sfigati... se fanno la notte...


La mossa successiva è uccidere Kenzo Kabuto.
Nella stanza c'è anche Shiro, e non capisco perché padre e figlio debbano dormire nella medesima stanza, comunque il bambino sta pensando:
"Da grande sarò come te, Tetsuya, e guiderò Mazinga!".
Peccato che le immagini ci mostrino il fratello e Mazinga Z, entrambi totalmente sconosciuti ai bambini italiani del periodo  ^_^




Fase concitate.


Alla fine, tanto per cambiare, Shiro viene rapito...




Helena in grandezza Grande Mazinga attacca con il raggio dell'amore, ma su Tetsuya non può avere effetto, ma neanche affetto  :]







Dato che Shiro è tenuto prigioniero su un albero, Tetsuya escogita questo diabolico stratagemma.



Grande Tetsuya!
Ora, finalmente, Shiro si sfracellerà sugli scogli!!!


Cribbbbio, Jun...fatti gli affari tuoi...


Helena prova anche con l'abbraccio dell'amore, ma il Guretto non percepisce tanta morbidezza...



Tetsuya è veramente spietato... potrebbe finirla con un doppio fulmine, oppure con un pungo atomico, invece la infilza, e poi...






E poi la squarta...
Che finale alla Candy Candy...



Anche questa setitmana c'è un avviso ai lettori, ma quali cacchio di lettori?!
Cosa accidenti c'è da leggere nel fascicolino-ino-ino?!
Ci pigliate proprio per il kuolo?
Inevitabilmente, "a causa di problemi tecnici, indipendenti dalla nostra volontà"® , ci saranno modifiche nelle date delle uscite.
Io non ho capito quali modifiche siano, e non ho voglia di scervellarmi...
Questo è il prospetto  di settimana scorsa:


Questo è quello di questa settimana:



E questo e l'avviso con le modifiche, cercatevele vobis, se volete  >_<



Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 25 Hado Hado

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Il mio punto di vista sugli speciali è sempre il medesimo:
uno speciale deve avere qualcosa di "speciale"...
Per esempio, la precedente uscita speciale lo era veramente, visto che abbiamo potuto avere la moto di Hiroshi Shiba!
Ma cosa avrà mai di speciale questo Hado Hado?
Beh, effettivamente ha un qualcosa di veramente speciale, più che avere, direi che "compie" qualcosa di veramente speciale, ma ci tornerò alla fine di questo mio delirio  :]



Hado Hado compare al minuto 14 e 23 secondi della 26esima puntata.
Ritengo che questo fu il primo caso in Italia, "realmente percepito", di un cartone animato con una trama che si dipanava in due episodi distinti, visto che tutte le serie precedenti ad "Atlas Ufo Robot" erano autoconclusive.
Scrivo "realmente percepito" perché nel medesimo periodo sulla Rete 1 della Rai trasmettevano Heidi, la prima serie animata (in Italia) che necessitava di essere seguita regolarmente per comprendere l'evoluzione della trama, ma il solo fatto che venne trasmessa completamente, senza spezzettamenti alla Goldrake, non ci fece rendere conto di questo nuovo aspetto dell'animazione nipponica: la storia rimaneva sospesa alla fine della puntata, e tu dovevi per forza aspettare la puntata successiva per capire come finiva!

A sostegno del mio ragionamento credo che questa sia la prima volta (potrei sbagliare) in cui compaiono gli ideogrammi "tsuzuku", ovvero il "to be continued" giapponese: つづく

In queste due puntate di cose ne succedono una caterva, pur cominciando abbastanza i sordina, da circa metà del 26esimo episodio si scatena l'impossibile.
In primis vediamo ben tre mostri spaziali contemporaneamente!
Alcor sta per morire ben due volte, ma si salva sempre...
Venusia viene gravemente ferita, tanto che avrà bisogno di una trasfussione di sangue alieno da parte di Actarus.
Rigel cambierà opinione sugli spaziali, proprio a causa del ferimento della figlia.
Il Centro di Ricerche Spaziali verrà danneggiato gravemente, conquistato da Hydargos e dai suoi soldati, che non si faranno scrupoli di torturare Procton (altra scena abbastanza inconsueta per dei bambini italici del 1978).
Venusia, dopo la trasfusione, dismette i panni della ragazzina piagnucolosa con la voce stridula, per indossare quelli dell'eroica combattente, con la voce stridula...
Hado Hado verrà scagliato contro la Nave Madre, che sarà distrutta e porterà alla morte il povero avvinazzato Hydargos,  ma l'atto che compie il mostro spaziale di questa "Uscita Speciale", grazie al quale può veramente fregiarsi del titolo di "Uscita Speciale", è la distruzuone del TFO!!!
Grande Hado Hado!!!  ^_^


Torno al modellino, che non è grandissimo. La posa è abbastanza obbligata, visto il personaggio, peccato per le sbavature porprio alla sommita del disco... chi colora la GNRC fa veramente fatica a fare i cerchi  >_<








Come per Helena non ho avuto la forza di tirar fuori, di nuovo, tutti e 14 i modellini di mostri spaziali di Vega... chiedo venia  T_T
Mi son limitato a mettere Hado Hado a confronto con Dori Dori, tanto perchè se ne possano valutare le dimensioni.


Ed ora inizio con la sinossi delle due puntate, salterò la parte iniziale della 26esima, per passare direttamente al momento in cui Hydargos scatena i mostri spaziali.





Alcor è alla deriva nello spazio, senza più aria nelle bombole della tuta, in più un'orda di minidischi lo sta attaccando, e lo colpiscono in pieno!
E' morto!!!


Arriva lo Spacer inviato da Actarus, che lo protegge dai raggi, ma comunque dovrebbe essere morto, ormai una raffica se l'era presa in pieno petto!!!


No, è vivo e vegeto... allocato nella cabina di pilotaggio del disco.
Faccio presente che tra Actaurus e Tetsuya Tsurugi, le volte che Alcor/Koji viene salvato da morte imminente non si contano più...




Arriva il nostro eroe!!!

PATAPUM!


Hado Hado colpisce anche la Betulla Bianca, e Venusia, che sta salvando un povero coniglietto mannaro(...), viene ferita.


Una visuale un po' da lontano della situazione, da ricordare che in questo frangente Actarus sta combattendo sulla Terra contro gli altri due mostri spaziali.
C'è una scena in cui si sente Actarus dire ad Alcor di cotrollare lo Spacer(!!!), ma dopo tre secondi quest'ultimo viene scaricato al Centro Ricerche Spaziali... misteri del doppiaggio storico...



Venusia sta maluccio... ovviamente il padre si offre di donarle il proprio sangue, ma il medico non accetta perché è "troppo vecchio"   O_o




Uno dei due mostri spaziali viene distrutto, ma arriva subito Hado Hado.



Questo è il momento della conclusione della 26esima puntata, con la comparsa dello sconosciutissimo "tsuzuku", che impareremo a conoscere bene nei successivi anni.


Puntata 27.


Goldrake si è rintanato in una grotta perché è stato danneggiato.
Alcor con il TFO va in cerca del plasma per Venusia, ma sulla sua strada trova Hado Hado!
Scena epica!




STONK!

Tranquilli, non è morto manco stavolta...


Nel frattempo arriva anche Hydargos!


La base viene assaltata e conquistata dai soldati di Vega!



Un faccia faccia inquietante...


Non è bello burlarsi di una scena di tortura (non lo sarebbe neppure di una scena in cui poteva morire Alcor...), però Procton centrifugato è troppo esilarante, chissà se gli hanno messo l'ammorbidente  :]


Riassumo un po' gli accadimenti.
Venusia, dopo la trasfusione, è più combattiva di Hurricane Polimar. Stende un po' di soldati veghiani, si reca da Acturs, e poi decide di fare da esca per permettere al principe di Fleed di salvare Procton ed Alcor (di nuovo...).
Si presenta bellamente al cospetto di Hydargos dicendogli che lei conosce l'ubicazione di Goldrake, ovviamente il bel alieno ci casca... e così si porta dietro due mostri spaziali, la Nave Madre e tutti i minidischi, lasciando sguarnita la base terrestre... ma non potevano distruggerla subito?!


Arriva anche Gandal, che fa notare ad Hydargos quanto sia un idiota integrale...


Goldrake cerca di concludere velocemente la puntata  :]


Nuuuuuuuuu... mi ha rigato tutta la carrozzeria...



Hado Hado viene scagliato contro la Nave Madre.


Goldrake la colpisce con il Tuono Spaziale...


Gandal se la svigna, ma comunque è ferito.


Hydargos non se la svigna ed è spacciato.



Prossima uscita speciale, Kerberos J3, chi?!  O_o



"Gli ainu, barbari bianchi del Giappone" - "Atlante, genti - natura - civiltà" del 13 gennaio 1961

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Gli scritti sugli ainu in italiano sono rari, quindi non mi sono fatto scappare questo numero di "Atlante" della De Agostini scovato in un mercatino.
Rispetto ai miei interessi avrei preferito un articolo più incentrato sulla situazione sociale della popolazione dell'Hokkaido, mentre il taglio della rivista è basato più sugli "usi e costumi", con una spruzzata di geografia e storia. Probabilmente nel 1961 non c'erano molte persone in Italia che potevano riportare una panoramica esauriente sulla condizione sociale ed economica delle popolazioni ainu, compreso il trattamento riservato loro dagli "invasori" giapponesi.
L'articolo di Amilcare Giovanditto riporta le tradizioni degli ainu, il loro modo di vivere, la sfera religiosa, compresa la "cerimonia dell'orso", qualche accenno sul contesto giapponese in cui vivevano.
Non mancano le curiosità, come quella che "Fujiyama" deriva da una parola ainu, "fuji", cioè "fuoco", che è l'ultima traccia dei primi abitanti dell'aricipelago, da cui vennero cacciati dai nuovi concquistatori con gli occhi a mandorla.
Molto belle e numerose le foto (anche a colori) che accompagnano l'articolo, in particolare quelle inerenti la "cerimonia dell'orso" e quelle che immortalano una popolazione di 55 anni fa.

































Yakuza, il Giappone criminale

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TITOLO: Yakuza, il Giappone criminale
AUTORE: Massimiliano Aceti
CASA EDITRICE:
PAGINE: 217
COSTO: 20€
ANNO: 2014
FORMATO: 23 cm x 15 cm 
REPERIBILITA': Reperbile sul web
CODICE ISBN: 9788891075086


Per anni ho cercato saggi sulla yakuza, e di colpo me ne sono ritrovati due in un sei mesi. In realtà questo libro è antecedente di un paio di anni rispetto a quello di Gioorgio Arduini, ma purtroppo per nulla pubblicizzato, essendo stato pubblicato in autonomia dall'autore. In pratica questo è stato il primo libro incentrato sulla yakuza pubblicato in Italia.
Non tragga in inganno la differenza di pagine tra il saggio di Arduini e questo di Aceti, ovviamente il primo è enormemente più dettagliato (basti pensare al numero delle note!), ma questo non è per nulla superficiale. Considerando che “Yakuza, il Giappone criminale” consta di un terzo delle pagine di “Yakuza, un'altra mafia”, la si può valutare una lettura meno impegnativa (nel senso che necessita di meno tempo), ma non banale.
L'unica nota negativa del saggio, oltre al fatto che è restato praticamente sconosciuto, sono le tabelle, la cui grafica risulta in alcuni casi eccessivamente piccola, rendendo quasi impossibile leggere talune cifre. Per altro i dati sono sempre ufficiali e di matrice nipponica.
Sul versante delle note di merito, invece, oltre al fatto che il libro è scritto bene ed è interessante, l'autore ha pensato bene di inserire un utilissimo ed indispensabile glossario dei termini giapponesi inerenti la yakuza, che permette di andarsi a rileggere cosa significhi una parola senza doverla imparare a memoria.
Piccolo particolare poco usuale è che, all'inizio del libro, lo stesso autore scrive una singola asciuttissima pagina con la spiegazione dei capitoli, che mi permetto di riportare, prima di partire con le mie elucubrazioni.


Il primo capitolo l'ho trovato veramente interessante, anche utile. In quanto fa ben comprendere quali siano le dinamiche tra uno Stato e la sua mafia, e quali siano i “servizi” che l'organizzazione malavitosa elargisce (e genera) ai suoi “clienti” (volontari o meno che siano). Dato che, purtroppo, noi italiani siamo uno dei popoli del pianeta più esperto in materia di mafie, il capitolo fornisce una chiave di lettura interessante per valutare le differenze tra la nostra criminalità organizzata e la yakuza.
Nel secondo capitolo viene proposta la storia della yakuza dall'epoca Tokugawa alla fine della seconda guerra mondiale, compresa la nascente commistione tra estremismo di destra nazionalista e boss della yakuza, con relativa partecipazione ai proventi della guerra.
Il terzo capitolo racconta come i neo vincitori americani affrontarono la yakuza, che li vide, involontariamente o meno, delegare a loro il controllo del territorio, e utilizzarla in ottica lotta interna anti comunista.
Il quarto e quinto capitolo affrontano il periodo temporale che va dagli anni 50 agli anni 80, che vide la yakuza mutare notevolmente e più volte, spinta prima dal boom della ricostruzione e del conflitto coreano, e poi dal boom della speculazione finanziaria ed immobiliare.
Con il sesto capitolo si arriva all'attualità, con dati ufficiali fino al 2012. Viene spiegata la struttura e l'organizzazione delle bande yakuza, come sono strutturati gli organigrammi interni. Per ogni termine giapponese viene illustrato il ruolo all'interno dell'organizzazione. Si passa alle regole della yakuza, le punizioni verso chi disubbidisce, le cerimonie etc etc
Si cerca di capire anche quali siano le motivazioni dei nuovi adepti che li spingono ad aderire alla yakuza, in un'epoca in cui i giovani sono meno inclini alle privazioni, rispetto all'inizio del 900 o al dopoguerra. Sostanzialmente una delle motivazioni è il riscatto sociale, specialmente per chi fa parte di gruppi sociali discriminati, come i burakumin o gli immigrati coreani e cinesi.
Quando leggo qualcosa sulla yakuza, mi fa sempre una enorme impressione che siano riportati dati che sono il risultato di interviste dirette e di sondaggi ai membri della yakuza. Uno strumento conoscitivo che per un italiano è assolutamente inconcepibile se immaginato per le nostre mafie...
“Shinoghi” è il titolo del settimo capitolo, e “shinoghi” sono tutte le attività economiche da cui i membri della yakuza ricavano denaro. La scan dell'indice rende bene la varietà degli introiti illegali, a cui vanno sommati quelli legali, anch'essi elencati dall'autore.



Agli inizi degli anni 90 entra in vigore una nuova legge che cerca di combattere la nuova yakuza con strumenti legislativi più moderni, ed è l'argomento dell'ottavo capitolo.
Questa legge si chiama “Boryokudan taisaku ho”, abbreviata “Botaiho”. L'autore ne illustra le direttive chiave, le motivazione che l'hanno fatta nascere, i successi e le lacune, comparandole con le legislazioni antimafia europee e statunitensi.
La cosa che mi sorprende sempre leggendo qualcosa sulla Botaiho è che, a differenza di Europa ed usa, non ha nessuna valenza penale, ma solo amministrativa!
Altro che 416 bis...
Alla fine la Botaiho, molto pragmaticamente, ebbe lo scopo, magari non dichiarato, di controllare la yakuza, non di eliminarla, come forse ci illudiamo noi italiani di fare con le mafie...
Per i giapponesi è meglio avere a che fare con un boss yakuza ben conosciuto (visto che in Giappone non è un reato far parte della yakuza), con una organizzazioni che ha una sede pubblica, con tanto di iscritti, piuttosto che dover combattere una microcriminalità diffusa ed anonima o contro la mafia cinese, coreana oppure russa.
Nell'ultimo capitolo si evidenziano le similitudini e le differenze tra “cosa nostra” e la yamaguchi-gumi, di gran lunga la banda yakuza più grande del Giappone.







Telepiù N° 4 dal 12 al 18 aprile 1980 - "Tanti sosia e parenti nel mondo dei cartoni" di Paola Zivelli

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Con questo numero quattro (anno primo) ho presentato ben cinque numeri consecutivi di Telepiù, considerando che esiste anche il numero zero:
Telepiù N° zero dal 15 al 21 marzo 1980
Telepiù N° 1 dal 22 al 28 marzo 1980
Telepiù N° 2 dal 29 marzo al 4 aprile 1980 
Telepiù N° 3 dal 5 all'11 aprile 1980

Piccolo avvertimento, la Nadia Cassini disegnata in copertina, che mostra il fondoschiena, è solo un'anticipazione dell'articolo ad ella dedicato  ^_^ 
Di questi primi cinque numeri solo il secondo non presenta articoli sugli anime, a dimostrazione che la rivista aveva un'occhio di riguardo per i suoi piccoli lettori. Inoltre gli articoli non erano particolarmente ostili verso questa nuova forma di animazione, o almeno non lo erano rispetto al tono degli articoli su altre testate del medesimo periodo. I contenuti erano, comunque, abbastanza disinformati, nonostante sovente fossero articoli relativamente brevi. Quello di questo numero ne è un buon esempio, infatti, tralasciando per un momento l'errata didascalia alle immagini della pagina di sinistra, si possono leggere delle frasi su cui sarebbe stato lecito obiettare anche nel 1980:
"... oggi siamo passati alla violenza dei cartoni animati computerizzati";
"Mazinga ha un sosia in Gundam...";
"Ci sono altri due casi di parentela forzata: Remi e Candy Candy".

Va aggiunto che Paola Zivelli considerava i cartoni dell'ape Maia e dell'ape Magà anch'essi delle "copie carbone" una dell'altra ("due api sorelle alla scoperta del mondo"), immagino soltanto perché le protagoniste erano due api, e lo poteva affermare solo ed esclusivamente perché, posso immaginare, non avesse mai visto l'ape Magà. Senza cosìnsiderare che Magà era in realtà un fuco, ma questo la Zivelli non lo poteva sapere...
"Goldrake a sinistra e Mazinga sopra"  T_T
Che poi mettere il Gundam su uno sfondo rosa è quasi una bestemmia   >_<


Ormai non dovrei più sorprendermi nel leggere di cartoni animati giapponesi fatti al computer (o computerizzati), e neppure della loro violenza, che un po' violenti lo erano veramente  ^_^  ed invece rimango sempre colpito nel vedere delle persone adulte, laureate, che credevano che fin dagli anni 70 i giapponesi possedessero la tecnologia per fare i cartoni al computer  @_@
Ma veramente qualcuno può pensare che tra Peter Rei e Rio/Koji Kabuto ci potessere essere qualche similitudine?
Almeno Peter Rei si legge il manuale del Gundam, prima di salirci a bordo!!!
Mica rischia di ammazzare gente a caso come Rio/Koji Kabuto...


Anche la didascalia in basso della pagina di sinistra merita una menzione per la delicatezza:
"Nel mondo dei cartoni ci sono anche gli infelici derelitti(!!!): come il senza famiglia Remi e la bionda, ma sventurata, Candy".

Poche righe che sono una sentenza  :]



La didascalia cannata merita un ingrandimento  :]



Dopo l'articolo sugli anime riprendo la rivista dall'inizio.
Non ricordavo che oltre a "Canale 5" esistesse un "Canale 10" riconducibile alla (pre)Finivest, mentre ricordo bene che fu Telemilano/Canale 5 a trasmettere per prima la notte degli Oscar, che non ho mai visto proprio perché era di notte  :]


Sono rimasto (piacevolmente) sorpreso da questa pagina  ^_^
Anche se non mi aspettavo certo di ritrovarmi una Nadia Cassini immortalata nel preciso istante in cui mostra la sua... ehm... spaccata  ^_^
Immagino bene quanto interesse suscitò la sua plastica posa nei nostri coetanei che sfogliarono la rivista  :]
Da notare che l'autrice dell'articolo è la medesima che alla fine di questo numero scriverà anche quello sugli anime computerizzati, violenti, e con personaggi infelici, sventurati e derelitti.
Poi se mostrano la Cassini con la patata al vento non è diseducativo, anzi  :]



"Sereno Variabile"!
Una delle trasmissioni che in assoluto, nonostante la presenza della nostra adorata fatina, proprio non digerivo...


 In quel periodo c'era il problema dell'assenza di una legge sulle tv private, non per nulla si chiamava "far west televisivo", e si sa che nel far west vince sempre quello che rispetta meno le leggi ed usa maggiormente la forza   >_<
Inutile dire che l'iter della legge non finì mai, e nulla venne approvato fino agli anni 90. In fondo, per i più forti, era meglio l'assenza di una legge, che permetteva di fare qualsiasi cosa, piuttosto che un regolamentazione decente.
Ho scoperto sul web che Vittorino Colombo fu il fondatore di TVM66, il classico conflitto di interessi  :]



Per mia fortuna anche questo numero presenta la programmazione delle tv locali milanesi  :]







Telemilnao (Canale 5) alle 9,30 trasmetteva questo:
"Ali Babà e i quaranta ladroni" (1971)

E alle 11,35 veniva di nuov replicato "Pollon la piccola strega", che aveano già trasmesso la domenica prima, ma considerando che non avevamo VHS o DVD, le repliche dei cartoni erano ben accette.
Copio incolla le info sul film di Pollon trovate sul web per il numero 3:

Ho trovato sul forum "Gonagai", un topic in cui si accenna al film:
"come anche un’idea analoga era presente in un cartone a mediometraggio (“ovviamente” privato di titoli originali…) spesso trasmesso proprio nella primavera del ’79: Pollon la piccola strega, questo il titolo da non confondersi ovviamente con la serie degli anni ’80 che nulla centra, protagonista una mocciosa che aveva proprio i “crocchini” simili al giovane “Takeru”. Pollon era la sorellina di Sally, che nella serie del 67, Mahotsukai Sally, si vedeva poco e niente, alla quale dedicarono un intero film a mediometraggio assieme ai tre fratellini, anch’essi in second’ordine, i quali imbucandosi in un cunicolo sotterraneo, incontrando talpe e quant’altro, ritrovandosi al centro della Terra…."

Verso metà pagina:
http://gonagai.forumfree.it/?t=58112676&st=45








Incredibilmente su Teleradiocity all 18 trasmettevano il telefilm "Spectreman", e di seguito i disegni animati di "Spectremean"  >_<  il manga no?



Visto che mercoledì Astroganga non sarà più in programmazione, direi che quella delle 19,10 su Montecarlo fosse l'ultima puntata "delle avventure simpatiche (!) ed emozionanti del robot Ganga" .




Lo confesso, la fascia oraria in cui seguivo Candy Candy su Tele Radio Reporter era quella delle 18,50, perchè non era una replica, ma sempre la puntata nuova  ^_^



Ore 23,15 su Studio TV Padano", uno dei film di arti marziali più ganzo di tutti i tempi:
"Con una mano ti rompo, con due piedi ti spezzo"!
Stupendo!!!



Astroganga alle 19,10 su Montecarlo fu sostituitoda "Le favole della foresta", ne ho un ricordo flebile, ritornato solo riguardando la sigla, comunque non mi garbava, meglio Ganga!

https://www.youtube.com/watch?v=-lUhbU_yHdg

https://it.wikipedia.org/wiki/Le_favole_della_foresta












Alle 22,30 su Telenova c'era un film d'autore (presente anche come sinossi sulla colonna a sinistra):
La vita di O-Haru - Donna galante

Nella pagina di destra c'è l'annuncio delle nuove puntate di Candy Candy a marzo.



Gli eventuali lettori bergamaschi apprezzeranno il focus su "Videobergamo"  :]








Go Nagai Robot Collection 130 Brutas M3

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Nonostante Brutas M3 sia comparso nelle puntate trasmesse dalla Rete 1 della Rai, ergo doppiate in italiano, non ricordo assolutamente di averlo mai visto, come ho scritto spesso non seguivo Mazinga Z, se non occasionalmente.
Devo dire che mi ha sorpreso il fatto che le grate sulla bocca di Mazinga Z e Brutas M3 siano identiche, probabilmente i disegnatori le fecero uguali perché hanno il medesimo scopo, scatenare un turbinio distruttore.
A dispetto del nome assai brutale, il mostro meccanico del Dottor Inferno non è poi tanto incivile, se non per il fatto che distrugga qualche auto, probabilmente con i proprietari ancora al loro interno, qualche povero albero ed una massa infinita di rocce. Ma l'opera distruttrice di Brutas M3 non è fine a se stessa, come per quasi tutti gli altri robot cattivi delle serie animate, ma è motivata dalla necessita di incamerare l'energia di ciò che distrugge per poi usarla come arma.
Per il resto, pur essendo presente dal primo secondo della puntata all'ultimo minuto, non crea particolari problemi a Rio/Koji Kabuto, che durante il secondo scontro lo sbaraglia in pochi secondi.
Ci sono altre curiosità nella puntata.
Mi pare siano stati tagliati i primi minuti dove Shiro illustra la sua nuova passione per i piccioni, capita anche a Mizar nella puntata con il comandante Haruk, si vede che ai tempi in Giappone avevano la fissa dei piccioni viaggiatori  :]
Il titolo della puntata italiana(?) è "I ladri di diamanti", perché i co-protagonisti sono due avidi figuri che cercano, e ci riescono pure(!), di rubare uno dei due diamanti sul torace di Brutas M3. Capisco essere dei pochi di buono, ma sottrarre qualcosa ad un mostro meccanico non mi pare indice di grande saggezza  >_<
Inoltre, il suddetto diamante, viene in seguito restituito al mostro meccanico, nella speranza che Brutas M3 non li uccida tutti, e nel "tutti" ci sono, oltre ai due ladri, anche Boss, Nuke, Mucha e Shiro, che in questo modo diventano complici del riarmo del robot...
Ma la più grossa curiosità della puntata è chi cacchio sia il tipo con il camice bianco e i baffoni qua sotto  O_o


Il modellino è in media di sbavature. Ultimamente ho notato che la testa è colorata con più accuratezza del corpo, dovrebbe essere più difficile... mistero.
La posa è statica, i colori parebbero corretti, forse potevano fare i diamanti sul torace un po' più diamantosi, o almeno maggiormente in rilievo.
Il mecha è abbastanza brutto già con l'originale, non per nulla assomiglia a Mazinga Z  ^_^  non credo che si potesse chiedere a quelli della GNRC di migliorarlo.


Brutas M3 dalle solite svariate posizioni.














I mostri meccanici usciti fino ad oggi.


La puntata inizia immediatamente con la presenza di Brutas M3, anche se credo che alla Rai abbiano eliminato un paio di minuti inziali, in cui Shiro, Rio/Koji e Sayaka discettano sull'utilità dei piccioni.
Si vede che Shiro non ha mai camminato per piazza del Duomo a Milano  T_T
Brutas M3 distrugge e assorbe, distrugge e assorbe, in pratica è un assorbente  :]



Almeno alla Fortezza delle Scienze avevano uno straccio di radar, mentre all'Istituto del professor Yumi usano ancor il binocolo...
Ed infatti è proprio il prefessor Yumi ad individuare Brutas M3.


Ma Yumi, mentre abbassa il binocolo, si trasforma...


Mazinga Z e Brutas M3 si scontrano subito, ma poi il barone Ashura ordina al mostro meccanico di battere in ritirata, in quanto non ha ancora accumulato abbastanza energia.
Distrugge.


Assorbe.


Distrugge.


I due loschi figuri che tenteranno il colpo del secolo, altro che Lupin III!


I due ladri tramortiscono (o uccidono) due maschere di ferro e ne indossano le divise.


E con due semplici piedi di porco staccano uno dei due diamanti  >_<


Il diamante finisce addosso a Boss, Nuke, Mucha e Shiro (da notare il cestino che contiene i piccioni).


Nasce un piccolo diverbio su chi sia il proprietario del gigantesco diamante.



Il proprietario si va a riprendere il diamante.


Il gruppo dei ladri si rifugia in una grotta, ma Brutas li aspetta con pazienza.
Cucù  ^_^


Dato che Rio/Koji e Sayaka, all'inizio della puntata, avevano detto a Shiro che i piccioni non servono a nulla, non può mancare la scena drammatica in cui un povero piccione, ferito da Brutas M3, recapita la richiesta di soccorso da parte dei ladri di diamanti.


Il momento di grande coraggio in cui l'avidità dei sei eroi lascia spazio all'istinto di sopravvivenza, permettendo a Brutas M3 di riacquistare in toto il suo potere distruttore, complimenti!



Raggio ciclonico!

Controraggio ciclonico!


Raggio fotonico! (però non ho beccato il momento in cui partono i raggi...)


Diamanti rotti.


Raggio termico!


Fine di Brutas M3...



Rio/Koji e Sayaka rimproverano Boss, Nuke e Mucha, ma anche i due ladri con queste parole:
Rio/Koji
"L'avidità non porta mai niente di buono"
Sayaka
"E' un gravissimo errore pensare di fare soldi senza guadagnarseli"

Una volta tanto non posso altro che sottoscrivere le parole dei due, anche quelle di Rio/Koji, peccato che un sacco di bambini italici, crescendo, non seguiranno i dettami del proprio erore animato  >_<

Anche questa settimana c'è il foglietto aggiuntivo con le modifiche alle prossime uscite rispetto al prospetto ufficiali.


"A causa di problemi tecnici, indipendenti dalla nostra volontà"®


"Julie rosa di bosco" (1979) - Puntate 5 e 6

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Cosa ci riserveranno le puntate 5 e 6?
Intanto il titolo del DVD è già tutto un programma, "Sogni", e capita che i sogni si tramutino in incubi...
Entrambe le puntate si basano su quello che i protagonisti dell'anime ambiscono a fare nel futuro, ma i sogni non sempre si possono coronare.
Devo dire che la quinta puntata potrebbe avere anche dei contenuti validi, dato che vorrebbe cercare di far comprendere che per sentirsi realizzati non bisogna per forza diventare ricchi e famosi. Certo, non è che faccia schifo come scenario, ma nel caso non si avveri, basta essere contenti di come si porta avanti il proprio lavoro.
La sesta puntata mantiene la medesima impostazione, concentrandosi sui sogni di Tania, che diventano presto incubi. Non brutta l'idea di parlare di attacchi di panico, in questo caso scatenati dal timore di cantare in pubblico, una tematica che ai tempi non doveva essere molto comune. Peccato che lo spirito educativo venga un po' meno nel momento in cui la povera Tania non riesce a sconfiggere l'ansia... sarebbe stato più incoraggiante, per chi ne soffre, vedere la ragazzina concludere il concerrto prendendosi un sacco di applausi, non fallendo...
Purtroppo di buone intenzioni è lastricato il mondo degli anime... perché tutto il resto riesce a rendere inefficace qualsiasi buona intenzione.
Come al solito non posso iniziare senza i bellissimi primi 74 secondi, che ci catapultano nel mondo di Julie, un mondo in cui, dopo aver assistito alla morte dei genitori della ragazza tirolese, senti partire una musichetta allegra.


            


La puntata si intitola "Sogni", lo sviluppo è un incubo  :]



Dato che lo zio Karl è ancora in ospedale per l'infortunio sul lavoro, Julie e Tania decidono di cucinare per il resto della famiglia. Certo che per essere una famiglia di operai, in un periodo di piena crisi economica post bellica, non soffrivano di penuria di cibo.





Dato che il simpatico Johan ha di nuovo avuto le sue paturnie, Julie ed il cuginetto si esibiscono in un simpatico ballo tirolese.
Non sono sorpreso di rendermi cnto che nei primi 6 minuti della puntata non succede nulla, il nulla cosmico...


In classe le femminucce hanno l'ora di cucito, i maschietti quella di "sediologia".
Quindi gli autori fecere uno studio approfondito sulle materie insegnate nella scuola austriaca del 1918?
Dubito.




Tania confessa a Julie che il suo sogno non è quello di fare la sarta, ma la cantante. Ergo parte il filmato con una delle tante scene di "animazione stentata", o "non-animazione", che è una delle caratteristiche di questa serie.
Pur di disegnare meno cell possibili, le pensavan tutte  ^_^


            


Ovviamente Carolina-Iriza coglie subito l'occasione per ridicolizzare Tania.



Inoltre la simpatica ragazza afferma che il padre si è fatto male di proposito a lavoro, solo per ricevere il risarcimento dell'assicuriazione e andare in pensione anticipata.
Ma nel 1918 gli operai austriaci ricevevano un indennizzo in caso di infortunio e potevano andare in pensione, addirittura anticipata?  O_o
Gli autori devono aver fatto delle ricerche veramente approfondite, oppure gli adattatori si presero qualche licenza di troppo.
Julie non prende bene le insinuazione della stronz... ehm... di Carolina.


Nel frattempo Johan mena il torrone al padre perché lui vuole diventare ricco e famoso e non vuole fare un lavoro che non lo gratifica.



Alan incontra Julie e le proprone una bella galoppata.



La galoppata nel bosco si tramuta nel sogno di Julie: la principessa!!!




Alan accompagna la ragazza dal maestro liutaio, da Oscar, anzi "Os ka"


La per nulla impicciona Julie vede una foto di una donna, vi fruga dentro e trova uno spartito, cominciando a cantare, ovviamente in giapponese, "La serenata" di Shubert...


"Os ka"è inizialmente un po' incupito.


Poi arriva quella piaga di Johan, che gli chiede di diventare il suo apprendista. Si sa che fare gli apprendisti liutai necessita di poco tempo, e ti arricchisce in fretta.


A questo punto "Os ka" racconta la storia del suo sogno.
Iniziò a fare l'apprendista liutaio a 10 anni.


A 20 gli fecero costruire il primo violino!
A 30 il primo stipendio?  >_<


Ma dopo il primo violino lui si era montato la testa, pensava di essere GabiOs ka, ma il secondo violino venne fuori una merda...e finì in depressione...


La fidanzata gli stava vicino.
Ebbe una terza possibilità di costruire un violino, ma gli mancavano un paio di pezzi.



Quindi la fidanzata si offrì di andare (di notte) al villaggio vicino per prenderli.
La storia è commovente, merita un video (la puntata è sempre la quinta, non la sesta):
"Era una notte buia e tempestosa..."   ^_^

        


"Os ka" gli dice chiaro e tondo che lui non insegna ad arricchirsi, ma a costruire buoni strumenti, come suo padre che si dedica al suo lavoro si vasaio.
Alla fine Johan comprende che l'importante è essere soddisfatti del proprio lavoro.
Ma quel è il sogno di Julie?
Ci viene rivelato che lei vuole tornare in Tirolo e aprire una latteria!!!  O_o
Peccato che mentre lo dice la si veda tutta contenta in groppa ad un cavallo  >_<

La sesta puntata è incentrata sul debutto canoro di Taniache non si avvererà mai, mentre il vero debutto è quello della simpatica Julie, che dalla latteria passerà al canto.



La puntata inizia con una bella immagine dal vivo, sbaglio o quello è un palazzo moderno con tanto di antenna?


Tania è stata scelta per cantare al concerto della vetreria del padre e del fratello.


Lo zio Karl è tornato a casa, ma ha forti mal di testa, sarà per la voce della figlia?


Carolina-Iriza non perde l'occasione per fare battute sul concerto in fabbrica.


Il professore di musica aiuta Tania a studiare, da notare il mento "prominente" (cit.)


Cresce l'attesa per il concerto, tutti sono eccitati.


Ma la povera Tania non se la sente, ha addirittura perso la voce.
Questo sarebbe un buon momento per insegnare qualcosa ai piccoli telespettatori:
essere sereni, non preoccuparsi se si sbaglia, cercare l'aiuto della famiglia e degli amici etc etc




Arriva il padre, ci penserà lui a dare forza all'amata figlioletta..



In pieno metodo Montessori ecco una cura a ceffoni...
Bel modo per far passare un attacco di panico...



Inizia il concerto.







Ovviamente una sberla non cura gli attacchi di panico... almeno questo il cartone l'ha insegnato.


Purtroppo, invece di trovare un modo di superare le sua paure, la ragazza si arrende, altro bel insegnamento...



E chi prende il suo posto?


Il medico sentenzia che Tania è affetta da "ansietà nevrotica", si vede che il termine "attacco di panico" al momento del doppiaggio dell'anime non era utilizzato.



Julie cerca di rincuorare Tania, ma intanto le ha fregato il debutto.



Finale con Carolina-Iriza che si prende gioco di Tania per il suo fallimento, inoltre la simpatica ragazza non nasconde una certa soddisfazione per la dipartita di una sua rivale nel canto.


Ma Julie lancia la sfida canora a Carolina.
Continua...   T_T







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