TITOLO: Shooting Star, sociologia mediatica e filosofica politica di Atlas Ufo Robot
AUTORE: Marco Pellitteri e Francesco Giacomantonio
CASA EDITRICE: Fondazione Mario Luzi Editore
PAGINE: 246
COSTO: 24,9 €
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': Ancora reperibile a Milano
CODICE ISBN: 9788867480944
Prima di addentrarmi nei meandri di questo saggio scritto a due mani su Goldrake, mi porrò una semplice domanda su quali siano i meccanismi che portano alla pubblicazione di un libro.
Perché un saggio che fu presentato in varie manifestazioni fin dal settembre del 2015 (Sbam Comics), finisce per essere pubblicato nella primavera del 2017?
Il fatto che gli autori partecipassero a conferenze di presentazione mi permette di ipotizzare, basandomi sulla logica (e su quello che Pellitteri annunciava nei commenti in questo blog), che avessero terminato la stesura del saggio, ergo perché è uscito 19 mesi dopo?
Tra l'altro un ritardo che deve avere comportato un aggravio dei costi, visto che si è passati dai 20 euro ai quasi 25 eruo, cioè il 20% in più, basandomi sempre su ciò che era riportato sul sito di cui sopra.
Mentre sul sito della casa editrice si può leggere questo consiglio riguardo l'importanza della scelta dell'editore (il neretto è del sito):
Consigli e suggerimenti su come pubblicare un libro
La scelta di un editore a cui affidare la pubblicazione dei propri testi è un fatto cruciale che incide significativamente sul buon esito della intera operazione culturale.
La pubblicazione di un volume, ed il modo con cui si procede alla sua realizzazione e diffusione materiale, non va mai considerato superficialmente come un fatto trascurabile o secondario.
Molte e molto diverse fra loro sono, infatti, le modalità di pubblicazione che un editore può decidere di proporre ad i suoi autori.
Tuttavia la qualità di un lavoro editoriale è determinata sempre dai medesimi fattori, ovvero dal buon esito e corretta esecuzione delle relative fasi del ciclo produttivo: la progettazione- nella quale rientra lo studio e la revisione totale dell'opera (l'espletamento dell'editing, la predisposizione di un apparato critico, delle note al testo e della bibliografia, eventuali integrazioni), l'impostazione grafica e creativa -, la produzionee l'ultima fase corrispondente alla diffusione, promozione e circolazionedella stessa.
Un buon libro non può vivere senza il pieno supporto di questi fondamentali momenti.
Il lavoro di un editore deve pertanto corrispondere ad un approccio estremamente serio e rigoroso, altamente qualificato e professionale nella complessiva gestione delle metodologie e dinamiche di lavoro.
Non bisogna mai dimenticare che il libro è uno strumento culturale e comunicativo per eccellenza e che scelte errate possono perfino nuocere gravemente al lavoro dell'autore, ovvero alla sua credibilità sul piano culturale e scientifico.
Prima di pubblicare le proprie opere è sempre consigliabile fare una attenta ricognizione dei requisiti posseduti dell'editore prescelto.
Non credo si comportino diversamente dalla mission enunciata dal sito.
Quindi, l'unica spiegazione che mi son dato, è che non ci sono spiegazioni...
E' stato un vero peccato non poter leggere il saggio di Pellitteri/Giacomantonio nell'autunno del 2015, o almeno in un mese a caso del 2016, perché l'ho trovato molto interessante.
In particolare Pellitteri ha intervistato due mostri sacri dell'animazione robotica e non di quegli anni, Tomoharu Katsumata ed il mitico Shunsuke Kikuchi, quest'ultima una testimonianza più unica che rara.
Mentre l'analisi di Giacomantonio verte su argomenti filosofico politici che sono abbastanza rari, e, pur essendo giocoforza un po' complessi, sono esposti in maniera comprensibile.
Procedo alla classica mia recensione per argomenti dei capitoli, precisando il saggio è diviso in due parti, la prima curata da Pellitteri, la seconda da Giacomantonio.
Il primo capitolo di questa prima parte è praticamente ineliminabile da un libro su Goldrake, dovendo partire dal presupposto che il lettore legga questo argomento per la prima volta. Ergo c'è una panoramica generale sulla serie in Giappone.
Il secondo capitolo analizza il rapporto tra i robot e la cultura giapponese, che nasce ben prima di Mazinga Z.
Il secondo capitolo è preparatorio per il terzo, in cui si inizia ad indagare il rapporto tra Goldrake e la società giapponese. Da cosa nacquero tutte quelle avvincenti puntate?
Eroi restii a combattere, cattivi obbligati a farlo dalle circostanze, scienziati depositari della salvezza, outsider che salvano l'umanità etc etc.
Molto interessante la parte che individua tre livelli di rappresentazione del Giappone in Goldrake:
il rapporto tra i personaggi (buoni/cattivi – protagonisti/comprimari);
la narrazione della guerra e i rapporti tra generazioni;
alcune metafore del Giappone di metà anni 70.
Il quarto capitolo analizza il contesto sociale italiano in cui sbarcò Atlas Ufo Robot. Uno degli aspetti che personalmente trovo più interessanti, che è anche la causa della mia ricerca di articoli giornalistici del periodo. Pellitteri indica quattro motivazioni che portarono la classe politica di sinistra ad osteggiare Goldrake, semplificando all'eccesso:
estetico/contenutistica; provenienza giapponese; simbologia fascista; tematiche anticomuniste.
Il quinto capitolo indaga in che modo le trame e i personaggi dei cartoni animati giapponesi abbiano modificato l'immaginario, compreso il modo di giocare, della mia generazione (e delle successive).
Pellitteri si domanda se quella generazione sia diversa dalle precedenti, gli ex bambini e bambine, ora 40/50enni, che persone sono diventate?
Infine vengono illustrate le opere/manifestazioni poste in essere/create da quegli ex bambini e bambine diventati adulti: concerti; libri; prodotti culturali; DVD; etc etc
Il tutto per dimostrare che Goldrake e soci non sono stati dimenticati, sono sempre lì da qualche parte della nostra memoria, in attesa che qualcosa li risvegli.
L'ultimo capitolo della prima parte del libro contiene tre interviste, le due bellissime già citate sopra ad opera dello stesso Pellitteri, e la terza a Go Nagai fatta da Luca Raffaelli nel 2007. Anche Nagai doveva essere intervistato da Pellitteri, ma al momento di accordarsi con la Dynamic Planning le condizioni poste hanno impedito l'intervista. Lo stesso Pellitteri spiega le motivazioni nelle note, e sono abbastanza incredibili, dal mio punto di vista.
A me interessa Goldrake (e soci), ma anche la politica (anche se ne sono sempre più schifato...), ergo la seconda parte è la mia quadratura del cerchio, o facendo una citazione dotta, la mia convergenza parallela.
Molto interessanti, e non astruse, le considerazioni di Giacomantonio sul principe di Fleed, che valuta come un platonico re filosofo. L'analisi si sposta da Actarus alla serie in generale, configurando la guerra tra la Terra e Vega come uno “scontro di civiltà” (per fortuna che nel 1997 ho letto il libro di Samuel P. Huntigton!), in cui Vega è l'alfiere dell'imperialismo, contro cui si oppone il cosmopolitismo dei fleediani.
L'unica pecca di questa seconda parte è che è troppo corta, meno di 30 pagine, ne avrei lette con pacere molte e molte altre ancora.
E' presente una breve appendice con alcuni articoli giornalistici del periodo, a titolo d'esempio del clamore che Goldrake suscitò sulla carta stampata.
Personalmente ho trovato coinvolgenti le argomentazioni dei due autori nelle conclusioni finali.
Alla fine della recensione ritorno un millisecondo sulla breve prefazione di Saya S. Shiraishi, antropologa culturale, per sottolineare un concetto da lei espresso che ritrovo sovente da parte dei giapponesi, ancorché altamente istruiti.
Parlando dell'impulso che la seconda guerra mondiale, o guerra del pacifico, diede alle storie di manga ed anime ella scrive:
“In Giappone, secondo le stime e i dati presentati dal Ministro dell'Interno e delle Comunicazioni, nelle incursioni INDISCRIMINATE sulle città da parte di, complessivamente, 17 mila aerei bombardieri B-29, il numero di coinvolti fra i civili ammontò a circa 920 mila persone, di cui 570 mila feriti e almeno 350 mila vittime, 2,2 milioni furono nel complesso le case bruciate”.
Segue anche il bilancio dei due bombardamenti atomici.
Neppure una riga sulle vittime non nipponiche, magari anch'esse contribuirono allo sviluppo di trame così nuove e particolari in anime e manga del dopoguerra...
Gli attacchi statunitensi furono INDISCRIMINATI, e quelli giapponesi in Cina, Filippine etc etc?
Se una persona tanto colta guarda al Giappone solo come vittima della guerra, mi chiedo le persone meno istruite cosa dicano.