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C'era una volta Goldrake, la vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana

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TITOLO: C'era una volta Goldrake, la vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana
AUTORE:
Massimo Nicora
CASA EDITRICE:
Società Editrice La Torre
PAGINE: 660
COSTO: 24,5 €
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm 
REPERIBILITA':
reperibilità sul sito della casa editrice 
CODICE ISBN: 9788896133316

 
Apro questa recensione esprimendo l'auspicio che questo saggio su “Atlas Ufo Robot” possa venir letto anche dalle generazione di appassionati di animazione, giapponese e non, che non hanno vissuto quel 4 aprile 1978.
Quando c'erano i forum (oppure oggi sulle poche piattaforme on line dove ancora ci si confronta tra fan di età differenti, tipo Anime Click) capitava di leggere commenti di “giovincelli” che conoscevano solo i loro anime, di solito rigorosamente subbati. Giovani otaku (nel senso positivo del termine) che ignoravamo bellamente, quasi facendosene un vanto, come, quando e perché gli anime sbarcarono in Italia, senza dimenticare il chi li importò.
Nel saggio di Massimo Nicora si potrà leggere sia il come, il quando, il perché ed il chi, ma, sopratutto, il prima ed il dopo.
Per il “prima” intendo che questi fan, arrivati poco o molto dopo il 4 aprile 1978, potranno capire quale fosse la disponibilità di programmi per bambini/e e ragazzi/e. Mentre per il “dopo” intendo che potranno comprendere cosa scatenò a livello mediatico, diremmo oggi, l'atterraggio di Goldrake nelle case degli italiani.
Ovviamente il saggio è indirizzato anche a chi quell'epopea l'ha vissuta in diretta sui canali Rai e delle televisioni locali, visto che sono riportate una mole di informazioni uniche. Tipo la famosa questione della parola “Atlas” presente nel solo titolo italico, oppure di come sarebbe potuto capitare di ritrovarci Actarus arruolato nelle truppe berlusconiane... meglio Vega!
Uno degli aspetti più importanti del saggio è il panorama globale che viene presentato e rappresentato. Una delle battute più belle del mitico Totò era che “è la somma che fa il totale!”, ed in questo saggio c'è veramente la summa di Goldrake.
Non mancano numerose interviste ai protagonisti di questa favola da “c'era una volta...”, in parte raggiunti direttamente dall'autore allo scopo scoprire quanti più dettagli possibile sul chi, come, quando e perché arrivò Goldrake.
Senza contare che, dal mio punto di vista di ricercatore di articoli giornalistici sui cartoni animati giapponesi, il settimo capitolo è stato una vera goduria per gli occhi.
Vorrei rassicurare il potenziale lettore di non farsi spaventare dalla mole del libro, che può effettivamente essere considerato un “bel tomo”, in quanto la lettura scorre via tranquillamente, è pieno di note esplicative (facilmente consultabili a fondo pagina. Grazie!) e non sono presenti citazioni lasciate in oscuri idiomi non italici. Per comprendere immediatamente l'esaustività dello scritto rimando alle scan dell'indice alla fine della recensione.
Ok, sono 660 pagina, ma solo 7 capitoli ^_^  che vado ora ad illustrare brevemente.

Il primo capitolo introduce l'humus fantascientifico cinematografico che permise al pubblico ed agli autori nipponici di sviluppare la passione verso gli Ufo. Sono riportate le sinossi di alcuni film di fantascienza statunitensi e giapponesi: “Ultimatum alla Terra”; “La Terra contro i dischi spaziali”; I misteriani”; “Inferno nella stratosfera”.
L'ultimo paragrafo illustra anche i telefilm che in Giappone diedero impulso alle storie sugli ufo, come “Ufo Shado” e “Spazio 1999”, che sortirono il medesimo effetto pure da noi.
Con il secondo capitolo si introducono le due serie antecedenti Goldrake, Mazinga Z ed il Grande Mazinga. Oltre alla sinossi delle puntate più importanti delle due serie, non mancano numerosi aneddoti e curiosità, accompagnati dall'analisi dei contenuti presenti nelle due trame e sul ruolo dei personaggi, sia buoni che cattivi.
Espletato con il primo ed il secondo capitolo il panorama di film, telefilm e serie animate fantascientifiche/robotiche, con il terzo capitolo si inizia ad entrare nel mondo italiano e giapponese di Goldrake. Partendo dalla sinossi de “La grande battaglia dei dischi volanti”, il mediometraggio che poi venne modificato per diventare Goldrake. Segue la sinossi della serie, con l'analisi degli episodi più significativi, oltre ad una valutazione dei personaggi più importanti.
Fatto più unico che raro è presente un paragrafo sulle musiche originali giapponesi (opening, ending, BGM), brani che da bambini ascoltavamo i sottofondo e che alcuni di noi da adulti sono andati avidamente a ricercare, rimanendo sbalorditi dal fatto che, nonostante fossero decenni che non le ascoltavamo più, le ricordavamo tutte perfettamente! Misteri del cervello umano...
C'è spazio anche per l'analisi dei due manga su Grendizer, comprensiva di sinossi molto dettagliata (per chi come me non li ha mai letti), e descrizione delle differenze con la serie animata.
Il terzo capitolo si conclude con i cloni sud coreani di Mazinga Z (Taekwon V) e Goldrake (Mazinger X), a cui è dedicato un approfondito paragrafo, comprensivo delle sinossi e delle differenze con gli originali nipponici. Inoltre viene ben spiegato per quale motivo i sudcoreani si imbarcarono in queste produzioni che scimmiottavano i robottoni giapponesi.
Con il quarto capitolo massimo Nicora inizia a raccontare come successe che Grendizer approdò (prima) in Francia, illustrando il ruolo e la storia di chi lo importò materialmente. E' questa una parte importante del saggio, in quanto esistono ricostruzioni differenti su quei fatti, l'autore ce le presenta tutte, esprimendo il suo punto di vista su quella che potrebbe essere la più veritiera/logica, anche supportato dalle interviste ai protagonisti di quegli eventi.
Tutta la storia comincia grazie a Bruno-René Huchez, che per una multinazionale giapponese (la Marubeni) ha il compito di trovare prodotti francesi da esportare in Giappone, e viceversa. Nel 1975 Bruno-René Huchez si trova a Tokyo, e mentre riposa in albergo vede un anime robotico, intuisce che un cartone animato del genere avrebbe spopolato in Francia e riesce ad ottenere un incontro coi vertici della Toei. Bruno-René Huchez chiede loro di diventare l'importatore ufficiale degli anime Toei in Europa, da questo momento prende il via la valanga che per alcuni di noi dura tutt'ora.
La Toei apre un dipartimento internazionale proprio in virtù di questa trattativa con Bruno-René Huchez, a dimostrazione, a mio avviso, che le storie sui giapponesi che producevano gli anime per esportarli era una falsità. L'esportazione, inizialmente, non era un'opzione considerata, lo fu in seguito, ma comunque di carattere secondario rispetto al mercato interno (sempre mia opinione).
Dopo questa fase entra in campo l'altro protagonista francese di questa storia, Jacques Canestrier. Nonostante numerose problematiche, tutte ben riportate, Grendizer/Goldorak ebbe il benestare di essere trasmesso su “Antenne 2” nel luglio 1978. L'adattamento d'oltralpe fu parecchio devastante per la storia originale, ma il successo francese fu comunque senza precedenti. Come in Italia iniziarono a piovere soldi dai licenziatari del merchandising, con successive questioni legali tra Bruno-René Huchez e Jacques Canestrier, e con il successo economico arrivarono anche le polemiche giornalistiche sulla violenza di Goldorak.
Terminato il vero e proprio “romanzo” dell'avvento di Goldorak in Francia, Nicora analizza l'impatto che il robottone ebbe, partendo dal libro "A 5 anni solo con Goldorak".
Per chi non ha vissuto/visto i programmi per bambini/ragazzi disponibili in televisione prima di Goldrake è difficile comprendere per questa serie animata cambiò tutto. L'autore vi pone rimedio nel quinto capitolo, che illustra cosa offriva la Rai prima del 4 aprile 1978.
Ho così scoperto, o riscoperto, che alcuni degli autori di questi primi programmi per bambini/ragazzi saranno gli artefici dell'arrivo di Goldrake, come Nicoletta Artom e Sergio Trinchero. Ovviamente non può mancare la storia del mio primo programma a cartoni animati preferito, cioè "Supergulp!". Ho notato, probabilmente perché non era fruibile da tutta la popolazione italiana, che non è citato “Scacciapensieri” della Svizzera italiana, che era un contenitore di cartoni animati statunitensi ed europei.
Si arriva quindi, dopo una esauriente introduzione durata cinque capitoli, alla trasmissione contenitore delle Rete Due “Buonasera con...”, al cui interno potemmo vedere, dal 4 aprile 1978,”Atlas Ufo Robot”. Solo grazie ai cinque precedenti capitoli che si può apprezzare questo sesto, che contiene numerose testimonianze dei protagonisti di quello sbarco animato giapponese sulla televisione di Stato.
Il protagonista di “Buonasera con...” sarebbe dovuto essere il cartone animato di Superman, e, invece, tutti noi ci sintonizzavamo per l'altro sconosciuto cartone animati giapponese!
Sono descritti i passaggi che portarono la Rai a notare (grazie a Nicoletta Artom) e poi acquisire la serie di “Atlas Ufo Robot”, con relative testimonianze di quasi tutti i diretti interessati, compresi i semplici dirigenti che si occuparono di stilare il mero contratto cartaceo con la Toei.
In questa parte del capitolo sono illustrati numerosi aspetti inerenti la serie:
come capitò che Goldrake non finì a Berlusconi; come mai la “Mondo TV/Doro TV” entrò in possesso dei diritti della tracci audio italiana; quale fu il reale ruolo della “Mondo TV/Doro TV”.
Si passa quindi alle fasi di adattamento e doppiaggio, e al famigerato “Atlas”, da dove saltò fuori?
E come nacque il nome “Goldrake”?
Nel capitolo sono riportati tutti gli aspetti del successo che la serie ebbe in Italia: ascolti; giocattoli; pubblicazioni editoriali; dischi; prodotti da edicola.
Mancherebbero solo le polemiche giornalistiche e politiche, che sono il fulcro del settimo capitolo.
Non è assolutamente possibile, a mio avviso, inquadrare correttamente quale fu l'impatto mediatico-culturale di “Atlas Ufo Robot”, senza citare la reazione della carta stampata e dei programmi informativi della Rai, al suo travolgente successo.
Su, pro e contro Goldrake, soprattutto contro, furono scritti veramente fiumi di inchiostro ( Indice Emeroteca ).
Non mancarono anche alcune trasmissioni televisive della Rai, che potrebbero parere numericamente poche, rispetto agli articoli della carta stampata, se non si considerasse la diversa struttura della televisione italiana in quel periodo. Oltre al fatto che la tendenza a fare trasmissioni basate solo sul clamore, senza approfondimenti veri, erano rare, specialmente se paragonate a quelle di oggi. Ai tempi i giornalisti Rai si occupavano di argomenti seri, abbondavano le trasmissioni educative, il fatto che si dibattesse su Goldrake in televisione già dimostrava il livello dell'interesse della nazione. Tra l'altro in un periodo storico in cui, tanto per citare un argomento a caso, c'erano attentati terroristici quasi ogni giorno.
Massimo Nicora ci mostra, in un semplice ma efficace ordine cronologico, l'evolversi delle reazione dei giornalisti alla messa in onda di “Atlas Ufo Robot”. All'inizio la serie viene quasi ignorata, dagli adulti, ovviamente, poi arrivò l'onorevole Corvisieri, e il clima divenne un tantino ostile...
La fake news degli anime fatti al computer (negli anni 70!!!) nacque, invece, immediatamente, probabilmente generata da Paolo Cucco (mia opinione). Dall'articolo su “La Repubblica” del 7/8 gennaio 1979 in poi, Goldrake sarà quasi sempre brutto, sporco, diseducativo, violento, stupido e cattivo.
Le polemiche diverranno un “grande tifone mediatico” con la petizione dei "600 genitori di Imola", che avanzava anche richieste ragionevoli, ma che venne sfruttata per fare solo del sensazionalismo. In mezzo a tutta questa “orgia di violenza giornalistica annientatrice”, tanto per citare Corvisieri, ci furono alcuni giornalisti e uomini di cultura che mantennero un minimo di raziocinio, e che oggi noi annoveriamo tra i “difensori” di Goldrake”. Queste persone si limitarono, secondo me, a portare argomentazioni normali, che semplicemente contestualizzavano meglio l'impatto di “Atlas Ufo Robot”, e degli altri anime, giunti in Italia dal 1978 in poi.
Ogni stralcio di articolo riportato da Massimo Nicora comprende una nota a fondo pagina, contenente la data, l'autore (se presente) e la testata giornalistica, e nella bibliografia sono presenti ben 20 pagine con articoli su Goldrake. Molti di questi articoli sono presenti anche in questo blog, quindi, volendo, li si potrà leggere nella loro forma completa consultando l'indice dell'Emeroteca Anime.

Solo leggendo l'indice è possibile comprendere il livello di dettaglio della ricerca che si potrà leggere.




Un esempio di come si presenta il settimo capitolo, quello che gli articoli giornalisti su Goldrake. Da notare le note a fondo pagina, onnipresenti in tutto il libro.


600 pagine sono sempre 600 pagine.




Go Nagai Robot Collection 141 Madame

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In commenti a recensioni precedenti ero stato avvisato che Madame faceva un'apparizione fugace, così fugace che manco mi ricordavo di averlo visto, ed io la serie di Jeeg l'ho rivista tutta più volte...
Non so, non ho la più pallida idea di quale commento fare al modellino o alla puntata...
Posso inserire solo un breve video di scarsissima qualità per mostrare, oltre ad ogni inutile mia elucubrazione, quando duri la comparsata di Madame, che ammonta a ben 13 secondi!!!
Il video è di 22 secondi, ma il netto della presenza di Madame è solo di 13 secondi, centesimo più, centesimo meno...
Posso solo domandarmi: perché?!?!   >_<
(mi pare che la bgm che si può ascoltare in apertura, sia una di quelle "perdute" di Jeeg)

       


Tra l'altro il mio modellino è mancante pure della lancia, fatto ormai abbastanza usuale nelle ultime uscite, manca sempre qualche pezzo, oppure ne aggiungono di non presenti...
Mi pare che Madame sia stato proposto molto più slanciato rispetto ai pochi fotogrammi in cui lo possiamo ammirare.


Questa sotto è l'unica immagine a figura intera, poco prima che venga distrutto da Jeeg, al 19esimo secondo dall'inizio della puntata, "excidium praecox"!
Direi che le dimensioni non tornano.




Ci sono più immagine di Madame qua sotto di quelle presenti nell'episodio  >_<












Tutti i mostri sono della regina Himika, qualcuni alla Fabbri/Centauria, o chi per loro, deve nutrire delle forti antipatie per il Signore del Drago.


Prossima uscita.


Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 28 I tre professori

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Dopo il professor Shiba, il professor Dairi, il Dottor Procton, il professor Yumi, il professor Juzo Kabuto, il dottor Kenzo Kabuto ed il professor Tonda, ecco i tre professori Sewashi, Nossori e Morimori. Con questi tre dovremmo aver completato la platea dei cattedratici dell'università Go Nagai.
Su Encirobot si può leggere (link) che il nome del professor Sewashi (piccolo e barbuto, a sinistra della foto sotto) significa gentile ed altruista.
Il nome del professor Nossori (alto, coi baffi bianchi, al centro della foto sotto) significa lento e svogliato.
Il nome del professor Morimori (con la cravatta rossa, a sinistra della foto sotto) significa energico e robusto. Il professor Morimori è l'unico dei tre che morirà, nell'episodio numero 79, forse è per questo che lo chiamarono alla romanesca: mori mori  :]
I tre modellini sono fatti bene, sbavature passabili, visi ben disegnati e scolpiti.
Personalmente, considerando la mia scarsa o nulla passione per la serie di Mazinga Z, non posso più di tanto commentare le caratteristiche dei tre prof, li ho sempre considerati più delle macchiette, che degli scienziati. Mentre, per esempio, il professor Dairi, pur mostrandosi esteticamente poco severo, non scade mai nel ridicolo.







 I tre prof dalle solite svariate posizioni.













 E con i tre prof si conclude anche il gruppo di personaggi buoni di Mazinga Z.


 Questa è scienza, non fantascienza! (link)


 La prima apparizione in Mazinga Z, vede i tre prof fare i sarti...   >_<



 La prossima uscita speciale prevede un gran bel mostro guerriero.



Go Nagai Robot Collection 142 Game Game

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Quando ho visto Gane Game dentro la sua confezione in edicola sono stato tentato di restituirlo, mi era sorto il dubbio che avesse due braccia destre o sinistre, come il mio Mazinga Z della quarta uscita... invece è solo la postura ad ingannare.
Tra l'altro una postura che mi ha subito ricordato il John Travolta de "La febbre del sabato sera"  ^_^
Mi resta comunque il dubbio sul perché abbiano donato a Game Game queste braccia così allungate e sproporzionate, che non ho per nulla notato nella puntata. I colori direi che siano azzeccati, le sbavature sono come sempre presenti, la postura non l'ho capita bene.
Game Game è il mostro spaziale della seconda puntata, e quindi ci può stare pubblicarlo, più perché erano le prime puntate in cui iniziavamo a comprendere la trama di Atlas Ufo Robot, che per la sua potenza distruttiva.



Su cosa scoprimmo in questo secondo episodio mi dilungherò più sotto, mi limito ad anticipare che quando Procton spiega ad Alcor la storia di Actarus, rivela al pilota del TFO il suo nome alieno: Duke Fleed.
Non rammentavo il particolare, che dimostra come anche gli adattatori del doppiaggio storico avrebbero avuto gli strumenti per rendere un po' meno incasinati i nomi dei personaggi. Specialmente se si considera che all'inizio della puntata Gandal e soci si riferiscono al pilota di Goldrake chiamandolo Actarus!
Non Duke Fleed, che dovrebbe essere il solo nome che conoscono, ma il nome terrestre del principe, che loro non dovrebbero, a logica, sapere.


         


Ritorno a "Doppio Game", come lo chiamano sia Hydargos che Actarus!
E per fortuna che non lo hanno pronunciato "gheim"! ^_^






ah, ha, ha, ha, stayin’ alive, stayin’ alive
ah, ha, ha, ha, stayin’ alive.


ah, ha, ha, ha, stayin’ alive, stayin’ alive
ah, ha, ha, ha, stayin’ alive





Questo è lo stato del raccoglitore, che sarebbe meglio chiamare "compressatore", ad oggi, e mancano ancora (speriamo) 8 numeri più un paio di speciali.
Non potrebbe essere che i fascicolini-ini-ini-ini, che è giusto sempre rammentare che per la Fabbri/Centaruria hanno un valore equiparabile ad una enciclopedia, si potrebbero danneggiare?
Potrei ipotizzare, anche dallo stato semi masticato in cui mi pervengono di solito, che alla suddetta Fabbri/Centauria non freghi nulla dei suoi fascicolini enciclopedici?
Magari sbaglio io  >_<


Come accennavo sopra nella seconda puntata stavamo ancora imparando le basi di Atlas Ufo Robot, in primis che gli episodi non erano autoconclusivi, infatti vediamo Hydargos che rientra sconfitto dallo scontro della prima puntata. Ritorna sulla base lunare, dove apprendiamo che lì dentro i veghiani, oltre a tramare nell'ombra, non per nulla sono sul lato oscuro della Luna, allestivano i mostri spaziali.


Qualche minuto dopo l'immagine sottostante Hydargos prende la sua prima strigliata da Gandal, ed entrambi la prendono da Re Vega, che incita i due con la sobria minaccia che non accetterà altri sbagli... oh, siamo solo alla seconda puntata... stai sereno Vega!
In queste scene è incongruente il doppiaggio storico in cui tutti chiamano il pilota di Goldrake con il nome che gli ha dato Procton, cioè Actarus, che sulla base lunare nessuno di loro dovrebbe conoscere. Mentre  Procton sa che il nome flediano di Actarus è Duke Fleed!


La Luna è rossa... se nella mia avessi avuto un segnale così macroscopico ogni volta che mi stava per arrivare una mazzata addosso, avrei vissuto meglio  :]


Ed il guaio più grosso per il povero Actarus non è Vega, ma lo stolkeraggio di Alcor...


Già dalla scena di Actarus che non reagisce all'aggressione assurda di Alcor, qualsiasi essere raziocinante avrebbe dovuto capire che il principe di Fleed non ricercava "l'orgia di violenza annientatrice", ma solo un po' di pace, come tutti noi...



La Luna rossa incombe su Actarus, lo ha inseguito per la galassia, ed ora l'ha trovato...


Dopo che Actarus salva Rigel compiendo un balzo sovrumano dentro al TFO, ad Alcor viene raccontata tutta la verità.
Almeno smetterà di rompere i maroni!
Illusi...
E' questa la scena da cui ho ripreso (spero abbastanza male) Procton che chiama il figlio adottivo Duke Fleed.


 Arriva "Doppio Game"!


I nomi delle armi gridati da Malaspina non sono ancora quelli a cui ci affezioneremo:
"colpo di maglio rotante"; "disco tranciante"; doppio raggio esplosivo"; "raggi folgoranti"; "raggi perforanti".
Però Actarus accoglie Game Game chiamandolo "Doppio Game", si vede che erano in confidenza  :]


 Questa tattica dell'accoppiamento a scopo di sfracellamento verrà riproposta più volte  >_<


 Game Game impedisce a Goldrake di uscire dallo Spacer.


 Hydargos ammira la scena dello sfracellamento dal suo monitor.


 Ma arriva Alcor con il suo potente TFO!!!


 E certo, strozziamo Goldrake...



Actarus riesce ad indirizzare verso l'alto il raggio di Game Game, non comprendo perché non abbia risposto con il raggio antigravità o, meglio ancora, con un bel tuono spaziale...


Hydargos ordina a Game Game di scagliare giù da precipizio Goldrake, un volo di un 40antina di metri...



 Game Game si lancia sopra Goldrake con una tipica mossa di catch.


 Solo che Kengo Kimura non aveva il tuono spaziale... mentre Goldrake si!




Si intravede l'uscita (in tutti i sensi...) dal tunnel, il numero 150 del 28 settembre 2017(?)!!!


Audio dello spot di Jeeg su "Milano TV" - aprile/maggio(?) 1979

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Non so quanti di voi conoscano il registratore a nastro "Geloso G 600" (lo potete comunque vedere in fondo a questo post), tecnologia totalmente italiana, che alla fine degli anni 60 era presente in non poche case.
E cosa succede quando un bambino viene in possesso di un aggeggio che era ancora strabiliante dopo 10 anni?
Inizia a registrare cose a caso, e tra le tante cose a caso, che nel risentirle mi hanno fatto quasi sempre sprofondare dalla vergogna... ho recuperato, oltre a qualche ricordo, un paio di documenti audio interessanti/curiosi.
Parto con il più breve, che è pure il migliore qualitativamente, visto che le registrazioni su nastro magnetico tendono, ahimè, a deteriorarsi, considerando anche che il "Geloso G 600" funziona a valvole... ergo anche l'hardware è abbastanza deteriorato...
Spesso tra noi fan del first impact si discute su quale tv locale venne trasmesso questo o quel cartone animato giapponese (e non), in molti libri e riviste sono state riportati elenchi basati sia sulla memoria dei più, che sulle riviste televisive del periodo.
Su quale tv locale venne trasmesso (almeno a Milano) per la prima volta Jeeg?
La scan che mostro sopra è di un Telesette del  20 maggio 1979, e più o meno quasi tutte le fonte riportano "Milano TV" (del'editore Alberto Peruzzo) come il canale locale milanese che lo trasmise.
Purtroppo sovente le tv locali non riportavano il titolo dell'anime, limitandosi ad un generico "cartone animato" o "disegni animati". I videoregistratori erano abbastanza rari, e comunque non sarebbero (ancora) stati lasciati in mano a dei bambini, quindi di fonti video (o audio) ne abbiamo veramente poche.
E qui entra in scena il puro caso.
Il caso di un bambino che, come quasi tutti i suoi coetanei, aveva una passione smodata per i robottoni giapponesi.
Fu un caso che gli venisse permesso di usare un registratore magnetico come fosse un giocattolo.
Ed il caso ha impedito che il suddetto bambino non ci registrasse sopra... ma soprattutto il caso ha voluto che il nastro in quel punto fosse perfettamente udibile (non è così in altri punti della bobina...).

"Jeeg Robot va in onda tutti i giorni a Milano TV alle 13 e 40 e alle 18 e 45.
Jeeg Robot vi aspetta!"

Come si può notare dal palinsesto riportato da Telesette, l'unico in mio possesso che in quel periodo concordi con gli orari pubblicizzati nello spot (e che corrispondono perfettamente alla mia memoria, specialmente quello pomeridiano), Jeeg andava in onda di sicuro alle 18 e 40, ma alle 13 e 40 c'erano comunque dei "cartoni animati", quindi presumo che fosse sempre di Jeeg.
Preciso che, considerando altri audio della bobina in quel punto, la registrazione è quasi certamente del 1979.

Prego si stenda un velo pietoso sulla voce del bambino che si ode, per fortuna appena appena, cantare vocali a caso  >_<


        

Un'altra fonte informativa importante è il famoso "If, speciale Orfani e Robot 1963/1983" del dicembre 1983, ed anche con questo tornano sia le date che la tv locale.




Un paio di scan più ampie del Telesette in questione.





Il "Geloso G 600", funzionante un po' a tratti...


Go Nagai Robot Collection 143 Senzan

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Quando ho visto il modellino di Senzan ho pensato subito che fosse un'enorme pantegana... infatti non capivo perché il suo generale fosse Drayato, plenipotenziario dei rettili... invece pare che sia un armadillo, però un po' pantegana... molto pantegana... chissà se in Giappone esistono le pantegane  :]
Il modellino corrisponde al mostro guerriero del cartone animato, la posa è assai statica, è una pantegana... e questo non ha neppure le solite sbavature di colore!
Resta il dubbio, come per tante uscite della GNRC, sul perché abbiano scelto di pubblicare un soggetto come questo, che nell'economia della quinta puntata non è che lo si ricordi per qualcosa di particolare, ma ormai è così ed amen, tanto siamo quasi alla fine del tunnel!!!
E comunque dopo Madame nulla può più sorprendermi  :]




Ma quindi l'opposto di "Senzan" sarebbe "Conan"?
No, vabbè... vado a nascondermi...   T_T


La pantegana dalle solite svariate posizioni.










 Anche il visino è venuto fuori bene!





La quinta puntata inizia con il Ministro Argos che dice al duca Gorgon di sedersi...  >_<
Segue una curiosa conference call tra Argos e Gorgon da una parte, e il Generale Nero con i suoi sette generali dall'altra, in collegamento con l'Imperatore delle Tenebre, che si presenta da un televisore che mostra uno stranissimo logo, mi pare mai più visto in tutto il resto della serie.
Lo stemma araldico dell'Impero di Mikenes?



Il prof Kabuto  si arrovella sulla reazione che Shiro potrebbe avere se conoscesse la sua vera essenza fisica.


 Effettivamente non è proprio il massimo per addormentarsi la notte senza incubi...


 Il mostro guerriero inviato dal generale Scarabeth.


 E quello di Drayato, se era una pantegana sarebbe dovuto essere in carico a Rigarn.




 Ma visto che Senzan è un mostro acquatico, non sarebbe dovuto essere del generale Angoras?  >_<


Il dubbio che non fosse una pantegana mi è sorto quando ho visto che si è appallottolato, respingendo il Grande Boomerang.


 Tetsuya sta per essere colto di sorpresa...


 Attaccati da Mikeros, alla Fortezza alzano la barriera. Ok, la loro sarà anche la Fortezza delle Scienze, ma coi numeri romani sono messi molto male... I - II - III - V... e il IV?




Tetsuya si ritrova in questo improbabile ed assai scomoda posizione... perché non attiva il motore e se ne va via?


Senzan, dopo aver fatto franare mezza montagna sottomarina addosso al Guretto, invece di distruggerlo (classica scena alla Mazinga Z), si dirige contro la Fortezza, che si era immersa per sfuggire all'attacco di Mikerso.



 Di colpo Tetsuya si ricorda che ha dei bei motorini...


Prende la pantegana per la coda...



 Ed usa la spada diabolica.






Sta finendo!
Sta finendo!
Nel numero precedente (142) c'erano otto modellini nelle "prossime uscite", ora solo sette!!!
Sta finendo!!!  ^_^



"Ottanta nostalgia" - mostra al museo del fumetto Wow - Milano fino al 1 ottobre 2017

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Il 20 di maggio il museo del fumetto Wow di Milano ha aperto una mostra specifica sugli anni 80, con qualche anticipo della fine degli anni 70.
Non c'è dubbio che gli spazi espositivi, seppur non enormi, coprano ampiamente tutto l'immaginario di quel decennio, dai film, musica e programmi tv (compresi ovviamente i cartoni animati giapponesi e non), fino all'abbigliamento e ai giocattoli (e videogiochi), passando anche per accenni sulla situazione sociale e politica del periodo.
Essendo presente una corposa sezione sugli anime (compreso tantissimo merchandising), i curatori hanno pensato di introdurla partendo dall'arrivo di Goldrake, e quindi dal 1978. Di norma non concordo molto su scelte del genere, sono abbastanza inflessibile, gli anni 70 sono settanta, e gli anni 80 sono ottanta, ma considerando che si è cercato di render conto anche delle polemiche giornalistiche sugli effetti nocivi degli anime, esplose con virulenza negli anni 80 (ma nate alla fine degli anni 70), era più che sensato spiegare da dove esse provenissero:
dal 4 aprile 1978 con Goldrake.

In particolare la fake news sull'uso del computer per elaborare i cartoni animati giapponesi nasce assieme all'arrivo di "Atlas Ufo Robot:
TV Sorrisi e Canzoni N° 14 dal 2 al 8 aprile 1978 - "Atlas Ufo Robot" (genesi della bufala degli anime fatti al computer?), di Paolo Cucco + prima puntata di Goldrake!

Per poi propagarsi quasi senza ostacolo durante tutti gli anni 80 e 90, quando poi il computer arrivò veramente negli studi di animazione, ma per prima quelli statunitensi!
Consiglio vivamente a tutti i milanesi e limitrofi di visitare la mostra, anche per il costo del biglietto più che onesto (solo 5€!), tranquillizzo tutti che i locali sono dotati di raggelante aria condizionata!
Mi raccomando di non fare i portoghesi, all'ingresso c'è Ken...


Propongo qui sotto una piccola galleria fotografica per rendere l'idea del tantissimo materiale esposto. Preciso che l'assenza di persone nelle sale è dovuto al fatto che ci siamo andati all'apertura in un giorno feriale. Proprio allo scopo di poter fare le foto senza dover aspettare che la folla si spostasse, come mi è capitato tutte le volte altre volte che sono venuto qui di sabato o domenica.


Non si poteva toccare  T_T


Sarei assai curioso di sapere quanto valga il videogioco portatile di "Guerre Stellari", quello color crema.


 I grandi sceneggiati Rai degli anni 80.


 Dallas inizialmente fu tramesso dalla Rai  ;)




Molto belli i tabelloni che riepilogano gli avvenimenti di ogni anno.


 Vabbè dai, e che te lo dico a fare?  ^_^



Lo spiegone sulle polemiche giornalistiche contro gli anime.








 Lo voooooglio!!!!  (se funzionante)



Questo gioco in scatola prettamente milanese, o sud milanese, ha delle quotazione Ebay senza senso, consone al palazzinaro di Milano 3   >_<





Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 29 Kirinia

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Quando l'edicolante mi ha dato questa 29esima uscita speciale ammetto che sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla grandezza della scatola, ed anche dalla conseguente ampiezza del modellino, che è venuto fuori proprio bene.
Kirinia è un bel mostro guerriero, personalmente mi è sempre piaciuto, e forse questo mio giudizio positivo influenza un po' la valutazione del modellino.
La posa del pegaso infernale è parzialmente imbizzarrita, la colorazione è fedele all'originale animato, e non sono presenti sbavature (comunque non oltre la media), direi che il pezzo della GNRC abbia anche migliorato qualche imperfezione del cartone, tipo la testa un po' piccola.
Una volta tanto posso dire che sono soddisfatto  :]
Con Kirinia si completa il duo dei mostri guerrieri della 17esima puntata, l'altro era Barabeus, benché in due non abbiamo in nessun momento della puntata combattuto assieme, anzi, all'inizio si sono pure scontrati... ma ci torno più sotto.
L'episodio in questione fa parte di quelle (iniziate con Goldrake) in cui ci venivano mostrate le tipiche usanze giapponesi, in questo caso inerenti la festività di capodanno, con la tradizionale preparazione del mochi.




Il bel Kirinia dalle solite svariate e consuete angolazioni.











 Anche il viso è stato colorato bene.








 Kirinia e Barabeus, per la serie "attaccare assieme pareva brutto..."   ^_^


La puntata inizia con il Generale Nero ed il Ministro Argos che espongono vicendevolmente, in maniera più che civile, i loro differenti punti di vista sulle responsabilità da attribuire per le passate sconfitte.


L'Imperatore delle Tenebre interviene per sedare la rissa, facendo notare ai due che essi farebbero parte della medesima causa comune, perché si azzuffano?
Bella domanda, ma chi ce li ha messi in quel ruolo di comando? Magari, caro il mio tenebroso imperatore, dovresti sostituire il manager delle risorse umane...
L'imperatore conclude il cazziatone con questa frase: "Comportatevi da esseri pensanti!"  ^_^


Argos chiama Kirinia, che pensa bene di entrare in scena sputando fuoco contro il Generale Nero... e quest'ultimo chiama Barabeus a difenderlo.
Il loro imperatore aveva appena detto "comportatevi da essere pensanti"...
Da notare che durante questa scena a Mikenes, sia il Generale Nero che l'imperatore chiamano il ministro Argos "compagno selvaggio"!!!
Ma vuoi vedere che Argos era trotzkista?
Oppure non era domestico?
Magari era un comunista non addomesticato!!!



La scena in cui Barabeus spara il suo raggio contro Kirinia, che ci mostra la mossa elusiva che utilizzerà far breve contro il Grande Mazinga.




Alla Fortezza delle Scienze si stanno preparando per il capodanno, cucinando il mochi, come accennavo sopra.
Ma ancora più importante Shiro si è cambiato!!!!!!   O_O
Durante questa scena si potrà sentire il professor Kabuto augurarsi di poter festeggiare con Koji, che mi pare proprio in quel momento storico noi manco sapevamo chi fosse.


Shiro ha detto alla piccola Haruna che si vedranno al santuario, per far volare un aquilone, altra tradizione di fine anno?



La bambina vede in cielo uno splendido cavallo alato, Pegaso!!!


 Nuuuuuuuuuuuuuuuuu....  


 E' Kirinia... molto meglio!!!



Kirinia, dopo aver fatto volare in aria la delicata bambina, la imprigiona nel suo addome.
I bambini giapponesi degli anime sono sorprendentemente resistenti!



Dopo poco Kirinia attacca Boss Robot al santuario, e Venus esce ad aiutare la ferraglia.
Dato che la bambina non rientra in casa, la madre va dal professor Kabuto a chiedere informazioni.
Qui sotto il legittimo attacco isterico nel momento in cui Tetsuya le dice che la figlia è stata rapita dal mostro guerriero, che tatto questo ragazzo...


 Salta fuori anche il Duca Gorgon, che ricatta Tetsuya, nel ventre di Kirinia è imprigionata Haruna!




Il Guretto è in balia di Kirinia.


Che lo colpisce con della vernice arancione!!!
Il solito graffitaro...


 Tetsuya obbliga Kirinia a separarsi.


 Consegnando la parte inferiore a Boss, ma avvertendolo che dentro c'è la bambina... ops...



Ma in realtà la bambina non è nascosta dentro Kirinia, questo decreta la fine del mostro guerriero, che non si può più far scudo della bimba.




 Ora Tetsuya deve affrontare Barabeus, sempre sotto ricatto di Gorgon.



Salto la descrizione del combattimento con Barabesu, sarei OT, accenno solo che Tetsuya dimostra ancora una volta la sua abilità di pilota  :]


In una maniera assai oscura ed insensata, Venus scopre dove era nascosta la bambina, che ha la torcia ancora accesa, Duracell?




Udite udite popolo della GNRC:
L'Ultima Uscita Speciale!!!
Gaudio!
Felicità!



Shooting Star, sociologia mediatica e filosofica politica di Atlas Ufo Robot

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TITOLO: Shooting Star, sociologia mediatica e filosofica politica di Atlas Ufo Robot
AUTORE:
Marco Pellitteri e Francesco Giacomantonio
CASA EDITRICE:
Fondazione Mario Luzi Editore
PAGINE: 246
COSTO: 24,9 €
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm 
REPERIBILITA':
Ancora reperibile a Milano 
CODICE ISBN: 9788867480944

Prima di addentrarmi nei meandri di questo saggio scritto a due mani su Goldrake, mi porrò una semplice domanda su quali siano i meccanismi che portano alla pubblicazione di un libro.
Perché un saggio che fu presentato in varie manifestazioni fin dal settembre del 2015 (Sbam Comics), finisce per essere pubblicato nella primavera del 2017?
Il fatto che gli autori partecipassero a conferenze di presentazione mi permette di ipotizzare, basandomi sulla logica (e su quello che Pellitteri annunciava nei commenti in questo blog), che avessero terminato la stesura del saggio, ergo perché è uscito 19 mesi dopo?
Tra l'altro un ritardo che deve avere comportato un aggravio dei costi, visto che si è passati dai 20 euro ai quasi 25 eruo, cioè il 20% in più, basandomi sempre su ciò che era riportato sul sito di cui sopra.
Mentre sul sito della casa editrice si può leggere questo consiglio riguardo l'importanza della scelta dell'editore (il neretto è del sito):

Consigli e suggerimenti su come pubblicare un libro

La scelta di un editore a cui affidare la pubblicazione dei propri testi è un fatto cruciale che incide significativamente sul buon esito della intera operazione culturale.

La pubblicazione di un volume, ed il modo con cui si procede alla sua realizzazione e diffusione materiale, non va mai considerato superficialmente come un fatto trascurabile o secondario.

Molte e molto diverse fra loro sono, infatti, le modalità di pubblicazione che un editore può decidere di proporre ad i suoi autori.

Tuttavia la qualità di un lavoro editoriale è determinata sempre dai medesimi fattori, ovvero dal buon esito e corretta esecuzione delle relative fasi del ciclo produttivo: la progettazione- nella quale rientra lo studio e la revisione totale dell'opera (l'espletamento dell'editing, la predisposizione di un apparato critico, delle note al testo e della bibliografia, eventuali integrazioni), l'impostazione grafica e creativa -, la produzionee l'ultima fase corrispondente alla diffusione, promozione e circolazionedella stessa.

Un buon libro non può vivere senza il pieno supporto di questi fondamentali momenti.

Il lavoro di un editore deve pertanto corrispondere ad un approccio estremamente serio e rigoroso, altamente qualificato e professionale nella complessiva gestione delle metodologie e dinamiche di lavoro.

Non bisogna mai dimenticare che il libro è uno strumento culturale e comunicativo per eccellenza e che scelte errate possono perfino nuocere gravemente al lavoro dell'autore, ovvero alla sua credibilità sul piano culturale e scientifico.

Prima di pubblicare le proprie opere è sempre consigliabile fare una attenta ricognizione dei requisiti posseduti dell'editore prescelto.

Non credo si comportino diversamente dalla mission enunciata dal sito.
Quindi, l'unica spiegazione che mi son dato, è che non ci sono spiegazioni...
E' stato un vero peccato non poter leggere il saggio di Pellitteri/Giacomantonio nell'autunno del 2015, o almeno in un mese a caso del 2016, perché l'ho trovato molto interessante.
In particolare Pellitteri ha intervistato due mostri sacri dell'animazione robotica e non di quegli anni, Tomoharu Katsumata ed il mitico Shunsuke Kikuchi, quest'ultima una testimonianza più unica che rara.
Mentre l'analisi di Giacomantonio verte su argomenti filosofico politici che sono abbastanza rari, e, pur essendo giocoforza un po' complessi, sono esposti in maniera comprensibile.
Procedo alla classica mia recensione per argomenti dei capitoli, precisando il saggio è diviso in due parti, la prima curata da Pellitteri, la seconda da Giacomantonio.

Il primo capitolo di questa prima parte è praticamente ineliminabile da un libro su Goldrake, dovendo partire dal presupposto che il lettore legga questo argomento per la prima volta. Ergo c'è una panoramica generale sulla serie in Giappone.
Il secondo capitolo analizza il rapporto tra i robot e la cultura giapponese, che nasce ben prima di Mazinga Z.
Il secondo capitolo è preparatorio per il terzo, in cui si inizia ad indagare il rapporto tra Goldrake e la società giapponese. Da cosa nacquero tutte quelle avvincenti puntate?
Eroi restii a combattere, cattivi obbligati a farlo dalle circostanze, scienziati depositari della salvezza, outsider che salvano l'umanità etc etc.
Molto interessante la parte che individua tre livelli di rappresentazione del Giappone in Goldrake:
il rapporto tra i personaggi (buoni/cattivi – protagonisti/comprimari);
la narrazione della guerra e i rapporti tra generazioni;
alcune metafore del Giappone di metà anni 70.
Il quarto capitolo analizza il contesto sociale italiano in cui sbarcò Atlas Ufo Robot. Uno degli aspetti che personalmente trovo più interessanti, che è anche la causa della mia ricerca di articoli giornalistici del periodo. Pellitteri indica quattro motivazioni che portarono la classe politica di sinistra ad osteggiare Goldrake, semplificando all'eccesso:
estetico/contenutistica; provenienza giapponese; simbologia fascista; tematiche anticomuniste.
Il quinto capitolo indaga in che modo le trame e i personaggi dei cartoni animati giapponesi abbiano modificato l'immaginario, compreso il modo di giocare, della mia generazione (e delle successive).
Pellitteri si domanda se quella generazione sia diversa dalle precedenti, gli ex bambini e bambine, ora 40/50enni, che persone sono diventate?
Infine vengono illustrate le opere/manifestazioni poste in essere/create da quegli ex bambini e bambine diventati adulti: concerti; libri; prodotti culturali; DVD; etc etc
Il tutto per dimostrare che Goldrake e soci non sono stati dimenticati, sono sempre lì da qualche parte della nostra memoria, in attesa che qualcosa li risvegli.
L'ultimo capitolo della prima parte del libro contiene tre interviste, le due bellissime già citate sopra ad opera dello stesso Pellitteri, e la terza a Go Nagai fatta da Luca Raffaelli nel 2007. Anche Nagai doveva essere intervistato da Pellitteri, ma al momento di accordarsi con la Dynamic Planning le condizioni poste hanno impedito l'intervista. Lo stesso Pellitteri spiega le motivazioni nelle note, e sono abbastanza incredibili, dal mio punto di vista.
A me interessa Goldrake (e soci), ma anche la politica (anche se ne sono sempre più schifato...), ergo la seconda parte è la mia quadratura del cerchio, o facendo una citazione dotta, la mia convergenza parallela.
Molto interessanti, e non astruse, le considerazioni di Giacomantonio sul principe di Fleed, che valuta come un platonico re filosofo. L'analisi si sposta da Actarus alla serie in generale, configurando la guerra tra la Terra e Vega come uno “scontro di civiltà” (per fortuna che nel 1997 ho letto il libro di Samuel P. Huntigton!), in cui Vega è l'alfiere dell'imperialismo, contro cui si oppone il cosmopolitismo dei fleediani.
L'unica pecca di questa seconda parte è che è troppo corta, meno di 30 pagine, ne avrei lette con pacere molte e molte altre ancora.
E' presente una breve appendice con alcuni articoli giornalistici del periodo, a titolo d'esempio del clamore che Goldrake suscitò sulla carta stampata.
Personalmente ho trovato coinvolgenti le argomentazioni dei due autori nelle conclusioni finali.
Alla fine della recensione ritorno un millisecondo sulla breve prefazione di Saya S. Shiraishi, antropologa culturale, per sottolineare un concetto da lei espresso che ritrovo sovente da parte dei giapponesi, ancorché altamente istruiti.
Parlando dell'impulso che la seconda guerra mondiale, o guerra del pacifico, diede alle storie di manga ed anime ella scrive:
“In Giappone, secondo le stime e i dati presentati dal Ministro dell'Interno e delle Comunicazioni, nelle incursioni INDISCRIMINATE sulle città da parte di, complessivamente, 17 mila aerei bombardieri B-29, il numero di coinvolti fra i civili ammontò a circa 920 mila persone, di cui 570 mila feriti e almeno 350 mila vittime, 2,2 milioni furono nel complesso le case bruciate”.
Segue anche il bilancio dei due bombardamenti atomici.
Neppure una riga sulle vittime non nipponiche, magari anch'esse contribuirono allo sviluppo di trame così nuove e particolari in anime e manga del dopoguerra...
Gli attacchi statunitensi furono INDISCRIMINATI, e quelli giapponesi in Cina, Filippine etc etc?
Se una persona tanto colta guarda al Giappone solo come vittima della guerra, mi chiedo le persone meno istruite cosa dicano.










"Julie rosa di bosco" (1979) - Puntate 11 e 12

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Le due precedenti coinvolgenti puntate avevano visto come protagonista assoluto lo zio Karl ed i suoi problemi di lavoro, un argomenti interessantissimo per una bambina italiana o giapponese, che si erano conclusi con la sua promozione a direttore di una nuova (nel senso che il padre di Alan la costruisce da zero) fabbrica del vetro, che produrrà solo articoli di qualità. Infatti nella dodicesima puntata si vedranno pochi secondi in cui lo zio Karl sta soprintendendo alla costruzione della nuova fabbrica, si vede che è anche architetto ed injegneeeer   >_<
Quindi in queste due puntate lo zio Karl non ci scasserà i maroni coi suoi problemi di lavoro, dato che ognuno/a di noi ne ha già abbastanza con i propri...
Il tema dell'11esima puntata sarà l'amore, mentre la 12esima verterà sulla nostalgia e la musica.
Ma prima di addentrarsi in queste due nuove puntate, non ci si può esimere dall'incipit video della serie, un'introduzione tanto deprimente quanto inverosimile  ^_^
Perché si dovrebbe bombardare un gregge di pecore ed un covone di fieno?


          

Il titolo della puntata non lascia molti dubbi sul suo contenuto, anche se, considerando i precedenti, potrebbe essere incentrato sul valzer...


Nella puntata precedente avevamo assistito allo spuntare notturno di una primula, nel momento in cui Julie aveva deciso di dare la libertà al suo scoiattolino Pepe, in inverno... sotto la neve... di sera... senza che l'animaletto avesse una tana, del cibo e, soprattutto, fosse in letargo!!!
Però lo spuntar di quella primula (notturna...) poteva aver lasciato il dubbio che si fosse già in primavera, invece...


La signora in giallo ci informa che in questo periodo dell'anno la scuola festeggia la giornata dell'amicizia, con genitori ed alunni.
Julie, Tania e socia propongono alla maestra Teresia Rottermeier di allestire la Traviata!
Riguardo a questa opera Julie afferma che:
1) E' una storia vera;
2) Un giovane si innamora di una principessa;
3) La principessa si innamora di un altro.

Io non sono un esperto di lirica, ma non mi pare che le tre affermazioni di Julie corrispondano al vero. Mi chiedo, nel caso non mi stia sbagliando, perché gli adattatori italiani le fecero dire delle castronerie del genere?
Interviene l'amabile Carolina, che propone la Carmen, ma la maestra boccia entrambe le loro idee, non sono rappresentazioni adatte alla festa, le alunne sono troppo piccole per pensare all'amore.


La scena si sposta su una panchina, Julie critica le idee retrograde della maestra e, di contro, Alan le propone di andare a giocare a pallone!!! Non scherzo... è vero!!!   T_T
Il simpatico duo viene interrotto da un tonfo ed da dei colpi di tosse.


E' un pittore ammalato, che i due aiutano a tornare a casa.
Non ha ancora venduto un quadro, è ritornato da poco dalla Germania, e si chiama Tommaso! >_<
E sticaxxi?


Julie nota il ritratto di una giovane donna BIONDA, e così Tommaso le racconta tutti gli affari suoi...


15 anni prima il suo amore lo aveva lasciato per un uomo più ricco etc etc
Faccio sommessamente notare che la donna che si vede qui sotto ha i capelli NERI...




Lei si chiamava Teresia!!!



 Alan propende per una mera omonimia, ma Julie lo convince con il suo personale "Indovina Chi?".



Toglile gli occhiali.

 Scioglile i capelli.



Toglile 15 anni.
E diventa la stessa del dipinto, anche Alan si convince, se non fosse che la donna del dipinto ha i capelli BIONDI!!!   T_T
Oh, ma lo noto solo io?!?!


I due ragazzini escogitano un arguto stratagemma (Julie ha lo squaraus...) per far incontrare i due ex innamorati.




Ma Teresia è così scioccata che fugge via...


Mentre la maestra sta ancora vagando per le vie della città, il maestro di musica la incontra, e la invita a bere una birra...
Scena veramente reale, una maestra single nel 1918 che accetta di entrare la sera in una bettola a bere.


Nel mentre anche Tommaso si arrovella sull'incontro testé avvenuto.
Si noti che la donna del ritratto ha i capelli BIONDI, BIONDI, criiibiiio, BIONDI!!!


Io non ce la vedo la signorina Rottermeier tracannare birra e ballare in un'osteria...
Teresia confida alla barista e al maestro di musica che lasciò Tommaso (che loro due non sanno manco chi sia...) dicendo una bugia, per permettergli di proseguire la sua carriera di pittore, senza che lei potesse essergli di peso. Tipica trama da melodramma nipponico.



Tra l'altro la scena poco edificante è vista da un rappresentante della scuola, e la maestra rischia anche il posto...
Alan e Julie ascoltano la confessione della maestra da fuori il locale, con le finestre chiuse, il rumore della musica ed il vociare dei clienti brilli e quello della strada... vabbè... riferiscono a Tommaso.


La barista va a trovare Teresia e le rifà il look.


 Julie porta Tommaso...


... e tutti vissero felici e contenti.


 La nuova Teresia decide che per la festa dell'amicizia si organizzerà un ballo in maschera.


Teresia sta ballando con Alan che è vestito da Conte Dracula  >_<


 Puntata 12!



Julie legge in classe un tema su quanto fosse bello il Tirolo.

         


Tralasciando che l'amico d'infanzia tirolese di Julie mi pare abbia il doppi dei suoi anni, ma scompare dal resto della puntata! E che cacchio lo avete fatto vedere a fare?!?!


Da notare sullo sfondo una tipica costruzione tirolese del 1918  :]




Parte il secondo video!

             

Certo che i tirolesi del 1918 vestivano ed indossavano accessori molto anni 70, erano avanti!



Di ritorno da scuola a Julie viene consegnata una lettera del signor Kasel, amico di famiglia, che le propone di tornare in Tirolo.


Lascio l'indirizzo, nel caso qualche fan volesse scrivere a Julie.




Tania racconta il tutto al resto della famiglia, che al posto di fare i salti di gioia, è triste e preoccupata... ma Julie tranquillizza tutti, lei si trova bene a Vienna..
In realtà soffre di nostalgia, vorrebbe accettare la proposta del signor Kasel, ma non vuole ferire gli zii.
Asp... una bambina in una città di lingua germanica che soffre di nostalgia per le sue montagne... cosa mi ricorda? Plagio!!!


La faccio breve:
Istituito coro --> Julie e Carolina in lizza per ruolo di solista --> il maestro sceglie Julie --> il padre di Carolina minaccia di togliere le donazioni alla scuola e far licenziare il maestro di musica se non sarà sua figlia la solista.


Il maestro dì musica affoga i problemi nel vino, molto educativo, appena c'è un problema tutti si attaccano alla bottiglia...


Nel frattempo Julie, turbata da questa diatriba che la vede protagonista suo malgrado, incontra Pepe nel bosco!
Pepe non è morto assiderato!
Sono rincuorato!  ^_^


La parabola dello scoiattolo insegna a Julie che, come l'animaletto può essere felice solo nel bosco, lei può esserlo solo nel Tirolo.
Nel frattempo è comparso Alan, che appare dal nulla ogni volta...


Si becca un ceffone da Alan, che ora non la vuole più vedere perché ha deciso di abbandonarlo.



La faccio breve:
Julie scrive ai Kasel --> i Kasel giungono a Vienna --> per motivi oscuri Julie si ritrova su un palco in un parco pubblico --> canta, in giapponese...




L'esibizione di Julie ha un grande successo, le chiedono addirittura il bis!
E lei fa il bis, in giapponese!!!


Compare anche Alan, che ha già cambiato idea... e che non si comprende per quale arcano e misterioso motivo arrivi sempre nel momento più utile agli sceneggiatori  >_<


I Klement e i Kasel si disputano Julie, che alla fine decide che vuole restare a Vienna per cantare nel coro (e non darla vinta a Carolina), non perché sia affezionata ai Klement, che le stanno dando vitto ed alloggio gratis dalla prima puntata...


Tornerà in Tirolo dopo che avrà cantato nel coro.




"Famiglia TV" dal 19 al 25 ottobre 1980 - "Cacciati dal video i robot giapponesi", di Carlo Silvani + "Dopo Heidi e Remi ecco Anna dai capelli rossi", di B.C. + perla finale!

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Dopo parecchi Tv Sorrisi e Canzoni, qualche Telepiù, un Radiocorriere TV, un Onda TV  e un Telesette, allargo un po' la panoramica delle riviste televisive con questo "Famiglia TV", che personalmente non rammento in nessun modo. Di certo a casa mia non è mai stato acquistato.
I programmi televisivi venivano esposti in due tranche, nella prima i tre canali nazionali Rai più qualche tv locale divisa tra nord e centrosud, nella seconda parte una pagina per giorno di altre tv locali del nord e centrosud Italia. Ergo le tv locali presenti non sono moltissime, pur rappresentando un panorama nazionale delle televisioni private, che nelle altre testate non è presente, in quanto le tv locali sono di una sola zona specifica del paese.
Cambia la testata, ma l'attenzione per i cartoni animati giapponesi non diminuisce, infatti sono presenti ben due articoli sugli anime del periodo. Il titolo del primo articolo rende ben conto di quale fu l'epilogo in Rai della polemica suscitata dai 600 genitori di Imola dell'aprile precedente:
"Cacciati dal video i robot giapponesi"!

In realtà nello scritto di Carlo Silvani non ci si dilunga molto sulla polemica inerente la diseducatività degli anime, viene data per conosciuta ed assodata, spiegandone solo il risultato finale, cioè niente più robottoni, sostituiti da altri cartoni (italiani), programmi vari ed un nuovo cartone animato giapponese  ^_^


Molto più interessante, dal mio punto di vista di ricercatore di castronerie sugli anime a mezzo stampa, è il secondo articolo, che dovrebbe limitarsi a presentare "Anna dai capelli rossi", ma dato che l'autore (o l'autrice) conosce solo il romanzo di Lucy Maud Montgomery, pensa bene di buttarci dentro il famigerato "segretissimo elaboratore elettronico"... Isao Takahata ringrazia...


La perla finale presente nel titolo è l'ennesima prova di quanto la baggianata sull'uso dei computer da parte degli animatori giapponesi fosse radicata....
In uno degli articoli viene dato conto dell'inchiesta televisiva fatta dal giornalista Carlo Sartori sulle televisione nel mondo. Quindi parliamo di un'inchiesta televisiva, non di un giornalista che scrive su un quotidiano pressato dal dover mandare in stampa il giornale, che ha visto vagare l'autore per mezzo mondo ed analizzare le tipologie di programmi prodotti dalle tv più importanti del pianeta.
Il giornalista parla del ritmo che gli statunitensi danno alle notizie, della qualità dei programmi storici della BBC, ed anche della tv giapponese:
"I giapponesi sono da parte loro i migliori dal punto di vista dello sviluppo tecnologico-produttivo. Nel montaggio dei filmati, a disegni animati e non, ad esempio, utilizzando un computer, realizzano in un giorno la mole di lavoro che un'altra TV del mondo svolge in una settimana.".

"A disegni animati e non", mi pare che le due categorie siano abbastanza differenti.
Quindi ciò che si poteva leggere su Anna dai capelli rossi a pagina 9, veniva confermato da Carlo Sartori a pagina 12.



Ricomincio dal primo articolo sulla sconfitta alla Rai degli invincibili robottoni giapponesi, che è fondamentalmente incentrato sulla programmazione autunnale/invernale di "3, 2, 1... contatto!".

Nella didascalia della pagina di sinistra si può leggere:
"Mazinga, il supereroe spaziale, lascia il posto alla tenera Anna dai capelli rossi...".
Io avrei scritto:
"Mazinga Z, non concluso... che non è un supereroe spaziale, in quanto non è mai uscito fuori dall'atmosfera terrestre, lascia il posto alla tenera Anna dai capelli rossi...", ma vuoi mai che i giornalisti conoscessero questi particolari secondari?



 Per quanto io non sia un fan di Mazinga Z, è centomila volte meglio dell'ispettore Nasy...  >_<






A voler fare i pignoli, Anna è nata in Canada, e poi è stata adottata dai giapponesi.


 "Come loro (Heidi e Remi), infatti, è stata "realizzata" dai disegnatori giapponesi su indicazione di un segretissimo elaboratore elettronico, anche se la sua vera nascita risale a qualche decennio fa, ad opera di una semplice penna stilografica e molta fantasia".

Allora, tralasciando che Isao Takahata esegue a mano i propri disegni animati ancora oggi, figuriamoci negli anni 70... sarebbe chiedere troppo che il quasi anonimo autore faccia pace con il suo cervello?
Ma se l'anime è tratto da un romanzo del 1908, come poteva il "segretissimo elaboratore elettronico" indicarne la creazione ai disegnatori giapponesi?!
Ma si può scrivere una cosa ed il contrario di essa in sole 8 righe?!  T_T


Avverto che ho scannerizzato solo alcuni degli articoli presenti nel sommario, erano poco interessanti.



Da leggere con attenzione la lettera di Anna Careddu, altro che lavorare in fabbrica...





L'articolo completo da cui ho estratto la perlata del computer per il montaggio dei disegni animati giapponesi.
Questa era una trasmissione che andava in onda sulla Rete 1 (il canale istituzionale!) della Rai in seconda serata, sarebbe interessante poterla vedere, almeno la parte inerente le tv giapponesi  >_<









Quintarete ne trasmetteva di cartoni jappo!















Ho trovato molto più interessante i palinsesti delle sole tv locali.






Arriva la Yamato!




In tutta la rivista si può leggere spesso il telefilm Star Trek, sempre scritto correttamente, poi gli dedicano un riquadro e scrivono Star Treck...   T_T
La puntata di Spock senza cervello  ^_^








Go Nagai Robot Collection 144 Doppio Fayzer V1

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Mentre scrivevo questa recensione ero pervaso da un forte senso di euforia: la GNRC sta finendo!
Sarà forse per questo che la puntata, che non avevo mai visto, mi è piaciuta parecchio (ci torno più sotto), ed ho quindi apprezzato la scelta di pubblicare lo sconosciuto (per me) Doppio Fayzer V1.
Il mecha del mostro meccanico è abbastanza essenziale, ma comunque bello, con un faccino sull'addome avrebbe potuto tranquillamente far parte dell'impero di Mikenes.
La posa di sfida corrisponde a quella che Doppio Fayzer V1 (un nome più corto?) assume spesso nell'episodio, quindi mi è parsa corretta. Peccato per le sbavature del mio pezzo, considerando che ci sono due colori predominanti, sono riusciti a sbagliare le poche tonalità differenti... ma vabbè, chemmifrega? E' quasi finita!  ^_^


Le ali alla Devilman, il classico elmo da armatura medioevale, il simil raggio protonico, che, invece, è un disco bomba.
Ma perché mai Fayzer è doppio?
Perché si può trasformare, da piccolo ad enorme!
A quale scopo? Appunto.


Double Fayzer V1 dalle solite svariate angolazioni.








Me lo immagino il tipo/a che sta dipingendo il modellino mentre pensa:
"Non devo sbagliare, non devo sbagliare, non devo sbagliare proprio sul davanti... criiibio... ho sbagliato... Capo, che faccio? Butto il modellino con la sbavatura di colore proprio sul petto?"

Capo:
"Ma sei scemo?!?!
Quality Control Approved!"  ^_^







Eccezionalmente ecco anche una foto del Doppio Fayzer V1 piccolo, questo è uno sguuub  :]



Boss sta facendo la ronda notturna antincendio, non si capisce bene il perché, ma va bene lo stesso... e si imbatte in un minuscolo mostro meccanico, parecchio spocchioso, che parla pure!



Fayzer x2 acceca Boss con un raggio fuxia.


Resta di stucco è un barbatrucco... diventa enorme!
In aiuto di Boss arriva Sayaka, che vive la medesima esperienza extradimensionale, per poi essere anch'essa sconfitta.
Infine Fayzer si ritira, e alla base Koji si prende gioco di Boss e Sayaka, accusati di vedere i fantasmi.


Nel contempo alla base si accorgono di avere i radar disturbati, la colpa è sempre di Fayzer, che emette un'onda elettromagnetica di disturbo.



La mattina successiva si può ascoltare questa frase di un tecnico:
"L'onda elettromagnetica di disturbo è stata localizzata in città".

Ma se disturba i radar della base, in quanto è di "disturbo", come può essere localizzata?  O_o
Comunque Fayzer sta mettendo a ferro e fuoco la città, qui sotto una sua simpatica immagine mentre compie l'apocalisse dal tetto di una chiesa  ^_^


Arriva Koji, che, nel tentativo di distruggere Fayzer Junior, abbatte un palazzo con il raggio fotonico, ma vabbè, facciamo finta di nulla...


Fayzer Junior ischerza Koji!
Questo mostro meccanico mi sta un sacco simpatico  :]


 Segue la pantomima della trasformazione.



 Ma Fayzer non compare a Koji in versione enorme, si materializza direttamente alla base!


Qui Faizer Senior mette in luce una delle debolezze intrinseche di tutte le barriere delle fortezze robotiche. Le barriere nascono da un raggio emesso da un dispositivo esterno alla base, ma questo emettitore non è protetto, basta eliminarlo per far scomparire la barriera.
Ci vorrebbe una barriera per l'emettitore, e poi un'altra per l'emettitore dell'emettitore, e poi etc etc...



Faccio notare che, mentre Fayzer Senior sta per distruggere la base, Koji è ancora in città ad aspettare che questi appaia...   >_<




Spacca tutto!!!


Koji realizza che ha poco senso attendere in città, quindi parte al soccorso della base, ma nel tragitto si ritrova davanti un secondo Fayzer , quello Junior, allora erano due!!!
Junior e Senior!
Ai tempi deve essere stato un bel colpo di scena, apprezzabile  :]


Considerando che Koji è scarso come pilota se deve affrontare avversari della sua grandezza, figuriamoci con mini nemici... le figure di palta si sprecano...



 Intanto Boss e Sayaka difendono la base.


 Alla fine Koji riesce a dare il colpo finale a Fayzer Junior.


A questo punto Fayzer Senior agisce in un modo che ha sorpreso anche me, oltre che Ashura, abbandona la base, quando la poteva tranquillamente distruggere, e si precipita da Junior, ignorando anche Mazinga Z!


Voleva aiutare Junior, ma dato che ormai è deceduto, lo tumula... primo caso di mostro meccanico dedito alla sepoltura dei suoi simili.


 Si comprende che Fayzer Senior non l'ha presa proprio benino...



 Inizia pure a nevicare!


Fayzer Senior spezza una delle ali del Jet Scrander.


 Acceca Koji e...



 ... lo gambizza!!!





E' palese la sua intenzione di immolarsi con Mazinga Z contro la base, una scelta volontaria, si badi bene, non ordinata da Ashura, che in tutto il combattimento mai interviene.


 Epilogo finale.





 Chi è il più ridicolo?  ^_^



 Le prossime ultime 6 uscite (più uno speciale)!



"Gioco e giocattoli nella vita del fanciullo - Guida per la scelta del buon giocattolo" (1971)

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Una delle rivoluzione introdotte da Goldrake e soci fu un nuovo modo di giocare, un nuovo immaginario fantastico e fantascientifico, che sommato all'avvento dei primi videogiochi, terremotò la fiorente industria italiana del giocattolo. Soldatini, trenini e costruzioni, furono messe da parte per lasciare spazio a i nuovi eroi televisivi animati giapponesi.
Negli articoli della "Emeroteca Anime" propongo spesso contenuti riguardanti le polemiche nate dal cambio di abitudini ludiche di noi ex bambini del periodo. C'erano le preoccupazioni meramente economiche degli industriali italiani, che vedevano erose le loro quote di mercato dal "pericolo giallo", e poi quelle educative di genitori e giornalisti. Tutti concordavano che i giocattoli nati dal merchandising degli anime erano una iattura, ma tutto ciò non fermò il loro successo. A distanza di 40 anni quei vecchi giocattoli, spesso da pochi soldi, hanno quotazioni impensabili, oppure vengono esposte in mostre tematiche..
Ma come vedevano i giocattoli gli esperti educatori molto prima dell'avvento di Goldrake e dei videogiochi?
In un mercatino ho scovato questa guida al giocattolo, che spiegava ai genitori del 1971 cosa scegliere per i propri figli.
Sono presenti molte foto di giocattoli dell'epoca, che fanno sempre l'effetto catalogo di giocattoli  ^^
Mi rendo conto che è ingeneroso valutare con le conoscenze di oggi uno scritto del 1971, che comunque fu pubblicato con tutte le migliori intenzioni, ma la cosa che mi ha colpito è praticamente l'assenza di prescrizioni sulla pericolosità materiale del giocattolo. Basti pensare che per la fascia di età dai 2 anni ai 4 anni si consigliavano le piste per biglie!!!
Oggi leggiamo ovunque il divieto di giocattoli di piccole dimensione per bambini di età inferiore ai 36 mesi, ma nel 1971 ti consigliavano di farlo giocare con le biglie!!!
Questo per dire che, pur considerando importantissimo il pare degli "esperti", non sempre questi ci azzeccano.
Per esempio il giudizio sulle armi giocattolo non era negativo, lo sarà molto, invece, quando i bambini imiteranno le armi dei cartoni animati robotici giapponesi...
Si boccia l'idea di mettere un'età consigliata sulle scatole dei giocattoli, mentre oggi la troviamo ovunque.
A pagina 30 si elencano i requisiti che dovrebbe avere un buon giocattolo, sempre dal punto di vista formativo, ma non sono tutti quelli di un videogioco di oggi?  O_O
E allora perché gli esperti dei decenni successivi si scagliarono, e si scagliano ancora, contro i videogiochi?


Ovviamente il documento ha ormai 46 anni, e lo si nota a pagina 56, dove a chi terminava la terza media venivano date due possibilità, dico, solo due:
Frequentare le superiori o andare a lavorare!!!


Riparto dalla pagina 1, chi vorrà potrà leggerselo tutto e farsi la propria idea su quanto sia cambiata l'idea degli esperti sul giocattolo, e quanto sia cambiato il giocattolo stesso!
Volendo si può dare un'occhiata a quali giocattoli fossero disponibili guardando questo catalogo di giocattoli Upim del 1970.







Immagino quanti peli e fili rimanevano nelle mani del bambino, che poi se li portava alla bocca.
Che poi fossero ignifughi dubito molto...





Qui il consiglio sulla pista per le biglie a 2 anni  >_<




































Noi giocavamo alla guerra di continuo, e, tranne che nei videogiochi, non abbiamo ammazzato mai nessuno  :]









Qui il punto dove si critica il metter l'età consigliata sulle confezione dei giochi.






Oh, ma che pantaloni fighi ha il bambino di destra?!  ^_^








Le materie plastiche non erano ben viste, povera Atlantic T_T




Pochissime righe dedicate alla "pericolosità del giocattolo", ai tempi era un non problema, dato che la casa era già una giungla   ^_^


La foto qua sotto mostra un gioco scomparso, noi ci industriavamo un sacco per fare la tavola a sfere più resistente.





A come Ateotaku, ateismo e animazione giapponese

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TITOLO: A come Ateotaku, ateismo e animazione giapponese
AUTORE: 
Francesco Avella
CASA EDITRICE:
Youcanprint
PAGINE: 100
COSTO: 8,9 €
ANNO: 2015
FORMATO: 21 cm x 14 cm 
REPERIBILITA': Reperibile sul web
 
CODICE ISBN: 9788891175298


Sono un otaku?
Sono ateo?
Potrei essere otaku e non ateo?
Potrei essere otaku ed agnostico?
Ma perché mi devo porre queste domande?
Per l'autore gli appassionati di anime e manga, cioè gli otaku, se vogliono essere coerenti con la propria religione monoteista (nel nostro caso la cattolica), non possono vedere anime e leggere manga.
Questo non perché lo vieti l'autore, ma la religione cattolica, che, se professata alla lettera, impedisce di seguire anime e manga per i loro contenuti satanici.
L'unico modo di essere otaku e restare coerenti con se stessi, è diventare atei.
L'approccio alla problematica sarebbe anche interessante, senonché, dal mio punto di vista, non l'ho mai considerato un problema. Pur essendo cattolico di nascita, non lo sono per frequentazione ed adempimenti religiosi, e quindi mi guardo gli anime senza nessun problema. Riguardo, invece, la decisione di diventare ateo, la rimando sempre ad un prossimo futuro, anche perché non è che mi cambierebbe la vita.
Ribadisco che lo scritto di Avella può essere anche interessante, però quando si entra nel terreno religioso si entra in un campo minato.
Mi pongo questa domanda: ma se proprio decidessi di fare il grande passo, certificando in pubblico il mio essere ateo, dovrei farlo in quanto mi ritengo otaku?
Non ci sarebbero altre millemila motivazioni valide?
A questo punto si potrebbe affermare che il 4 aprile 1978, cioè la data di trasmissione della prima puntata di Goldrake, in Italia fu il giorno in cui l'ateismo contaminò i bambini?
Avrebbe un senso?
A mio avviso, chi ti dice che per essere coerente con la propria religione devi abbandonare anime e manga, come fa l'autore a pagina 16, commette lo stesso errore di chi fa il ragionamento opposto.
Dico, abbiamo già tanti problemi, bisogna crearsi pure questo?
Diciamo che ho digerito male l'introduzione dell'autore, troppo impositiva, vuole convincere il lettore a diventare ateo, ergo metterei da parte i suoi intenti educativi per concentrarmi, invece, sulle censure religiose subite dagli anime.
Dato che il libro è mancante dell'indice, lo inserisco io:
Introduzione: Ateotaku


Trinità blasfema e censure: sessualità; violenza; occultismo
L'autore elenca alcune censure derivanti da tabù sessuali, tipo il ciclo mestruale e l'omosessualità, a cui seguono le censure per la violenza e l'occultismo. E' questa, a mio avviso, la parte più interessante dello scritto, anche se un po' troppo zelante.
Viene preso ad esempio un anime, raccontata una dinamica ed esposto quanto la chiesa si opponga a questa situazione peccaminosa. Ergo si dimostra al fervente cattolico ( o non fervente) che, se vuole continuare a guardare anime, non può più seguire la propria religione. Forse sarebbe stato meglio concentrarsi solo sulle censure, senza intenti di proselitismo ateo.

Anime per otaku: Fullmetal Alchemist; Ef – a tale of Memories/Melodies; Angel Beast!; Umineko no Naku Koro ni; Maria Holic; Welcome to the NHK; Kimi no Tabi; Ichiban Ushiro no Daimaou; Hellsing; Cowboy Bebop; Spice and Wolf; Hokuto no Ken; Berserk.
Sono consigliati 20 anime che criticano la religione, questo percorso “animato dovrebbe facilitare la scelta di diventare atei.
Io “ Welcome to the NHK” l'ho visto (pure subbato...), e non ci ho notato questi contenuti ateisti... questo vuol dire che tutti gli anime ne contengono?
Ma ci sono anche in film, telefilm e spettacoli vari, pure nel telegiornale... solo che a me non interessa il punto di vista del clero...

Buddhismo e Pastafarianesimo
L'autore consiglia dei libri sul buddismo, in quanto sovente negli anime si parla di questa religione, che lui parrebbe non disapprovare, in quanto manca un dio in cui credere.
Segue il Pastafarianesimo, che manco sapevo esistesse, e che non ho capito quale nesso abbia con gli anime.

Il Natale e la festa del pene

Lettera di un otaku

Aforismi Ateotaku

Non ho capito neppure gli ultimi tre capitoli. Probabilmente sono io che devo aver equivocato il suo contenuto, pensavo che l'argomento centrale fossero gli anime, invece è l'essere ateo. Gli anime e i manga sarebbero solo un mezzo per diventarlo. Spero solo che questo libro non lo legga qualcuno a “Studio Aperto”, altrimenti partirà un'altra caccia alle streghe...

Mi permetto di inserire due scan per rendere conto del tono un po' impositivo dello scritto.






Il fotolibro de "L'Impero colpisce ancora" (settembre 1980) - Differenze con il film

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Il secondo post di questo blog fu sul fotolibro di "Guerre Stellari", nel lontano 13 maggio 2013, dove facevo (o tentavo) risaltare alcune incongruenze tra il film ed il cartonato.Queste differenze avevano attratto la mia attenzione fin da bambino ed erano di due tipi: trama leggermente modificata ed immagini mai viste, fin con personaggi nuovi.
Il più eclatante esempio erano i nomi dei personaggi, tutti quelli originali! 
In questo fotolibro del successivo film, invece, non ci sono molte differenze con l'originale. Per esempio i nomi, pur restando quelli statunitensi, vengono esposti nella versione italiana all'inizio del cartonato.
Per il resto nessun grosso cambiamento di trame, ad eccezione di alcune piccole modifiche, che volendo potevano essere anche evitate, visto la loro marginalità. Sovente, invece, i fatti non sono riproposti nello stesso ordine cronologico del film, magari anticipati o posticipati, ma immagino solo allo scopo di poter rendere più fruibile il libro.
Molti sono i fotogrammi immortalati da posizioni diverse rispetto alle scene del film, di solito da più lontano, ma anche da angolazioni differenti. Probabilmente il film venne ripreso da due cineprese, oppure qualcuno faceva delle foto durante la recitazione.
Quindi questo secondo fotolibro non presenta le chicche del primo, purtroppo...
Una delle poche eccezioni è l'immagine qui sotto, qualche fan se la ricorda?
Direi che sarebbe impossibile, in quanto nel film non è presente.
Vi si può vedere un droide medico intento a fare l'autopsia ad un Tamtam, in pratica un Quincy robotico  ^_^


Riparto dall'inizio del fotolibro  ;)




Come si può notare i nomi dell'edizione italiana sono stati messi tra parentesi, mentre nel precedente fotolibro non erano per nulla contemplati.


La prima immagine del fotolibro è dedicata alle truppe dell'alleanza ribelle, intente a lavorare alle difese della base sul pianeta Hoth, mentre nel film si vede un incrociatore lanciare delle sonde spaziali.
Il TamTam viene chiamato lucertola, non ho mai pensato a che tipo di animale potesse essere, ma non una lucertola, ha bisogno del sole...



Vediamo Chewbe sotto il Millenium Falcon, mentre nel film sta riparando la parte superiore. Questa immagine non è presente nel film.


Il fermo immagine del film, con Chewbe che salda sopra il Millenium Falcon


Questa immagine è ripresa da molto più lontano rispetto al film, che è quasi in primo piano, come si può vedere appena sotto.




Intanto il fotolibro non mostra mai il Wampa, chiamandolo solo “mostro”, inoltre sono invertite le scene della caverna e di Ian Solo che esce alla ricerca di Luke, ma la cosa più interessante è l'inserimento di una scena nuova con relativa immagine mai vista nel film:
Un droide medico sta compiendo un'autopsia su un Tamtam per comprenderne le cause della morte, il Wampa?




Il pilota che trova Luke e Ian si identifica come “Vagabondo 2”, mentre sarebbe “Rogue 2”.


Viene introdotto un nuovo avvenimento, una creatura mostruosa (il Wampa?) che penetra nella base ribelle. Magari era la sceneggiatura originale, magari...


Dopo la morte del mostro tocca alle sonde dell'Impero. 
L'immagine più in basso pare essere quella in cui Ian sta cercando Luke, quindi riutilizzata erroneamente per raccontare la ricerca della sonda nemica.
Manca la scena incestuosa (comunque senza lingua) tra Luke e Leila  ^_^



Non è mostrato il mega incrociatore spaziale di Lord Fener, che fa sembrare gli incrociatori imperiali delle Fiat 500 anni 50...
Anche l'immagine sotto con Fener e soci non rispetta l'inquadratura del film, appena sotto.










L'immagine di Chewbe è una novità assoluta, in quanto non si mette mai in posa, ma si limita a portare le chiavi idrauliche a Ian. Mentre D3BO lo si vede più o meno in quella posizione molto dopo, quando il Millenium Falcon si è rifugiato nel cratere dell'asteroide.


Chewbe che prende le chiavi idrauliche.


D3BO che davanti alla console.


Anche Luke dentro il caccia da questa angolazione non lo si vede mai..


Il massimo che ci viene mostrato è questo.


Mi pare che sia chiaramente un disegno.


Mentre l'immagine di C1P8 a testa in giù la si può vedere quasi uguale, quella di Luke con una mano sopra il droide è presa da una posizione differente.








Yoda allena Luke come Obi-Wan fece prima di lui sul Millenium Falcon, solo che al posto della pallina volante, usa una minuscola barra d'argento... si potevano sforzare un pochino di più  :]





I cacciatori di taglie sono immortalati di fianco a Lord Fener, come non li si vede nel film. Non per nulla non avevo mai fatto caso a quello umanoide con la testa fasciata, che sembra capitato lì per caso... nel film lo si intravede dal basso verso l'alto, solo sullo sfondo...
Qualcuno dovrebbe usarlo per un cosplay  :]


Nessuno capirebbe mai a quale personaggio di Guerre Stellari si ispiri  ^_^


Oltre a Boba Fett veniamo a conoscenza dei nomi degli altri cacciatori di taglie:
Bossk; Zuckuss; Dengar; IG-88.
E qui sorgono due problemi:
1°) i nomi sono 5 e i cacciatori di taglie mostrati sono 4...
2°) Chi è chi?
A parte Boba Fett, come faccio a fare il cosplay dell'umanoide con la testa fasciata, se non posso dire il nome a chi mi chiede chi io stia impersonando?  O_o


Però ci vengono rivelati particolari importanti, oltre al nome dell'incrociatore che si perde il Millenium Falcon, cioè Avenger(!!!), scopriamo anche la marca di stuzzichini preferita da Yoda è la Gimer!
Yoda deve esserne un gran goloso, le mangia anche mentre sta addestrando Luke.


Ian davanti a questa console mi pare che sia una primizia del fotolibro.




La scena di Luke nella caverna pregna del lato oscuro è stata messa in questo punto del fotolibro.
Ian e Lando che si incontrano sono ripresi al contrario, Lando sarebbe sempre sulla destra e Ian sulla sinistra.






Piccole differenze di inquadratura. Nel film la scena viene ripresa dal lato destro di Ian (appena dietro la spalla destra), tutto sulla tavola è identico, quindi non si tratta di una inversione della pellicola, ma proprio di una seconda cinepresa posta dietro la spalla destra di Ian.









Fener, Lando e Boba Fett si vedono un po' prima della scene in cui Ian viene ibernato nella grafite.






Lo strozzamento di Lando è immortalato da più lontano rispetto al film, che vede gli zamponi di Chewbe sempre in primo piano.




Anche il volo di Luke nel film è meno centrale.






Ci doveva essere qualcuno inginocchiato che faceva foto, perché vediamo chiaramente il Millenium Falcon, grazie ad una visuale simile a quella di C1P8.

Mentre nel film la scena è ripresa da più in alto, tanto che a parità di altezza della porta, il Millenium Falcon non si vede.
Quando sono inutilmente nerd  :]


Nella scena sotto vediamo C1P8 che regge il piede di D3BO, mentre nel film non succede mai. 
Un paio di frasi mi son sembrate errate. Lando non può affermare “Ci proverò”, in quanto non sta pilotando lui. Inoltre la risposta a Leila che chiede “Come sta Luke?”, non può darla Luke stesso...


C1P8 ha già saldato il piede destro a D3BO.



Chissà come proseguirà... se proseguirà... per me questa saga non avrà successo... non dura, non può durare ^_^






"I Trasferelli" storici della "Grinta giochi" (1976/77): Assedio al castello; Francis Drake; Cesare conquista la Gallia; La presa della Bastiglia

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Poco prima del successo dei Trasferelli a soggetto robottoni, o comunque inerenti l'animazione giapponese, ne esistevano di svariate generi e tematiche, in particolare la "Grinta giochi" metteva a disposizione di noi bambine/e molti scenari, a dire il vero quasi tutti prettamente maschili:
Avventura (Sandokan, assalto alla diligenza, Tarzan, pistoleros, Robin Hood, Zorro);
Sport (calcio, atletica, motocross, automobilismo, sci);
Favole (Biancaneve, Cenerentola, Pinocchio, Bambi);
Spazio e fantascienza (UFO, esplorazione lunare, aggancio nello spazio);
Il mondo in cui viviamo (sommergibile atomico, aeroporto, animali da tutto il mondo, il porto);
Didattica (traffico e segnaletica, gioca e leggi, i mestieri, animali preistorici)

Infine quello prettamente storico, con fogli su Cesare, Napoleone, Leonardo, lo sbarco in Normandia e i kamikaze(!).
Interessante quest'ultimo soggetto, i kamikaze... un argomento delicato per dei bambini/e delle elementari, che quindi era sfruttato a scopi ludico-commerciali anche prima dell'avvento dei cartoni animati giapponesi... così, tanto per farlo notare  :]
Ammetto che da bambino a me interessava solo giocare alla guerra coi Trasferelli (o qualsiasi altra cosa), non mi tangeva per nulla l'aspetto storico, come ero superficiale  T_T
All'interno è presente una pagina con un riassuntino storico dei fatti presenti nel Trasferello, per la serie "divertiamoci imparando", ma per me le due cose erano assolutamente da tenersi divise  :]
In un mercatino dell'usato ho scovato otto Trasferelli ancora imbustati, tra cui quattro del genere storico, che mostrerò in questo post, procedendo con la mia unboxing-scan™  ^_^









Il foglio chiuso del Trasferello misura 24 cm x 17 cm, quindi è molto più grande di quello su Goldrake che ho lincato sopra.


Il vocabolario utilizzato è abbastanza ricercato, ammetto che alcune parole non le conosco, peccato non essermene interessato ai tempi, son certo che manco l'avrò guardato il testo...   T_T


Oltre alle istruzioni era presente l'elenco degli altri Trasferelli che si potevano richiedere in cartoleria o in tabaccheria!!!
" Chiedilo in tabaccheria!!!"
Talvolta dimentico che ai tempi certe commistioni non erano considerate un problema, giocattoli e tabacchi assieme non erano un tabù salutistico. Chissà come ho fatto a non toccare mai una sigaretta in vita mia...  >_<


Ma era quando si stendevano le 4 parti del foglio che si poteva ammirare lo stupendo scenario lungo ben 67 centimetri!!!







Ma la "Gillette Italy" sarà stata la stessa delle lamette?  O_o


Questo foglio era l'apoteosi del massacro!!!  ^_^



Eviterò lo strip anche degli altri tre Trasferelli di carattere storico, il primo vale per tutti  ;)



 Prima di Wikipedia c'erano i Trasferelli  :]



Anche questo scenario di 4 fogli è da 67 cm.








Prima dell'avvento di Goldrake e soci i Trasferelli sui romani erano i miei preferiti, dai soldatini ai film, i romani mi gasavano un sacco, tanto che digerivo ance le lezioni di storia!!!
Dei quattro Trasferelli qui mostrati, questo è l'unico del 1976.






Meno male che Asterix ed Obelix non ci sono...






Un problema dei Trasferelli era la prospettiva... alcuni personaggi di questo Trasferello sono, a mio avviso, troppo grandi per essere trasferiti nel foglio sopra, obbligando il bambino ad inventarsi improbabili collocazione all'interno dei 67 cm dello scenario.


In questo Trasferello c'erano addirittura due fogli!  :]
Da bambino magari non mi sarà mai capitato, mi capita dopo 40 anni...



Faccio notare che c'è un falso storico, manca Lady Oscar al comando dei cannoni dei rivoluzionari...














"Giro del mondo - Giappone" (1962) album di figurine storico/geografico/culturale

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Nel 1962 io ero ben lontano dal nascere, ma se questo è un esempio degli album di figurine del periodo, comprendo ancor di più il clamoroso successo della Panini!
Non mi è ben chiaro quale potesse essere il target di questa pubblicazione mensile Mondadori, non credo gli adulti, visto che c'erano le figurine da attaccare, ma neppure i bambini, visto che c'erano solo 24 figurine da attaccare!!!
Guardato con gli occhi da adulto devo dire che non è un brutto prodotto, dava informazioni in un periodo in cui non era facile reperirle, specialmente sui costumi di nazioni tanto distanti. Non manca qualche piccolo errore riguardante i singoli termini, però bisogna sempre ricordarsi del periodo, oltre al fatto che questa collana di "monografie geografico-turistiche Mondadori" era tradotta da una pubblicazione francese (vedi pagina sinistra della scan qui sotto).
Per esempio il "sumo" diventa "simo", gli ainu (chiamati "ainos") sono identificati anche con il nome di "pinos"  >_<
Il periodo storico del nazionalismo e della guerra del pacifico è liquidato in 3 righe, si accenna solo all'occupazione statunitense, più interessante la parte meramente turistica, che poi era lo scopo della pubblicazione.
Beh, buona lettura  :]

















Nella didascalia alla foto della pagina di destra si può leggere "ainos", ma a pagina 45, dove si parla dell'isola di Hokkaido e delle sue genti, gli ainu diventano dei misteriosi "pinos"  O_o





Oggi questi piatti sono comuni, se non mangiati direttamente, avremo visto almeno un amico o amica ordinarli in un ristorante giapponese, ma nel 1961 facevano parte in toto del misterioso Giappone.






Il paragrafo che parla dei misteriosi "pinos", magari fu una traduzione errata dal francese.












La sola copertina anteriore, all'inizio del post ho messo una scan della copertina anteriore e posteriore.



Go Nagai Robot Collection 145 Gamia Q

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Questa  recensione della 145esima sarà abbastanza striminzita, dato che non ho nessun ricordo personale sul personaggio, nessuna immagine della serie o trama dell'episodio, solo le foto del modellino. Questo perché, sempre che io non stia scrivendo la cavolata del mese, le tre androidi Gamia Q1, Q2 e Q3 sono presenti solo nel manga, oltre che in qualche sequel, che negli anni ho pure visto, ma non rammento di preciso.
Leggendo il fascicolino-ino-ino-ino-ino, in cui l'esclusività del manga non è citata, ho scoperto che nel fumetto appare anche Ghostfire V9, ma nella puntata che ho recensito al link delle 3 Gamia non c'è traccia.
Ergo mi rimane ben poco da commentare, se non che continuo a non capire il senso di pubblicare personaggi conosciuti solo a chi ha letto il manga, quindi non il cliente medio della GNRC, e non personaggi strafamosi tipo il Mechadon... ma vabbè siamo -6 (con l'ultimo speciale) non ha più senso sperare che le cose cambino  :]
Il modellino non è malaccio, dipinto abbastanza bene, la posa è statica, forse si potevano sforzare un pelino, anche se ha due bei meloni  ^_^
Non so dire se l'abito civile indossato sia quello presente nel manga, oppure nelle successive presenze in OAV, Mazinkaiser vari o Shin a caso.


 Direi che con Gamia Q si completano i personaggi cattivi di Mazinga Z.


Il modellino dalle solite svariate angolazioni.








Com'è stupendamente corto l'elenco delle prossime uscite!!!   ^________^



"Il robot Goldrake al posto di Pollicino", di Marisa Paltrinieri - "Grazia" 18 febbraio 1979

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Trovo interessante questo articolo per molteplici motivi, intanto la testata, tipicamente femminile: "Grazia".
A dimostrazione che il successo di Goldrake lo fece atterrare sulle pagine di riviste che poco o nulla avevano a che fare con l'animazione e/o la televisione, ma ormai il nostro eroe era diventato un fenomeno di costume, come mai nessuno dopo di lui avrebbe fatto.
Facile finire sulle riviste tv del periodo, più arduo occupare spazio su settimanali e mensili di politica, oppure su Playboy o Penthouse!
E quando tra una rubrica dall'accattivante titolo "Un viso che sfida il freddo", uno speciale intrigante sulla maglia di primavera(!) ed un articolo esauriente su come si cura una dolorosa forma di erpete(?), ti ritrovi Goldrake, l'effetto e tutto un altro  ^_^



Poi ci sono i contenuti dell'articolo.
Era facile schierarsi con Goldrake all'inizio della sua avventura italiana, più difficile allo scoppiare della prima ondata isterica anti cartoni animati giapponesi, scatenata dall'onorevole Silverio Corvisieri nei primi giorni del 1979.
Marisa Paltrinieri non solo paragona il valore educativo di "Atlas Ufo Robot" per un bambino a quello delle fiabe, ma critica apertamente, seppur solo con un accenno, chi aveva tacciato Goldrake di essere "un campione della violenza annientatrice", cioè l'onorevole di cui sopra.
Infine ho apprezzato che in nessun punto dell'articolo si possa leggere che i cartoni animati giapponesi erano fatti al computer, che ormai era la prassi anche tra chi difendeva gli anime.
La giornalista di "Grazia" non si limita a difendere Goldrake, ma espone in maniera assai chiara il suo punto di vista:
Le fiabe sono un po' invecchiate, Goldrake permette al bambino di sostituirle con qualcosa di moderno, ma altrettanto formativo e per nulla violento, se non nella stessa misura delle fiabe!
Viene spiegato perché per la giornalista i genitori, spaventati da politici ed intellettuali, non avevano in realtà nulla da temere da Goldrake, facendo continui paragoni tra i personaggi di "Atlas Ufo Robot" ed i meccanismi narrativi delle fiabe più comuni.
La giornalista invocava rispetto per i gusti dei bambini, che non potevano essere i medesimi degli adulti, ovvio, no?!  ^_^
L'articolo, che occupa ben quattro pagine, è così bello che mi pare fin un peccato rovinarlo con miei ulteriori commenti, anche perché non c'è proprio nulla da eccepire!
















Enciclopedia Diecast – Parte prima: Popy GA e PA dal 1973 al 1979

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TITOLO: Enciclopedia Diecast – Parte prima: Popy GA e PA dal 1973 al 1979
AUTORE: Alain Bernardi
CASA EDITRICE: Edizioni Centroffset
PAGINE:
500 (?)
COSTO: 23,9 €
ANNO: 2017
FORMATO: 22 cm x 15 cm 
REPERIBILITA': sul sito http://www.robotvintage.com  

CODICE ISBN: 9788897996112


Parto con una premessa d'obbligo: io non sono un collezionista di chogokin ed affini.
A parte la GNRC... non vabbè, scherzavo :]

Detto ciò, il motivo che mi ha spinto all'acquisto del libro è la mera curiosità, oltre al piacere di vedere tante belle immagini di così tanti modellini vintage, senza dover affrontare la spesa per comprarli, che poi è la stessa motivazione che mi spinge a ricercare i cataloghi di giocattoli, invece dei giocattoli stessi (tranne per qualche eccezione).
Inoltre c'è da aggiungere che ho ancora tutti i “giocattoli” dei robottoni che avevo da bambino, e rivederli nella loro forma intonsa (e comprensivi di scatola), visto che a forza di giocarci li ho pesantemente danneggiati, mi ha fatto un gran piacere.
A mio avviso corrisponde al vero ciò che l'autore scrive in quarta di copertina:
Primo libro completamente in italiano che raccoglie immagini, informazioni e schede tecniche di tutti i modellini in metallo prodotti dalla ditta Popy tra il 1973 al 1979”.

Ci sarebbe "Anime d'acciaio", ma il libro di Guglielmo Signora è un saggio di approfondimento sul collezionismo robotico, direi il saggio più importante e probabilmente l'unico in tema.
Mentre questa pubblicazione non è (e non vuole essere) un'opera saggistica, ma una enciclopedia diecast, ovvero dei modellini in metallo pressofuso degli anime robotici, una guida passo passo per futuri collezionisti (o collezionisti già navigati), in cui sono presenti tantissimi consigli ed avvertimenti materiali per evitare di prendere fregature, e cercare di comprare veramente ciò che si desidera.
La catalogazione è assai accurata, ed il testo aiuta a comprendere cosa valutare prima di fare un acquisto.
Il tutto è possibile grazie ad un comparto iconografico di primissimo livello, una singola pagina può contenere fino a 6 immagini, che illustrano non solo il robottone in questione, ma la confezione, le differenze tra confezioni di versioni differenti e addirittura i particolari che permettono di identificare varie versioni di modellini!
Direi un approccio che si potrebbe definire maniacale, ma nel senso buono del termine.
Sono presenti anche due indicatori che evidenziano il livello di rarità dell'articolo, e la sua quotazione media alle aste. Ovviamente certe valutazioni sono suscettibili di contestazioni, ma per un collezionista in erba sono, a mio avviso, abbastanza utili, anche se con il tempo perderanno il loro valore informativo.


      


In questo primo volume sono presenti i modellini GA e PA della Popy, per GA si intendono i modellini dei robot, i PA sono i mezzi ausiliari, astronavi, navette e basi.
Mi pare giusto precisare che lo stesso autore non pretende né di aver scritto una bibbia né che le sue considerazioni non possano contenere degli errori, ma nascono comunque da 20 anni di collezionismo.
Errori, invece, abbastanza presenti in forma di refusi, probabilmente il prezzo da pagare per una auto pubblicazione.
Il secondo ed ultimo appunto che mi permetto di fare alla pubblicazione riguarda la copertina del libro, da cui, solo per averlo letto, ha iniziato staccarsi la prima pellicola protettiva (vedi scan sotto), spero che per i successivi volumi vengano scelte delle soluzioni diverse, più resistenti.




A mio avviso il prezzo di 23,9 euro (a cui vanno sommate le spese di spedizione) non è eccessivo, sempre considerando la mole disumana di immagini.
Se si consultano i prezzi di altri libri inerenti il collezionismo presenti qui sul blog (link), si potrà vedere che il prezzo è sovente superiore. A tale proposito mi viene in mente che nei commenti alla recensione del libro "Dieci anni nel paese delle meraviglie" sulle pubblicità della Gig, che contiene quasi tutte immagini in bianco e nero, gli stessi autori paventavano un costo di circa 90/100 euro per pubblicarle, invece, tutte a colori.
Nel libro di Alain Bernardi le immagini sono tantissime e tutte a colori e costa 23 euro e 90 centesimi (più spese di spedizione).
Le pagine dovrebbero essere 500, scrivo "dovrebbero" perché è assente la numerazione delle singole pagine, ho provato a contarle un paio di volte, ma mi sono perso, ergo non sono sicuro  >_<
Che sia un libro corposo lo si nota anche dal dorso, che reca un titolo più esteso.


Non vedo l'ora di poter sfogliare i successivi volumi.


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