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Sceneggiato "I sopravvissuti" dalle sinossi e articoli di tre riviste televisive - Rete 1 Rai dal 20 marzo 1979 all'8 maggio 1979

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Un commentatore (Daniele Guarnieri) del post sul Telesette del maggio 1979 (link) mi ha suggerito di cercare qualche articolo sullo sceneggiato "I sopravvissuti", che venne trasmesso sul primo canale Rai tra il marzo ed il maggio 1979.
Ero un po' dubbioso, non vorrei essere accusato di seminare il panico... ma poi vedo che c'è già un sacco di gente che ci riesce benissimo, quindi ritengo che i miei scrupoli siano superflui   ^_^
Oggi la chiameremmo "serie tv" oppure "telefilm", ma ai tempi si chiamavano sceneggiati, e venne trasmesso nel 1975 in Gran Bretagna, poi passo sul canale della Svizzera italiana nel 1976, infine approdò sulla Rai nel 1979. Immagino che il doppiaggio Rai fosse il medesimo di quello italo-elvetico, infatti non mi pare che si riconoscano le classiche voci del doppiaggio italico.
L'unico ricordo che ho di questo sceneggiato è che a me non piaceva per nulla, mentre mia madre ne era rapita, probabilmente l'assenza della fantascienza, la poca azione e i lunghi dialoghi da soap opera, non mi attiravano. Per scrivere questa recensione mi sono riguardato le prime quattro puntate, e devo dire che, nonostante l'ovvio ritmo lento (confrontato con le produzioni attuali), le prime due puntate restano interessanti, nel proseguo mi pare di notare una certa tendenza alle chiacchiere infinite.
Può essere che a tavolino non sia difficile per degli autori televisivi immaginare i drammatici sviluppi di una pandemia che stermini il 99% (per "TV Sorrisi e Canzoni", 90% per "Famiglia TV") della popolazione mondiale, comunque alcuni passi della prima puntata li ho trovati collimanti con l'attualità, ovviamente su una scala ridotta allo zero virgola... forse buttare un occhio ad una serie del genere, potrebbe servire ad alcuni per contestualizzare meglio ciò che stiamo vivendo (mio punto di vista).
La prima puntata comincia ad epidemia già diffusa, cosa che mi ha inizialmente spiazzato parecchio, pensavo di aver sbagliato e di stare vedendo il secondo episodio, comunque l'ho trovato un espediente sensato da parte degli sceneggiatori.
Le autorità nascondono che nel mondo i morti ammontano già a decine di milioni (si parla solo di pochi a Roma...), non funzionano i telefoni (classico per l'Italia), i treni sono in ritardo (idem...), vari black out elettrici, gli ospedali rimandano a casa gli ammalati dopo aver dato loro dei farmaci che non li aiuteranno. Una delle protagoniste minimizza, altri sono più preoccupati, si inizia a riflettere su come vengano date per scontate le comodità dell'era moderna (degli anni 70).

Sentenzia il personaggio di Abby Grant che vive in campagna:
“La metropoli è come un grosso bambino viziato, lavorano a migliaia per alimentarla, curarla, assicurarsi che stia bene”.

Appena Abby ha terminato, il marito si bea che in campagna avranno meno problemi, salta subito la corrente ^_^
Considero  molto bella la scena in cui Jenny Richards trova un mucchio di banconote in una sacca di un uomo deceduto, tutta valuta ormai inutile.
Il terzo protagonista è Greg Preston, un ingegnere, se l'umanità dovrà ripartire con gli injegneeeeri, si estinguerà presto!  
Chiaramente dopo più di 40 anni non mancano le ingenuità (segnalate pure ai tempi da "Famiglia TV"), ormai siamo dei telespettatori navigati ed esigenti, ma se posso guardarmi un cartone animato giapponese dello stesso periodo, posso vedermi anche un telefilm inglese  :]
In questo post ho inserito le sinossi delle prime sei puntate pubblicate da "TV Sorrisi e Canzoni", con annessi due articoli, uno di presentazione dello sceneggiato in occasione della prima puntata, ed uno di commento alla sesta puntata sulle possibili apocalissi. Non avendo i numeri dei "TV Sorrisi e Canzoni" con il settimo ed ottavo episodio, mi sono affidato al "Radiocorriere TV". Infine ho recuperato cinque sinossi da "Famiglia TV" dei numeri in mio possesso.



Mi sarò distratto, ma nella terza puntata non rammento i due bambini e il cane   >_<
Anche la trama della quarta puntata non torna con ciò che ho visto, nessun bambino con i tre protagonisti e nessuna comunità religiosa...
Mentre la prima comunità (quella con a capo il sindacalista) incontrata dai protagonisti si basava sulla prepotenza e il dominio, la seconda (quella della fattoria) ha come scopo la procreazione per non far estinguere la popolazione umana.
Entrambi gli approcci non sono graditi dai tre protagonisti, che le abbandonano.
La terza comunità (quella religiosa) non saprei valutarla, perché nella quarta puntata non esiste  :]
Sempre nell'episodio 4 si racconta che Abby causa la morte di altri sopravvissuti perché è portatrice sana del virus, ma questa è una scena non presente...




Mi son fermato alla quarta puntata, quindi non saprei commentare oltre   ^_^



Su "Famiglia TV" non solo era descritto l'episodio, ma veniva anche fatta una mini analisi dei contenuti, con giudizio finale. Non ho mai capito perché si dovesse leggere la trama, ci si auto-spoilerava la puntata...
Anche "Famiglia TV" afferma che nella quarta puntata Abby scopre di essere portatrice sana della malattia... boh... mi sarò distratto più volte, perché ho riguardato la scena, ma non c'è.




L'articolo di presentazione dello sceneggiato sul numero 11 di "TV Sorrisi e Canzoni" dal 18 al 24 marzo 1979 .









L'articolo di commentio alle possibili catastrofi sul numero 15/16 di "TV Sorrisi e Canzoni" dal 22 al 28 aprile 1979.
Lo scritto si basa sulle previsioni del "futurologo" Roberto Vacca, un personaggio che in televisione si vedeva con una certa frequenza, ma che a me non ha mai convinto.







Megaloman (1979) - puntata 15

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Episodio con molteplici risvolti di carattere introspettivo, in cui un guerriero (Maki) della Stella di Rosetta viene arruolato a forza da Capitan Delitto per sconfiggere Megaloman, se ci riuscirà, i suoi compagni della tribù Mane (gli stessi di Mari) verranno liberato, altrimenti...
A dispetto di ciò che si poteva leggere sulla carta stampata del periodo, l'accusa che nelle serie giapponesi i ruoli di cattivi e buoni fossero immutabili, era una delle tante fake news del periodo. O meglio, effettivamente i buoni restavano buoni per tutta la trama del cartone (ci saranno delle eccezioni che in questo momento mi sfuggono), mentre sovente i cattivi cambiavano schieramento.
In questa occasione troviamo un buono, vittima dell'occupazione del suo pianeta, che viene obbligato ad aiutare i cattivi, ma infine "diserta", nella serie di "Atlas Ufo Robot" ricordo più episodi con questo sviluppo.
Ad occhio, anzi, orecchio, la voce di Maki mi pare fosse la medesima di Daigo, il pilota del Gordian, ovvero Massimo Corizza.
Il buon Maki, che esordisce sulla Terra scatenando un massacro non indifferente, lo ritroveremo spesso a struggersi tra il dubbio di salvare gli amici ed essere complice della schiavizzazione di un'altra popolazione inerme, oppure opporsi agli invasori e decretare la morte dei suoi compagni della tribù Mane.
Tra l'altro ho trovato un po' contraddittorio che Maki si renda conto che Megaloman è il simbolo della libertà per il suo pianeta solo quando lo vede combattere... viene mandato sulla Terra per uccidere proprio Megaloman, quindi conosce il suo obiettivo, ma quando solo quando vede il suo viso si rammenta che è lo stesso che campeggia sulle bandiere dei partigiani rosettiani... ma quando Capitan Delitto gli ha affidato la missione, non aveva presente il viso di Megaloman?  >_<
Probabilmente l'equivoco sarà stato causato dal solito adattamento un po' approssimativo.
Potevano mancare in questa 15esima puntata dei tentativi di strage verso gli attori, comparse minorenni e stuntman della serie?
Ovviamente no, ci sono ben due differenti scene   ^_^


La prima scena la si può vedere più sotto nella sua completezza.
Allo scopo di far capire che Maki era fondamentalmente buono, gli fanno salvare tre bambinetti che stavano per essere investiti da un motociclista con la labirintite... questa scena è formata da due parti, quella sopra è l'immagine della seconda, dove una moto lanciata ad una velocità ipotetica di 25 km/h si avvicina fino a 4  o 5 metri dai bambini, cioè circa due secondi (stando larghi), se il pilota avesse perso il controllo del mezzo, avremmo avuto tre scolari in meno...
A me è parsa, nella sua completezza, una ripresa totalmente folle ed irresponsabile...



Maki ha un flah back delle battaglie sulla Stella di Rosetta contro gli invasori alieni, così apprezziamo la solita scena della grigliata di stuntman... delle numerose esplosioni una è enorme, ed altre più piccole sono vicino alle persone...


Ovviamente il "conflitto interiore"è quello di Maki.



Solito dialogo un po' a caso, la cosa interessante è che Capitan Delitto strappa il simbolo della tribù Mane, la stessa di Mari e Takashi, dalla tutina di Maki, come si faceva a militare con i nome sulla mimetica quando ti mettevano in punizione   ^_^
"Stai punito!"   ^_^



 Se Maki esegurà gli ordini di Capitan Delitto, i suoi compagni saranno liberati.



Maki arriva sulla Terra, i becchini gli ordinano di sparare al primo umano che inquadrerà nel mirino.



Maki vede una mamma con la figlioletta, e non ha il coraggio di premere il grilletto.


I becchini gli rammentano il ricatto, e lui preme il grilletto, solo che quelllo che impugnava non era un semplice fucile, ma un mega cannoncino, ergo, al posto di uccidere due persone, ne ammazza 2000...


Iniziano i sensi di colpa.


I becchini lasciano a Maki un medaglione-radio per contattarlo.



E qui siamo alla prima parte della scena del motociclista ondivago... perché procede proprio a zig zag... le sei immagini mostrano l'avvicinarsi della moto di grossa cilindrata, mica un Garelli giapponese... forse la prospettiva mi avrà ingannato, ma a mio avviso il motociclista sfiora i tre scolari, in caso di errore e/o caduta, sarebbe stato un massacro...



La seconda scena l'ho già descritta all'inizio del post.



Per salvare i tre bambini, Maki si ferisce gravemente ad una mano, una gravissima sbucciatura...
Guarda caso Takashi e soci hanno assistito alla scena, ed invece di chiamare una ambulanza e la polizia, il nostro eroe si porta a casa Maki per curarlo.



Arriva Mari, e Maki rimane sbigottito, assomiglia a sua madre!


Mentre i tre stanno socializzando, arriva la chiamata dei becchini. Maki astutamente finge di parlare al telefono mentre usa il medaglione-radio, ma inizialmente questo ha emesso un suono, tipo cerca persone, con Takashi e Mari che non hanno battuto ciglio.



Altro momento in cui Maki è trafitto dai dubbi sul da farsi.


Intanto Capitan Delitto ha approntanto il nuovo kaiju, che monta una cresta con una mega arma offensiva.



 Altro momento in cui Maki si angustia.



Takashi ha scovato la base dei becchini, chiama in aiuto il resto della truppa.



Maki apprezza la bellezza della Terra, e poi si strugge per il suo compito malefico...
Intanto arrivano anche gli altri, in questa puntata praticamente ignorati, ed inizia lo scontro corpo a corpo.



Appena iniziata la battaglia Megaloman fa saltare via la cresta al mostro. Maki riceve l'ordine di entrarvi dentro ed usare il "cannone atomico" contenuto per colpire Megaloman.
Ma se il corno fosse caduto su un fianco o peggio capovolto?
E se fosse caduto con la bocca da fuoco indirizzata dal lato opposto al combattimento?



Maki attiva il mirino del cannone, ma guardando il viso di Megaloman si rende conto che è il medesimo del vessillo delle forze partigiane della Stella di Rosetta, una bella memoria...



Mi ha ricordato quello di Sandokan...



 Parte il flash back arrosto di cui sorpa.


Maki si strugge perché non può attaccare il simbolo della libertà stellarosettiana, quindi colpisce il mostro, che lo attacca e distrugge.



Maki finisce fuori del cannone atomico (raramente i buoni crepano al primo colpo) e Megaloman sconfigge il kaiju.


Segue scena strappalacrime in cui Maki smette di struggersi per decedere.
Arriva pure Mari, non si sa bene come e con ancora addosso la tutina e il mantello, tanto per non attirare l'attenzione sullo shinkansen   :]


Takashi la prende male.


"Il Giappone Moderno" - Giovanni De Riseis (1895) - Capitolo 20

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Era il 23 luglio 2018 quando postai i primi due capitoli de "Il Giappone Moderno", alla fine, come tutte le cose belle(?) ed interessanti (??), siamo arrivati al capitolo finale  ^_^
De Riseis si occupò per ultimo dei dati statistici del Giappone per l'anno 1895, quindi dati recenti del periodo (del 1893 e 1894), ad opera della "Sezione di statistica generale del gabinetto imperiale", a cura del signor Ishibashi, capo delle sezione.
Con i numeri non me la cavo molto bene, quasi peggio che con l'italiano scritto   ^_^   quindi non è che io possa più di tanto analizzarli. Ho provato a cercare on line dati italiani similari del medesimo periodo, ma non sono riuscito a trovare informazioni con cui paragonare quelli giapponesi.
In particolare ero curioso di raffrontare i dati delle scuole.
Tra le tante curiosità mi ha colpito che in Giappone risiedevano 40 italiani, ed in Italia solo 7 giapponesi!!!
Immagino fossero quelle della delegazione diplomatica a Roma.
Per il resto, come sempre, spero possa tornare utile a qualcuno, buona lettura di numeri.















"Il signore degli anelli", di Claudio Bertieri - "Cinema Sessanta" del gennaio/febbraio 1980

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"Comunque, se ne potrà parlare, con più approfondita cognizione, in occasione dell'annunciata seconda parte e, di conseguenza, della globale trascrizione della trilogia."

E' questa l'ultima riga della recensione di Claudio Bertieri sulla rivista di critica cinematografica "Cinema Sessanta" del gennaio/febbraio 1980 , inutile ricordare che la seconda ed ultima parte del lungometraggio animato non fu mai prodotta.
Me ne accorsi verso la metà degli anni 80, quando, durante una seconda serata sulla Rete 2 della Rai (dopo il TG di sera tardi, ergo dopo le 23,00), incappai per caso in questo film. La sera successiva mi sintonizzai diligentemente su Rai 2 per vedere come finiva questa fantasiosa storia, ammetto la mia ignoranza del periodo, non conoscevo Tolkien... ma nulla... per la restante settimana ogni sera provavo a vedere se davano il secondo film, zero... provai lo stesso giorno della settimana successiva, nisba... infiniti ed impronunciabili furono gli improperi che indirizzai a mamma Rai per non aver concluso la trasmissione intera del film... non potevo sapere che non esisteva, però alla Rai non sarebbe costata molta fatica inserire un avviso alla fine del film per avvertire il telespettatore che per sapere come finiva la storia, sarebbe stato meglio comprarsi la trilogia scritta.
Detto dei miei ricordi del film passato in televisione, aggiungo solo che la recensione non è molto positiva, comunque assai approfondita, e viene dato conto che il film ebbe un discreto successo al botteghino, considerato che per gli italiani adulti l'animazione era riservata ai bambini. E' presente un labile accenno all'animazione seriale statunitense e giapponese come emblema di scarsa qualità, ma ci è risparmiata la balla del computer nipponico che disegnava Goldrake e soci.
Ho notato il nome errato del secondo libro della trilogia, che viene chiamato "I due giri", invece che "le due torri", ma sarà un refuso.
Buona lettura.








"L'eroe made in Usa", di Silvio Marengo - "Il Borghese" 11 febbraio 1979

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Considero importante il film di "Superman" del 1978, tanto da dedicargli una "etichetta" specifica nel blog, perché fu il primo film di supereroe preso dai fumetti degno della fama della versione cartacea. Nel 1977 venne girato anche un lungometraggio sull'Uomo Ragno, che andai a vedere in un cinema di Milano con mia nonna, ovviamente ai tempi il film mi piacque molto, ma oggi la sua visione è improponibile, se non per fare della sana ironia. Il film di "Superman", invece, dopo più di 40 anni, pur soffrendo un po' il tempo passato, ancora può essere visto in televisione, quindi la produzione del 1978 fece un egregio lavoro.
Ergo, quando, nella mia incessante ricerca di articoli giornalistici sui cartoni animati giapponesi (link), incappo in un valido articolo sull'eroe made in Usa, lo preservo dall'oblio in cui era piombato.
A questo punto debbo aprire una piccola parentesi sulla rivista su cui venne pubblicato questo articolo, cioè "Il Borghese".
In questi anni ho sfogliato tonnellate di pubblicazioni, ovviamente non sempre queste collimavano con le mie idee politiche, "Il Borghese" men che meno (un sacrificio non da poco il mio...), devo dire che paragonando la rivista politica ad altre del periodo, l'ho trovata innovativa. I contenuti degli articoli erano per me irricevibili, talvolta insultanti, ma il modo di esporli, direi "gridarli", il comparto grafico e di immagini, mi è piaciuto.
La rivista ospitava la rubrica "Giardino dei supplizi", in cui veniva trattato il mondo dello spettacolo, cinema, teatro e televisione, quest'ultima molto spesso più sul versante politico. Si criticava la Rai per le sue posizioni politiche, sia interne che nei programmi trasmessi, meno attenzione sulla critica dei programmi in sé. Ovviamente il mio giudizio è dato dall'aver passato in rassegna numerose annate, soffermandomi sui titoli e buttando un occhio a qualche articolo sparso, non da una lettura approfondita di ogni numero.
Ho trovato l'articolo sull'uomo d'acciaio cinematografico parecchio approfondito, in particolar ci si sofferma sulla produzione del film, tralasciandone un po' la trama, e raccontando retroscena che nel febbraio del 1979 probabilmente non erano alla portata di tutti.
Faccio presente che lo speciale sul film della "Editrice Cenisio", la casa editrice che pubblicava il fumetto di Superman, venne pubblicato nell'aprile del 1979, quindi Silvio Marengo ebbe una fonte diversa:
"Superman il film" supplemento al mensile Superman n° 39 - Editrice Cenisio 1979 PRIMA PARTE

"Superman il film" supplemento al mensile Superman n° 39 - Editrice Cenisio 1979 SECONDA PARTE

Le recensioni che ho trovato su altre pubblicazioni, si concentravano più che altro alla trama e sul ruolo dei personaggi, meno sulla genesi del film, che iniziò nel 1975.
Nell'articolo sono purtroppo presenti delle piccole sgradevoli annotazioni, totalmente superflue per la descrizione del film, ma che ci rammentano la posizione politica della rivista, come quando a pagina 368 si spiega che acquistare i diritti del personaggio di Superman necessitò di una certa sconsideratezza economica:
"L'avventura, anche per il gelido russo-americano di furbizia ebraica, appare piuttosto folle".  

Buona eventuale lettura (spero che i caratteri non risultino troppo piccoli).




"Dizionario Disney" - "Il Melograno" (1980)

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Ad un mercatino, quando ancora esistevano, ho trovato questo cartonato Disney pubblicato in Italia nel 1980, che fu la mera traduzione della sua versione statunitense uscita nel 1971 dal titolo "The Giant Walt Disney World Book". Avendo trovato un sito con le immagini della versione originale, ho appurato che è identico, se non per la traduzione e lo sfondo della copertina che è rosso, invece che giallo.
Più volte ho commentato nel blog che il materiale editoriale inerente i cartoni animati giapponesi pubblicati in Italia tra il 1978 e la metà degli anni 80 fu, tranne qualche sparuta eccezione, di bassa qualità: traduzioni approssimative; disegni abbastanza osceni; nomi a caso; trame inventate di sana pianta; rilegatura debole; etc etc

A dire il vero, questa bassa considerazione per i piccoli fruitori di cartonati e/o fumetti, valeva anche per il materiale non giapponese, ad esclusione della Disney, che metteva in commercio libri sempre ben fatti.
Per quanto riguarda questo cartonato, mi pare di notare una cura dei disegni un po' scarsa, ma forse la mia sensazione è data dal fatto che il "character design" di Paperino e soci risulta essere quello dell'anno di pubblicazione negli Usa, cioè il 1971. Ovviamente il tratto dei personaggi è mutato in quei nove anni, e noi bambini del 1980 eravamo abituati ad un Paperino un po' differente. Alice, invece, è identica a quella del lungometraggio d'animazione, perché la sua immagine rimase cristallizzata in quel film, mentre altri personaggi si sono graficamente evoluti.
Direi che il target del cartonato era per dei bambini di una età molto inferiore alla mia nel 1980, ciononostante l'ho trovato gradevole, seppure con 40 anni di ritardo.
Uno dei meriti raramente riconosciuti ai cartoni animati giapponesi è quello che ponevano la figura femminile non più in secondo piano rispetto a quella maschile. Intere serie avevano come protagoniste bambine, ragazze o donne, e quando queste erano comprimarie, il loro ruolo era simile a quello dei personaggi maschili. Anche le femmine animate giapponesi combattevano, davano il loro apporto, suggerivano strategie, salvavano l'eroe.
Hiroshi Shiba senza Miwa Uzuki, è solo una testa, alcuni aggiungerebbero di caxxo...
Se oggi, nei prodotti per bambini, questa parità d'eroismo e protagonismo femminile è normale, non lo era affatto tra la fine degli anni 70 ed i primi anni 80, e questo cartonato (seppure un po' antecedente) ne è una bella prova.
Nelle due pagine dedicate al "Giorno del bucato" vediamo Minni indaffarata in tutte le operazioni del caso, dal cambiare le lenzuola fino a stirare, senza dimentica stendere il bucato. La poverina conclude la giornata esausta su una poltrona.
Poco dopo ci si concentra sulle attività "Nel garage", inteso come "dal meccanico", e tutti i personaggi sono maschili   ^_^
Sono 123 le pagine del cartonato, qui sotto metto le due pagine dell'indice.
Il libro inizia con "Al mattino" ed ovviamente termina con "L'ora di andare a nanna", in mezzo una moltitudine di attività, alcune delle quali mi son reso conto essere ormai scomparse, come andare all zoo (fortunatamente).







Mi pare che sia Paperino che Topolino siano un pelino sciatti come disegno.


Anche in questo caso ci sono personaggi tratteggiati meglio ed altri quasi approssimativi, tipo il Topolino che suona la chitarra.


Bambina che leggi il cartonato, sappi che un giorno tutto questo sarà tuo  ^_^


 Bambino che leggi il cartonato, sappi che un giorno tutto questo sarà tuo  ^_^


L'orsetto Winny Puh, mai sopportato neppure da bambino, ha il morbillo.
Il morbillo è una malattia infettiva che in tempi antichi ci venne trasmessa dai bovini, cioè fece il salto di specie.



A Milano c'ero lo zoo di porta Venezia, dove ore c'è un parco, da bambini ci si andava spesso, con la scuola o con la mamma. Oggi gli zoo cittadini sono per fortuna scomparsi in Italia, rimangono purtroppo gli zoo safari.


Papà Disney te lo stava dicendo, il bambino buono si addormenta subito senza rompere i maroni... non vuole neppure che gli venga raccontata una favola, non infastidisce il genitore.
Da notare la porta tonda in stile Hobbit   :]



“Atlas Ufo Robot contro il signor Rossi”, di Giannalberto Bendazzi - “Cinema sessanta” settembre/ottobre 1980

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Questo articolo fa parte dell'ultima micro aggiunta marzolina all'indice dell'Emeroteca Anime, ed è uno dei motivi che mi ha spinto ad inserire solo 12 articoli.
Quando sfoglio una pubblicazione, giro una pagina e mi ritrovo davanti ad un titolo come quello dell'articolo, mi sento come un cane da tartufi che ha scovato la sua immobile preda fungina... ecco... forse non è la metafora migliore che potevo trovare... quella del minatore che cerca l'oro è più decorosa  ^_^
Minatore o cane che io sia, mi resta da capire perché Goldrake avesse dovuto per qualsiasi motivo combattere il signor Rossi, era necessario?
L'unica cosa che i due avevano in comune consisteva nella loro forma di cartoni animati, per il resto i due personaggi erano assolutamente imparagonabili, facendo parte di due generi differenti.
Penso che il primo a cui si facesse un torto paragonandoli, era proprio Bruno Bozzetto, che creò un personaggio mille mila anni luce lontano da Goldrake, e che partiva giocoforza battuto contro il robottone giapponese.
Immaginando il ring dove, per l'autore dell'articolo, si scontravano i due boxer animati, avremmo visto:
nell'angolo tricolore un ometto basso, poco affascinante, goffo, per nulla eroico, di comportamento italico, le cui storie duravano pochi minuti in episodi autoconclusivi, spesso senza dialoghi, in trame fondamentalmente tristi con disegni poco fluidi;

nell'angolo del Sol Levante un megarobot potentissimo, pilotato da un supereroe alieno, combattimenti mozzafiato, colpi di scena, tanti personaggi differenti con svariate caratterizzazioni psicologiche, episodi di 20 e passa minuti con una trama che si dipanava in più di 70 puntate, presenza di dialoghi da seguire per comprendere la trama, con disegni innovativi pieni di colori sgargianti (io lo guardavo in bianco e nero...), musiche coinvolgenti, sigle da cantare a perdifiato (e mi fermo qui).

Perché paragonarli?
Io lo guardavo da bambino il cartone de "Il signor Rossi", e con tutto il totale ed assoluto rispetto per un grande regista come Bozzetto, lo trovavo triste... ma veramente triste... giusto la successiva sigla "W la felicità" era orecchiabile.
Perché un esperto del settore come Giannalberto Bendazzi li volle mettere a confronto?
Ad oggi ho trovato quattro articoli di Bendazzi che tratta l'argomento "cartoni animati giapponesi", con questo ne ho pubblicati tre:
 "Il trionfo del computer", di Giannalberto Bendazzi - "Bimbosapiens" n° 2 gennaio/febbraio 1982
 Due lettere alla redazione con risposte - "Bimbosapiens" n° 5 settembre/ottobre 1982 

A cui bisogna aggiungere un saggio del 1978 sull'animazione in cui si facevano brevi accenni su quella nipponica:
Topolino e poi, cinema d'animazione dal 1888 ai nostri giorni

Dei quattro articoli di Bendazzi, questo è quello più vecchio, settembre 1980, quindi successivo di qualche mese allo tsunami mediatico dell'aprile precedente contro Goldrake e soci... quale fu la posizione del giornalista e storico del cinema su quelle polemiche?
Lo scopriremo alla fine dell'articolo su Goldrake ed il signor Rossi, in un commento a parte.
Intanto mi sono dovuto andare a cercare cosa significasse "corrusco"   ^_^
Ovvio che se ci sono arrivato io a capire che Goldrake e il signor Rossi non erano paragonabili, ci era arrivato anche Bendazzi, che lo specifica subito all'inizio dell'articolo, però non comprendo, quindi, perché si insista dopo l'incipit  :]
Stante che io sono un ignorante di animazione, ma come si può affermare che il cartone animato di Bruno Bozzetto fosse disegnato meglio di quello di "Atlas Ufo Robot"?!
Nel dubbio mi sono andato a rivedere qualche puntata del mite impiegato italico, e sinceramente i disegni sono fin più scattosi di quelli giapponesi!
Senza considerare gli sfondi non definitivi e il tratto più confuso (non saprei esprimere meglio il concetto).
L'unico motivo per il quale si doveva premiare il signor Rossi era dato dal non essere più un bambino, e magari conoscere Bruno Bozzetto di persona.


Ok, forse ci siamo:
"Evidentemente qualcosa funziona, nell'uno, e non funziona nell'altro.
Che cosa?
Con molto candore, confesso che non lo so."

Lo sapevamo noi bambini di allora, bastava chiedercelo   ^_^
Era semplicissimo, uno era coinvolgente, l'altro deprimente...
Tralasciamo l'errore nell'affermare che "Atlas Ufo Robot" entrò in produzione alla Toei nel 1976, quando la prima puntata giapponese fu nell'autunno del 1975, ai tempi certe informazioni erano difficili da ottenere. Dubbia anche la fonte secondo cui nel 1976 i cartoni animati di genere "science fiction" erano ormai fuori moda in Giappone.
I giudizi successivi nascono dalla poca conoscenza reale della situazione delle case di produzione in Giappone, però, stante questa difficoltà ad avere notizie attendibili, non sarebbe stata preferibile una maggiore prudenza?




Per fortuna Bendazzi fa notare che "la ripetitività" di Goldrake era pari a quella di tutti i serial animati o meno che fossero.


Bendazzi non lo poteva sapere, non avendo visto le tonnellate di anime che vedemmo noi, ma furono proprio i cartoni animati giapponesi a far morire qualche protagonista e molti co-protagonisti.
La "non-invincibilità" in Goldrake non succedeva, ma il altre serie accadde, e colpì moltissimo noi piccoli telespettatori, che non ci aspettavamo uno sviluppo del genere.


Nulla da eccepire in questa parte dell'analisi  ^_^



Era sempre sul versante dei buoni sempre buoni e dei cattivi sempre cattivi che naufragavano tutte le analisi degli esperti del periodo... se è vero che i buoni restavano buoni, non era assolutamente vero il contrario, ma solo un adulto che non seguiva le puntate di Goldrake, in quanto adulto, ma insisteva a scriverne dotte analisi, poteva affermare che i cattivi restavano cattivi.
Rubina aveva un corpo deforme?
Il comandante Mineo aveva una fisionomia distorta?
La scienziata Shira aveva il ghigno sghembo?
Io non trovavo orrendi i mostri spaziali di Vega, incutevano timore, in quanto emanazione dei cattivi, ma molti di questi avevano un mecha bellissimo.


Da questo punto si passa all'analisi de "Il signor Rossi":
"La ripetitività e i topoi sono elusi in continuazione...".

Non so, a me ogni episodio pareva uguale all'altro, ma forse ero troppo piccolo per capirli.
Sinceramente di comico nel signor Rossi non vedevo molto, era tipo il cartone animato ungherese "Gustavo", me lo guardavo, ma era anch'esso deprimente... poi arrivarono i giapponesi e questi cartoni tristi vennero messi da parte.


All'inizio della pagina si butta lì il "calcollatore elettronico" usato non ben capito per cosa e da chi, pareva strano che il computer non fosse citato...




Nell'articolo è presente un breve commento sulle polemiche della primavera 1980, in cui Bendazzi esprime il proprio punto di vista.
Bendazzi riassume in cinque punti le accuse di genitori, insegnanti ed esperti contro i cartoni animati giapponesi.
L'unico punto su cui eccepisce è il primo, ergo sugli altri quattro concordava.
Direi che il punto 4, considerando che c'è chi come me ne parla e scrive (ci guadagna uno stipendio) ancora dopo 40 e passa anni, non era del tutto campato in aria, siamo in parte una "generazione di condizionati"    ^_^
Gli altri punti derivavano sempre e solo dal non seguire le serie animate su cui si polemizzava.


"Enciclopedia Pratica del Computer" volume 1 di 4 - Longanesi Periodici (1984/85)

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Qualche intuizione decente capitò anche a me da ragazzino, come quella che il computer sarebbe stato il nostro futuro, non che ci volesse molto, però ci ero stranamente arrivato da solo   ^_^
Certo, se poi il primo computer te lo comprerai 20 anni esatti dopo quel presentimento del 1984, il vantaggio nel mondo del lavoro verso i tuoi coetanei te lo sarai bruciato alla grande...
C'è da precisare che, a mio avviso, questa "Enciclopedia Pratica del Computer" non è che insegnasse "praticamente" molto, la si poteva considerare una rivista sui computer senza le pagine pubblicitarie, fatta eccezione per il computer "Philips VG 8000", che faceva capolino molto spesso tra le pagine dei volumi, ed era, guarda caso, l'articolo sponsorizzato nella quarta di copertina dei singoli fascicoli.
Una pubblicità occulta ben poco occultata  :]
Non è che dopo aver letto e/o studiato le mille pagine dei quattro volumi potevi programmare un computer o installarlo, la pubblicazione aveva solo uno scopo informativo generale (poco più sotto c'è la presentazione della casa editrice Longanesi).
Tra l'altro l'enciclopedia non ti avrebbe informato neppure sulle ultimissime novità nel campo dell'hardware, visto che molti modelli di PC erano di due o tre anni prima. Probabilmente ai tempi venivano messi in commercio meno modelli, quindi un singolo computer aveva una vita tecnologica più lunga.
A questo punto sorgerebbe la giusta domanda sul perché continuai a far spendere 2000 lire alla settima alla mia famiglia, dato che queste dispense da edicola avevano scarsa utilità pratica, in considerazione anche del fatto che non avevo neppure un computer.
Non saprei rispondere, chissà perché terminai questa raccolta... però, riflettendoci, ho finalmente compreso perché 30 anni dopo, inziai e terminai la "Go Nagai Robot Collection"... si vede che qualche problema lo avevo anche da ragazzino, e me lo sono portato avanti da adulto    ^_^ 
Stante che non sono un esperto di computer, quindi non posso valutare il valore degli articoli ivi contenuti, però penso di poter affermare che per un nerd informatico, vintage o giovane, sfogliare oggi questi quattro volumi avrebbe un piacevole valore storico tecnologico.
Non solo ci sono, ovviamente, le recensioni di più di 50 personal computer messi in commercio dal 1980 al 1984, ma articoli su software, programmi, periferiche, videogiochi ed anche numerosi articoli su dove e come il computer si sarebbe potuto usare nel futuro (prossimo venturo rispetto alla metà degli anni 80), presenti nella sezione "Il mondo dei computers". Per parte mia, oltre a qualche recensione di computer usato ai tempi più che altro per videogiocare, come lo ZX Spectrum (c'è un articolo in questo primo volume), ho apprezzato questi articoli di analisi generale sullo sfruttamento futuro dell'informatica.
Per quanto riguarda i videogiochi (o giochini) ho notato che inizialmente veniva pubblicato il programma per crearli su ZX Spectrum, Commodore (VIC-20 e 64), etc, poi, proseguendo nei volumi, ci si limita alla recensione della cartuccia.



E' stato difficoltoso datare con precisione la pubblicazione, in quanto non è presente la data nè sulle copertine dei singoli fascicoli e neppure all'interno dei volumi, mi ricordavo che la prendevo a metà degli anni 80, ma non l'anno di preciso.
Quindi mi sono armato di pazienza ed ho sfogliato tutte le pagine, in cerca di qualche indizio, è stato anche divertente, a dire il vero.
Grazie alle "prove" che si possono vedere qui sopra, posso affermare che i fascicoli uscirono tra il 1984 ed il 1985, arduo precisare i mesi.
In un articolo sul videotel (immagine in alto a sinistra) si parla della primavera 1985 come data futura, quindi, non essendoci neppure modelli di computer del 1985 (li ho controllati tutti), direi che la pubblicazione terminò nel 1985, probabilmente nei primi mesi invernali.
Per quanto riguarda il suo inizio, considerando che stiamo parlando di fascicoli settimanali, fin dal primo volume (quindi le prime dispense) ci sono computer del 1983 e 1984. Ergo, al massimo, i primissimi fascicoli potrebbero essere di fine 1983, ma a mio avviso la distribuzione in edicola cominciò nel 1984.
Sono inoltre presenti tre videate del Televideo Rai:
in quella in alto al centro c'è l'anteprima del film "Barbagialla, il terrore dei sette mari e mezzo" di Mel Damski del 1983;
in quella in altro a destra si può leggere un fatto di cronaca nera avvenuto il 6 dicembre 1984 (link);
in quella in basso a destra ci sono alcuni orari di voli aerei "fino al 30 marzo 1983".
Infine, in un programmino atto a stilare i sistemi per vincere al Totocalcio, c'è la videata del pc con la decima giornata di andata del campionato di calcio di "Serie A del 1984-1985".
Tra l'altro, solo per le partite di serie A, sbagliarono già due pronostici   ^_^ 



I contenuti dell'enciclopedia mi sono parsi di matrice statunitense, magari venne tradotta qualche pubblicazione similare, ma con alcuni articoli focalizzati sull'Italia, come il Televideo o i videogiochi. Le persone e gli ambienti lavorativi immortalati nelle foto mi son sembrati chiaramente proveniente da oltreoceano, poi magari sbaglio.
Ogni fascicolo aveva sei sezioni distinte, ognuna dedicata ad un aspetto del mondo informatico:
Le basi dell'informatica; Hardware; Software; Unità periferiche; Campi di applicazione; Il mondo dei computers.
Qui sotto la presentazione delle sei sezioni.



Accidenti, che sorpresona, nell'immagine c'è, del tutto casualmente, il "Philips VG 8000"  ^_^





Questa è la sezione in cui ho trovato gli articoli più interssanti, per esempio uno sul film Tron.



Ho un amico che aveva lo "ZX Spectrum", e ce l'ha ancora, anche se penso non lo usi più, forse...





Come si può vedere il videogioco era elementare, e lo si poteva programmare autonomamente sul Commodore VIC-20.


Quello che, soprattutto in Italia, era semplice fantascienza, oggi è la normalità, pure in Italia   :]
Questo è uno dei tanti motivi che mi spingono ad affermare che la pubblicazione provenga in parte da qualche rivista statunitense, perché in Italia si disegnava tutto a mano.





Questo lo aveva un altro amico del cortile, bellissimi i videogiochini, ma per caricarli ci volevano svariati minuti, per poi venir ditrutti in pochi secondi... o forse era il Commodore VIC-20?  ^_^







Il telelavoro, anzi no, scusate... lo smart working, che fa più figo usare l'inglese   :]
L'articolo resta interessante, anche alla luce del fatto che in Italia lo stiamo usando massivamente solo in questo periodo perché obbligati dal Covid-19...



Molto interessante l'articolo sul film "Tron", che usò per la prima volta massivamente il computer, sia nella trama che nello sviluppo grafico.
Curioso, per modo di dire, il fatto che se era la Disney ad usare il computer per fare i film, fioccavano le recensioni entusiastiche, se, invece, il computer lo utilizzavano i produttori giapponesi di cartoni animati, tra l'altro notizia dei tempi totalmente falsa, era una vergogna   ^_^
La recensione dei film Tron è incentrata sulle caratteristiche tecniche dei computer grafici utilizzati.




Mi pare di aver capito che questa versione dell'Atari non ebbe molto successo in Italia, forse costava troppo per le possibilità economiche della massa nostrana.





E poteva mancare una bella recensione del "Philips VG 8000"?!  ^_^









L'indice di questo primo volume.










L'indice completo dei 4 volumi, così ci si potrà fare una idea degli articoli.












"Numero monografico sul tema Bambino-video: un difficile rapporto" - "Vita dell'Infanzia" n° 11/12 agosto/settembre 1980 - parte 1 di 4

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Dopo lo tsunami mediatico della primavera 1980 contro i cartoni animati giapponesi, durante cui ne furono scritte veramente di tutti i colori (per comprendere appieno questo mio giudizio consiglio di passare in rassegna gli articoli dell'indice dell'Emeroteca Anime), ci fu chi, invece, cercò di effettuare una analisi più approfondita della situazione.
Va dato merito, pur con 40 anni di ritardo, alla redazione della rivista "Vita dell'infanzia" dell'impegno che profusero nello speciale pubblicato nell'agosto 1980, che non solo trattava dell'animazione seriale giapponese, ma in generale degli effetti della televisione su noi bambini.
Al tema "bambino e video" furono dedicati ben 17 articoli, di questi "solo" nove erano incentrati a vario livello di analisi sui cartoni animati giapponesi, i restanti si occupavano dei risvolti educativi/diseducativi della televisione.
Ammesso sia importante, e chiaramente non lo è, non ho trovato sempre corrette le critiche agli anime, ma ciò non toglie nulla al valore dell'approfondimento messo in campo dalla rivista, se anche gli altri giornalisti/esperti avessero dedicato il medesimo impegno negli scritti su questo tema, forse la mia "Emeroteca Anime" non sarebbe spesso (non sempre) la galleria degli orrori (o fake news) che è diventata  ^_^
La terminologia degli scritti, considerando il target della pubblicazione, è abbastanza tecnica, ma comunque quasi sempre accessibile. I giudizi negativi su anime e televisione non sono quasi mai apocalittici, benché si intuisca che alcuni degli autori proprio non la digeriva la televisione, men che meno digerivano i cartoni animati giapponesi. Le valutazioni positive sulla televisione e gli anime vanno considerate più altro sul versante del non essersi allineati ai giudizi negativi della maggioranza della carta stampata del periodo. La gran parte degli autori degli articoli non considerava l'animazione seriale nipponica trasmessa dalla televisione italiana come il male assoluto, muovevano delle critiche, ma consideravano anche alcuni lati positivi, sempre tenendo conto che si trattava di adulti che valutavano dei programmi con un linguaggio audio/visivo mai vista prima in Italia, quindi anche loro erano "ignoranti" sugli anime.
La copertina del numero l'ho trovata molto bella:
un bambino ed una bambina che guardano Actarus a colori mentre si trasforma in Goldrake/Duke Fleed, la sala è buia, illuminata solo dal tubo catodico.
Ok, io lo guardavo in bianco e nero, la sala non era al buio (a casa mia, tranne per il film serale, la luce era accesa), guardavo Goldrake con mia nonna e/o mia mamma, ma l'atmosfera fu ben colta.
Devo dire che non è stato facile sia scovare questa pubblicazione monografica, che ho scoperto facendo varie ricerche in emeroteca, né riuscire a trovarla nel suo totale.
Spero che la sua lettura completa possa tornare utile sia a chi cerca di studiare quel periodo televisivo, visto il valore analitico di queste pagine, ma possa restare interessante anche a chi, come me, cerca solo di comprendere quanto fu importante l'avvento dei cartoni animati giapponesi.




Lo speciale di "Vita dell'infanzia" consta di be 61 pagine, quindi ho ritenuto il caso dividere il post in quattro parti, perché, in pratica, è un piccolo saggio, in questa prima parte ci sono i seguenti articoli:
"La televisione, né colpevole né innocente", di Marziola Pignatari;
"La droga televisiva: effetti collaterali della TV", di Giustino Broccolini;
"Televisione e processi culturali: un nuovo modo di impostare il problema", di Evelina Tarroni.

Dato che sovente viene citato lo studio del Servizio Opinioni della Rai pubblicato sempre nell'aprile 1980, ne inserisco i due link:
"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 1

"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 2 (fine)

Il primo ha lo scopo, dopo aver reso conto delle polemiche contro i cartoni aniamti giapponesi dei "600 genitori di Imola", di introdurre la tematica e spiegare il senso del numero monografico.
Il secondo inizia a puntare un po' il dito contro la "droga televisiva", sebbene il titolo non sia propriamente neutro, le conclusioni non sono negativissime per Goldrake e soci.
Il problema è che, sovente, questi esperti prendevano in considerazione un solo genere, quello fantascientifico, senza fare una analisi generale su tutta l'animazione giapponese. Inoltre, non seguendo realmente neppure una serie completa di quelle che citavano, proprio in qualità del fatto che erano "adulti", sfuggivano loro molti dettagli, che, invece, i saggisti dagli anni 90 in poi hanno notato ed analizzato.
Il terzo, dopo una lunga ed un po' criptica (per me) introduzione sulla "macchina culturale" televisiva e non, si concentra maggiormente sul cartone animato in generale e sugli eroi animati nipponici. L'autore pubblica l'analisi di tre bambini (Francesca 3 anni; Marco 6 anni; Giulio 8 anni) su come loro vedevano i personaggi televisivi giapponesi.
Buona lettura.
 















"Numero monografico sul tema Bambino-video: un difficile rapporto" - "Vita dell'Infanzia" n° 11/12 agosto/settembre 1980 - parte 2 di 4

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Dopo lo tsunami mediatico della primavera 1980 contro i cartoni animati giapponesi, durante cui ne furono scritte veramente di tutti i colori (per comprendere appieno questo mio giudizio consiglio di passare in rassegna gli articoli dell'indice dell'Emeroteca Anime), ci fu chi, invece, cercò di effettuare una analisi più approfondita della situazione.
Va dato merito, pur con 40 anni di ritardo, alla redazione della rivista "Vita dell'infanzia" dell'impegno che profusero nello speciale pubblicato nell'agosto 1980, che non solo trattava dell'animazione seriale giapponese, ma in generale degli effetti della televisione su noi bambini.
Al tema "bambino e video" furono dedicati ben 17 articoli, di questi "solo" nove erano incentrati a vario livello di analisi sui cartoni animati giapponesi, i restanti si occupavano dei risvolti educativi/diseducativi della televisione.
Ammesso sia importante, e chiaramente non lo è, non ho trovato sempre corrette le critiche agli anime, ma ciò non toglie nulla al valore dell'approfondimento messo in campo dalla rivista, se anche gli altri giornalisti/esperti avessero dedicato il medesimo impegno negli scritti su questo tema, forse la mia "Emeroteca Anime" non sarebbe spesso (non sempre) la galleria degli orrori (o fake news) che è diventata  ^_^
La terminologia degli scritti, considerando il target della pubblicazione, è abbastanza tecnica, ma comunque quasi sempre accessibile. I giudizi negativi su anime e televisione non sono quasi mai apocalittici, benché si intuisca che alcuni degli autori proprio non la digeriva la televisione, men che meno digerivano i cartoni animati giapponesi. Le valutazioni positive sulla televisione e gli anime vanno considerate più altro sul versante del non essersi allineati ai giudizi negativi della maggioranza della carta stampata del periodo. La gran parte degli autori degli articoli non considerava l'animazione seriale nipponica trasmessa dalla televisione italiana come il male assoluto, muovevano delle critiche, ma consideravano anche alcuni lati positivi, sempre tenendo conto che si trattava di adulti che valutavano dei programmi con un linguaggio audio/visivo mai vista prima in Italia, quindi anche loro erano "ignoranti" sugli anime.
La copertina del numero l'ho trovata molto bella:
un bambino ed una bambina che guardano Actarus a colori mentre si trasforma in Goldrake/Duke Fleed, la sala è buia, illuminata solo dal tubo catodico.
Ok, io lo guardavo in bianco e nero, la sala non era al buio (a casa mia, tranne per il film serale, la luce era accesa), guardavo Goldrake con mia nonna e/o mia mamma, ma l'atmosfera fu ben colta.
Devo dire che non è stato facile scoprire l'esistenza di questa pubblicazione monografica, di cui sono venuto a conoscenza grazie a varie ricerche in emeroteca, e neppure riuscire a trovarla nel suo totale.
Spero che la sua lettura completa possa tornare utile sia a chi cerca di studiare quel periodo televisivo, visto il valore analitico di queste pagine, ma possa restare interessante anche a chi, come me, cerca solo di comprendere quanto fu importante l'avvento dei cartoni animati giapponesi.




Dato che sovente viene citato lo studio del Servizio Opinioni della Rai pubblicato sempre nell'aprile 1980, ne inserisco i due link:
"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 1

"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 2 (fine) 

Chi ne avrà voglia potrà anche andarsi a leggere gli articoli giornalistici citati negli scritti, dato che in gran parte li si trova nell'indice dell'Emeroteca Anime.

Lo speciale di "Vita dell'infanzia" consta di be 61 pagine, quindi ho ritenuto il caso dividere il post in quattro parti, perché, in pratica, è un piccolo saggio, in questa seconda parte ci sono i seguenti articoli:
"Considerazioni psico-pedagogiche sul bambino televisivo", di Roberto Eynard (pag. 16);
"Educazione al mezzo per capirne i messaggi", di Anna Maria di Pietro (pag 19);
"I nuovi eroi dei cartoni animati e dei fumetti: gli Ufo Robot", di Tommaso Pagano (pag. 23);
"Reti televisive nazionali e perivate: la fruizione infantile dei programmi", di Agata Piromallo (pag. 27).

Lo scritto di Roberto Eynard, usando come base un testo di un precedente studioso (Pierre Bertaux), raffronta l'apprendimento del bambino di 20 anni prima, con il bambino televisivo del 1980.
Anna Maria di Pietro, prendendo spunto dalle polemiche dell'aprile/maggio precedente contro i cartoni animati giapponesi e la televisione, riporta il pensiero dei bambini, concludendo che gli anime non fossero né diseducativi né educativi.
Tommaso Pagano affronta direttamente la questione "Atlas Ufo Robot" e soci cercando di calarsi nei nostri gusti di allora, e difendendo quello che era il nostro diritto di guardare ciò che ci piaceva, dato che il fatto che gli anime piacessero, era più che motivato. Ottimo articolo, peccato non ebbe spazio sulla carta stampata generalista.
Il contributo di Agata Piromallo è incentrato sul rapporto televisione (pubblica e privata) e i programmi per bambini, tra cui gli anime (Goldrake, Mazinga e Jeeg), comunque uno scritto interessante, resta sempre la questione che gli adulti parlavano di serie che non guardavano, e si capisce da ciò che scrivevano,
Buona lettura.





































"Numero monografico sul tema Bambino-video: un difficile rapporto" - "Vita dell'Infanzia" n° 11/12 agosto/settembre 1980 - parte 3 di 4

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Dopo lo tsunami mediatico della primavera 1980 contro i cartoni animati giapponesi, durante cui ne furono scritte veramente di tutti i colori (per comprendere appieno questo mio giudizio consiglio di passare in rassegna gli articoli dell'indice dell'Emeroteca Anime), ci fu chi, invece, cercò di effettuare una analisi più approfondita della situazione.
Va dato merito, pur con 40 anni di ritardo, alla redazione della rivista "Vita dell'infanzia" dell'impegno che profusero nello speciale pubblicato nell'agosto 1980, che non solo trattava dell'animazione seriale giapponese, ma in generale degli effetti della televisione su noi bambini.
Al tema "bambino e video" furono dedicati ben 17 articoli, di questi "solo" nove erano incentrati a vario livello di analisi sui cartoni animati giapponesi, i restanti si occupavano dei risvolti educativi/diseducativi della televisione.
Ammesso sia importante, e chiaramente non lo è, non ho trovato sempre corrette le critiche agli anime, ma ciò non toglie nulla al valore dell'approfondimento messo in campo dalla rivista, se anche gli altri giornalisti/esperti avessero dedicato il medesimo impegno negli scritti su questo tema, forse la mia "Emeroteca Anime" non sarebbe spesso (non sempre) la galleria degli orrori (o fake news) che è diventata  ^_^
La terminologia degli scritti, considerando il target della pubblicazione, è abbastanza tecnica, ma comunque quasi sempre accessibile. I giudizi negativi su anime e televisione non sono quasi mai apocalittici, benché si intuisca che alcuni degli autori proprio non la digeriva la televisione, men che meno digerivano i cartoni animati giapponesi. Le valutazioni positive sulla televisione e gli anime vanno considerate più altro sul versante del non essersi allineati ai giudizi negativi della maggioranza della carta stampata del periodo. La gran parte degli autori degli articoli non considerava l'animazione seriale nipponica trasmessa dalla televisione italiana come il male assoluto, muovevano delle critiche, ma consideravano anche alcuni lati positivi, sempre tenendo conto che si trattava di adulti che valutavano dei programmi con un linguaggio audio/visivo mai vista prima in Italia, quindi anche loro erano "ignoranti" sugli anime.
La copertina del numero l'ho trovata molto bella:
un bambino ed una bambina che guardano Actarus a colori mentre si trasforma in Goldrake/Duke Fleed, la sala è buia, illuminata solo dal tubo catodico.
Ok, io lo guardavo in bianco e nero, la sala non era al buio (a casa mia, tranne per il film serale, la luce era accesa), guardavo Goldrake con mia nonna e/o mia mamma, ma l'atmosfera fu ben colta.
Devo dire che non è stato facile scoprire l'esistenza di questa pubblicazione monografica, di cui sono venuto a conoscenza grazie a varie ricerche in emeroteca, e neppure riuscire a trovarla nel suo totale.
Spero che la sua lettura completa possa tornare utile sia a chi cerca di studiare quel periodo televisivo, visto il valore analitico di queste pagine, ma possa restare interessante anche a chi, come me, cerca solo di comprendere quanto fu importante l'avvento dei cartoni animati giapponesi.





Dato che sovente viene citato lo studio del Servizio Opinioni della Rai pubblicato sempre nell'aprile 1980, ne inserisco i due link:
"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 1

"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 2 (fine) 

Chi ne avrà voglia potrà anche andarsi a leggere gli articoli giornalistici citati negli scritti, dato che in gran parte li si trova nell'indice dell'Emeroteca Anime.

Lo speciale di "Vita dell'infanzia" consta di be 61 pagine, quindi ho ritenuto il caso dividere il post in quattro parti, perché, in pratica, è un piccolo saggio, in questa terza parte ci sono i seguenti articoli:
"Asterischi: in margine a un problema", di Antonio de Bonis Patrignani (pag. 31);
"I bambini guardano la tv: quale influenza ha sul comportamento aggressivo? E sul ruolo sessuale?", di Anna Monaco e Angelo Peluso (pag. 33);
"La televisione in famiglia", di Maria Teresa Marchetti (pag. 37);
"I bambini con l'antenna in testa", di Grazia Honegger Fresco (pag. 43).

Antonio de Bonis Patrignani analizza i mass-media in generale, nessun accenno agli anime, piccola chiosa finale sulla televisione e i bambini.
Il duo di studiosi Monaco-Peluso analizza quale influenza aveva la televisione sui bambini a proposito di comportamenti aggressivi e ruoli sessuali, nessun accenno agli anime. Dato che viene citato un saggio del 1976, avendolo recensito, lo linko:
I bambini e la tv, la prima ricerca sull'esperienza televisiva dai 3 ai 6 anni 

L'articolo di  Maria Teresa Marchetti sull'influenza della televisione nei rapporti in famiglia mi è sembrato un po' esagerato... non solo l'ho trovato troppo apocalittico (giudizio negativo senza appello verso gli anime), ma, ripensando a quel periodo, ben poco corrispondente a ciò che capitava realmente. Poi magari ricordo male io.
Altrettanto negativa la presa di posizione contro l'influenza della televisione (e contro gli anime) di Grazia Honegger Fresco.
Buona lettura.



































"Numero monografico sul tema Bambino-video: un difficile rapporto" - "Vita dell'Infanzia" n° 11/12 agosto/settembre 1980 - parte 4 di 4

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Dopo lo tsunami mediatico della primavera 1980 contro i cartoni animati giapponesi, durante cui ne furono scritte veramente di tutti i colori (per comprendere appieno questo mio giudizio consiglio di passare in rassegna gli articoli dell'indice dell'Emeroteca Anime), ci fu chi, invece, cercò di effettuare una analisi più approfondita della situazione.
Va dato merito, pur con 40 anni di ritardo, alla redazione della rivista "Vita dell'infanzia" dell'impegno che profusero nello speciale pubblicato nell'agosto 1980, che non solo trattava dell'animazione seriale giapponese, ma in generale degli effetti della televisione su noi bambini.
Al tema "bambino e video" furono dedicati ben 17 articoli, di questi "solo" nove erano incentrati a vario livello di analisi sui cartoni animati giapponesi, i restanti si occupavano dei risvolti educativi/diseducativi della televisione.
Ammesso sia importante, e chiaramente non lo è, non ho trovato sempre corrette le critiche agli anime, ma ciò non toglie nulla al valore dell'approfondimento messo in campo dalla rivista, se anche gli altri giornalisti/esperti avessero dedicato il medesimo impegno negli scritti su questo tema, forse la mia "Emeroteca Anime" non sarebbe spesso (non sempre) la galleria degli orrori (o fake news) che è diventata  ^_^
La terminologia degli scritti, considerando il target della pubblicazione, è abbastanza tecnica, ma comunque quasi sempre accessibile. I giudizi negativi su anime e televisione non sono quasi mai apocalittici, benché si intuisca che alcuni degli autori proprio non la digeriva la televisione, men che meno digerivano i cartoni animati giapponesi. Le valutazioni positive sulla televisione e gli anime vanno considerate più altro sul versante del non essersi allineati ai giudizi negativi della maggioranza della carta stampata del periodo. La gran parte degli autori degli articoli non considerava l'animazione seriale nipponica trasmessa dalla televisione italiana come il male assoluto, muovevano delle critiche, ma consideravano anche alcuni lati positivi, sempre tenendo conto che si trattava di adulti che valutavano dei programmi con un linguaggio audio/visivo mai vista prima in Italia, quindi anche loro erano "ignoranti" sugli anime.
La copertina del numero l'ho trovata molto bella:
un bambino ed una bambina che guardano Actarus a colori mentre si trasforma in Goldrake/Duke Fleed, la sala è buia, illuminata solo dal tubo catodico.
Ok, io lo guardavo in bianco e nero, la sala non era al buio (a casa mia, tranne per il film serale, la luce era accesa), guardavo Goldrake con mia nonna e/o mia mamma, ma l'atmosfera fu ben colta.
Devo dire che non è stato facile scoprire l'esistenza di questa pubblicazione monografica, di cui sono venuto a conoscenza grazie a varie ricerche in emeroteca, e neppure riuscire a trovarla nel suo totale.
Spero che la sua lettura completa possa tornare utile sia a chi cerca di studiare quel periodo televisivo, visto il valore analitico di queste pagine, ma possa restare interessante anche a chi, come me, cerca solo di comprendere quanto fu importante l'avvento dei cartoni animati giapponesi.





Dato che sovente viene citato lo studio del Servizio Opinioni della Rai pubblicato sempre nell'aprile 1980, ne inserisco i due link:
"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 1

"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 2 (fine) 

Chi ne avrà voglia potrà anche andarsi a leggere gli articoli giornalistici citati negli scritti, dato che in gran parte li si trova nell'indice dell'Emeroteca Anime.

Lo speciale di "Vita dell'infanzia" consta di be 61 pagine, quindi ho ritenuto il caso dividere il post in quattro parti, perché, in pratica, è un piccolo saggio, in questa quarta parte ci sono i seguenti articoli:
"Scuola-bambini-TV: una difficile inchiesta", di Tommasina Maggiore (pag. 45);
"Educazione e televisione: un contributo sperimentale", di Anna Monaco e Caterina Scacchetti (pag. 51);
"Televisione e lettura nel mondo dei ragazzi", di Eugenia Martinez (pag. 55);
"Dal serial televisivo al libro", di Tiziano Loschi (pag. 57);
"Letteratura e TV per l'infanzia (lettera alla redazione)", di Evelina Tarroni (pag. 60).

Tommasina maggiore intervistò due esperti il professor Giampiero Gamaleri (relazioni esterne Rai) e il dottor Antonio Thiery (Dipartimento scuola-educazione rai), per chiedere loro di commentare le interviste fatte dagli autori ad insegnanti e scolari di elementari e materne sui programmi per bambini.
I due studiosi Monaco e Scacchetti analizzarono le cause dell'aggressività dei bambini, per valutare se fosse causata dai programmi televisivi, sulla base di un questionario distribuito agli scolari e ai loro genitori. Numerosi dati, anche interessanti, per quello che io possa aver compreso  ^_^ 
Eugenia Mattinez cerca di capire quanto tempo la televisione portava via alla lettura dei libri nelle fasce di età più giovani. Da bambino io odiavo leggere, molto meglio la tv...  però ho cambiato idea prima dei 18 anni.
Tiziano Loschi fa notare, pur non difendendoli a priori, che i cartoni animati giapponesi stavano subendo il medesimo fato dei fumetti di quando lui era bambino, con lo stesso effetto finale:
venivano condannati dagli adulti, ma i bambini continuavano a leggerli.
Passa quindi ad analizzare i libri (cartonati) dei cartoni animati giapponesi pubblicati sull'onda del successo televisivo, difendendo questo materiale editoriale.
Una lettera alla redazione pone il quesito se la televisione invogliasse i bambini a leggere, risponde Evelina Tarrone, che analizza brevemente gli anime di Heidi e Remi.
Buona lettura.























Catalogo Mattel francese del 1978

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Questa volta farò una capatina oltralpe, per mostrare un catalogo Mattel del 1978 (ringrazio Massimo Nicora per la datazione). Di cataloghi omologhi italiani della Mattel ne ho già postati un po', sia quelli generalisti, sia quelli specifici su Barbie e Big Jim (o entrambi assieme):
Mattel Natale 1976
Mattel Natale 1977 
Mattel Natale 1978
Mattel Natale 1979
Mattel Natale 1980
Mattel Natale 1982 

Catalogo Mattel Natale 1976 - (Barbie, Big Jim, Eroi in azione, Famiglia Felice) 
Catalogo Big Jim ed "Eroi in azione" Mattel - 1976
Catalogo Barbie 1979

Direi che gran parte degli articoli venduti in Italia erano disponibili anche in Francia, anche se mi pare di aver notato che alcuni set di questa annata francese vennero messi in commercio da noi dopo il 1978.
Il formato del cataloghino è 11cm X 15cm, nonostante ciò è fatto molto bene, tanto quanto quelli italiani, si vede che le immagini erano di matrice statunitense, visto che hanno il medesimo stile. Sempre belli i diorami di Big Jim, stupendi quelli di Barbie, come? Non c'è la Barbie in questo cataloghino francese della Mattel?
Ecco, appunto, per questo è ancora più bello   ^_^
Delle 32 pagine del cataloghino ben 17 sono dedicate a Big Jim, poi ci sono i robottoni giapponesi, ma non mancano i primi videogiochi portatili, gli stessi che venivano venduti in Italia, e che ho anche singolarmente recensito.
Causa il solito sciovinismo dei cugini, lo scritto è in francese... ergo non mi è dato commentarlo...
Ovviamente il pezzo forte del cataloghino sono i robottoni "Shogun"  ^_^



Posso sbagliare, ma mi sa che i miei coetanei francesi videro meno robottoni rispetto a noi, che di quelli qui mostrati mancammo solo il Raydeen, quindi ho l'impressione che per parte dei modellini messi in vendita mancò la serie animata.
Infatti l'unico a riportare sulla foto la dicitura "Toei Doga"è Goldorak, c'è però da aggiungere che nel 1978 anche in Italia era disponibile solo Goldrake, ma ci rifacemmo ampiamente nel 1979, 1980 e 1981 con tutti gli altri robottoni, cosa che penso in Francia non accadde.
Goldorak è presentato in due versioni, la Jumbo e quella più piccola nello Spacer.





In alto a sinistra fa bella mostra di sé la "Freccia del cielo" del Danguard.


Goldorak è omaggiato anche con tre fotogrammi del cartone, e i credits degli autori sulla foto del modellino jumbo



Il Big Jim calciatore non l'ho mai avuto, spero non giocasse come gli attaccanti francesi del periodo, ovviamente fatta eccezione per "Le Roi"!!!   ^_^









Il Big Jim spaziale l'ho rinvenuto solo nel catalogo Mattel del Natale 1980, nel 1978 non c'era.












"Ligne Magique"?!
Ma non potevate chiammarla "Maglieria Magica"?!


Mattel's Soccer - 1978 (serie Handheld Games)
Mattel's Auto Race - 1977




Alla Mattel erano dei bei furbetti... direi che, ad occhio, il videogioco dello sci sia il medesimo delle crose della pagina sopra, modificato esclusivamente nello chassis



I giochi elettroni, più che videogiochi, della pagina sopra e sotto non mi pare venissero commerciati in Italia.





Anche questi due articoli sopra e sotto non li rammento nei cataloghi italiani della Mattel.




Primo inserto delle televisioni locali del nord Italia su "TV Sorrisi e Canzoni" dal 6 al 12 marzo 1977

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L'inserto spillato monocromatico con i programmi delle tv locali, che "TV Sorrisi e Canzoni" inseriva al centro della rivista, e che poteva essere facilmente staccato dalla rivista, fa parte dei nostri ricordi di bambini fruitori (forse talvolta troppo) dei palinsesti televisivi. Il colore di questo inserto è un brand esso stesso, ma anche la consistenza della carta, fin l'odore differente rispetto al resto della carta patinata, lo differenziava dal resto delle pagine.
Dei "TV Sorrisi e Canzoni" ho le annate dal 1978 al 1982 quasi complete, per ovviare a qualche lacuna mi sono, specialmente degli anni 1976 e 1977, mi sono recato più volte nelle emeroteche, così facendo ho trovato varie testimonianze che mi è parso sensato salvare e preservare. Purtroppo la biblioteca in questione non prevede la scansione delle riviste, solo foto, ergo mi scuso per qualche sfocatura di troppo, in alcuni casi ho inserito due distinte immagini di una singola pagina per renderne più agevole la consultazione.
Questa volta mostro il primo inserto autonomo delle tv locali, fino ad allora i programmi delle televisioni private erano ospitate nelle pagine dei canali nazionali, ma a loro erano dedicate poche didascaliche righe (le posterò più avanti). Con questo nuovo formato, che prevedeva un primo scaglionamento su base territoriale delle emittenti in tre edizioni (nord, centro e sud Italia), i palinsesti copriva tutto l'orario di programmazione del canale.
A dire il vero, paragonando i palinsesti a quelli degli inserti del 1979 o 1980, non è che ci fossero queste grandi informazioni... però il formato precedente era assai più lacunoso.
Si noterà che i programmi per bambini non erano moltissimi, e comunque sempre presentati solo con un generico "cartoni animati", che non erano di certo di matrice nipponica, visto che quasi sempre duravano 15 minuti. Anche nei rari casi in cui il programma animato aveva una durata maggiore, mancava il titolo specifico, ma per un bambino della primavera 1977 sapere che lunedì 7 marzo su RadioTV Brescia dalle 17,00 alle 19,00 c'erano due ore di cartoni animati, era già abbastanza appagante   ^_^
Si noterà che l'inserto era talvolta un pelino truffaldino, visto che sotto la dicitura "cartoni animati" mostrava immagini di personaggi Disney ("Robin Hood", Cenerentola, Qui Quo Qua), cosa che ovviamente non poteva essere...
Comunque tutti i programmi presentati erano abbastanza generici, spesso solo "film", e non esistevano ancora i telefilm!
Nella colonna di sinistra si cercava di promuovere il censimento delle "signorine buonasera" delle tv locali, una bella iniziativa, che mi son premurato di salvare con numerose foto di tutti i numeri in cui ce le presentavano.



In basso a sinistra l'annuncio che questo era il primo numero con il nuovo inserto
Sotto all'immagine del principe Giovanni di Robin Hood c'è una trafiletto sui cartoni animati, però immagino che il bambino che vedeva questa pagina pensava di potersi guardare il lungometraggio Disney... ora c'è Disny Plus   ^_^
Si noterà che quasi sempre i palinsesti iniziavano dal secondo pomeriggio, benché, probabilmente, in alcuni casi  durante la mattina ed il primo pomeriggio c'erano repliche infinite di precedenti programmi, film in primis.












"I più bei sorrisi delle tv locali" - Inserto delle tv locali (edizione del nord) di "TV Sorrisi e Canzoni" dal 6 marzo al 10 settembre 1977

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Nel precedente post (link) ho mostrato il primo inserto delle tv locali di "TV Sorrisi e Canzoni", in copertina campeggiava la nuova iniziativa della redazione, cioè il censimento/concorso dei volti femminili delle emittenti private.
Le tv locali si stavano moltiplicando a macchia d'olio, ed anche per la rivista era difficile sapere quante fossero, più arduo ancora conoscere i volti delle annunciatrici e presentatrici, per questo motivo si chiedeva l'aiuto dei lettori-telespettatori.
Per un periodo molto lungo, da marzo a settembre 1977, sulla copertina dell'inserto locale vennero ospitate le foto di tantissime ragazze che vedevamo grazie all'etere privato, ovviamente in questo caso del nord Italia, visto che io ho consultato la versione milanese della rivista.
Inizialmente furono mostrate solo le classiche annunciatrici dei programmi, ma po l'iniziativa si estese a speaker dei tg, vallette e presentatrici di programmi.
Ho messo assieme 22 numeri di queste edizioni locali del nord Italia, che ci ricordano non solo una quantità inusitata di volti televisivi dell'esordio delle tv private locali, ma anche i nomi (e talvolta i loghi) delle emittenti, ed infine tanti programmi ormai dimenticati. Infatti, nel commento in prima pagina o nelle didascalie, sovente si fa riferimento alle trasmissioni che queste ragazze presentavano.
Purtroppo non sempre le ragazze erano citate anche con il cognome.
Mediamente il look delle annunciatrici era quello della ragazza acqua e sapone, ma si possono ammirare anche delle pose più sensuali.
Consiglio la lettura del trafiletto in prima pagine dell'inserto, vengono citati altri personaggi non presenti in foto, emittenti e programmi.
Nei numero presentati si possono ammirare numerosi loghi delle tv locali, monoscopi ormai del tutto dimenticati   ^_^
Come sempre, avendo potuto fare solo foto alle pagine in questa emeroteca, mi scuso per la qualità un po' altalenante, la luce in alcuni locali non è il massimo... se sei vicino ad una finestra è troppa, se poi ti spalancano la finestra ed il sole nel frattempo è giunto sul bancone, avrai delle foto flesciate... non puoi posizionarti con la luce dietro le spalle perché si vedranno le ombre... se, invece, hai trovato posto lontano dalla finestra, le foto saranno scure, e non puoi metterti ad usare il flash, sia perché la carta patinata lo riflette, sia perché nella sala c'è gente che studia e legge e ne verrebbe disturbata.
Poi c'è il problema che ho solo due mani, se con una tengo lo smartphone, con una sola mano non riesco a tenere ben aperto il volume che ospita la pubblicazione... etc etc
In alcuni casi ho messo anche una seconda foto, se la prima non era ben a fuoco.



La prima copertina con nome e gognome della presentatrice è riservata nientepopodimenoche ad Anna Maria Rizzoli!
Il lasso di tempo che intercorre (circa un mese) tra il numero con la stupenda Rizzoli ed il successivo numero con altri volti femminili, penso sia dovuto al fatto che a "TV Sorrisi e Canzoni" dovevano arrivare materialmente le altre foto delle signorina buonasera. Talvolta ci si dimentica che prima dell'avvento del web, le comunicazioni erano sfasate dal tempo necessario a far pervenire la posta dal telespettatore alla redazione.

Le date degli inserti delle televisioni locali di "TV Sorrisi e Canzoni" con le presentatrici citate e le emittenti.
6/12 marzo: annuncio iniziativa
13/19 marzo: Anna Maria Rizzoli (Telealtomilanese).
17/23 aprile: Riccarda, Rita (Telerubicone); Lucia Rota, Virginia Teoldi, Margherita Ghezzi, Liliana Verdoni (Bergamo TV).
24/30 aprile: Nicoletta Rava (RTVA).
1/7 maggio: Laura Bonato (TVA Alessandria); Maddalena Taramelli (Video Bergamo); Paola Gallo (Televeneto); Lella (Telerubicone).
8/14 maggio: Franca, Marisa Benetello; Gina Berto, Gabriella Berto (Radio TV Veneto).
15/21 maggio: Lucia Rota (Tele Bergamo); Maurizia (Telerubicone).
22/28 maggio: Terry Cafasso (TV Alessandria).
29 maggio/4 giugno: Maddalena Taramelli (Video Bergamo)
5/11 giugno: Gabriella Gosatto (Video 2000).
12/18 giugno: Gabriella Garibaldi, Patrizia Bitonte (Teleliguria); Stefania Vagaggini (Teleradiobologna); Anna Maria Rizzoli (Telealtomilanese); Minù (TV GPR).
19/25 giugno: Dolly Mary (Telerubicone); Lydia Carloni (VGA Telerimini); Beatrice del Rio (Teleradioemilia).
26 giugno/2 luglio: Betty Dolze, Anna Gobbi (RTVA Alessandria); Iole Gallo, Antonella Cattaneo, Anna Astorino; Tatiana Canonico, Antonella Bertinaria (Studio TV); Marisa Longo, Giovanna Massironi, Luisa Flauto (Telealtomilanese).
3/9 luglio: Antonella Maya (Telestudio Torino); Betta Borello (Teletorino International).
10/16 luglio: Manuela Mantovani, Patrizia, Barbara, Stefania Vagaggini, Piera, Valeria (Teleradio Bologna); Rosangela, Lucia, Silvia (Telegenova).
17/23 luglio: Marisa Scanzi, Margherita Ghezzi, Liliana Verdoni (Bergamo TV); Mila Palma (TV Radio Lecco.
24/30 luglio: Alida Pellegrini, Antonella Vignola, Rosanna Conte, Franca Coletta, Linda Capobianco (Telebassonovarese).
7/13 agosto: Cinzia Alessi (VGA Telerimini); Gabriella Garibaldi, Antonella Carmignani (Teleliguria).
14/20 agosto: Rosetta Sannetti, Beatrice del Rio (Studio 3).
21/27 agosto: Lalla Guglielmana, Cristina Gazzera, Antonella Maia, Aurora Memoli (TST).
28 agosto/3 settembre: Dolly Mari, Marisa Mari, Maurizia Bonini (Telerubicone).
4/10 settembre: Nicole Palazzi (VGA Telerimini).





 Nicoletta Rava aveva 16 anni, e non era l'unica presentatrice under 18.















All'inizio di giugno 1977 la redazione della rivista presentava, nelle tre edizioni nazionali, i programmi di 110 emittenti.



























Loghi e cinescopi delle tv private del nord Italia dall'inserto di "TV Sorrisi e Canzoni" - 1977/ gennaio 1978

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Questa volta prendo spunto da entrambi gli ultimi due post (18 aprile19 aprile) per confezionarne un terzo, a cui aggiungo qualche immagine in più, sui loghi e i cinescopi delle prime emittenti locali private del nord Italia.
La fonte resta l'inserto delle tv locali di "TV Sorrisi e Canzoni", il periodo dal marzo 1977 (primo inserto della rivista) al gennaio 1978.
La qualità dei loghi del 1977 è un po' deficitaria, visto che sono ritagliati da foto, mentre i loghi del gennaio 1978 sono da scan di una mia rivista.
Ho omesso il watermark per non peggiorare ulteriormente la qualità delle immagini.
Tra i loghi del 1977 ed il 1978 possono esserci delle ripetizioni, ma dato che talvolta la medesima emittente modificava il proprio brand, ho preferito riproporre tutta la pagina del 15 gennaio 1980.
Questo post sarà abbastanza limitato a questi loghi, ma sono in preparazione altri due post con degli speciali sulle tv private del 1978, quindi un po' di pazienza (fingo che qualcuno attenda con ansia questi post  ^_^ )
Preciso che non ne rammentavo neppure uno tra quelli milanesi, neppure il logo della amata "Antenna Nord", non è che mi interessassero molto ai tempi, andavo diretto a vedere i cartoni animati e i film  :]
Strano anche che non ricordassi i loghi di "Milano TV" e Teleradioreporter"... 
Alla mia smemoratezza fa eccezione il logo di "Antenna 3 Lombardia", che è rimasto lo stesso per decenni, e forse quello di "Telelombardia", e ci aggiungerei anche "Tele Monte Penice"... ok... qualcuno me lo ricordavo   >_<
Buona logo visione.






STP, Studio Televisivo padano.











Tele Rubicone.




TV Radio Lecco
















"TV Sorrisi e Canzoni" dal 17 al 23 settembre 1978 - Speciale sulle tv locali: 1° puntata

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Ammetto che gli ultimi post sono un pelino monotematici... però, a mia parziale discolpa, ognuno di essi ha causato il successivo. Visto a quanto pare che mi sono focalizzato (o fissato) sulle tv locali private, nel settembre del 1978 la redazione di "TV Sorrisi e Canzoni" dedicò due puntate ad uno speciale proprio su di loro. Ho già mostrato come, ovviamente, negli inserti locali si dava conto di emittenti e personaggi, ma con uno spazio assai esiguo, stavolta veniva presentato un articolo di ben otto pagine per l'intero territorio nazionale, in cui si faceva un po' il punto sulla situazione, ed era solo la prima puntata.
L'inchiesta sulla emittenza privata non è l'unico scritto interessante, ci sono due articoli sullo sceneggiato "Radici", che a me non piaceva per nulla, uno sui Bee Gees, uno su Enrico Beruschi ed uno sulla nazionale di calcio post mondiale argentino. Come sempre ho omesso qualche articolo perché l'ho valutato meno interessante e per far rifiatare il mio scanner  ^_^
Non ci sono moltissime pubblicità, ma un paio che vendevano prodotti per dimagrire sono abbastanza inquietanti, e dimostra come su certi argomenti già negli anni 70 venivano sfruttate le debolezze umane per raccattare qualche soldo in più...



In un commento ad un precedente post (link) un lettore (Gianluca) si domandava come funzionasse la questione della ricezione delle tv locali private, rispondendogli, dopo una breve spiegazione "tecnica", aggiungevo che all'epoca ogni balcone ospitava una antenna, ma anche i tetti ne erano strapieni. L'immagine qui sopra rende bene il concetto, ovviamente tolta la bella ragazza  ^_^
Gli autori dell'inchiesta furno Alberto Carloni, Giusy Petringa, Marco Vaglietti.



Capita che noi oggi ci si lamenti delle carenze dello Stato italiano, ma queste affondano in una consuetudine storica di approssimazione endemica... ne è un esempio questo articolo, in cui si spiega che non esisteva un censimento ufficiale delle tv (e radio) locali. Dato che non esisteva una legge specifica sull'emittenza, che arrivo solo nel 1990 con la legge Mammì (che si limitava a prendere atto dello status quo dell'etere), chiunque poteva inaugurare una televisione privata, con o senza autorizzazioni (e visto che non c'era una legge, nessuno poteva autorizzare alcunché!), quindi le tv locali nascevano e morivano come i funghi. Grazie ai suoi 10 inserti delle tv locali (e ricordo che a marzo 1977 erano solo 3), la redazione aveva censito 270 emittenti, ma per difetto!
Il problema, oltre a cosa veniva trasmesso (tra cui film porno), erano le frequenze. Vigeva la regola del far west, il più forte (cioè con il segnale più potente) o il più ricco si prendeva una frequenza, anche se era occupata da altri, ma dato che questi altri, a loro volta, l'avevano occupata in assenza di una legge, nessuno poteva accampare diritti.
Sovente in articoli di questo tipo viene dato conto della legge sull'emittenza radiotelevisiva proposta in quel momento, che sembrava sempre quasi andare in porto, ma che in realtà, dato che non faceva comodo a nessuno avere una regolamentazione, non verrà mai approvata. Con il senno di poi è assai divertente leggere questi articoli, oltre che rivelatore di certi interessi sempre esistiti.
E poi c'era il nodo dei diritti Siae. Oggi se metti mezza immagine, anche senza alcuno scopo di lucro, rischi (giustamente) la fustigazione a sangue, magari dagli stessi editori che negli anni 70 e 80 si facevano allegramente beffe di pagare i diritti alla Siae   ^_^



 La mappa regionale del numero di emittenti, Lombardia, Lazio e Sicilia erano sul podio.




Molto interessante questo elenco che conteneva le emittenti "reali", cioè quelle che trasmettevano programmi, non quelle che si limitavano a tenere occupata una feequenza con il monoscopio.




Qui si ripercorre la storia legale dell'emittenza privata, direi a futura memoria  ^_^


Della ragazza tahitiana si parla anche in questo post:
"I più bei sorrisi delle tv locali" - Inserto delle tv locali (edizione del nord) di "TV Sorrisi e Canzoni" dal 6 marzo al 10 settembre 1977





Cicciolina fu assunta in seguito anche dalla Rai  ^_^
L'articolo di fantascienza sulla legge "quasi" fatta !


Ricomincio dal sommario.






A mio avviso queste sono le pubblcità più brutte delle riviste del periodo, dato che fanno leva sulle insicurezze delle persone, senza poi risolvere alcun problema... qui si prometteva di dimagrire mentre si dormiva... a cose simili ci credono oggi, figuriamoci nel 1978...
Mi chiedo come si potesse dubitare del dottor Frank Rocco!
Che poi non ho capito come si dimagriva in 5 minuti...




 Altra pubblicità che vendeva sogni, ma almeno in questo caso ho capito con quale metodo.




Probabilmente ero troppo piccolo, per apprezzare la tematica, ma proprio non mi piaceva "Radici", troppo drammatico...








Una guarda la formazione di quella fortissima nazionale e capisce perché abbiamo fatto bene ad un mondiale solo quando la rosa era di una squadra sola, sempre e solo quella, chissà quale...












Il motivo per cui è arduo battezzare la prima trasmissione di un cartone animati giapponese sulle tv locali, è proprio quello che si può vedere in queste pagine: ai tempi scrivevano solo "cartoni animati" o "disegni animati"...

Solo dal 1979, visto l'enorme successo degli anime, le emittenti iniziarono a comunicare i titoli delle serie, ma comunque non sempre, quindi il dubbio su quando iniziò con certezza il Grande Mazinga o Candy Candy, non potrà mai essere risolto.








Beruschi era tra i miei preferiti, assieme ai Gatti di vicolo dei miracoli.



Oggi è tornato di moda pure l'orologio al quarzo  :]








E poi gli adulti restavano sorpresi quando rimanevamo incolatti davanti alla tv per vedere i robottoni... certo che se paragonati a "Jerry Lewis Show"...


Il mitico Emil!!!





Proprio non ricordavo i Bradford sulla rai, ero convinto li trasmise per la prima volta Rete 4 pre berlusconiana.








"TV Sorrisi e Canzoni" dal 24 al 30 settembre 1978 - Speciale sulle tv locali: 2° puntata (fine)

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Secondo "TV Sorrisi e Canzoni" consecutivo per concludere l'inchiesta sulle emittenti locali private, che commenterò appena più sotto.
Il numero offre altri spunti interessanti, altri due articoli, dopo i due del numero precedente, sugli attori dello sceneggiato "Radici", su cui non posso commentare perché non mi garbava, probabilmente era una tematica troppo adulta per un bambino.
Nelle lettere alla redazione si accenna a tre fatti di cronaca e politica, uno di questi è l'istituzione del ticket sanitario, visto che venivano prescritte tonnellate di inutili medicine, visto che erano tutte gratuite... i nostri debiti nascono da lontano, come da lontano nascono le nostre cattive abitudini civiche italiche...
Un interessantissimo articolo a firma del ministro della Pubblica Istruzione dell'epoca sulla televisione, che ammetteva di non vedere mai! Scriveva sulla tv, su una rivista di tv, ma non guardava la tv!
Del tutto legittimo, oltre ad avere altri impegni, aveva 60 anni nel 1978, quindi era nato in una epoca del paleolitico tecnologico, ma rende chiaro quanto la quasi totalità della classe politica di allora era incapace di valutare la nascente televisione privata locale, che era un po' come il web di oggi.
La copertina ci ricorda che "TV Sorrisi e Canzoni" era anche gossip, che ho sempre considerato inutile... e il dramma di Dora Moroni ai tempi faceva vendere copie...
Alla fine l'articolo era su Marina Perzy, perché tirare in ballo Dora Moroni?
Oltre alla seconda puntata dell'inchiesta sulle tv locali, c'è quella in cui si stila il profila degli acquirenti di dischi di 12 star della musica: Kate Bush; Amanda Lear; Bee Gees; Mina; Renato Zero; Celentano; Patty Pravo; De Andrè; Alunni del sole; Anna Oxa; De Gregori; Tozzi.
Anche stavolta ho omesso qualche articolo, tra cui uno sulla Simeoni.



Un aspetto interessante di questo numero è la classifica dei film più visti, in cui uno dei film di montaggio delle puntate della serie nipponica di Heidi, cioè "Heidi in città", si piazzava al settimo posto!!!
Attenzione, siamo a settembre 1978, alla Rai erano stati trasmessi solo due anime: Heidi e la prima parte di Goldrake.
Ci sarebbero anche Barbapapà e Vichi il vichingo, ma questi avevano caratteristiche meno nipponiche. Nonostante il fenomeno "cartoni animati giapponesi" fosse agli esordi, Heidi era già amata così tanto da racimolare 45 mila spettatori in 72 giorni di programmazione estiva, senza aria condizionata nei cinema!
Da ricordare che, a differenza di oggi, il periodo estivo cinematografico non prevedeva film di cartello, riservati alla stagione autunnale ed invernale, addirittura molti cinema in estate chiudevano del tutto... Infatti si potrà notare come i titoli in classifica sia quasi tutti sconosciuti, e quello in testa non era proprio un capolavoro, benché sempre siano lodati Gloria Guida e Bruce Lee, ma per motivi diversi  ^_^
Si noti il regista del film, "Takamata"!!!   :]



Ed ecco la seconda puntata dell'inchiesta sulle tv locali, qui sotto la prima:
"TV Sorrisi e Canzoni" dal 17 al 23 settembre 1978 - Speciale sulle tv locali: 1° puntata 

Gli autori si concentrarono su due emittenti, una del nord ed una del sud, "Antenna 3 Lombardia" e "GBR".  Oltre agli scritti, il valore dell'articolo consta nei loghi delle tv private, tutti a colori e ben definiti, poco sotto li riporto in formato più grande e senza watermark.
L'inchiesta si conclude con un articolo di Maurizio Seymandi ed un altro riquadro informativo sulle dieci edizioni degli inserti con i palinsesti locali.







Antenna 3 Lombardia trasmetteva per sole 4 ore al giorno, i cartoni animati giapponesi non le erano ancora necessari, fra qualche mese li trasmetteranno, a memoria sulla loro frequeza seguivo la principezza Zaffiro e Fantaman, però più il secondo che la prima  ^_^


Il viso e la scollatura di Lucrezia Lips mi ricordano qualcosa, ma non ho trovato info sul web.




Franco Rosi, tra l'altro la voce del Telegattone, è deceduto da poco.



I loghi di quelle prime tv locali, che nella quasi totalità entro meno di due anni scompariranno o verrano inglobate dai network pre Finivest.















Ricomincio dal sommario.



Noi (gran parte) italiani siamo fatti così (letto come la sigla del cartone francese...), finché è a spese dello Stato, sperperiamo, quando lo Stato deve tagliare ciò che abbiamo sperperato, ce ne lamentiamo, senza capire che è stata colpa nostra (non dei tedeschi o degli olandesi...).
Non ricordavo l'incidente a Ronnie Peterson, l'ho cerato on line, terribile...



https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Pedini

I governi son sempre durati così poco, che era arduo per un singolo ministro riuscisse ad incidere e ad andare oltre le buone intenzioni.
Poi, parlare di tv, senza guardarla mai, forse lo si poteva evitare  ^_^












"Tele 37" iniziava i programmi con un cartone animato, "Space Angel", e poi gli adulti si sorpresero per il successo di Goldrake e soci...
E avevano pure il coraggio di dire che i cartoni animati giapponesi erano un prodotto fatto al risparmio!!!
Qui si muovevano solo le labbra!!!  ^_^

           
















Curiose queste due pubblicità, forse accostate senza molto criterio, una che si occupava di arruolare aspiranti attori ed attrici, l'altra che proponeva un thermos per il caffè da tenere agganciato alla portiera dell'auto, utilissimo!










"Ursus e la ragazza tartara" doveva essere proprio un bel filmone   ^_^
La protagonista era un'attrice francese di origine giapponese, il film era italianissimo, come tutti quelli con Maciste e Ursus.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ursus_e_la_ragazza_tartara









Megaloman (1979) - puntata 16

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Il titolo di questa puntata è "La maschera d'oro", e mi pare non abbia nessun nesso con la trama della puntata, in perfetta consonanza con il resto dell'adattamento, direi   ^_^
Viene dato più spazio a Megaloman e al combattimento con il kaiju dal terribile nome "Parabolan", con tanto salti funambolici e fermo immagine di qualche secondo per meglio far risaltare la spettacolarità delle scene, particolarità mai accaduta nei precedenti 15 episodi.
Come mai era capitato che la puntata non terminasse, infatti questa è la prima volta in la cui trama si concluderà nel prossimo episodio. Oltre a rimanere in sospeso il combattimento tra Megaloman e Parabolan, che ha immobilizzato il nostro eroe con un raggio congelante, non abbiamo più notizie di Ran, precipitata dagli scogli e dispersa in mare...
Magari ai tempi la serie stava subendo qualche calo degli ascolti, e la produzione pensò bene di creare un po' di attesa spezzando in due una puntata.
Stante che del doppiaggio è meglio non fidarsi, Capitan Delitto è diventato Presidente Delitto, immagino senza elezioni  :]
Merita una menzione la navicella spaziale con cui il Presidente Delitto atterra in Giappone, l'ho trovata bella sia come mecha, ma in particolar modo per la velocità di rotazione, lenta e costante, che crea un effetto UFO anni 70.



Anche questa volta ci sarebbe una scena da omicidio colposo, ma ho il dubbio, che è anche una speranza, che il copro che piroetta in mare tra gli scogli sia di un manichino, anche se il tonfo in acqua è abbastazna voluminoso per un oggetto inanimato.
Ho riguardato la scena più volte, propenderei per il manichino, ma con questa produzione non mi sorprenderebbe se fosse uno stuntman...



L'unica maschera d'oro è quella indossata dal Presidente Delitto, ma è già dall'undicesima puntata che il cattivo della serie ha dismesso la maschera argentea per impossessarsi di quella aurea, quindi non vedo proprio il senso di farlo notare cinque episodi dopo...


Il kaiju appare sulla costa e disintegra immantinente gli abitanti di un piccolo villaggio di pescatori, così, tanto per gradire...
Direi che i pescatori siano veramente i pescatori del luogo che impersonificano se stessi  :]


 La loro comparsata dura una manciata di secondi, però immagino i parenti di queste persone che per sempre potranno rivedere i propri cari in questo scorcio iniziale.


Ecco l'astronave di Delitto, il cui movimento è molto credibile.
Delitto atterra sul bagnasciuga (più o meno), nel contempo un abitante del villaggio riemerge dalla pesca subacquea.



Il pescatore fugge alla vista degli alieni, ma non trova più nessuno in casa, son stati tutti disintegrati... il ragazzo riesce a fuggire dai becchini.


Intanto i telegiornali diramano la notizia della scomparsa degli abitanti del villaggio, Takashi e soci vi si recheranno in incognito, fingendo una vacanza, per non insospettire gli alieni.



Nel 1980 le abitudini e le tradizioni nipponiche erano ovviamente sconosciute, ed in questa scena ce ne viene mostrata una, che gli adattatori probabilmente non colsero.
Al maestro Takamine si rompe un laccio del geta, classico simbolo di iattura imminente, il suo commento in italiano non rende la preoccupazione che possa accadere qualcosa ai ragazzi.


Da una parte ci sono i becchini che cercano il fuggiasco, dall'altra Takashi e soci che indagano, ovviamente qualcuno dei due gruppi si sarebbe prima o poi incontrato.
Sappiamo che i bracciali emettono un trillo quando nelle vicinanza c'è un alieno invasore, il problema che non esistendo gli smartphone, questo rumore mette in allarme gli stessi alieni... e la povera Ran si ritrova da sola contro cinque.



Ed è in questo frangente che Ran finisce in acqua, scomparendo nei flutti e dalla puntata.



Takashi rinviene il cappellino di Ran in acqua, non ci avevo fatto caso nelle scene precedenti, ma c'è scritto "Marlboro"...
In basso a destra il momento in cui Capitan Delitto viene chiamato dai suoi sottoposti "Presidente".



La tabagista Ran...



Takashi informa Takamine che sua figlia è dispersa, ma il maestro stoicamente ordina ai ragazzi di proseguire la missione e non cercare la ragazza, che se la saprà cavare da sola, invitandoli a rifocillarsi.



 Takashi si imbatte nel fuggiasco, che fugge nelle braccia dei becchini... segue fagiulada.


Curiosa la tecnica dei nostri eroi che tentano di sondare la linea nemica tipo rugby.
Il capo becchino invoca Parabolaaaaaaan!



 Queste sono scene che ho scelto io per esaltare le capacità acrobatiche dello stuntman.


Questi, invece, sono i brevi fermi immagine presenti nel telefilm, immagino per far risaltare il medesimo aspetto.


Dopo svariati minuti in cui Megaloman aveva mazzulato alla grande Parabolan, questi usa un paio di raggi, tra cui uno congelante, che, secondo la voce narrante avrà un effetto nefasto... "Megaloman verrà liquefatto dalla temperatura bassissima"...
Ok, io capisco doppiare in modo approssimativo per motivi di budget o perché tanto era roba per bambini, però mi chiedo se le temperature bassissime possano liquefare... non saranno quelle altissime?
Fine della puntata つづく


P.S.
Buon 25 aprile e viva la Liberazione!

"La prima spedizione italiana nell'interno del Giappone e nei centri sericoli" - Pietro Savio (1869) - parte 1

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A metà del 1800 l'Italia ed il Giappone avevano un interesse commerciale in comune, la  sericoltura.
Pietro Savio fece parte di una spedizione commerciale per studiare l'allevamento del baco da seta in Giappone e per stipulare accordi commerciali. Durante questo viaggio di lavoro prese nota di tutto ciò riguardava l'industria del baco da seta giapponese e lo pubblicò in questo libro. A dire il vero, come mi capitò per "Il Giappone Moderno" di Giovanni De Riseis, io non ho ancora letto nulla di questo libro, quindi non sono certo che vi siano riportati anche aneddoti di vita sociale del periodo.
Il lunghissimo libro di De Riesis venne pubblicato nel 1900, ma raccontava di un viaggio del 1895, lo scritto di Pietro Savio venne pubblicato nel 1873, però il viaggio è datato giugno 1869!
Ben 26 anni prima, quindi l'autore si recò in un Giappone ancora poco occidentalizzato, mi auguro che l'autore non vi abbia riportato solo le tecniche di sericoltura.
L'epoca Meiji iniziò nel 1868, cioè pochi mesi prima di questo viaggio
Confido nel titolo, in cui si parla di "prima spedizione italiana nell'interno del Giappone", e solo in carattere più piccolo si accenna a i centri sericoli.
Come per il libro di De Riesis, sono molto belle le incisioni, più piccole in quanto il formato del libro è quello di un quaderno.
La differenza (e la pericolosità) dei due viaggi la si può soppesare già a pagina 9, quando l'autore ci racconta che ai 16 uomini di scorta già assegnati dal governo imperiale, vennero aggiunti ben 20 soldati di fanteria armati di fucile!
In tutto l'autore e i suoi compagni erano scortati da 36 uomini!
La mia speranza di leggere un racconto di viaggio a tutti gli effetti pare non sia stata vana.
Viene descritto come era formato il convoglio: in testa, per esempio, un paio di uomini che sgomberavano il passaggio, avvisavano la popolazione di inchinarsi gridando "Staniero", seguivano altri due uomini che si occupavano di ramazzare la strada.
La missione era ufficiale, a differenza del viaggio di De Riseis, quindi aveva tutti i crismi della visita di Stato, ma nel 1869 in una nazione feudale, in pratica è la cronaca di due mondi completamte differenti che si incontrano per la prima volta.
L'autore racconta che per i giapponesi che incontrarono, loro erano i primi stranieri mai visti prima.
Magari cambierò opinione successivamente, ma mi sa di aver scovato un bel documento storico.
Buona scoperta  ^_^


















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