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Stregoneria e magia (volume 15) - collana "Il mondo dell'occulto"

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TITOLO: Stregoneria e magia (volume 15) - collana "Il mondo dell'occulto"
AUTORE: Jeremy Kingstone
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 144
COSTO: 8€ (variabile)
ANNO: 1976
FORMATO: 26 cm X 21 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN:

Stregoneria e magia
Al di là del tempo e dello spazio 


Dei 15 volumi postati fino ad oggi questo mi è parso essere il più brutto, sia per la tematica, tanto irreale quanto negativa, ma anche per l'assenza delle belle illustrazione a doppia pagina che hanno caratterizzato la pubblicazione fino a questo punto.
Non mi sono dilungato molto con le scan, piccola eccezione per il primo capitolo, in cui ho messo lo scritto dove si  narra il fatto di cronaca nera riguardante Edward John Louis Paisnel:

Non mi è chiaro perché fu inserita una storia tanto nefasta, se non per solleticare gli istinti più bassi del lettore, consuetudine che di norma vale per i settimanali scandalistici, non per i libri...
Brutto inizio del volume e brutto volume in generale... non mi è riuscito neppure di farci un po' di ironia...
Essendo il penultimo numero, prima o poi dovevo postarlo...














Che orrore... per fortuna ormai siamo nazioni civilizzate, non le facciamo più certe cose... per fortuna...   >_<




Perché la stregoneria oggi?
Già... perchè? 




"I Quindici: i libri del come e del perchè" - Volumi 1 e 2 (1968)

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In giro per il nostro stivale esiste un fetta di popolazione che è cresciuta, a cavallo fra gli anni 60 e 70, con una enciclopedia dedicata espressamente ai bambini: I Quindici.

La mia edizione de "I Quindici"è datata 1968, come si può vedere sopra è in ottimo stato, tranne per la scomparsa di alcuni caratteri dorati della costa in alcuni volumi, volumi che non prendevo mai in mano... chissà com'è potuto accadere che si siano consumati... mentre il volume 14, che era il mio preferito, ha i caratteri intonsi... probabilmente la qualità dell'inchiostro in quei volumi era scarsa.
L'enciclopedia fu acquistata dopo la mia nascita da mia nonna, quindi nel 1969, e posso mostrare in questo post alcuni documenti abbastanza unici, cioè le fatture di acconto, acquisto e i singoli bollettini del pagamento delle rate.
Si, a casa mia non si buttava mai via nulla che comprovasse un pagamento   ^_^
Il prezzo non era per nulla popolare, a differenza di quello che pensavo fino ad oggi...
In questo primo post presento i primi due volumi, "Poesie e rime" e "Racconti e fiabe".
Il primo non lo avrò quasi mai aperto, la tematica non mi appassionava per nulla. Il secondo volume, pur essendo un bambino poco incline alla lettura autonoma (cioè leggevo quando me lo imponeva la scuola, altrimenti nulla da fare), l'ho leggiucchiato un po' di più. Alcune fiabe mi piacevano, specialmente se erano corte, diciamo che la scarsa lunghezza dello scritto era evidentemente un pre requisito per farmi apprezzare la storia. Questo mio grosso difetto non fu causato dai "cartoni animati giapponesi", come si iniziò a leggere sui giornali dal 1978 in poi, ma esisteva da prima. In pratica non amavo leggere e basta, non era colpa di nessuno.
Un vero peccato, perché "I Quindici" erano pieni di storie variegate, la cui matrice era statunitense ("Childcraft"), ma nell'edizione italica, grazie al contributo di una redazione apposita italiana, erano presenti scritti di nostri autori:
https://www.inuoviquindici.com/chi-siamo-casa-editrice-i-quindici-bergamo/

Nel primo volume è presente un piccolo editoriale che spiega bene il senso della pubblicazione, lo si può leggere più sotto tra le scan del volume 1.

Ho cercato di scovare informazioni sulle altre eventuali edizioni non statunitensi, ma da Wikipedia in versione inglese parrebbe di capire che solo dagli anni 80 ci furono versioni oltre a quella italiana:
https://en.wikipedia.org/wiki/Childcraft

In addition, by the 1980s the series had broadened its reach to a dozen foreign language editions, with editions shipped to over 50 countries around the world.
Inoltre, negli anni '80 la serie aveva esteso la sua portata a una dozzina di edizioni in lingua straniera, con edizioni spedite in oltre 50 paesi in tutto il mondo.

A me pare strano che l'editore statunitense negli anni 60 si limitò a pubblicare solo una versione italica di "Childcraft", ma sul web non ho trovato ulteriori notizie.
Nel caso trovassi news, le aggiungerò qui.


https://www.worthpoint.com/worthopedia/15-volume-complete-set-childcraft-1794207716

Questa sopra è la versione americana del 1965, si noterà che è identica a quella italiana del 1968.


Capitolo costi.
Sempre su Wikipedia ho appreso che questa enciclopedia veniva veduta porta a porta, un metodo di vendita che era poco usato quando andavo alle elementari, figuriamoci nel 1969, penso fosse abbastanza facile per un venditore mediamente abile piazzare un po' quello che voleva, una volta che riusciva a non farsi cacciare dopo il primo contatto.
C'è da ricordare che una enciclopedia negli anni 60 e 70 aveva un valore non paragonabile a quello di oggi, in cui puoi trovare quasi tutto on line gratuitamente (sperando non siano castronate...), al massimo pagando cifre più contenute per i file di una enciclopedia, ma senza il peso e l'ingombro della stessa.
Mia nonna sottoscrisse un contratto per un costo di 89 mila lire, che rivalutato fanno 866 euro, un prezzo che inizialmente mi è parso esagerato per una pubblicazione come "I Quindici", ma vedendo i prezzi correnti, e leggendo sul sito della casa editrice di come veniva pubblicato, forse potevano essere considerati ragionevoli.
Comunque quelle 89 mila lire furono spese da una moltitudine di famiglie italiane del periodo.
Ovviamente dai documenti ho cancellato il nome di mia nonna, il recapito della casa dei miei genitori etc etc  ^_^


Il contratto fu stipulato il 21 luglio 1969, di certo abbiamo fatto passi da gigante nel migliorare la chiarezza dei contratti, visto che il venditore manco appose il suo nome...
Appena sotto ci sono la prima (18 agosto 1969) e l'ultima cedolina (29 gennaio 1972), la grafia parrebbe quella di mia nonna.


                                                    

La prima fattura, con tanto di marca da bollo... chissà perché serviva la marca da bollo... oltre che per pagarci la tassa, ovviamente  ^_^






L'editoriale degli autori italici.
Mi pare che furono abbastanza chiari sulla matrice statunitense della pubblicazione, che evidentemente, ai tempi, era una garanzia di qualità educativa.




Per il primo volume inserisco solo l'indice generale e quello di ogni poesia e rima.








Come accennavo sopra, nonostante la mia endemica avversità alla lettura, alcune storie le apprezzaio, una più di tutti:
"Riccidoro e i tre rosi"   ^_^





Lo scrivo sovente, e mi ripeterò anche stavolta, il cervello umano immagazzina un sacco di informazioni, specialmente da bambini, sono tutte lì da qualche parte, magari al posto di altre che sarebbero state più utili, tipo date storiche o geografiche, basta solo che qualcosa le faccia riemergere.
Quando ho girato pagina e ho visto questa bambola bionda vicino al tronco d'albero, un'immagine che mi piaceva un sacco e che avevo obliato, il piacevole (in questo caso) ricordo è affiorato.
Sia chiaro, io parteggiavo per gli orsi... Riccidoro mi stava sui maroni...






La validità de "I Quindici"è data dalla collaborazione anche di Gianni Rodari, di cui sono presenti due scritti.






L'autrice era una nippo americana.













Il gioco del 15

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Dopo il primo post sull'encclopedia per bambini "I Quindici" era l'occasione, l'unica direi, di inserire quello con il gioco del 15  ^_^
In realtà non è che ci sia molto da dire, sul web si può trovare la storia di questo semplice rompicapo, che non pensavo risalisse alla fine del 1800, il mio post ha il solo scopo di rammentare uno dei tanti giochi che ci occupavano la giornata.
Essendo io figlio unico, il "gioco del 15" era sempre lì a disposizione, e, pur essendo un single-player, lo accomuno al gioco delle freccette, per la semplicità del giocattolo.
Per inciso non starò a fare l'agiografia dei giocattoli "semplici e poco costosi di una volta" versus i giocattoli "complessi e costosi di oggi", perché la mia generazione fu la prima che giocò massivamente ad entrambi, visto che i videogiochi si espansero sul mercato tra il 1970 e i primi anni 80. Talvolta sento critiche verso ai bambini di oggi che stanno attaccati alle  nuove tecnologie, web o videogames che siano, e pare che noi ci si dimentichi che facemmo la medesima cosa da bambini, con l'unica differenza che la tecnologia era incredibilmente più vetusta. Per un genitore di allora vederci videogiocare o guardare assiduamente un cartoni animato giapponese doveva essere ben più incomprensibile che per un genitore di oggi vedere un bambino attaccato ad uno smartphone, tablet, pc, etc etc
L'unica differenza per quelli della mia età è che i giochi più semplici e poveri tecnologicamente li avevamo vissuti poco prima o assieme a quelli della nuova ondata innovativa.
Ma torno al gioco del 15...



Scopo del gioco del 15?
Passare dalla situazione della prima immagine, a quella qui sopra, facile?
Forse.
Poco stimolante intellettualmente?
Forse.
Una perdita di tempo occupabile in maniera più proficua?
Forse.
Un gioco che ti estraniava dal mondo?
Forse.
Un gioco ripetitivo?
Forse.
Quindi anche i "vecchi" giocattoli erano potenzialmente criticabili?
Si, ma lasciateci giocare in pace!!!   ^_^
L'unica pecca di questo mio piccolo cimelio della metà degli anni 70, sopravvissuto all'ordalia "buttare via tutto" di quando si diventa adolescenti, è il colore delle tessere non nere... un bel bianco lo avrebbe nobilitato!
Per fortna resistetti al plagio pigmentato scarlatto...



Posteriormente manca la marca dell'azienda che la produsse, ma c'è il "MADE IN ITALY", quando ancora i giocattoli li producevamo in Italia, conscio che fu proprio la mia generazione a far fallire le aziende italiane nel momento in cui modificammo i nostri gusti ludici verso nuove tecnologie non prodotte dall'industria italiana del giocattolo.

"Playgulp 12 e 13: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy dicembre 1981 e gennaio 1982

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E' arduo fare un commento su questo microfumetto di Bonvi, a mio avviso bisogna prenderlo con la formula "visto e piaciuto", anche se ci sono punti in cui potrebbe non piacere  >_<
Da ricordare che la rivista in cui era ospitato era Playboy, che correva l'anno 1981, che il linguaggio era assai non politicamente corretto (anche perché la filosofia politica correlata a questo termine non esisteva ancora), che Bonvi non amava molto i cartoni animati giapponesi, e che comunque non si faceva problemi a dissacrare neppure i suoi personaggi, figuriamoci quelli degli altri  ^_^
Infine è lo stesso Bonvi a battezzare Playgulp "turpe fumetto"  :]

I sei post precedenti:
"Playgulp 1: arrivano i pornofumetti di Playboy"- 14 numeri dal dicembre 1980 al febbraio 1982 - "Benvenuto Bonvi", di Giovanna Tettamanzi - Playboy dicembre 1980

"Playgulp 2 e 3: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy gennaio e febbraio 1981 

"Playgulp 4 e 5: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy marzo e aprile 1981 

"Playgulp 6 e 7: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy maggio e giugno 1981 

"Playgulp 8 e 9: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy luglio e settembre 1981

"Playgulp 10 e 11: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy ottobre e novembre 1981


Playgulp 12:





Playgulp 13:



"Jeeg, il giustiziere è un robot d'acciaio" - "Tele Secolo: la tv della Liguria" dal 31 marzo al 6 aprile 1979

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Non esistevano solo i "TV Sorrisi e Canzoni", Telepiù, Telesette"Famiglia TV" o la "Settimana% TV", oltre ovviamente al più ufficiale "Radiocorriere TV", nel panorama delle riviste televisive, ma numerose regioni avevano la propria pubblicazione localistica, come, per esempio, "Tele Secolo: la tv della Liguria", inserto del quotidiano "Il Secolo XIX".
Mentre le prime avevano un carattere più nazionale, con inserti dedicati alla programmazione delle tv locali private, queste riviste minori si dedicavano solo alla regione in cui venivano pubblicate.
Un po' differente parrebbe essere il discorso per "Onda TV", che mi sembra di aver compreso si occupasse delle tv locali situate nel nord Italia.
Ammesso e non concesso che si potrà mai avere una panoramica esaustiva delle riviste sopra citate, mancherebbero le testate come "Tele Secolo", che probabilmente avevano una informazione più precisa sui palinsesti della zona di interesse.
Mi pare di poter affermare che queste mini riviste televisive, di solito mini anche nel formato e nel numero di pagine, si caratterizzavano per avere pochi o nessun articolo di commento, si concentravano più che altro sulla programmazione.
Occasionalmente mi vengono sottoposte notizie in cui viene data per certa una prima trasmissione di una serie animata giapponese sulle tv locali private, sono sempre dubbioso nel considerarle attendibili. Questo non per mancanza di fiducia nella persona/sito che la rende pubblica, ma per il fatto che, con quasi 300 tv locali recensite (per difetto) nel settembre 1978, è pressoché impossibile avere la certezza che da qualche parte una sperduta e dimenticata tv locale avesse trasmesso una settimana prima una serie di cui si afferma con certezza la data della prima trasmissione.
Anche perché nel 1978 e nel 1979 spesso non venivano citati i titoli delle serie animate (o dei telefilm), ci si limitava alla dicitura "cartoni animati" o "disegni animati", l'unico indizio che potesse essere un anime è dato dalla lunghezza del programma, se durava 10 o 15 minuti non poteva essere un cartone animato giapponese (più precisi i palinsesti del 1980, ma non sempre dettagliati).
Quindi, a mio avviso, per datare con precisione un cartone animato giapponese sulle tv locali, non basterebbe neanche trovare la traccia più vecchia nelle riviste tv locali o nazionali, perché alcune tv locali non erano sempre tracciate (nel 1978 e 1979) e quelle che lo erano non comunicavano (purtroppo) con precisione ciò che trasmettevano.
Ci sarebbe, infine, la memoria di noi ex bambini, ma a parte il fatto che mi son reso conto di quanto i ricordi in questo campo siano fallaci (esempio Heidi trasmesso a livello nazionale!), magari due ex bambini di due regioni o province differenti potrebbero affermare con sincerità che la "loro" prima visione fu la prima in assoluto, e magari un terzo di un'altra regione vide la medesima serie animata prima di loro...
In questo numero di "Tele Secolo" del 31 marzo/6 aprile 1979 possiamo ammirare Jeeg in copertina, in quanto veniva lanciata la sua prima puntata in Liguria da parte di "Tivuesse". Ammesso e non concesso che, sempre in Liguria, qualche altra emittente (magari con un segnale limitatissimo) lo avesse fatto un mese prima senza comunicarlo ad una rivista televisiva.
Immagino i miei coetanei liguri che, avuto tra le mani la rivista qualche giorno prima, attendevano con ansia l'arrivo di sabato 31 marzo alle ore 18,50   ^_^



Non che l'articolo si dilunghi per pagine e pagine, solo due colonnine, ma essendo un'anteprima, la si legge con simpatia  ^_^
Intanto, secondo la rivista, l'emittente "Tivuesse" si era aggiudicata l'esclusiva per la trasmissione, non è specificato a quale livello di copertura, regionale o nazionale?
La sinossi non è precisissima, ma ho letto di peggio in questi anni  :]
Ok, il padre di Hiroshi cambia nome da Senjiro Shiba a Henjiro Shima, ma più o meno ci siamo.
Cannano il nome della regina, confondendola con una parte del nome del regno Yamatai, ma ci può stare.
Un po' esagerato considerare "feroci torture" le scudisciate che prende in faccia il professor Shiba dai soldati di Ikima, prima di inciampare quasi da solo e finire nel burrone...
La campana di bronzo diventa una coppa, la coppa di bronzo? Uefa, Korac, dei campioni?  >_<



La pagina con la prima puntata.


"Jeeg il robot d'acciaio" - Inserto tv locali "TV Sorrisi e Canzoni" dal 20 al 26 maggio 1979 (edizione Milano e Lombardia)

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Non sempre il tantissimo materiale che ho raccattato negli anni è facilmente postabile, ammesso che il resto che metto sul blog abbia un qualche interesse, alcuni documenti/articoli sono abbastanza neutri, diciamo molto più neutri di altri   ^_^
Quindi cerco di sfruttare l'effetto analogia: dopo il primo post dell'enciclopedia de "I Quindici" ho messo quello sul gioco del 15, dopo quello con la copertina di Jeeg su "Tele Secolo" metto questo con Jeeg sulla copertina dell'inserto locale di "TV Sorrisi e Canzoni"  ^_^
E poi Jeeg fa sempre la sua bella porca figura, anche se in bianco e nero!
La medesima immagine, ma a colori, la potevano ammirare sulla copertina dell'album Panini di Jeeg:
Jeeg Robot - Album figurine Panini 1979

Di questo numero di "TV Sorrisi e Canzoni" ho solo l'inserto delle emittenti locali, non la rivista, però, dal mio punto di vista milanese, sono riportate le stazioni che vedevo da bambino, quindi ha un plus di valore.
Come accennavo nel post precedente, sulla difficoltà di datare le serie animate giapponesi trasmesse dalla tv private locali, anche in questo caso si potrà notare come solo Jeeg è citato con il titolo della serie, negli altri casi è riportato solo "disegni animati".
Comunque, nel maggio 1979, non c'erano ancora tanti "cartoni animati" in palinsesto, e per la maggior parte la loro durata era di circa 10/15 minuti, ergo molto probabilmente non era animazione giapponese, visto che una puntata di un anime era in palinsesto per circa 20/25 minuti.




"L'impero Iama sta per invadere ancora il Giappone con giganteschi robots chiamati "fantasmi di creta", la situazione è drammatica e avvincente. Anche Jeeg, il robot d'acciaio, è pronto all'attacco. Jeeg è il nuovo beniamino dei telespettatori appassionati di cartoni animati spaziali. La serie "Jeeg Steel Robot"è infatti trasmessa da molte emittenti locali ed è sempre seguitissima"

Ok, il nome dell'impero è sbagliato... forse, in considerazione del fatto che la rivista ci informava che la serie di Jeeg "è infatti trasmessa da molte emittenti locali ed è sempre seguitissima", potevano scriverlo corretto, che poi noi bambini sapevamo leggere...
Molto bella la definizione "fantasmi di creta", mi pare sia la prima volta che la leggo, di norma erano chiamati mostri o mostri di roccia. Chissà se fu una intuizione della redazione dopo aver visto qualche stralcio delle puntate in televisione, oppure la lessero su una brochure in inglese della Toei. Ipotizzo che questo teorico opuscolo della Toei potesse essere in inglese perché, poco sotto, si può leggere "Jeeg Steel Robot", altra dicitura che non rammento di aver letto nelle riviste del periodo. 
Alla fine si tratta di poche righe di una didascalia, ma qualche spunto nasce sempre.
Ovviamente c'è anche l'opzione più semplice, e magari più probabile, cioè che il tizio a cui venne affidato il compito di redigere queste quattro righe, sparò un po' di minkiate a caso  ^_^


Io Jeeg lo vidi nella sua prima apparizione milanese, proprio su "Milano TV", e l'orario era il medesimo: rientrati da scuola, si mangiava, si guardava Jeeg e poi si scendeva in cortile a giocare e a commentare Jeeg.
Come?
I compiti?
Quali compiti?!  :]
Su Tele Milano dalle 15,00 alle 15,30 c'erano dei "disegni animati", quali?
Mistero... 30 minuti di animazione, di nuovo Jeeg?
Anche su "Telelombardia 1 e 2" era previsto un "disegni animato" a colori (C) alle 13,30, quale?
Altro mistero.
Stranamente su "Antenna Nord" il primo "disegno animato", senza titolo, era programmato per mercoledì dalle 18,10 alle 18,40. Magari era "Lupin III" giacca verde  :]
Da notare che la ragazza da votare per il Pomofiore era una 17enne.




Chissà che programma era "Josephine" alle 24,00 su "Tele Radio Reporter"...   ^_^
Alle 19,30 su "Video Brescia" c'era il cartone "Tex Willer and Company", che penso fosse quello spiegato in questo blog:
https://pasqfree.wixsite.com/ilmiosito-1/post/tex-company-gli-eroi-della-bonelli-in-tv
















Qualcuno se li ricorda?

Prima traccia della prima puntata di Jeeg il 27 marzo 1979 su Telesicilia - "Tv Sorrisi e Canzoni" dal 25 al 31 marzo 1979

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Terzo post consecutivo su Jeeg, anche se il numero di "TV Sorrisi e Canzoni" presentato cita il robot d'acciaio solo nei programmi delle televisioni locali, per il resto sono presenti vari articoli interessanti non sui cartoni animati giapponesi, ma c'è il 45 giri di Goldrake ancora al dodicesimo posto in classifica a fine marzo!
In questo numero c'è un articolo a firma Renato Zero, l'ho trovato un po' populista, come si direbbe oggi...
Due interviste agli allora direttori della Rete 1 e Rete 2, in quella a Massimo Fichera della seconda rete, purtroppo non ci sono accenni a Goldrake, che venne trasmesso grazie al suo beneplacito.
Un doppio articolo a firma Luca Goldoni (uno degli autori della trasmissione) e Virginia Rexa di ben 5 pagine sulla trasmissione comica "Luna Park", che lanciò una diciannovenne Heather Parisi.
Un articolo sportivo sui campioni di tennis presenti al torneo di Milano: Connors (non Sara...), Borg, Panatta, Gerulaitis, Bertolucci, Barazzutti, e poi l'unico ed inimitabile McEnroe!
Un articolo di Mike Bongiorno sul suo quiz del giovedì, il nuovo "Lascia o Raddoppia", assieme ad uno su Pierluigi Marianini, storico concorrente del vecchio "Lascia o Raddoppia".



Nel post sulla prima trasmissione ligure di Jeeg, avvenuta il 31 marzo (1979), riflettevo sulla difficoltà di certificare la vera prima assoluta trasmissione di un cartone animato giapponese mandato in onda dalle emittenti locali, prova ne è questo numero di "TV Sorrisi e Canzoni", che nell'edizione siciliana annunciava Hiroshi Shiba su Telesicilia  il 27 marzo, quindi quattro giorni prima della ligure Tivuesse.
Nel titolo del post ho scritto "prima traccia della prima puntata di Jeeg", perché battezzare con certezza l'esordio televisivo locale di una serie animata nipponica è, a mio avviso, pressoché impossibile. A titolo di esempio, io ho anche il numero precedente della rivista, ma l'edizione dei programmi locali non è quella siciliana, perciò non ho la certezza che su Telesicilia non fosse già in programma Jeeg.
Per far ciò si dovrebbe poter consultare nelle emeroteche, ammesso siano disponibili, le edizioni locali di "TV Sorrisi e Canzoni", la rivista più affidabile e completa del periodo, di tutte le varie edizioni, metterle a confronto e decretare comunque solo delle ipotesi.
Ci vorrebbero degli Stengo ben distribuiti sullo stivale italico, chiedo venia per l'autoincensamento  ^_^



Questa volta ho omesso poco, il mega articolo sull'anno del bambino Unicef e uno su Cocciante.




L'instabilità politica ci contraddistingue da sempre, anzi, forse oggi siamo messi un po' meglio, in fondo un singolo ministro riesce a stare in carica anche per un paio di anni, in alcuni casi ciò non è un fatto positivo...
La seconda lettera è sullo SME, che pare tutti si siano dimenticati, e ci ricorda, in particolare in questo frangente della nostra storia economica, che senza il tanto vituperato (da parte dei soliti noti) euro, noi oggi saremmo già falliti... con la lira, in situazione come quella di crolla del pil dovuto al Covid-19, saremmo tipo l'Argentina...
Lo SME era un piccolo scudo, l'euro è uno scudo enorme, sarebbe bello che gli euro scettici italici stavolta lo ammettessero... sarebbe bello...








Se potemmo vedere "Atlas Ufo Robot" fu anche grazie alla apertura mentale del direttore della Rete 2, Massimo Fichera.



Oltre a vedere l'esordio di una giovanissima Parisi, la trasmissione prevedeva la presenza fissa di Tina Turner!
Senza contare il livello dei comici, una delle mia trasmissioni preferite del periodo.




"Annuciaziò! Annunciaziò!" (citazione dallo sketch de La Smorfia in foto)





Pubblicità che oggi sarebbe attualissima!
Tutti con la A 112!!!






Io preferivo "Scommettiamo? Il nuovo quiz di Mike Bongiorno" ^_^








Come al solito i titoli delle serie animate sono una rarità, tra le giapponesi solo una, quella, appunto, del teorico esordio italico di Jeeg, e poi tre o quattro titoli di cartoni statunitensi.
Ricostruire i programmi per bambini e ragazzi è praticamente impossibile...
Noto che ci sono due "Telesicilia", una "Color"  ed uno senza "Color", chissà se facevano capo alla medesima proprietà, oppure era solo una questione di poca di fantasia  :]













Mi fa fin impressione vedere Antony Hopkins giovane... il film non l'ho mai visto e mai lo vedrò.




La sigla di Goldrake era stabile al dodicesimo posto, considerando che la la seconda parte della serie era teminata a gennaio, non era malaccio come successo.





Delle pubblicità delle prime console di videogiochi avevo parlato in questo post:
Le prime pubblicità delle console di videogiochi (anni 1975/79) + 2 articoli giornalistici del 1978








Sullo sceneggiato "I Sopravvissuti" mi ero soffermato qui
Sceneggiato "I sopravvissuti" dalle sinossi e articoli di tre riviste televisive - Rete 1 Rai dal 20 marzo 1979 all'8 maggio 1979












Prima traccia su "Scelta TV" della prima puntata di Jeeg il 12 marzo 1979 su "Quinta Rete" - "Scelta TV" dal 11 al 17 marzo 1979

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I bambini liguri poterono vedere la prima puntata di Jeeg il 31 marzo 1979:
"Jeeg, il giustiziere è un robot d'acciaio" - "Tele Secolo: la tv della Liguria" dal 31 marzo al 6 aprile 1979

I bambini milanesi, e io tra loro, gioirono per Jeeg qualche giorno prima, il 27 marzo 1979:
Prima traccia su "TV Sorrisi e Canzoni" della prima puntata di Jeeg il 27 marzo 1979 su Telesicilia - "Tv Sorrisi e Canzoni" dal 25 al 31 marzo 1979

Ma, a quanto pare, per ora, i primi bambini italici ad ammirare il robot d'acciaio in televisione furono quelli del Lazio, che lo videro alle ore 16,00 su "Quinta Rete" lunedì 12 marzo 1979, ergo due settimane prima dei coetanei lombardi e liguri.
Fatto raro, oltre al titolo della serie "Jeeg Robot", è citato addirittura il titolo della puntata, "Il risveglio dei mostri", il primo episodio.
Di norma è la sola presenza del titolo che è sufficiente a autentificare una prima trasmissione di una serie animata (giapponese): il giorno prima o la settimana prima non c'è, poi compare, ergo quella è la prima puntata.
In questo caso la redazione pubblicò anche il titolo, eliminando qualsiasi dubbio.
Ovviamente ho verificato che nel numero della settimana precedente di "Scelta TV" , non vi fosse in palinsesto Jeeg, ma "Kimba il leone bianco", primo cartone animato giapponese ad essere trasmesso in Italia sulle tv locali private. 

Ringrazio il lettore Sincenull che mi ha fatto notare la presenza di Jeeg su "Scelta TV".



Potrebbe essere questa la vera ed unica prima assoluta trasmissione di Jeeg in Italia?
Difficile, anzi, impossibile a dirsi... bisognerebbe poter consultare tutte le riviste televisive del periodo, e comunque non avresti certezza alcuna, perché quasi sempre mancava il titolo della serie animata, sostituito da un neutro "cartoni animati" o "disegni animati"...
Da notare che, in questo caso, Jeeg era considerato un telefilm, forse è per questo che lo premiarono con il titolo dell'episodio   ^_^ 





Prima traccia su "Stampa Sera" della prima puntata di Jeeg il 19 marzo 1979 su "Tele Torino International"

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Ricapitoliamo.
Ad ora i bambini del Lazio videro Jeeg per primi in Italia:
Prima traccia su "Scelta TV" della prima puntata di Jeeg il 12 marzo 1979 su "Quinta Rete" - "Scelta TV" dal 11 al 17 marzo 1979

Seguirono i bambini piemontesi, che grazie a "Tele Torino International" lo videro il 19 marzo, fonte "Stampa Sera" (pagina 23) qui sopra mostrata:
"Jeeg, il robot d'acciaio: della stessa casa produttrice di Atlas Ufo Robot, le avventure di un robot astrale in lotta contro i mostri dell'imperatore della galassia"

Immagino fosse l'emittente privata a comunicare alla redazione del quotidiano torinese i dettagli sui programmi, azzeccarono proprio bene la trame del cartone animato giapponese  ^_^
Però citare "Atlas Ufo Robot" dava la certezza che il "cartone animato" sarebbe stato seguito da moltitudini di giovani telespettatori.

Toccò ai bambini siciliani:
Prima traccia su "TV Sorrisi e Canzoni" della prima puntata di Jeeg il 27 marzo 1979 su Telesicilia - "Tv Sorrisi e Canzoni" dal 25 al 31 marzo 1979

Ultimi in ordine temporale pare siano stati i coetanei liguri, che ammirarono il robottone d'acciaio solo il 31 marzo 1979:
"Jeeg, il giustiziere è un robot d'acciaio" - "Tele Secolo: la tv della Liguria" dal 31 marzo al 6 aprile 1979

Ho provato ad effettuare delle ricerche anche nell'archivio on line del milanese Corsera, ma è presente l'edizione romana del quotidiano, quindi viene riportata la trasmissione di Jeeg su "Quinta Rete", tra l'altro dopo rispetto il12 marzo.
Perciò non ho potuto avere riscontri sulla prima visione milanese di Jeeg...

Ri-ri-ribadisco che, in realtà, queste tracce cartacee di una prima trasmissione non danno alcune certezza che quella riportata fosse la prima visione in assoluto, visto che i palinsesti delle tv locali erano comunicati alle riviste televisive e ai quotidiani in maniera assai parziale.
In questo contesto degli ultimi post, in cui si cerca di indagare sull'esordio televisivo di Jeeg, può tornare utile un altro post del dicembre 2018, in cui mostravo le pubblcità sulla rivista "Millecanali" del distributore di programmi "AB International Export", che per noi era sinonimo di Jeeg, visto che il suo logo era visibile all'inizio di ogni puntata.



Pubblicità dei distributori di programmi televisivi 1979/81: AB International ed altri meno noti



"Palermo Radio TV" dal 30 marzo al 5 aprile 1980 - Copertina su Mazinga Z

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Visto che le riviste televisive nazionali non sempre avevano delle pagine ben informate sui palinsesti delle tv locali, ci fu chi pensò bene di vendere nelle edicole delle guide regionali. Quindi, dopo le testate "Tele Secolo: la tv della Liguria"  e la romana "Scelta TV", ecco lo spillato siciliano, anzi, mi pare di aver capito che la pubblicazione fosse ancor più localistica: solo Palermo!!!
In questi casi di mini guide, come valeva per più famosa "Guida TV", oltre al piccolo formato, erano piccoli i contenuti, praticamente solo i programmi, gli articoli erano cortissimi o del tutto assenti.

Questo numero di "Palermo Radio TV"è impreziosito dalla copertina dedicata a "Mazinga Z", per il resto ci sono un sacco di pubblcità di aziende palermitane (che dove possibile ho omesso), e i programmi delle seguenti emittenti del capoluogo siciliano:
Tele (canale 22); TVC (canali 23/53); TRM (canali 25/39); Tele 2000 (canale 43); Telesicilia (canali 29/42); TROG (canali 24/60); Video PA (canale 35); ITC (canali 21/26/30/45); CTS (canali 44/64); TVR Sicilia (canale 56); Telesicania (canale 46); Telesakura (canale 21); Tele Termini (canali 37/26/52).

Il mio numero di "TV Sorrisi e Canzoni" con un inserto siciliano delle tv locali temporalmente più vicino a quello di "Palermo Radio TV" qui mostrato, è quello di un anno prima:
Prima traccia su "TV Sorrisi e Canzoni" della prima puntata di Jeeg il 27 marzo 1979 su Telesicilia - "Tv Sorrisi e Canzoni" dal 25 al 31 marzo 1979

A grandi linee direi che i palinsesti di questa pubblicazione siciliana non è che fossero più dettagliati di quella nazionale con l'inserto locale... anzi, considerando che siamo nel marzo/aprile 1980, ci sono un sacco di programmi identificati solo con la dicitura "cartone animato", "telefilm" e "film"... ok che costava solo meno della metà di un "TV Sorrisi e Canzoni" del medesimo periodo (500 lire), però poter leggere due titoli di serie in più, sarebbe stato simpatico...
Le serie animate giapponesi con il titolo sono ben poche (3 o 4), eppure nella primavera 1980 eravamo probabilmente al culmine del successo dei cartoni animati giapponesi in Italia.
Per il resto non è che io, essendo di Milano, possa aggiungere molto, auguro buona lettura ai miei coetanei palermitani  ^_^



















"Onda TV" dal 11 al 17 marzo 1979 - "Gli eroi di Supergulp" - nei programmi milanesi non è riportato Jeeg

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In questo trip che mi ha preso, spero momentaneamente, di indagine sulla prima trasmissione di Jeeg, mostro oggi un "Onda TV" (così accontento anche il lettore Gianluca) della medesima settimana del romano "Scelta TV", in cui c'è la prima traccia in un rivista tv del robot d'acciaio.
Risultato?
Al medesimo orario in cui vedevo Jeeg, cioè intorno le 13,30 e sulla stessa emittente, cioè "Milano TV", è riportato solo un desolante "cartone animato"...   T_T
Cosa altro c'è di interessante nel numero?
Un articolo su Supergulp, una mini recensione del film di Superman, un articolo su "Tele Lomellina" (che non ho mai captato) e radio "Montestella", piccole pubblicità localistiche (come nel caso di  "Palermo Radio TV"), molte piccole informazioni sulle trasmissioni del periodo, tra cui l'immancabile "La Bustarella" e il programma per bambini di "Antenna Nord" (che io non rammento) il "Discolone".
La conduttrice del "Discolone" era Fatma Ruffini!
Nel totale l'ho trovato un bel numero, che presentava 16 pagine in più, riempite di molte informazioni interessanti.
Direi che "Onda TV", per chi cerca notizie su quegli esordi delle tv locali tra il 1977 ed il 1980, è una ottima fonte, peccato che sia raro trovarne numeri.
La rivista, se paragonata a "Palermo Radio TV" e anche a "Scelta TV" era molto più bella graficamente, oltre ad essere del formato di "TV Sorrisi e Canzoni", 300 lire spesi bene.




Torno all'assenza di Jeeg.
Quindi il nordico "Onda TV", che avrebbe meglio di altre pubblicazioni nazionali potuto informarci precisamente sui programmi lombardi/milanesi, restò sul vago. Da ricordare che erano le emittenti a comunicare i palinsesti alle riviste, e visto che in questo caso lo spazio dedicato ai programmi trasmessi non era poco, dubito che la redazione avrebbe avuto problemi ad aggiungere un "Jeeg robot d'acciaio" di fianco a "cartoni animati".
Ne è una prova il cartone animato trasmesso su Telereporter martedì 13 marzo alle 18,30: Kimba il leone bianco
Anche se ai tempi credo che le emittenti pensavano fosse un cartone americano, visto che noi vedemmo la loro versione, con la loro sigla in inglese.
Evidentemente il pubblico dei bambini non era ancora (per pochissimo ancora) tenuto in considerazione dalle emittenti televisive private.
I 20 minuti alle 13,40 e i 40 minuti delle 18,50 dedicati ad indefiniti "cartoni animati", potevano tranquillamente nascondere, per la loro durata, una puntata di Jeeg.



Sulla "Rete 2" riprendeva "Supergulp!", e la redazione pubblicò questo articolo che spiegava ai giovani lettori la storia di ogni singola serie mostrata nel programma.






Questi sei punti sono le didascalie per la pagina successiva, che mostra le immagini del film "Le 12 fatiche di Asterix" (spero di non aver toppato...)



Curioso il fatto che la copertina della rivista nasceva da un concorso promozionale di pellicce, qualche soldino bisognava pur raccatarlo   ^_^


Oggi la gente racconta i cavolacci propri sui social... ieri, anzi, l'altro ieri si mandavano le lettere all'esperta della rivista, ma almeno erano anonime e senza immagine, come, invece, succede spesso sul web...
Nel riquadro in basso a sinistra si può leggere che c'erano due redazioni della rivista, una a Milano ed una a Como, per questo c'erano tante pubblicità del comasco.







Chissà se qualche coppia si sposò pensando di fare il viaggio di nozze vincendo il concorso de "Il Bingooo" su "Antenna 3 Lombardia".



"Tele Lomellina" trasmetteva dal videvanese, quindi fuori dalla mia zona.




 Scopro che "Onda TV" produceva e distribuiva suoi programmi di carattere culturale.




Ore 12,30 sulla RETE 2 "Papotin e Compagni"

          
  


Il "Discolone" era una trasmissione musicale per bambini, dove veniva presentata la hit parade delle sigle, immagino per il successo di quelle di Goldrake.
Quanto sarebbe bello poter rivedere una puntata di quando arriveranno anche le sigle degli altri anime!
Leggendo il palinsesto di "Tele Milano" si potrà notare che in quel caso i cartoni animati, di matrice statunitense, erano con il titolo della serie, mentre quelli giapponesi ancora non erano stati inquadrati come di successo (mia ipotesi), quindi non meritori di avere pubblicità.








Telereporter ore 18,30 Kimba con sigla in inglese   ^_^


















Un vero peccato che nell'articolo non si citino le sgiel che andavano per la maggiore nel marzo 1979.







"Tele Contro" dal 7 al 13 luglio 1979

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In questo maggio ho presentato alcune riviste televisive locali, di certo ai tempi non conosciute a livello nazionale:
"Tele Secolo: la tv della Liguria"
"Scelta TV"
"Palermo Radio TV"

Questa volta mostro uno spillato che non riportava neppure i programmi delle emittenti locali, ma solo le due Rai (non esisteva ancora la Rete 3), Montecarlo, Svizzera e Capodistria.
Solo 16 pagine, fine.
La particolarità della pubblicazione era che per ogni giorno della settimana presentava una trasmissione "DA VEDERE" ed una "DA NON VEDERE", da qui, immagino, il nome della rivista.
Ho cercato in periodi differenti info sul web, ma non ho mai trovato nulla a proposito di questa testata. Non è presente neppure nel catalogo dei periodici, in cui sono presenti anche le pubblicazioni chiuse, quindi, probabilmente, era un qualche inserto allegato ad altro. In pratica la stessa cosa di "Tele Secolo", che era l'inserto tv del quotidiano "Il Secolo XIX".
I giudizi della redazione di una rivista che stroncano una trasmissione sono rari in quel periodo, solo che venivano dati sono per un programma al giorno, alla fine si trattava di sette pagelle negative (e sette positive), un po' pochino per giustificare il "contro" di fianco al "tele".
C'è da dire che nel merito della valutazione si era anche abbastanza duri, basta leggere quella contro "Almanacco del giorno dopo", che tira in ballo il nepotismo e il "maritismo" della Rai.
In quella settimana dal 7 al 13 luglio 1979 vennero battezzate negativamente le seguenti trasmissioni:
"A caccia dell'invisibile"; "Nakia"; "Almanacco del giorno dopo"; "Anna giorno dopo giorno"; "Invece della famiglia"; "Lascia o raddoppia"; "La classe morta marcia su Caracas".

Mentre i giudizi positivi vertevano su:
"Una valigia tutta blu"; "Ieri e oggi"; "Sotto il divano"; "La vedova e il piedipiatti"; "Mercoledì sport"; "Luigi Ganna detective"; "Teleclub".

Sulla copertina della rivista non è presente l'anno, ma la trasmissione "Una valigia tutta blu" condotta da Walter Chiari venne trasmessa solo nel 1979.
Graficamente la rivista non è malaccio, anche considerando il numero minimale di pagine.
Per il resto è presente la replica di "Atlas Ufo Robot" sulla Rete 2, che io non rammento.


















"Tele Secolo" dal 29 novembre al 5 dicembre 1980

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Qualche giorno fa avevo postato l'articolo di lancio della serie di Jeeg sulla rivista "Tele Secolo", ma mancava il resto della rivista, rimedio alla mancanza mostrando un numero successivo, abbastanza successivo, dell'inverno 1980, tanto per valutare il contenuto della mini rivista allegata al quotidiano ligure.
Nei mesi tra il numero del marzo/aprile 1979 e questo del novembre/dicembre 1980 mi pare che la redazione abbia ridotto gli articoli, che erano già pochi. Solo la pagina tre (nella due ci sono pubblicità locali) è dedicata agli approfondimenti, il restante numero di pagine ospita solo i palinsesti.
Ogni giorno di programmazione è formato da quattro pagine, la prima è dedicata alla Rete 1. Nella seconda, assieme al palinsesto della Rete 2, c'era "Tivuesse", nella terza ci sono Montecarlo, Svizzera e Capodistria, nella quarta sono confinate in un carattere minuscolo tutte le altre emittenti locali ligure, un po' sacrificate graficamente.
Anche nel numero con l'articolo di Jeeg le tv locali erano un po' confinate, si vede che gli acquirenti de "Il Secolo XIX" erano più interessati ai programmi Rai e, forse, a risparmiare il costo di un "TV Sorrisi e Canzoni"   ^_^
Per il resto non è che abbia molto da aggiungere, tranne il fatto che i "cartoni animati giapponesi" sulle tv locali, pur trovandoci nel 1980, erano ben poco segnalati.
Forse perché la redazione non li aveva molto in simpatia, basta leggere cosa scrissero nel riquadro su "Anna dai capelli rossi" a proposito di questa stupenda serie animata di Isao Takahata:
"Si tratta di un ENNESIMO cartone animato di marca giapponese..."

Peccato per loro che fu un capolavoro...


















Megaloman (1979) - puntata 17

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La precedente puntata è stata la prima della serie a lasciare la trama in sospeso:
che fine ha fatto Ran? E' stata uccisa?
il kaiju Parabolan ditruggerà Megaloman?
il Presidente Delitto riuscirà a spostare il suo comando generale nella nuova base in Giappone?

Ma, soprattutto, quanto eravamo creduloni noi bambini dell'epoca?  ^_^
Su questo atroce dubbio ci torno poco sotto, mi chiedo, invece, se anche nei dialoghi originali ci fu la "promozione" di Capitan Delitto a Presidente, oppure quale parola venne usate e stravolta nell'adattamento italiano. Infatti, alla fine di questa puntata, Takashi apprende dalla voce di un soldato alieno morente che Delitto è diventato "Presidente", e ne rimasn assai sorpreso.
Rimase stupito perché non pensava che la Tribù dal sangue nero indicesse elezioni?
Oppure perché temeva, ora che Delitto era il capo assoluto, una recrudescenza degli attacchi?
Anche in questa puntata ci sono un paio di scene che avrebbero potuto mettere a rischio la sicurezza degli attori e degli stuntman. Scrivo "avrebbero potuto" perché parrebbe che la produzione si dette una piccola calmata... nel primo caso si vedono due civili aggrediti su un ponticello sospeso su un torrente, gli alieni li attaccano, piccola scaramuccia, i due civili stanno per essere gettati tra le rocce del fiume (li si vede in appesi al corrimano del ponte), ma poi c'è uno stacco e viene inquadrata la corrente tumultuosa del torrente. Forse far precipitare da alcuni metri due poveracci in un corso d'acqua non molto profondo pieno di rocce, creò qualche scrupolo anche alla regia nipponica...
Il secondo caso è una esplosione che coinvolge il nostro gruppo di eroi, in cui, a differenza delle scene viste fino ad oggi, non s vede una deflagrazione in stile napalm, ma solo fumo.
Vedremo nel proseguo della serie se la Toho si rese conto della potenzialità omicida di tante sue scene di combattimento.
Torno alla questione della nostra, e della nipponica, creduloneria infantile  ^_^



Quando si guardano film, telefilm e cartoni di fantascienza esiste il meccanismo della sospensione della realtà, valeva da bambini, vale da adulti. Chi non è in grado di immedesimarsi nella storia fantastica, non apprezza la fantascienza.
Ci sono, però, le scene improbabili, non per i contenuti fantascientifici della trama, ma per l'assurdità del contesto...
Potrà mai essere che Ran non venga vista dai quattro alieni che sono girati dalla sua parte, mentre lei si avvicina ad un paio di metri dalla loro posizione?
Potrà mai essere che non vedano lo sportello del bagagliaio sollevarsi davanti a loro?
Possibile che non vedano l'auto muoversi, considerando che visivamente le sospensioni si abbassano, quando Ran chiude lo sportello e non ne sentano neppure il rumore?
Ok, posso credere ad un tizio che si trasforma in Megaloman, ma non alla sordità e cecità di alieni assetati di sangue che devono vigilare sulla loro nuova base segreta, e che hanno un capo che non si farà problemi a punire con la morte qualsiasi loro mancanza  ^_^



 La basa segreta è ovviamente in Giappone!


Riprende il combattimento dove lo avevamo lasciato.
Megaloman è congelato, ma attiva il super defrost e si scongela manco fosse una minestrone della Findus...



 Spettacolare lo stuntman mentre amputa le alucce a Parabolan.



 Parabolan se la svigna...


 Takashi è provato, il Presidente Delito preferisce le solite minacce veicolate tramite gesti inconsulti.



A questo punto c'è la scena dei due civili che rischiano di finire nel torrente.
Nella mia versione c'è un punto, proprio nel momento dello stacco della scena, in cui il video è rovinato, quindi non ho la certeza che i due non vengano gettati di sotto, ma spero non successe...



Takashi e soci (tranne la scomparsa Ran) chiedono al sopravvissuto (con a fianco la sorella) del villaggio di pescatori (Ryugi) informazioni su ciò che gli era capitato. Ryugi non vuole rispondere, quindi Takashi gli rivela l'esistenza degli alieni. Il ragazzo racconta tutto, compresa la presenza, tra gli alieni, di un tizio con un casco d'oro... Takashi informa subito la madre e il maestro Takamine che Capitan Delitto (loro non sanno ancora della sua promozione) è arrivato in Giappone.


Mari e Takamine decidono di raggiungere i ragazzi, che nel frattempo si sono divisi in due gruppi:
Takashi e Seiji vanno in cerca degli alieni;
Ippei e Hyosuke proteggono Ryugi.

I primi due trovano tracce energetiche della base, gli altri due si perdono, in un modo ridicolo, il ragazzo...


Ryugi, armato del suo fedele arpione da pesca, si mette alla ricerca degli assassini della moglie, li trova...
Mari e Takamine arrivano, in taxi, chissà quanto gli sarà costato...



Di colpo riappare una esanime Ran!
La ragazza si desta tra le alghe e gli scogli, ma invece di avvisare i suoi amici di essere sana e salva, si mette a seguire degli alieni segnalati dai suoi bracciali.



La scena commentata sopra è resa più ridicola da quella sotto.
C'è da dire che la modalità stealth di Ran farebbe inorridire Snake   ^_^



Quando Ran scende dall'auto vediamo chiaramente il bagagliaio aprirsi, come hanno fatto gli alieni a non vederlo nella scena di prima?!   ^_^



Stranamente Ryugi ha avuto la peggio in uno scontro con cinque alieni...
Non si sa bene come Ippei e Hyosuke vengano raggiunti sia da Takashi e Seiji (forse grazie ai bracciali), ma anche da Mari e Takamine...
Hyosuke medita vendetta per l'uccisione del ragazzo, sarebbe bastato che lui lo sorvegliasse...


Intanto Ran segue i becchini all'ingresso della loro nuova base, ma questa volta si ricorda di contattare i suoi amici ed informarli della situazione.



 Ippei redarguisce Ran per non averli avvisati sub ito che stava bene: il bimbominkia aveva ragione!



Finalmente si scopre a cosa cacchio seriva la nuova base.
Il Presidente Delitto ha costruito una cupola per la "composizione" dei mostri, così potrà "produrre i mostri direttamente sulla Terra!" (testuali parole del doppiaggio).
Un grande risparmio sui costi fissi, di spedizione e della manodopera!
Però, mi chiedo, le materie prime dovrà importarle?
E gli operai terrestri, ovviamente sottopagati, saranno abbastanza qualificati?


All'ingresso della base, non più segreta, inizia lo scontro tra i nostri eroi e i becchini.
In questa scena, quando viene chiamato in causa Parabolan riparato, un soldato invoca l'aiuto del Presidente, quindi Takashi apprende della promozione, forse è anche un po' invidioso...





 Anche l'espolsione del kaiju è meno "napalm" del solito.


Distrutto il mostro, distrutta la base.
Questa correlazione obbligata non l'ho mai capita...


Il Presidente Delitto attiva una bomba per far esplodere la base, che era già crollata...
Si nota che i nostri eroi vengono solo lievemente investiti da un poò di fumo... che delusione...


Il Presidente Delitto se la svigna...


 Il commovente abbraccio tra padre e figlia ritrovata.



Scena e dialoghi insopportabili, dove Mari dice alla sorella di Ryugi che deve essere "felice" della morte eroica del fratello... mavaffancuoreva...


"Tele Giorno" dal 4 al 10 marzo 1982 (supplemento del quotiando "Il Giorno)

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Nei commenti del post di mercoledì scorso (link) mi era stato chiesto di postare l'inserto tv del quotidiano "Il Giorno", per fortuna tempo fa ne trovai uno in qualche stock di materiale editoriale e non lo buttai via.
Probabilmente le immagini della pagina intera (scannerizzate in due step e poi incollate con Paint)  risulteranno con le scritte un po' piccole, per questo ho poi riscannerizzato solo i programmi delle tv locali.
Il formato del supplemento misura 40 cm X 28 cm, in pratica la misura di alcuni quotidiani di oggi, mentre "Il Giorno" era veramete enorme, se rapportato con gli attuali.
In questo maggio ho presentato altre riviste televisive locali:
"Tele Secolo: la tv della Liguria"
"Scelta TV"
"Palermo Radio TV" 
"Tele Contro" dal 7 al 13 luglio 1979



Da notare che la 14enne Claudia Vegliante è la ragazza che nel 1979 cantava e ballava con la bravissima Stefania Rotolo la canzone/sigla "Marameo".



Tra le emittenti locali ci sono ancora "Antenna Nord" e "Videodelta", che a breve dioverrano "Italia 1" e "Rete 4".
I palinsesti sono già ben chiari, con il titolo del programma, a differenza di ciò che capitava nelle pubblicazioni fino al 1980 di molte riviste del settore.

















Prima trilogia "Guerre Stellari" in VHS della "CBS-FOX Video" - Panarecord (1986/1987)

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A forza di mettere a posto e spostare roba per far posto ad altra roba messa a posto (un po' astruso come concetto...), ti ritrovi del materiale che sapevi di avere, ma che non avevi il coraggio di cercare   ^_^
Stavolta ho ri-trovato le (mie) prime VHS della trilogia di "Guerre Stellari" messe in commercio in Italia intorno al 1986.
Sono certo che questa fu in assoluto la prima versione italiana in VHS, non sono sicuro sulla data precisa di messa in vendita. Quando partii per il servizio militare nel 1988 già avevo in casa le tre VHS da un po', non rammento se le comprai tutte e tre assieme, oppure prima l'episodio IV e poi gli altri due. Ricordo, invece, dove le acquistai, cioè uno dei primi videonoleggi della mia cittadina, che vendeva anche le VHS originali.
Mi pare che ebbi tra le mani per primo "Guerre Stellari", lo attendevo da anni, dato che dopo aver visto il film al cinema numerose volte nel 1977, e poi nella prima televisiva su "Rete 4" martedì 13 dicembre 1983, non l'avevo più rivisto.



Talvolta ci si dimentica di quale era la prassi e la tempistica per il passaggio dal cinema alla televisione, e poi nell'allora nuova visione in VHS.
Dopo la sala cinematografia dovevano passare alcuni anni per poter vedere un film in televisione, in questo caso ne passarono ben sei... dal 1977 al 1983!
Dico... sei anni di attesa per poter rivedere il tuo film preferito...   T_T
Ma nel 1983 i videoregistratori non erano ancora un prodotto presente in Italia, comunque non per tutti. A casa mia il videoregistratore arrivò nel 1986, ad un costo elevato, quindi ero pronto per la videocassetta di "Guerre Stellari" arrivata nel 1986, ma passarono altri tre anni... c'è da dire che dalla prima televisiva su "Rete 4" a questa versione VHS il film venne probabilmente replicato un certo numero di volte, ma credo non molte, perché erano tirati anche su quello...
Oggi puoi rivedere un film fino allo sfinimento su ennemila piattaforme e formati differenti, nel 1983 attendevi allo spasimo di poter rivedere il tuo "Guerre Stellari" in televisione per la prima volta, pur con una quantità imbarazzante di interruzioni pubblicitaria (ho questo ricordo, magari errato...).



Poi, finalmente, arriva anche per te la possibilità della ripetizione infinita  :]
Con il tempo si perde il ricordo di quanto poteva essere emozionante avere tra le mani i tre film della prima trilogia, adesso, oltre ad averli in formato DVD e BR, te li puoi guardare quando vuoi su "Disney Plus", ovviamente non la versione "vera", ma quelle modificate da Lucas nel tempo.
Il film è del regista, aveva tutto il diritto di apporre modifiche, però su alcune ci sarebbe da porsi la domanda se avessero senso... capisco inserire degli effetti speciali non fattibili nel 1977 (o nel 1980/1983), ma perché eccedere in scene superflue o trasformare Ian Solo da aggressore di Greedo a vittima del cacciatore di taglie?
Vabbè... questione su cui si sono dilungati in molti e molto più ferrati di me   ^_^
Magari ci farò qualche post prendendo spunto da queste tre versioni intonse.






 Da notare i nomi della versione originale statunitense, e non quelli italianizzati.


La custodia delle VHS era marchiata "Panarecords", tanto era il valore di essere distributori della trilogia.













"La prima spedizione italiana nell'interno del Giappone e nei centri sericoli" - Pietro Savio (1869) - parte 2

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A metà del 1800 l'Italia ed il Giappone avevano un interesse commerciale in comune, la  sericoltura.
Pietro Savio fece parte di una spedizione commerciale per studiare l'allevamento del baco da seta in Giappone e per stipulare accordi commerciali. Durante questo viaggio di lavoro prese nota di tutto ciò riguardava l'industria del baco da seta giapponese e lo pubblicò in questo libro. A dire il vero, come mi capitò per "Il Giappone Moderno" di Giovanni De Riseis, io non ho ancora letto nulla di questo libro, quindi non sono certo che vi siano riportati anche aneddoti di vita sociale del periodo.
Il lunghissimo libro di De Riesis venne pubblicato nel 1900, ma raccontava di un viaggio del 1895, lo scritto di Pietro Savio venne pubblicato nel 1873, però il viaggio è datato giugno 1869!
Ben 26 anni prima, quindi l'autore si recò in un Giappone ancora poco occidentalizzato, mi auguro che l'autore non vi abbia riportato solo le tecniche di sericoltura.
L'epoca Meiji iniziò nel 1868, cioè pochi mesi prima di questo viaggio
Confido nel titolo, in cui si parla di "prima spedizione italiana nell'interno del Giappone", e solo in carattere più piccolo si accenna a i centri sericoli.
Come per il libro di De Riesis, sono molto belle le incisioni, più piccole in quanto il formato del libro è quello di un quaderno.
La parte che presento questa volta è incentrata sui bachi da seta, con qualche accenno all'agricoltura.














Bambini non si nasce: una ricerca sulla condizione infantile

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TITOLO: Bambini non si nasce: una ricerca sulla condizione infantile
AUTORE: Livolsi, de Lillo, Schizzerotto
CASA EDITRICE: Franco Angeli
PAGINE: 175
COSTO: 5€
ANNO: 1980
FORMATO: 22 cm X 14 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN:


Nella mia ricerca di saggistica anni 70 e 80 (con qualcosa dei primi anni 90) che trattasse o citasse la prima invasione dell'animazione giapponese in Italia, mi sono imbattuto in questo scritto, che in realtà menziona gli eroi giapponesi molto marginalmente (in soli due punti), ma che riporto ugualmente perché era uno studio approfondito della situazione infantile nel 1980.
Non sempre mi è data la possibilità di poter sfogliare questa tipologia di saggistica tramite una biblioteca (con il Covid-19 nessuna), alcuni titoli non sono reperibili, quindi mi azzardo ad acquistarli direttamente sul web: qualche volta trovo informazioni interessanti, altre volte no.
A titolo di esempio dove non ho trovato citati gli anime, mentre pensavo di andare sul sicuro, c'è il saggio "La grande scimmia" di Alberto Abruzzese, pubblicato nel 1979, che, nonostante il sottotitolo "mostri, vampiri, automi, mutanti: l'immaginario collettivo dalla letteratura al cinema e all'informazione", non tratta i "cartoni animati giapponesi", che erano strapieni di mostri, automi, mutanti e qualche volta pure di vampiri. Il libro di Alberto Abruzzese non l'ho letto tutto, l'ho passato in rassegna più volte, specialmente l'ultima parte che tratta di Marvel, videogames e televisione, ma non ho trovato traccia dei cartoni animati giapponesi.
Mentre in questo saggio della "Franco Angeli", seppur solo a titolo di esempio (abbastanza negativo), almeno i cartoni animati giapponesi sono trattati.
A questo punto, considerando il tema dello studio pubblicato nel 1980 e le incredibili polemiche che gli anime scatenarono in Italia nel 1980 (e anche nel 1979) per la loro potenziale pericolosità dovuta ai contenuti violenti, mi viene da pensare che i tre studiosi non considerassero gli anime pericolosi, oppure che i suddetti tre studiosi non avessero capito nulla della propria ricerca... ne consegue che, nel primo caso, i mass media avessero esagerato il tono delle polemiche.
Ho scannerizzato i paragrafi "Pratiche educative e mass-media", "Giocattoli e giochi" e "Lo studio della giornata dei bambini", che più hanno attinenza alla mia ricerca, e i tre autori evidentemente non consideravano i cartoni animati giapponesi meritevoli di essere additati come causa di danni alla psiche infantile.
Nelle altri parti del libro, molto psico-pedagogiche, gli anime non sono proprio considerati.
Quindi, a mio avviso, il saggio è interessante perché, in un periodo in cui gli anime erano demonizzati come mai lo saranno in seguito, gli autori praticamente manco li tenevano in considerazione come rischio per una sana crescita psicologica e relazionale dei bambini.
Gli autori si accaniscono più che altro sul mezzo televisivo, non sui programmi veicolati, e sulla sua (non) gestione da parte dei genitori.



Inserisco la quarta di copertina per far comprendere meglio la tematica del saggio e quanto, teoricamente per le polemiche giornalistiche, si sarebbe dovuto tirare in ballo gli anime.
Per contestaulizzare il punto in cui sono citati gli anime, inserisco tutto il paragrafo, compreso quello del tempo libero di noi bambini del periodo (anche se io era un po' più grande del target dello studio) con numerose tabelle.


Qui si analizza il ruolo della televisione, di certo gli eroi animati giapponesi saranno citati negativamente a pacchi!
Praticamente zero...   ^_^



"Nelle loro scarse occasioni di incontro e vera socialità i bambini...", ecco, io non so bene quali bambini gli autori avessero intervistato ed analizzato, ma io e miei coetanei stavamo tutto il giorno in cortile a giocare assieme, oppure andavamo a turno a casa di uno di noi a giocare, giocavamo a scuola, giocavamo ovunque, e poi guardavamo i cartoni animati giapponesi.
Proprio non mi ci riconosco nel profilo riportato dagli autori.
Qui si citano gli anime per la prima volta (Heidi), comprese "le loro sciocche canzoncine ne sono la loro povera colonna sonora"... immagino si riferissero alle sigle dei cartoni animati giapponesi.
Complimentoni per la lungimiranza, visto che a distanza di 40 anni, quelle "sciocche e povere colonne sonore" sono ricordate ancora con affetto (e fanno fare ancora qualche soldino ai loro autori).



Da notare che solo le madri vengono chiamate in causa come "colpevoli" di non aver gestito bene il gioco e giocattoli dei figli, i padri non erano considerati parte in causa... per fortuna ora viviamo in un'altra epoca...






Se non ho compreso male, gli autori incoraggiavano l'uso di oggetti comuni per giocare, mentre i genitori erano criticati perché non incentivavano questa possibilità per timore che l'oggetto fosse rotto.
Magari, dico, magari, giocare con un "non giocattolo" poteva essere pericoloso... questo è quello che mi ripeteva mia madre fino allo sfinimento, poi io spesso non la ascoltavo, ma il fatto che l'oggetto si potesse rompere, non era una priorità in casa mia.


Nella pagina a sinistra c'è il secondo punto in cui si citano gli anime, nello specifico i giocattoli di Atlas Ufo Robot, visti negativamente, al apri di Big Jim e Barbie, in quanto riducevano la fantasia ludica del bambino.
Forse ricordo male, ma io inventavo millemila situazioni fantasiose, e mi ci divertivo un sacco... però non ero laureato in pedagogia, quindi di certo sbagliavo a divertirmi giocando con Big Jim e Goldrake   ^_^








Inserisco questo paragrafo perché ci sono le tabelle in cui si indica il tempo dedicato alla visione delle tv.






L'indice dimostra che lo studio era a beneficio degli addetti ai lavori.




La pre-saggistica anime recuperata fino ad oggi:

Topolino e poi, cinema d'animazione dal 1888 ai nostri giorni (1978)
Da Cuore a Goldrake, esperienze e problemi intorno al libro per ragazzi (1980)
La Televisione - Come si producono come si guardano le trasmissioni tv in Italia e nel nel mondo, le reti pubbliche e private (1980)
Mamma, me lo compri? Come orientarsi tra i prodotti per bambini (1980)
Dacci questo veleno! Fiabe fumetti feuilletons bambine (1980)
Capire la TV (1981) 
Il ragazzo e il libro: corso di aggiornamento (1981)
L'alluvione cine-televisiva, una sfida alla famiglia alla scuola alla chiesa (1981)
Età evolutiva e televisione - Livelli di analisi e dimensioni della fruizione (1982)
TV e cinema: Quale educazione? (1982)
Fare i disegni animati - Manuale didattico di cinema d'animazione (1982)
Vita col fumetto (1983)
La camera dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione (1983)
Guida al cinema di animazione - Fantasie e tecniche da Walt Disney all'elettronica (1983)
Il consumo dell'audiovisivo (1984)
Il bambino e la televisione, a cinque anni solo con Goldrake (1985)
Il libro nella pancia del video - Il bambino lettore nell'era dell'informatica (1986)
Ombre Rosa - Le bambine tra libri, fumetti e altri media (1987)
Testimone a Coblenza (1987)
Fantascienza e Educazione (1989)
Il bambino televisivo, infanzia e tv tra apprendimento e condizionamento (1993)


“Contro Mazinga e company Pinocchio super robot di latta”, di Luciano Gianfranceschi - “Club piccoli artisti: il giornalino, periodico culturale mensile” luglio 1980

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Come ho già rivelato più volte, nella mia ricerca (infinita) di articoli sui cartoni animati giapponesi, mi capita di fare acquisti al buio, quando le testate non sono disponibili in emeroteca, talvolta ci azzecco, talvolta mi ritrovo solo con un sacco di carta anni 70 e 80  ^_^
Quando ho scoperto l'esistenza della rivista per bambini/ragazzi "Club dei piccoli artisti: il giornalino, periodico culturale mensile", vista la sua assenza nelle biblioteche da me raggiungibili, mi sono messo alla ricerca on line, dopo molto tempo ne ho recuperati numerosi numeri consecutivi, e sono stato premiato da questo articolo   ^_^
Sulla testata nello specifico c'è da dire che è molto bella, ma penso di fare un post apposito, perché merita un approfondimento.
Di articoli sugli anime ne ho trovati solo due, più qualche citazione sparsa qua e là, ma ho notato il cambio di rotta redazionale. Inizialmente i cartoni animati giapponesi sono praticamente ignorati, poi visti non negativamente, infine, con l'accentuarsi delle polemiche nella primavera del 1980, la redazione si schiera contro gli eroi animati nipponici, specialmente quando ci sarà da scegliere se stare dalla parte di Mazinga o Pinocchio:
"Pinocchio contro Mazinga Z" - Articoli dal 23 febbraio al 26 aprile 1980 sul sondaggio della trasmissione "Game" su Rai 1

In quel periodo la confusione imperava, molti titoli sull'argomento mettevano Mazinga nel titolo, ma poi inserivano Goldrake come immagine/disegno... si vede che era troppo difficile capire per gli adulti di allora che erano due personaggi differenti   :]
Chi erano gli alleati di Pinocchio, schierati versus Mazinga/Goldrake e company?
Ma certo, sempre loro!
I 600 genitori di Imola!  ^_^

"Eran 600, eran genitori inermi, e contro Mazinga"...
Inermi fino ad un certo punto, volendo avrebbero potuto decidere di spegnere la televisione, sia per i figli che per loro stessi, come buon esempio di lotta alla violenza.
Impagabile il disegno del nostro Goldrake messo ko o scivolato a terra con tanto di onomatopee del tonfo:
SDREENG!
SCRAASSHHH!


L'articolo è pure in parte condivisibile, ma poi entra in scena la fake news della fake news:
l'uso del computer!!!   ^_^

Ma questa volta c'è una nuova rivelazione (la cui fonte resta misteriosa), non erano solo i giapponesi a creare cartoni animati a basso costo grazie al computer (computer che sarebbero costati miliardi di dollari solo per essere progettati, e che non sarebbero mai potuti essere costruiti perché mancava la tecnologia hardware e software), ma lo facevano anche i coreani!
I coreani!
Immagino quelli del sud   :]
In realtà i coreani producevano gli anime nel medesimo modo dei giapponesi, disegnandoli a mano, solo con un costo minore, rispetto a quello già basso dei giapponesi.
Ma per noi italiani dal 1978 in poi, i cartoni animati giapponesi erano e resteranno fatti al computer... e poi oggi ci si sorprende dei no-vax, dei no-euro e di chi citofona a casa di gente sconosciuta accusandola in diretta tv di spacciare droga... 






Prototipi Sorpresine Kinder "Nature Dinosaurier" 2011 "Pteradactylus" (MPG UN005) e "Compsognathus" (MPG UN006)

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In un post dell'ottobre 2016 avevo mostrato un video abbastanza unico inerente uno speciale sui 30 anni delle Sorpresine Kinder:
Ecco come sono progettate e prodotte le sorpresine degli Ovetti Kinder - Video della Ferrero per il trentennale (2004/2005) 

Chiaramente nel video si fa riferimento ad un articolo differente, ma la modalità di creazione della Sorpresina era identica, quindi per comprendere meglio questi post, è meglio vedersi il video.

Poi, nel gennaio 2019, avevo postato i prototipi di una serie di sorpresine:
Prototipi Sorpresine Kinder "Folletti della foresta" + " Gioia dei coboldi" 2009 (MPG DE001/DE006)
Stavolta mostro i prototipi in scala 3 a 1 delle sorpresine "Pteradactylus" (MPG UN005) e "Compsognathus" (MPG UN006) della serie "Nature Dinosaurier".
La procedura descritta nel video era attuale nei primi anni 2000, probabilmente oggi è obsoleta, ma comunque tutte le Sorpresina Kinder precedenti erano progettate in questo modo.
Quindi, prima il video, poi i prototipi mostrati nei post, possono essere, per gli appassionati del mondo Kinder, un simpatica curiosità da apprendere  ;)
Visto che oggi in televisione vanno di moda le trasmissioni che ci dicono come sono prodotti negli Stai Uniti d'America i cibi, almeno ora si può capire come erano prodotte le Sorpresine Kinder   ^_^




Del "Compsognathus" ho due prototipi, pochi lo noteranno, ma hanno la coda indirizzata in due lati. Non mi pare che il modellino finale avesse queste due opzioni, quindi o fu un errore del modellista, oppure una prova.
I segni a pennarello hanno lo scopo, oltre che dividere i tre pezzi che compongono la sorpresina, di individuare gli estrattori del pezzo.




Il "Pteradactylus" mi ha sempre fatto tornare in mente Ropuros  ^_^
Entrambi gli articoli erano stampati in nylon.
A differenza del post sui "Folletti della foresta" e "Gioia dei coboldi", questi due sono assemblabili, anche per permettere all'articolo di stare dentro all'ovetto Kinder.






L'esemplare a destra ha la coda non del tutto formata, ma per valutare inizialmente l'ingombro nell'ovetto Kinder, la montabilità del giochino e la progettazione dello stampo, il modello andava bene lo stesso.



 Sganciamento!







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