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"Onda TV" dal 13 al 19 gennaio 1980

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Nel precedente post avevo presentato il n° 4 di "Onda TV" dal 20 al 26 gennaio 1980, che presentava un articolo sull'emittente locale Tele Radio Monza Brianza (TMB), in cui si accennava che nel n° 3 della settimana prima era stata "ampiamente presentata""Antenna Nord". Nel leggere quella frase mi ero rammaricato del fatto che non avrei mai potuto consultare quel numero, visto che la rivista "Onda TV"è di difficile reperimento, sbagliavo... visto che ho anche quel numero e quello prima   ^_^
Quindi in questa occasione proseguirò la presentazione dei numeri consecutivi, ma solo in ordine inverso: 4... 3... 2 (il prossimo post).
In questo modo si potrà avere una buona panoramica della programmazione delle principali emittenti milanesi/lombarde, in considerazione del fatto che "Onda TV", rispetto a "TV Sorrisi e Canzoni", aveva una pagina dedicata per nove tv locali private:
"Antenna 3 (Lombardia"; Lomardia 1-2"; "Tele Nord Italia"; Antenna Nord"; Telereporter"; Tele Alto Milanese"; Milano TV"; Tele Milano"; Teleradiocity".

In realtà nei numeri 2 e 3 c'è anche "TVM66", ma nel numero tre (questo) non trasmetteva causa motivi tecnici, e nel numero quattro, come si è visto nel post precedente, era stata degradata alla terza pagina dei programmi, quella con tutte le emittenti private.
Nel numero successivo di "Onda TV" su "Tele Milano" troveremo solo il penultimo episodio del Grande Mazinga recante il titolo della puntata (domenica 20 gennaio "Tetsuya e Koji all'attacco"), mentre, sempre su "Tele Milano", la domenica 13 gennaio presentava tutti gli episodi di Jeeg ed il Grande Mazinga titolati:
Il Grande Mazinger: 
h 9,30 Operazione attacco speciale;
h 10,30 Il potente superrazzo;
h 11,30 Coraggio contro la morte;
h 13,00 Non c'è riposo per gli eroi.

Jeeg:
h 10,00 Raggi omega;
h 11,00 A qualsiasi costo;
h 12,00 L'ultima carica.

Sennonché l'ordine cronologico delle puntate era un po' incasinato rispetto a quello corretto.
Il Grande Mazinger: 
Operazione attacco speciale = puntata n° 48
Il potente superrazzo = puntata n° 47
Coraggio contro la morte = puntata n° 46
Non c'è riposo per gli eroi = puntata n° 49

Jeeg:
Raggi omega = puntata n° 40
A qualsiasi costo = puntata n° 39
L'ultima carica = puntata n° 38

L'altro unico giorno in cui sono presenti i titoli delle singole puntate è lunedì 14 gennaio.
Il Grande Mazinger:
h 13,00 "Il Grande Mazinger perde la testa" = puntata n° 45
h 19,30 "Il sole dietro le lacrime" = puntata n° 50

Jeeg:
h 19,00 "Il ritorno di Himika" = puntata n° 41

Poi, molto probabilmente si trattò solo un refuso della rivista o un errore di comunicazione dell'emittente, ma ai tempi capitava che ti ritrovavi puntate mandate in onda a caso...
La settimana successiva su "Antenna Nord" i titoli delle puntate di Lupin terzo saranno quasi tutti corretti e nel corretto ordine.

La mia frase non aveva lo scopo di far crescere hype per questo post, semplicemente talvolta non ho ben chiaro tutto il materiale che ho in casa, cantina e box...    >_< 



Viene intervistato il direttore del palinsesto di "Antenna Nord" Lillo Tombolini, mentre i due visi dell'emittente sono quelli di Gabriella Golia ed Elena Mazza.


Quando gli ascolti erano solo un affare Rai, in realtà erano sondate anche le emittenti locali, ma più sul versante in negativo, cioè si vedeva quanti spettatori aveva perso la rai, ergo si immaginava che si fossero spostati sulle tv private.


Ho un amico che prese il suo primo stereo proprio da Rossini, le pubblicità sulle tv locali erano massive.

Vedere la titolazione a caso delle puntate di Jeeg e il Grande Mazinga su Tele MIlano   ^_^
Comunque era già un lusso poter leggere i titoli, immaginatevi il bambino che leggeva del "ritorno di Himika"!!!

"TVM66" era guasta  >_<

Sulla "Svizzera" alle ore 18,00 c'era "Leo il re della giungla, cioè Kimba.

Sabato mattina su "Antenna Nord" veniva trasmesso il telefilm "Minaccia dallo spazio", la puntata si intitolava "Riflessi sull'acqua". Pensavo fosse un nuovo telefilm perso nella nostra memoria, invece direi che si trattava di "Ufo Shado", ma con un nome differente.


Laura Luca non la rammentavo:





Remì sempre primo.

 


"Onda TV" dal 6 al 12 gennaio 1980

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Con questo numero 2 dal 6 al 12 gennaio 1980 termino di postare tre "Onda TV" consecutivi:

Purtroppo in questo numero, a differenza degli altri due, non ci sono i titoli delle singole puntate delle serie animate giapponesi trasmesse dalla tv locali private.
Non c'è neppure un articolo sulle emittenti private, mentre i due numeri successivi (temporalmente) dedicavano spazio ad "Antenna Nord" e "Tele Radio Monza Brianza".
Non ci sono molti articoli interessanti, uno sugli Skiantos, un trafiletto sulle trasmissioni future della Svizzera Italiana (se non ho capito male), infine una esilarante previsione di quello che ci avrebbe aspettato nel 1980, vaticinata da una sensitiva che ai tempi pare frequentasse le tv locali Lombarde.
Dato che sono parecchio allergico al paranormale, ho fatto un'opera di fatcheking postuma di 40 anni, e la signora, a parte le previsioni assolutamente vaghe e fin statisticamente logiche, quando è entrata nel dettaglio, non ne ha azzeccata una ^_^

Stavolta inserisco prima i palinsesti e alla fine gli articoli, compreso la dama con la palla di cristallo.

Il 6 gennaio 1980 sulla Rete " della Rai veniva trasmessa l'ultima punta di "Atlas Ufo Robot", vedasi stellina rossa e lacrimuccia di commozione automatica  T_T


Tanto per contestualizzare gli Skiantos   ^_^





Come accennavo sopra non credo al paranormale, lo trovo anche semplice da irridere, e queste previsioni si prestano molto   :]
La neve a L'Aquila non mi pare una evenienza remota, neanche una grande nevicata:

Magari Catania "isolata da tanta neve", sarebbe stata una predizione da oracolo, L'Aquila no...



E figuriamoci nel 1980 quando il clima era più rigido   ^_^

Cronaca nera sulle rive del Po, comunque si sarebbe trattato di affogamento, sulla riva di un fiume, non capita mai...
Il petrolio a Taranto! Questa si che sarebbe stata una notizia, vedere più sotto se nella zona di Taranto ci sono pozzi petroliferi, ne hanno trovati ovunque, ma a Taranto no.
Bombe in una chiesa e in una moschea, previsione che riguardava tutto il mondo, sarà successo di certo, visto che in alcune nazioni c'erano scontri religiosi.
Quella della meteorite è fenomenale, in Argentina le hanno trovate, ma caddero 4000 anni fa, non nel 1980 dopo Cristo (vedi immagine più sotto).
L'inflazione: guarda caso il 1980 andò peggio del 1979, non meglio (vedi immagine più sotto), cannato ancora.
Carter nuovo Presidente degli Stati Uniti, azzeccata pure questa  ^_^
Il fatto che un personaggio politico del mondo arabo potesse morire, e non di morte naturale, era un dato quasi scontato.
Da quello che ho letto era previsto il cambio di regina in Olanda..
Le Olimpiadi ci "riserveranno piacevoli sorprese", bella forza, senza gli USA!
Il campionato andrà a Milano. Ok, azzeccata, ma magari sapere se a Inter o Milan? Una previsione del genere potevo farla pure io, oppure la Juve!
Comunque sarebbe stato veramente predire il futuro dichiarare il Milan in serie B, occasione mancata...

Poi, sia chiaro, ognuno può credere a ciò che vuole   ^_^

Questo è il trafiletto con tre notizie sui programmi della Svizzera Italiana, ma non è che sia molto chiaro: Novità dalla Svizzera.

 Pino Caruso mi faceva sbellicare   :]

Megaloman (1979) - puntata 20

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Se alla fine della puntata precedente avevo temuto che non terminasse, cosa che poi non è successa, questa volta il cospicuo contenuto dell'episodio ha reso ineluttabile la divisione in due parti della storia.
Quindi questa è la seconda volta, fino a questa ventesimo episodio, in cui una puntata è divisa in due parti. 
Quando ai tempi ciò capitava, ti prendeva l'ansia... niente streaming, niente videoregistratore, nessuna possibilità di fruire una seconda volta di un contenuto... se il giorno dopo, alla medesima ora, non ti fosse stato possibile essere davanti alla televisione, sarebbe stato molto possibile che per decenni tu non avresti mai saputo come finiva quella singola puntata (o serie!).
Esisteva anche la variabile impazzita della ricezione dell'emittente... i segnali UHF e VHF potevano essere molto labili, specialmente se (come nel mio caso) la ricezione non era dovuta ad un impianto condominiale professionale, ma alla classica antenna posta sul balcone. Caratteristica tipica di quel periodo sui tutti i balconi della città dove abito, l'antenna sul balcone faceva parte del panorama cittadino come, alcuni decenni dopo, sarebbe toccato all'antenna parabolica per la ricezione satellitare (fino a quando i condomini non la gestirono in blocco).
In pratica, se abitavi ad un piano alto, magari con spazio libero di fronte, avevi più possibilità di vedere i canali senza interferenze, e di vederne di più, se eri relegato ai paini bassi, dovevi incrociare le dita   ^_^
Esistono intere serie che ho rivisto solo da adulto, perché il canale che le trasmetteva nella mia zona si vedeva male... per esempio "Guerra fra galassie".
Certo, di norma le tv locali facevano una replica in orario diverso il giorno successivo, ma, appunto, l'orario magari non era quello che ti permetteva di vederla. 
Senza contare che la programmazione cronologica di prime visioni e repliche lasciava spesso molto a desiderare:


Questa volta il tiolo della puntata è proprio ciò che promette: una grande invasione di kaiju!

"Bambini e bambine venghino venghino, nel 20esimo episodio non vedrete un kaiju, neppure due kaiju, maccheddico, neanche tre mostri spaziali! 
Quattro? 
Ma scherziamo?!
Bambine e bambini, in questa puntata ci saranno ben CINQUE, e dico, cari giovani telespettatori, CINQUE kaiju contemporaneamente!!!"

La puntata vede l'esordio di un personaggio dei cattivi che avevo dimenticato, il perfido scienziato cattivo: Bairok!

Da bambino quel trucco sul viso, che ne amplificava il ghigno malefico, mi inquietava assai... che poi di alieno aveva il rossetto nero sulle labbra, un puntino rosso fatto a pennarello ed un mantello dal colore improponibile con un fiocco da prima elementare   ^_^
Avendo la televisione in bianco e nero, il vedevo solo un grigio chiaro come colore del mantello,  e sinceramente era meglio immaginarselo grigio chiaro che turchese...

Tornano le devastazioni delle città modellino e rifanno la loro comparsa, dopo alcune puntate, le esplosioni che mettono a repentaglio la vita del cast di attori, tra cui un bambinetto!
Al minuto 13 e 55 secondi si vedono i nostri eroi correre, c'è poco più di un fotogramma senza esplosione, poi c'è la deflagrazione, nel medesimo 55esimo secondo.
I ragazzi continuano a correre verso il fuoco, Takashi lo salta al 57esimo secondo (2 secondi dopo l'esplosione!), mentre Ippei vi passa di lato al 58esimo secondo (3 secondi dopo l'esplosione), non lo salta perché è un nano, altrimenti sarebbe rimasto arrostito.
Ho riguardato la scena più volte e non si tratta di controfigure, sono sempre gli attori.
Se pensiamo alla simpatica tutina indossata dagli attori, bisognerebbe sapere di quale materiale fosse, perché alcuni di questi tessuti sono altamente infiammabili. 
Indipendentemente dall'infiammabilità della tutina, resta il calore, le bruciature, ma, soprattutto, il rischio che prendano fuoco i capelli!!!

Sinceramente pensavo che la produzione si fosse data una calmata, visto che negli ultimi episodi non si vedevano più scene come questa, ma qui siamo al tentato omicidio colposo...

Ad inizio puntata la voce narrante (la stessa del "Fantastico mondo di Paul") ricorda che il precedente kaiju aveva reciso parte della argentea criniera di Megaloman. Per questo motivo Capitan Delitto ordina che venga effettuata una analisi tricologica. Di questo perentorio ordine, non si ha più traccia per tutto il resto della puntata, quindi immagino che sia un altro dialogo inventato dagli adattatori.
Fa quindi il suo ingresso a sorpresa il Ministro della Scienza Zuril della Tribù dal Sangue Nero, Bairok, che ci viene presentato come il capo degli scienziati della Stella di Rosetta, quindi sarebbe un traditore?
Capitan Delitto è sorpreso del suo arrivo (dialogo a caso?), e Bairok lo informa dei due motivi per i quali è giunto sulla Terra:
avvisarlo che sulla Stella di Rosetta è scoppiata una rivolta, già sedata;
Portare un nuovo dispositivo che gli permetterà di distruggere Megaloman, uno stereo anni 80!!!

Lo sguardo di Bairok è angosciante...

Intanto a Tokyo la solita voce narrante ci spiega che Takashi e soci sono andati all'aeroporto per salutare (magari anche accompagnare?) "un amico" innominato partito per l'Europa per effettuare ricerche sui mostri spaziali in collaborazione con gli altri paesi.
Tralasciando che non vedo il senso di andare nel vecchio continente per indagare su un fatto che si presenta solo in Giappone... si potrà notare che nel gruppo manca Seiji, che non si vedrà mai in tutta la puntata (forse nella seconda parte?).
Potrebbe essere che stessero già nascendo frizioni con la produzione sul maggiore ruolo che l'attore voleva avere nella serie?
"Caro Jimmy Araki, fatti un giro in Europa per questa puntata, così vediamo se ti calmi un pochino" 

Salutato l'aereo con dentro Seiji giunge a Takashi una telefonata: gli hanno messo il telefono in auto!!!
Nel 1979 doveva essere una figata anche per il Giappone, figuriamoci per l'Italia, i genitori di allora l'avranno giudica distrattamente come la solita giapponesata, ed oggi lo abbiamo tutti il telefono, ovunque!!!

Mari gli dice di andare subito alla loro base, cioè la navicella spaziale nel laghetto.
Il radar ha segnalato per un momento ben quattro kaiju, due a sud e due a nord. 
"I mostri spaziali stanno accerchiando il Giappone", questa è la battuta del maestro Takamine prima di recarsi all'Organismo Segreto di Difesa.
Questo dialogo mi ha lasciato un po' perplesso, in quanto Bairok non ha ancora illustrato il suo piano a Capitan Delitto, come può essere che i kaiju siano già stati inviati in Giappone?!
Torniamo dai cattivi, Capitan Delitto e Bairok sono andati al cinema a vedere il film di Megaloman!
Bairok illustra il trailers del film nei minimi particolari... ah no... il suo piano d'azione, con tanto di spiegazione di ogni fase.
Gli scienziati si sono chiesti perché Megaloman usi la Fiamma di Megalopoli solo alla fine dello scontro.
Ma è ovvio, perché altrimenti la puntata finirebbe subito!
No, in realtà il motivo è che l'arma finale si deve caricare, ed una volta usata, ci vogliono altri tre minuti perché sia disponibile.
Non comprendo in che modo siano riusciti ad ottenere il dato dei 3 minuti, non mi pare che Megaloman abbia usato due volte la Fiamma di Megalopoli, magari rammento male.
Il piano si articola in cinque punti:
1) Disarmare (spada e pugnali) Megaloman - Interviene il kaiju Zombinon, il mostro immortale, che non sarà ucciso anche se trafitto;
2) Neutralizzare la Fiamma di Megalopoli - Compito affidato al kaiju Suidos, che assorbe energia;
3) Disperdere la Fiamma di Megalopoli - Se Megaloman riuscisse ad usare lo stesso la sua arma finale, il mostro dell'uragano Burriga la disperderebbe;
4) Distruggere - Se Burriga fallisse, Megaloman dovrebbe attendere tre minuti per riutilizzare la Fiamma di Megalopoli, in questo lasso di tempo Bombaron lo distruggerebbe;
5) In caso di imprevisti, entrerebbe in scena Almunga, mostro di riserva, tipo Zalayeta.


Capitan Delitto è totalmente soddisfatto, e direi a ragione, Bairok ha formulato un ottimo piano d'azione, molto migliore di quelli che pensava Zuril, ma vuole essere lui a dare il colpo di grazia a Megaloman.
In pratica lo stereo di cui si bullava Bairok ad inizio puntata, altro non è che analizzatore/elaboratore tattico/strategico.
Dei cinque mostri uno mi pareva conosciuto... il quinto mostro, Almunga, è quello della puntata precedente... cioè... almeno riciclate un mostro delle prime puntate, così non se ne accorge nessuno.

Cambio di scena.
Di colpo il radar di Mari diventa un albero di Natale, sono comparsi i mostri spaziali in punti differenti del Giappone.




I ragazzi chiamano Takamine, il quale li informa che i quattro kaiju stanno convergendo verso l'altopiano di Ixung(???), ordina quindi a Takashi di andare ad aspettarli là.
Ho cercato un altopiano giapponese con un nome simile a Ixung, ma non ho trovato nulla di esistente.



I quattro mostri, nella loro marcia, devastano il Giappone.
Non sono cose belle, mentre molto belle sono le esplosioni dei modellini in scala.


All'Organismo Segreto di Difesa fervono le operazioni di coordinamento per salvare la popolazione.
Takamine ha un moto di sconforto...

Alle sue spalle campeggia il simbolo dell'OSD.
Tralasciando che le lettere O-S-D" non sono presenti, ma c'è solo una "N", immagino che stia per "Nippon", ma che razza di simbolo è?
E' urrrrendo...


Takashi e soci (senza Seiji) arrivano all'altopiano di Ixung(???) e scoprono una catapecchia con i becchini capitanati da Bairok, che quindi scende direttamente sul campo di battaglia.
Inizia lo scontro corpo a corpo in cui c'è il tentato omicidio colposo di cui sopra e sotto.



Takashi individua uno strano figuro con uno stereo portatile, lo raggiunge e lo cattura, forse voleva fregargli lo stereo... ma l'arrivo del primo mostro, permette a Bairok di allontanarsi, ma non di fuggire. Infatti per tutta la battaglia darà indicazione ai kaiju su come agire, incitandoli pure.

E' un po' arduo dare conto di un combattimento fra sei stuntman.
In alto c'è Zombinon.
Quello cerchiato di rosso è il tentacolo assorbi energia di Suidos, infine Burriga che fa solo vento...

Dopo uno scontro corpo a corpo tre contro uno... Megaloman usa la Fiamma di Megalopoli su Zombinon, che era sarebbe il mostro immortale se trafitto da spade e pugnali (cosa mai accaduta nel combattimento), ma se fatto esplodere, non si rivela immortale  ^_^
A questo punto Bairok invoca l'arrivo di Bombaron e Almunga, quarta e quinta fase.


Quattro contro uno è abbastanza dura, specialmente se hai appena usato la tua arma definitiva.
Megaloman deve subire pure un mischione... 
Bairok attiva l'ultimo tassello del suo piano, che tra l'altro noi non conoscevamo.


Un lampo nel cielo, sul campo di battaglia si abbatte una folgore e... ne scaturisce una croce!
Dalla croce viene irradiato un raggio trattore, tipo Star Trek.

Il povero Megaloman viene tratto sulla croce.


Quando guardai questa puntata di Megaloman non era la prima volta che vedevo la crocifissione dell'eroe. Infatti venne usata prima del film "Mazinga contro Devilman" e in seguito nella puntata n° 40 del Grande Mazinga.
Non sono certo al centro per cento, ma in uno dei tanti saggi sulla storia giapponese che ho letto, mi pare che nel Giappone antico l'uso della croce per torturare era antecedente all'arrivo dei cristiani, purtroppo non rammento la fonte.

Gli amici di Takashi osservano impotenti Megalona crocifisso ed attorniato da ben quattro kaiju.
Bairok contatta Capitan Delitto e gli dice che ora tocca a lui dare il colpo di grazia all'odiato Megaloman, basterà solo premere il pulsante rigorosamente rosso!

Fine dell'episodio e penso della serie, Megaloman non la può scampare questa volta   ^_^



"La prima spedizione italiana nell'interno del Giappone e nei centri sericoli" - Pietro Savio (1869) - parte 5

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A metà del 1800 l'Italia ed il Giappone avevano un interesse commerciale in comune, la  sericoltura.
Pietro Savio fece parte di una spedizione commerciale per studiare l'allevamento del baco da seta in Giappone e per stipulare accordi commerciali. Durante questo viaggio di lavoro prese nota di tutto ciò riguardava l'industria del baco da seta giapponese e lo pubblicò in questo libro. A dire il vero, come mi capitò per "Il Giappone Moderno" di Giovanni De Riseis, io non ho ancora letto nulla di questo libro, quindi non sono certo che vi siano riportati anche aneddoti di vita sociale del periodo.
Il lunghissimo libro di De Riesis venne pubblicato nel 1900, ma raccontava di un viaggio del 1895, lo scritto di Pietro Savio venne pubblicato nel 1873, però il viaggio è datato giugno 1869!
Ben 26 anni prima, quindi l'autore si recò in un Giappone ancora poco occidentalizzato, mi auguro che l'autore non vi abbia riportato solo le tecniche di sericoltura.
L'epoca Meiji iniziò nel 1868, cioè pochi mesi prima di questo viaggio
Confido nel titolo, in cui si parla di "prima spedizione italiana nell'interno del Giappone", e solo in carattere più piccolo si accenna a i centri sericoli.
Come per il libro di De Riesis, sono molto belle le incisioni, più piccole in quanto il formato del libro è quello di un quaderno.

Penultimo appuntamento con la cronaca del viaggio compiuto da Pietro Savio nel 1869, cento anni prima dell'approdo umano sulla Luna.

A dire il vero, rispetto a "Il Giappone Moderno" - Giovanni De Riseis (1895), questo libricino è assai  meno interessante. Descrive di certo degli scorci di un Giappone poco influenzato dagli occidentali, ma lascia largo spazio alla sericoltura, fatto corretto visto il suo titolo, ma di nessun interesse per una persona che lo rilegge oggi, sempre che non si occupi di sericultura  ^_^




"La biondina dal cuore di cartone", di Alfredo Boccioletti - "Il Resto del Carlino 30 agosto 1981

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Premessa: io Candy Candy la seguì assiduamente fino a quando diventa infermiera, poi mi spaccai i maroni ad assistere alle sue sfighe a ciclo continuo... quindi non mi si può considerare un suo fan.
Il quotidiano "Il Resto del Carlino" prese una posizione del tutto anti cartoni animati giapponesi, specialmente quando iniziarono le prime polemiche sulla loro nocività educativa. Questo articolo pubblicato a metà del 1981, quindi un anno dopo lo tsunami mediatico versus gli anime della primavera 1980, è molto sarcastico verso Candy Candy e l'animazione televisiva giapponese in generale, non che la signorina tutta lentiggini non si meritasse un po' di pesante ironia, ma il giornalista riesce a confezionare uno scritto che, letto oggi, si presta esso stesso al medesimo gioco   ^_^
Vediamo una parte di termini, anche se paiono più epiteti, appioppati a Candy:
"malefico incantesimo", "Terence emerito imbecille", "immorale mischiare il sakè (gli anime) all'acquasanta (Disney)", "gelidi computers", "scempio della fantasia", "deleterie influenze sulle giovani generazioni", "falsità di fondo", "plagiare anche le ragazze in età da marito", "rischio di nevrastenia", "candynite".
Il tutto si conclude con l'auspicio che la "Candida di educazione giapponese" possa essere omaggiata con dei crisantemi.
Da capire se "candida" con la "C" maiuscola intendesse alludere all'infezione "candida albicans"...
In sole cinque colonnine si possono leggere un numero inusitato di giudizi negativi, chissà le reazioni se oggi venisse scritto un articolo simile con Masha di "Masha ed orso" come soggetto, Putin invierebbe i Mig   ^_^


Io non sono un sostenitore assoluto del "politically correct", trovo che in generale permetta di affrontare le discussioni in maniera più civile, ma trovo lecito anche fare delle eccezioni se il soggetto del tema è uso non applicarlo.
Negli anni 70 ed 80 il "politically correct" non esisteva, bastava l'educazione di base impartita ad ognuno, e chi si occupava di media non usava quasi mai toni scalmanati (cosa ormai di prassi oggi...). Considerando che Candy Candy è un personaggio inventato, ci sta che si calchi la mano, comunque lei non si sarà di certo offesa, però non mi pare molto simpatico evocare la morte per radiazioni dovuta alla bomba atomica di Hiroshima, altresì stereotipico l'accenno al kamikaze.
Quindi una madre giapponese sarà contaminata dalle radiazioni ed un padre giapponese sarà disposto a schiantarsi con il proprio caccia zero.
Le 150 puntate citate/minacciate nel titolo sono presenti anche nello scritto, difficile capire se fosse un'informazione vera, seppur errata (visto che sono in tutto 115!), oppure altro semplice sarcasmo.
Una delle accuse classiche a questo genere di serie animate giapponesi era l'eccessiva inclinazione al pianto dei suoi protagonisti, mentre Dumbo e Bambi erano molto allegri...
Simpatica l'idea di riunire personaggi della Disney con quelli degli anime, senonché il mix sarebbe quanto di più immorale esistesse, cioè mischiare il sakè all'acquasanta.
Walt Disney santo subito, anche se come persona non è che fosse il massimo, consiglio la lettura di "Walt Disney il principe nero di Hollywood" di Marc Eliot (Bompiani).


Il mondo dell'animazione Disney non era copiabile dai giapponesi e i loro "gelidi computers", poteva mancare l'allusione all'suo di costosissimi sistemi informatici all'avanguardia per confezionare cartoni animati a bassissimo costo?                                                                                                                     

C'è da dire che dare del "giallo" ad un asiatico, seppur virgolettato, non era carino neppure nel 1981. Quello che molti adulti di allora, e quasi tutti i giornalisti, proprio pare non riuscissero a vedere, erano le tonnellate di fantasia presenti in ogni serie animata giapponese. Li si poteva accusa di tutto, ma non che fossero "lo scempio della fantasia"...                                                                                                 

Mi son dovuto andare a cercare cosa significasse quisling, e non è neppure questo un complimento, benché appioppato ai romanzi occidentali dell'800 usati come ispirazione dai giapponesi. Poi bisognerebbe capire in quale misura gli autori occidentali in questione potessero essere tacciati di collaborazionismo con gli invasori televisivi nipponici, visto che erano vissuti circa un secolo prima... Che dire del compito di disarmare Candy, l'eroina più disarmata e disarmante della televisione, che la civiltà ci imponeva?

Alla fine i cartoni animati giapponesi trasmettevano alle nuove generazioni due tipi di messaggi:  quando il messaggio visibile era negativo, era veritiero, quando il messaggio visibile era positivo, era fallace...

Il finale lascia un po' allibiti, non che le altre quattro colonnine fossero meno sbigottenti, ma perché raccontare i fatti di questa 21enne di nome Filomena?                                                                              

Il fatto che la sorella si stesse per sposare con il suo ex moroso, può essere in qualche modo ascrivibile alla povera ed altresì sfigata Candy?

Il giornalista augura la dipartita a Candy nel giorno del suo compleanno, ma essendo ella un'orfana abbandonata, nessuno saprà mai con certezza il girono in cui è nata!   ^_^ 

"UFO Soldier Daiapolon TV ehon" - 1976 (libro illustrato TV)

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Ringrazio Andrea e Valentina per avermi fatto dono di questa (ed altro materiale del medesimo tipo) pubblicazione per bambini.
Alle fiere del fumetto sono incappato più volte in questi libricini super solidi con la copertina e le pagine in cartoncino rigido e spesso sulle serie animate giapponesi. Si vede che gli editori giapponesi non erano proprio stupidi, visto che i bambini spaccano tutto, non tutti, ma molti (io ero fra questi...), pensarono bene di mettere un commercio questi libri illustrati a prova di scalmanato. 
Riflettendoci un po' mi sono reso che conto che anche in Italia esistevano pubblicazioni simili, cioè in cartoncino rigido, ma le ricordo di formato molto più piccolo e di pochissime pagine, di solito erano dedicate a bambini non ancora in grado di leggere, con immagini o storie elementari con poco scritto. 
In Giappone decisero, invece, di usare lo stesso genere di pubblicazione per un target di bambini già scolarizzati che seguivano, ovviamente, le serie animate televisive, in questo caso robotiche.
Il risultato finale sono dei libri illustrati recanti i disegni e le storie dei propri eroi che, grazie alla resistenza del materiale con cui vennero prodotte, sono arrivate fino a noi in ottime condizioni.
Questo pezzo in particolare sembra messo in vendita ieri  ^_^


Il libro illustrato l'ho datato 1976, cioè l'anno di uscita dell'anime in Giappone, purtroppo non sono riuscito a capire se è presente la data dell'anno imperiale inerente all'era Showa (Hirohito). 
Teoricamente ci sarebbe dovuto essere da qualche parte l'ideogramma dell'era Showa (昭和時代)  seguito dal numero cinquanta, visto che dall'anno della salita al trono di Hirohito (1926) all'anno in cui fu trasmesso il Daiapolon, intercorsero 50 anni. Il numero "50" non c'è di certo, l'ideogramma non mi pare.


E' previso per il 15 dicembre l'uscita del cofanetto edito dalla "Yamato Video" di "UFO Soldier Daiapolon", uno degli ormai non tantissimi robottoni che mancavano in formato ufficiale, quindi ho pensato di "festeggiare" questo prossimo avvenimento con il seguente post.
Per quanto mi riguarda da bambino non vidi molti episodi del Daiapolon, un po' perché era trasmesso da una emittente locale che non si vedeva bene, un po' perché, per quanto non mancassi di fantasia, non comprendevo perché un robot alieno vestisse come un giocatore di football americano.... 

C'è da dire che io adoravo Silver Surfer, che era un serfista, altro noto sport statunitense difficilmente credibile come attività casualmente svolta anche da alieni nello spazio profondo, ma a mia parziale scusante, posso dire che ai tempi in cui leggevo i primi fumetti della "Editoriale Corno" non conoscevo l'esistenza del surf. Mentre, invece, quando vidi la prima puntata del Daiapolon avevo già visto film o telefilm in cui c'erano partite di football americano.
Fino al 1980, mese più mese meno, guardavo qualsiasi cosa fosse etichettato come un "cartone animato giapponese", col passare dei mesi, però, iniziai pure io ad attivare un po' di filtro critico, anche perché c'erano così tante serie trasmesse contemporaneamente che non potevi vedere tutto, considerando che non esistevano i videoregistratori... 
Non mi piaceva la scena dell'aggancio dei tre robot, che erano un po' bruttini e, a memoria, poco o nulla usati singolarmente nei combattimenti: comparivano, si agganciavano, fine... tanto valeva far arrivare il Daiapolon già agganciato   ^_^
Quindi, per un motivo o per l'altro, ho rivisto tutta la serie del Daiapolon solo una quindicina di anni fa, e non mi è dispiaciuta. 
Il Daiapolon mantiene per me quell'aura di mistero di tutte quelle serie di cui da bambino non potei vedere il finale, come fu per i due i Getta, Gaiking o Gakeen.
In copertina possiamo vedere, oltre alla figura imponente del Daiapolon, Takeshi, Miki (una ragazza che gioca a football americano...) e il piccolo Matsuo, per i cattivi si intravede mezzo Dazaan.
Nelle prime due pagine vediamo il comandante Gyranik e il capitano Ydo allestire il mostro della puntata, che sinceramente non saprei indicare a quale corrispondesse.

Per il resto buona lettura a chi può, e buona osservazione a chi non può leggere gli ideogrammi  :]

 Come si può vedere dall'immagine di destra le pagine sono parecchio spesse.

"TV Ehon": i libri illustrati giapponesi per la tv dei cartoni animati giapponesi

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I 1600 e rotti post presenti in questo blog sono tutti farina del mio sacco, povero o ricco che sia, nella quasi totalità nascono da materiale in mio possesso. A memoria in un caso avevo linkato un documentario su "Lupin III" (tra l'altro il video non si vede più...):

Documentario "Lupin III - Tutta la Storia" (versione lunga, 2015)

Il precedente post è stato su un "TV Ehon" della serie del Daiapolon, l'ex proprietario di questo materiale mi ha spiegato via messaggistica un po' di cose su questo micro mondo editoriale nipponico, per quanto il testo sia di carattere colloquiale, il contenuto mi è parso parecchio interessante. Sul web non si trovano informazioni come queste, di certo non in italiano, e queste conoscenze nascono dalla sua esperienza sul campo di collezionismo. Io ho cercato invano il nome nipponico di questi "libretti illustrati per bambini", ma alla fine ho chiesto sempre a lui. Per questi motivi mi è parso sensato inserire la sua spiegazione via uazzap con annesse le immagini inserite nel medesimo punto del testo.

Io ho aggiunto qualche maiuscola, magari dove none era necessaria e le virgolette per i nomi giapponesi degli oggetti, inoltre ho inserito qualche mio link a post che si ricollegano allo scritto.

Buona lettura.


Questi "Ehon" si dividono in due categorie

Gli "Ehon" veri e propri e gli "Utaehon" o "koe no ehon", che sono quelli con il disco.

Il disco che contengono in genere è un cosiddetto sonosheet.

Il sonosheet è il disco in vinile morbido, che si può anche piegare. Credo girassero anche qui in Italia ma non sono sicuro....

In Giappone in genere il sonosheet è di colore rosso.

Insomma gli "Utaehon" somigliano più o meno a quelli che erano i nostri Candy Candy col disco, per capirci.

Negli "Uta no Ehon" in genere c'è una parte con la o le sigle e una parte recitata in genere tratta dal cartone stesso, 
come i Candy Candy col disco insomma.

Ci sono poi i "Tobidasu Ehon" o "Pop Up Ehon" che sono quei libriccini 'tridimensionali' che si spiegano quando apri la pagina:  "Pop-up anime"

Al giorno d'oggi se ne fanno pochi....l'ultimo che ho visto à se non sbaglio di Gridman.....quindi parliamo degli anni 90.

Invece negli anni 70 e 80 andavano forte, la ditta che li produceva era la Banso, che tra l'altro doveva essere uno degli sponsor per l'anime di Mazinga Z, ma si tirò indietro poco prima della messa in onda.

La Bansou produceva anche degli "Uta no ehon", che sono oggi molto ricercati. Suoi erano per esempio quelli dei Gatchaman.

Oltre alla Banso, a produrre gli "Uta no ehon" c'erano poi la "Hikari no Kuni", la "Asahi Sonorama" e la "Eikousha", di queste sopravvive solo la "Hikari no Kuni", che però oggi come oggi non si occupa più di programmi televisivi ma continua a pubblicare comunque libri illustrati per l'infanzia.

Mentre la Asahi credo si occupi solo di quotidiani, il famoso Asahi Shimnbun: "Asahi Shimbun - The foremost newspaper in Japan" (brochure del 1970 in inglese)

La "Hikari no Kuni" produsse i "Koe no Ehon" circa fino al 1974 credo, dopodiché si dedicò solo agli "Ehon" veri e propri.


Così si presentava un "Koe no Ehon" della "Hikari no Kumi".

Dico fino al 1974 perché da quel periodo in poi non ne ho più trovati, quindi può darsi che avesse continuato ancora per un po'.

La "Asahi Sonorama" e la "Eikousha" invece continuarono fino a metà anni 80 e la "Asahi" probabilmente andò anche oltre.

I libriccini della "Asahi" si presentavano cosi fino ai primi anni 70.


Dal 1974-75 assunsero questa forma, che poi tennero fino alla fine.




Sono quelli con la caratteristica fascetta arcobaleno in alto.

Altre case che producevano "Uta no Ehon" erano la "ELM", di cui però so poco perché non se ne trovano molti. Hanno però un formato leggermente più piccolo.





In campo anime la "ELM" si dedicò in seguito alla produzione di cosiddetti "Playbook", ovvero dei libri del formato classico in cui c'erano vari giochi tipo labirinto ecc...

I "Playbook" si presentano cosi.




Questi sono del formato tradizionale. Oltre alle immagini contengono vari giochi tipo il labirinto, oppure quello dove ad ogni personaggio devi associare il suo corrispondente, unisci i punti ecc....

Oltre a questi ci sono poi gli "Tsukuru Ehon" che significa letteralmente 'libro illustrato da costruire".



Sono in genere accompagnati da un poster detto "Jumbo Board".

In pratica sono degli "Ehon" a cui mancano dei pezzi, dei disegni che bisogna poi aggiungere.

Sono ovviamente inclusi nel libro.

I disegni da aggiungere sono tipo dei trasferelli

Solo che si attaccano con il ferro da stiro, non con la matita.

Insomma, per questi i bimbi avevano bisogno dell'aiuto della mamma.

Erano quindi pensati come un gioco da fare insieme ad un adulto, anche se sarebbe più corretto dire proprio insieme alla mamma, perché nel Giappone dell'epoca era impensabile che un uomo si mettesse a stirare.

La "Elm" rimase in questo campo credo fino agli ultimi anni 70.

Non ne ho mai visti sui personaggi anni 80 di questi, né dei "Playbook", né degli "Tsukuru Ehon".

Tornando agli "Uta Ehon".... l'ultima casa di cui sono a conoscenza che produceva "Uta Ehon" era la "Eikousha", che andò avanti fino alla metà degli anni 80 sia con anime che con tokusatsu.

Il layout cambiò ovviamente nel corso degli anni.

Dapprima così.



Ed infine così.




Oltre a questi produceva gli "Yoiko no TV Comics", l
etteralmente "Fumetti TV per bravi bambini".

Questi si presentano così.


E sono un po' più piccoli rispetto al formato classico di "Ehon" e "Uta Ehon".

Si differenziavano dagli "Ehon" tradizionali nel fatto che le immagini erano suddivise da vignette, benché per il resto ci fosse un testo narrato a fianco, come negli "Ehon" tradizionali.

C'erano poi gli "Animation Flash".



Questi erano un po' diversi. La carta era semirigida quindi non erano cosi spessi come gli "Ehon" tradizionali, 
il contenuto era di solito un comic come quello degli "Yoiko", a volte c'erano invece anche degli anime comic veri e propri. Anche di questi ne ho traccia fino alla metà degli anni 80 circa e coprivano sia anime che tokusatsu.

Erano particolari per quanto riguarda i tokusatsu perché erano tutti disegnati a mano, anziché con delle foto.



E questo è tutto per quanto riguarda gli "Uta Ehon".

Per gli "Ehon" veri e propri il discorso è molto più breve e anche abbastanza più semplice. 
In pratica erano in tre a produrli: "Kodansha", "Shogakkan" e "Hikari no Kuni".

"Kodansha" e "Shogakkan" li producono ancora oggi, anche se sono per cose mainstream tipo i Super Sentai o Kamen Rider.

Ovviamente oltre ai prodotti licenziati Toei, che sono condivisi da entrambe le case, ognuno produce i suoi cavalli di battaglia.

La "Kodansha" produce libri per le "Precure", la "Shogakkan" per cose tipo Pokemon.


La "Hikari no Kuni" invece si è fermata anche lei poco dopo la metà degli anni 80

"Kodansha" e "Shogakkan" mantengono ancora oggi lo stesso formato




La "Hikari no Kuni" invece ne ha avuti vari nel corso degli anni

Ha cominciato così.



Ha poi continuato cosi







Insomma avevano la classica fascetta sulla copertina.

Menzione speciale la meritano gli "Shogakkan Terebi Meisaku", ovvero "Capolavori TV Shogakkan".

Sono più piccoli del formato "Ehon" classico, la carta è carta normale con copertina di cartoncino semi rigido.





E il contenuto è tipo questo.



Insomma una specie di mini roman album molto semplificato.

Anche la "Kodansha" ha questo formato, benché io ci sia incappato solo in due occasioni.

Si presenta così.



"Kodansha Terebi Meisaku Ehon", io in particolare ne ho uno di Ideon e uno di Sampei

Ecco....questo è il panorama in cui ho navigato in questi anni da quando ho cominciato la mia collezione di questi libriccini.
 

TV, che fare per i bambini?

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TITOLO: TV, che fare per i bambini? 
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Editrice Nuova Eri
PAGINE: 392
COSTO: 5
ANNO: 1989
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 

Anche questo studio fa parte della mia ricerca di pre-saggistica sugli anime pubblicata prima che si iniziasse a fare veri studi sull'animazione giapponese e sugli effetti che queste serie animate giapponesi ebbero in Italia.
Ho trovato molto curioso il lungo sottotitolo:
"Genitori, attenti ai bambini davanti alla TV""Papà aiutami, affogo nella Tv""Il piccolo schermo è la mamma in metà delle famiglie italiane".

In pratica la Rai denunciava se stessa... certo, c'erano sempre le tv private nazionali (Fininvest) e locali che facevano peggio e a cui si poteva dare colpa di molte reali nefandezze, ma leggere questi virgolettati sulla copertina di un libro edito dalla Rai stessa, mi ha fatto un pochino sorridere  ^_^
Alla fine Goldrake ed Heidi, i primi due successi nazionali di anime in Italia, li trasmisero loro...
Il seguente saggio è interessante sotto molteplici aspetti, in primis per il suo contenuto, che io non ho letto in toto, ma che illustra quale fosse il panorama dei programmi per bambini/ragazzi trasmessi dalla Rai alla fine degli anni 80. Chiunque fosse interessato ad approfondire questa tematica dovrebbe recuperare il libro, in fondo alla recensione inserisco le pagine dell'indice, tanto per comprendere i temi trattati.
Ribadisco che non ho letto tutto il saggio, mi son limitato a cercare i punti in cui erano citati gli anime, anche perché i contenuti sono abbastanza per esperti del settore.
Ho trovato ancor di più interessante lo scritto se messo a confronto con un precedente studio del "Servizio Opinioni Rai" del 1980, il cui soggetto primario erano proprio i cartoni animati giapponesi:


Se nell'aprile del 1980 la Rai si concentrò parecchio sugli effetti che i cartoni animati giapponesi ebbero su noi giovani telespettatori, in questa nuova edizione del 1989 gli anime paiono quasi scomparsi.
E qui bisogna capire se l'allarme denunciato nel 1980 era esagerato, anche complice la assoluta novità di questi prodotti televisivi nipponici e la sua massiva presenza in tv, oppure se nel 1989 gli studiosi non si ressero conto che i cartoni animati giapponesi, seppur non più nuovi e misteriosi, erano ancora trasmessi regolarmente da tutte le tv nazionali e locali, quindi averli pressoché ignorati fu un errore.
Vai a capirli gli "esperti" di televisione e bambini, hanno sempre ragione loro  ^_^



Di certo è un po' superficiale da parte mia inserire e commentare poche pagine di un libro di 392 in totale, ma io mi concentro sull'animazione giapponese, quindi ho inserito anche la pagina prima del punto in cui sono citati gli anime, tanto per cercare di contestualizzare un minimo il commento. 
Nel 1989, anno di pubblicazione di questo libro (gli studi citati risalgono all'anno prima, più o meno), chi vide Goldrake e company da bambino oscillava tra l'adolescenza ed il servizio militare (in caso di maschietti), quindi gli autori si domandarono, giustamente, come questi ex bambini ricordavano i loro cartoni animati. Solo che le tabelle 3.1 e 3.2 (poco più sotto) riportano i dati del punto di vista dei genitori, quindi degli ex bambini un po' più ex di quelli che eravamo noi a fine anni 70 e primi anni 80.
Ovviamente per la regola aurea secondo cui le cose che hai vissuto in prima persona sono meglio di quelle arrivate dopo, chi vedeva la tv dei ragazzi Rai tra gli anni 60 e i primi anni 70 riteneva che i propri programmi fossero più "sani"... e poi si considera positivamente Rintintin e Lassie... due telefilm sui cani... un milione di volte meglio Goldrake!  ^_^
Io cerco sempre di sfuggire a questa regola del "a miei tempi era tutto più bello", magari non sempre ci riesco, ma ci provo, chiaramente fa eccezione Peppa-Pig... che è orrendo   :]


Per fortuna due righe sono dedicate alla Goldrake e Candy Candy generation!
Molto lungimirante l'auspicio degli autori di attendere del tempo per valutare come questi ex bambini avrebbero introiettato i cartoni animati giapponesi. 
Alla fine nacque la generazione di saggisti italiani sull'animazione giapponese: Saggistica anime





La due tabelle in cui non sono menzionati i giudizi della Goldrake e Candy Candy generation...


Per leggere la successiva citazione/allusione agli anime bisogna arrivare fino a pagina 80, in cui si fa un discorso generale sui cartoni animati, che sanciva (ahinoi) il declino dei cartoni animati di genere fantascientifico/robotico, ergo di Goldrake e Mazinga...
Poi è ovvio, se le emittenti non trasmettevano più nulla di nuovo, chiaramente i nuovi bambini non potevano appassionarsi alle nuove serie robotiche e di fantascienza giapponesi...

Che umiliazione... gli anime robotici inseriti nel gruppo di Tarzan...


Alle pagine 137-138-139 alcune tabelle che illustravano i programmi disponibili e i gusti dei bambini di fine anni 80, solo il 5% gradiva i cartoni robotici... bimbiminkia degli anni ottanta...


Si salta quindi a pagina 219, dove dopo una breve introduzione, si tocca, ancor più brevemente, purtroppo, il tema dello tsunami mediatico contro i cartoni animati giapponesi della primavera del 1980. La cosa bella (o brutta) è che in quella primavera 1980 fu proprio lo studio Mesomark/Rai una della causa delle virulente polemiche, questo non viene detto, si saranno dimenticati...


Finalmente qualcuno ammette che quel terremoto sui quotidiani, settimanali, mensili e chi più ne ha più ne metta, generò "una querelle dai toni inquietanti (ancora non completamente superata)", solo che mi lascia basito il giudizio cerchiobottista secondo cui esistette anche la fazione dei "sostenitori dell'innocenza sostanziale dei nippo-cartoons"... ma dove e quando?  >_<
Basta passare in rassegna l'indice dell'Emeroteca Anime per rendersi conto che la cosiddetta fazione pro-anime era pressoché inesistente e ridotta numericamente ai minimi termini, soverchiata in numero ed autorevolezza dai censori...

Forse ho capito da dove Deodata Cofano trasse ispirazione per il titolo del suo scritto del 1999 poco informato sugli anime: Nipponcartoon, immagini, miti, strategie



Poi, così dal nulla, a pagina 346 si tira in ballo Lady Oscar, ovviamente con un giudizio negativo... e meno male che a pagina 220 si ammetteva che lo scontro pro/contro gli anime non era ancora terminato...
Per gli autori la serie di Lady Oscar era negativa sotto tutti i punti di vista, sia contenutistici che grafici, perché non aiutava il bambino ad adeguarsi alla realtà attuale... ma erano cartoni animati!!!
Ma questi studiosi volevano una serie animata su un bambino o un adulto che faceva le stesse cose che facevano tutti i bambini e tutti gli adulti ogni santo giorno nella realtà?

Piccola chiosa, ma veramente ci furono bambini uccisi dagli orsi perché andavano allo zoo pensando di accarezzare l'orso Yoghi?!   O_o

Ultimo accenno ai cartoni animati giapponesi nelle pagine 363 e 364, in cui si legge l'unica citazione (salvo mia svista) sugli anime trasmessi a fine anni 80, che poi sarebbero dovuto essere parte dello studio, a differenza delle citazioni degli anime fine anni 70 e primi anni 80.



Seppur ormai grandicello la televisione la guardavo anch'io, e ricordo bene che gli anime erano ben presenti nei palinsesti delle televisioni, specialmente quelle private, sicuramente non al livello del quinquennio 1978/1982, ma molto di più di questi pochi titoli qui citati...
Ricordo che durante il servizio militare, assolto tra il 1988 ed il 1989, quindi nel periodo di pubblicazione di questo saggio, quando non potevamo andare in libera uscita il sabato o la domenica pomeriggio, ci riunivamo nella camerata di un commilitone che aveva una delle primissime micro tv a cristalli liquidi e ci guardavamo la prima trasmissione di Dragon Ball con Bulma e Goku bambino!
Eravamo cresciuti tutti a pane e cartoni animati giapponesi, non avevamo letto saggi sull'animazione né frequentavamo i forum sul web che non esisteva ancora, ma eravamo attratti da questi disegni animati, che trovavamo familiari. 
Eppure gli autori in 392 pagine trattano una sola volta gli anime del 1988...


Inserisco qui sotto la premessa al libro, per inquadrare anche il contesto in cui fu commentato. 



L'indice del saggio.


La quarta di copertina.



Bambini non si nasce: una ricerca sulla condizione infantile (1980)
Capire la TV (1981) 
Il ragazzo e il libro: corso di aggiornamento (1981)
L'alluvione cine-televisiva, una sfida alla famiglia alla scuola alla chiesa (1981)
Età evolutiva e televisione - Livelli di analisi e dimensioni della fruizione (1982)
TV e cinema: Quale educazione? (1982)
Fare i disegni animati - Manuale didattico di cinema d'animazione (1982)
Vita col fumetto (1983)
La camera dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione (1983)
Guida al cinema di animazione - Fantasie e tecniche da Walt Disney all'elettronica (1983)
Il consumo dell'audiovisivo (1984)
Il bambino e la televisione, a cinque anni solo con Goldrake (1985)
Il libro nella pancia del video - Il bambino lettore nell'era dell'informatica (1986)
Ombre Rosa - Le bambine tra libri, fumetti e altri media (1987)
Testimone a Coblenza (1987)
Fantascienza e Educazione (1989)
Il bambino televisivo, infanzia e tv tra apprendimento e condizionamento (1993)



I riquadri informativi sui cartoni animati giapponesi del quotidiano "L'Occhio" - dal 19 febbraio 1980 al 18 novembre 1981 (21 trafiletti)

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Un enorme serbatoio di articoli per il mio indice dell'Emeroteca Anime è stato il compiantissimo (sotto questo specifico aspetto) quotidiano diretto da Maurizio Costanzo "L'Occhio", che nella sua breve vita editoriale dedicò larghissimo spazio ai cartoni animati giapponesi. "L'Occhio" restò in edicola per poco più di due anni, che se con l'esigua quantità di copie vendute attualmente dalla carta stampata pare quasi un successo, ai tempi fu un bel flop. "L'Occhio", in qualità di quotidiano super nazional popolare, dava molto spazio agli articoli sugli spettacoli televisivi, e la posizione sull'animazione giapponese oscillava tra lo scandalistico e il mediamente informativo, considerando a posteriori la line editoriale del quotidiano, ci si poteva aspettare ben di peggio   ^_^
Oltre ai numerosissimi articoli, ogni tanto la redazione confezionava, all'interno della pagina che presentava i programmi delle televisioni private locali, un riquadro in cui lanciava un cartone animato giapponese:
titolo;
quasi sempre l'immagine della serie;
ogni tanto la didascalia;
due colonnine di sinossi e giudizio.

Sia chiaro, nulla di trascendentale, ma quando mi sono accorto che di questa specifica tipologia grafico/informativa di trafiletto ne avevo addirittura 21, ho pensato di riunirli in un unico post, anche perché è un buon esempio di come l'animazione era vista e di quanto cambiò la sua percezione dal primo riquadro (19 febbraio 1980) all'ultimo (18 novembre 1981). Inoltre posso immaginare che, nelle famiglie che acquistavano questo quotidiano, qualche bambino potesse sfogliarlo ed avere informazioni sulla nuova serie da seguire sull'emittente privata locale.
Presento i riquadri in rigoroso ordine cronologico, con la data posta sotto ognuno di essi.

19 febbraio 1980
Sono presenti ben due informazioni sui cartoni animati giapponesi. La prima è sul Gaiking, che si prende anche l'immagine e il titolo, trasmesso da "Antenna Nord", la seconda è su Ryu, immagino "il ragazzo delle caverne" trasmesso da Telemilano.
Uno degli aspetti che mi incuriosisce sempre sono talune informazioni che le redazioni pubblicavano, se da un versante spesso parevano non sapere veramente nulla di anime, c'erano poi notizie che non capisci da quale fonte provenissero, come quella secondo cui il Gaiking sarebbe stata realizzata su "base scientifica con l'aiuto dell'ingegneria aereonautica e astronautica"!!!
No, Gaiking non superò Goldrake in celebrità e gradimento presso il giovane pubblico televisivo, anche perché non venne mai importato fino all'ultimo episodio...
Sul versante opposto, invece la notizia inerente Ryu e il suo creatore, Shotaro Ishimori, che oltre ad essere scritto correttamente, era effettivamente "celebre" in Giappone.


29 febbraio 1980
Nel riquadro del 19 febbraio si accennava a Ryu, in questo si avvisa il giovane pubblico che la serie sta per terminare. 
Mi pare abbastanza palese che l'autore del trafiletto non colse, probabilmente perché non ne vide mai neppure due minuti, che la caratteristica  peculiare della serie non era la vita preistorica dei protagonisti, ma l'antirazzismo. Dove il bianco Ryu viveva in un mondo in cui non solo faceva parte di una esigua minoranza dominata da esseri umani di colore, ma era considerato pure una iattura ambulante. Forse sarebbe da ritrasmettere in prima serata...


29 marzo 1980
"bravi disegnatori giapponesi"
"i fantastici furti di Lupin"
"ladro incallito ed abilissimo"
"Lupin III è un personaggio divertente, fatuo, impulsivo"
"l'affascinante Fujiko Mine"

Dopo aver letto una recensione del genere, potevi essere preoccupato che il cartone fosse diseducativo?


31 marzo 1980
Dall'immagine questa era la serie "Bambino Pinocchio", e per "F.M: il modo con cui i giapponesi avevano visto il nostro burattino, non era per nulla negativo, dei nuovi eroi più realistici e meno disneyani.


6 aprile 1980
Charlotte...  T_T
Faccio presente che in base alla data stiamo entrando nella terribile primavera del 1980 per i cartoni animati giapponesi.



23 aprile 1980
Seppur si legga un "letteralmente invaso il mercato" riferito alle produzioni giapponesi, il resto della recensione è positiva. Curiosa da un lato l'italianizzazione della "Black Shadow", mentre dall'altro il nome in inglese "Super Duck Hawk", la cui traduzione letterale sarebbe "super falco d'anatra"   ^_^


4 agosto 1980
Bello il trafiletto, in cui Pinocchio sarebbe diventato il cugino di Mazinga  ^_^
Dall'immagine apre ci si riferisca alla serie su Pinocchio della Tatsunoko.
Ecco, inizia a cambiare il "mood" (come si direbbe oggi) sui cartoni animati giapponesi. 
Se il 23 aprile le produzioni giapponesi avevano solo "letteralmente invaso il mercato", il 4 agosto avevano "inflazionato il mercato dei cartoni animati". Seguono valutazioni non sulla serie, ma sulla situazione generale dell'animazione in Italia   :]
Da notare che l'autore è sempre F. M. che nella recensione del 31 marzo 1980 sull'altra serie di Pinocchio, era stato totalmente positivo all'idea che i giapponesi rivitalizzassero il burattino di Collodi.



22 agosto 1980
Ora i giapponesi vanno all'assalto   ^_^


25 settembre 1980
Non si può parlar male di Kum Kum  :]


6 novembre 1980
Nonostante quel "i cartoonist giapponesi ne combinano una più del diavolo", il giudizio sulla serie è positivo, i nomi quasi corretti (con il refuso finale), la trama forse non del tutto.


10 novembre 1980
Giudizio positivo anche per "Star Blazers", che venne tramesso in prima assoluta dalla Svizzera italiana.
Videodelta divenne parte in seguito di Rete 4.


8 gennaio 1981
Non saprei dire se il giudizio finale "una schiodatina di buoni sentimenti" fosse positivo o meno, anche perché il termine "schiodatina" non esiste né sul web e neppure sul mio Devoto Oli degli anni 60.
La sinossi è comunque fedele alla trama, nulla da eccepire.


5 marzo 1981
Non ho mai seguito Pepero, quindi non saprei dire se la trama descritta sia corretta, di certo dettagliata.


6 aprile 1981
Qui F.M. canna un po' la trama...


19 maggio 1981
"Niente orfanelle lacrimose né robot, stavolta, ma morti a volontà, come sempre"   ^_^


7 agosto 1981
Fiorella Marino (F.M.?) riporta fedelmente le travagliate avventura della signorina tutte lentiggini, sorprendendosi che la ragazza si innamori più di una volta, la scostumata   ^_^



8 agosto 1981
Seconda recensione della serie animata su Pinocchio della Tatsunoko, basandomi sull'immagine, e questa volta, rispetto al 4 agosto 1980, in cui della serie si parlava poco, qui il giudizio è totalmente positivo, come positivo fu per l'altra serie di Pinocchio recensita nel riquadro del 31 marzo 1980.
In quei due casi l'autore era F.M. e stavolta Fiorella Marino, la stessa persona?

21 agosto 1981
Sono due le serie recensite, due stra-repliche: Charlotte e Gaiking.
Tralasciando l'immagine errata del robottone, visto che quello mostrato è il Gakeen, per il resto nulla da eccepire, danno pure del "battagliero" al Gaiking e non stroncano l'insopportabile Charlotte...
La cosa poco simpatica è che le emittenti private locali, a distanza di più di un anno dalla prima recensione su "L'Occhio" (19 febbraio 1980),  continuavano a replicare una anime che non era completo, perpetrando una palese ingiustizia verso i giovani telespettatori, sua quelli nuovi, che non sapevano del fattaccio, sia verso quelli che speravano che stavolta la serie terminasse...



18 settembre 1981
Di Kum Kum vidi pochissime puntate, non mi dispiaceva, anche se forse ero già un po' grandicello per non considerarlo un po' noiosetto, comunque è impossibile giudicare male Kum Kum  ^_^

29 ottobre 1981
Altro giudizio positivo, ed è abbastanza strano, perché Magà è tra le serie più tristi ed atroci che io rammenti... poi che Magà rivaleggi senza problemi con un duro come Tetsuya Tsurugi, non c'è alcun dubbio!   ^_^


 18 novembre 1981

F.M. dopo un certo numero di giudizi negativi, forse influenzato dallo tsunami mediatico della primavera 1980, torna a valutare positivamente le serie animate giapponesi:

"In ogni caso King Arthur è un pezzo di bravura degli infaticabili giapponesi".


"Asiatica, bollettino dell'Istituto Italiano per il Medio Oriente ed Estremo Oriente" - gennaio/febbraio 1941

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Ho scoperto un'altra rivista che negli anni del fascismo si occupava di informare gli italiani della politica, le vicende di guerra, la cultura e i costumi giapponesi: 
"Asiatica, bollettino dell'Istituto Italiano per il Medio Oriente ed Estremo Oriente" 

Questa pubblicazione, a differenza di "Yamato, mensile italo giapponese", non si dedicava in toto al paese del Sol Levante, ma a tutta l'Asia, ma questo numero era di carattere monografico nipponico. 
Negli altri numeri in mio possesso gli articoli sul Giappone non coprono tutto l'indice del numero. 
Dalle scan ho omesso solo le notizie di cronaca sulle altre nazioni, i libri in lingua straniera e sulle altre nazioni. Infatti una caratteristica della rivista erano le due rubriche "Recensioni Libri" e "Cronaca", nella prima erano inserite le recensioni di libri inerenti i paesi asiatici, anche in lingua non italiana, la seconda rubrica era una specie di notiziario dall'Asia.
La "Cronaca" merita di essere spulciata a fondo, si trovano piccoli accenni a chicche propagandistiche non da poco  ^_^
Oltre al Giappone ho inserito le notizie sul "Man Chou Kuo", che era lo stato fantoccio giapponese in Cina, mi ha fatto ridere leggere come noi alleati italiani, dopo che inizialmente non lo avevamo neppure riconosciuto (volendo difendere l'integrità territoriale cinese), ne divenimmo un nume tutelare...
Penso che la rubrica "Recensioni Libri" potrebbe tornare utile a chi dovesse fare delle ricerche bibliografiche sul Giappone degli anni 30 e 40, infatti "Asiatica" nasce nel 1936 e prosegue la sua vita fino al 1943. Purtroppo i numeri sono di difficile reperimento, bisognerebbe indirizzarsi ad una emeroteca, ma con il Covid...
Mi è parso che gli scritti presenti su "Asiatica" siano più tecnici rispetto a "Yamato", probabilmente la rivista sul Giappone, seppur dedicata ad una fascia molto colta della popolazione italica, voleva comunque essere una pubblicazione di svago, mentre "Asiatica" era una rivista di studi accademici.
Per questo motivo mi asterrò dal commentare argomenti troppo tecnici o colti per il sottoscritto  :]


Quando leggo questi articoli scritti da persone con una cultura così approfondita, ma che non riuscivano a scrivere senza fare della propaganda, mi chiedo a cosa serve studiare tanto... capisco bene che l'autore non è che potesse scrivere che l'Italia e il Giappone fossero due dittature, ma leggere che, invece, lo erano gli Stati Uniti d'America, con tutti i suoi difetti del periodo (tipo il segregazionismo), mi pare un pelino esagerato...




Un esempio di due libri, il secondo è sulla Cina ed il lingua inglese.


Cavoli, l'ho recensito!!!   ^_^

Un altro libro sul Giappone ed uno in inglese sull'India, il secondo lo inserisco solo come esempio di ciò che era recensito.


La notizia di cronaca sono sia di carattere bellico, oggi ormai storico, sia propagandistico, erano presenti notizie sulla Cina Thailandia, Filippine etc etc, ma ho lasciato solo quelle su Giappone e "Man Chou Kuo".
Le notizie inerenti la Cina andrebbero lette assieme a questo saggio:








Il 20 novembre ben 20 mila giovani giapponesi, cinesi e del "Man Chou Kuo", cioè altri cinesi... festeggiarono il 26esimo centenario della fondazione dell'impero giapponese, immagino i cinesi quanto fossero volontari... 



6 dicembre: Il Supremo Consigliere del ministero della pubblica pace, il maggior generale Hidemitsu Nakano, un militare ministro della pace!!!   ^_^

https://en.wikipedia.org/wiki/Hidemitsu_Nakano


Anna dai capelli rossi - Album figurine Panini 1980

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Pochi adulti, tra esperti e giornalisti, ai tempi si resero conto che alcune serie animate giapponesi, che loro avevano tacciato come esteticamente brutte, ripetitive e lacrimose (leggere gli articoli dell'Emeroteca Anime), sarebbero sopravvissute per decenni e decenni. 
Aggiungo una mia previsione/profezia, la settimana prima di crepare di anzianità (spero in buona salute e lucido...) accenderò la mia televisione "super mega ultra HD in 3D uaifai web connessa smart touch screen" e vedrò che trasmettono ancora tre anime: Heidi, l'ape Maia e Anna dai capelli rossi  ^_^

Guarda caso due di questi tre anime furono opera di Isao Takahata, che riuscì ad adattare per il piccolo schermo e a beneficio di milioni (forse miliardi, se si sommano gli anni e tutte le nazioni in cui furono trasmessi) di bambini due romanzi di fine 800 ed inizio 900, a cui penso praticamente nessuno di noi si sarebbe interessato.
La serie di "Anna dai capelli rossi"è semplicemente un piccolo capolavoro, adatto a maschi e femmine, grandi e piccini, poi... se uno vuole spaccare i maroni e dire che non è semplicemente stupenda, libero di farlo   ^_^

Personalmente io divido gli album della Panini sulle serie animate giapponesi in due gruppi, quelli che non danno conto del finale, mettendo episodi un po' a caso, e quelli, invece, che pur facendo un mega riassunto, inseriscono anche l'ultima puntata.
Questo album di Anna fa parte della seconda categoria, e quindi, come nell'anime, vedremo Anna diventare adulta.

Piccola chiosa sulla disonestà in cui ci si imbatte alle fiere del fumetto. 
Questo album non fa parte dei miei ricordi personali, ma l'ho acquistato in qualche fiera quando ancora i prezzi di questo tipo di materiale erano accessibili. 
Il problema degli album di figurine è che devi dare fiducia al venditore, perché controllare ogni singola figurina è pressoché impossibile.
Io diedi fiducia al venditore e così ora mi ritrovo con un album spacciatomi per "completo" che lo è solo usando il criterio che tutte le caselle contengono figurine appiccicate, ma non "completo" nel senso che ci sono tutte le figurine che ci dovrebbero essere...
Come si può notare sopra lo spazio della figu n° 202 è stato occupato dalla figu n° 120... poi io sono un allocco, perché forse mi sarebbe bastato controllare un po' meglio, visto che è uno spazio con doppia figurina, per rendermi conto che l'album non era "completo"... 
Poi magari neppure il venditore se ne rese conto della magagna, chissà... ma i miei soldi erano "completi", l'album no   ^_^
Nello sfogliare l'album in questo preciso momento ho scoperto un altra figurina appicciata in maniera fraudolenta... manca la numero 31 ed hanno usato la n° 8... uno può essere un errore, ma due...
Che brutta cosa dover ingannare il prossimo per guadagnare 30 euro...

Inserisco la pagina centrale in cui la Panini mise "le imprese di Anna", tra cui la lavagnetta spaccata in testa a Gilbert   ^_^

Chiedo venia se qualche scan sacrifica i bordi della pagina, ma il mio scanner A4 ha dei limiti materiali, dovrei lanciare una sottoscrizione tra i tantissimi lettori del blog per farmi comprare uno scanner di formato più grande   :]




Nell'incipit iniziale la Panini chiarì che "Anna è molto diversa dalle sue colleghe di altre serie televisive", e che non apparteneva neppure al mondo della fantasia come gli altri eroi dei cartoni animati.

Questa è in assoluto una delle puntate più belle di tutti i cartoni animati giapponesi trasmessi in Italia.


Il gioco in scatola della Clementoni è recensito al link qui sotto:


 

Manga Academica vol. 13, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese

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TITOLO: Manga Academica vol. 13, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 145
COSTO: 14,5
ANNO: 2020
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133521


In concomitanza con il "Lucca Comics and Games" esce ogni anno il nuovo numero di "Manga Academica", quest'anno la kermesse lucchese non si è celebrata, ma la rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese è stata pubblicata ugualmente, arrivando all'encomiabile numero 13.
Direi che a parte qualche pubblicazione della Tunuè e di qualche altra casa editrice un po' random, la "Società Editrice La Torre"è rimasta l'unica a mandare in stampa serie analisi su manga, anime e la società giapponese.
Ovviamente la collana "Ultra Shibuya" non la considero del medesimo valore saggistico, anzi, direi che le due case editrici si pongono agli estremi in quanto a contenuti.
In questi 13 anni nei "Manga Academica" si son potuti leggere 68 contributi di più di 50 differenti autori, i temi trattati sono stati tantissimi, ovviamente alcuni li ho apprezzati e capiti, altri meno, taluni mi sono rimasti oscuri  ^_^

In questo numero di "Manga Academica" ci sono cinque contributi:
uno scritto sull'architetto Antonio Sant'Elia e le città futuristiche presenti in Metropolis ed Akira;
una analisi sul film di Makoto Shinkai "5 cm al secondo";
uno spaccato di come i giapponesi e gli occidentali vedevano gli Ainu tramite dipinti antichi e manga moderni;
un saggio sulla visione realistica delle opere di Isao Takahata;
infine un identikit sulla serie animata di "Carletto il principe dei mostri" e come era vista la figura del mostro nel tardo novecento.

Devo ringraziare Riccardo Rosati che mi ha fatto conoscere l'esistenza dell'architetto italiano Antonio Sant'Elia, quando ho visto la sua "Città Nuova" a pagina 11 ho capito quale nesso l'autore volesse illustrare con Metropolis (anche il lungometraggio animato) e Akira. Effettivamente quella "Città Nuova" l'avrò vista, seppur in forme sempre diverse, una moltitudine di volte in film, telefilm ed anime di fantascienza, ma non sapevo che l'ispirazione iniziale proveniva dall'architetto italiano deceduto nel 1916! Per esempio lui fu il primo a proporre di posizionare gli ascensori esternamente ai palazzi.
Il bello di leggere contributi come questo è che apprendi sfaccettature di un discorso magari più ampio a cui da solo non saresti mai arrivato. Poi, chiaramente, non avendo le nozioni necessarie, lo scritto non l'ho potuto apprezzare del tutto.

Edit dell'11 novembre 2020 su "5 cm al secondo":
Per scrupolo mi sono rivisto il film su Netlfix, dura solo un'ora, ma forse era un'ora luce  ^_^
Graficamente sempre molto bello, considerando che sono passati 13 anni dalla sua realizzazione, però, a costo di sembrare blasfemo, mi sono frantumato un po' i maroni  :]
Forse sarebbe stato meglio non rivederlo, così potevo serbare il ricordo che il film mi fosse piaciuto, e forse fu così la prima volta. Evidentemente non è uno di quei film che io riesco a rivedere apprezzandolo di nuovo, tipo Kiki o Ponyo.

Il secondo contributo è sul film "5 cm al secondo", un bel film che, se non ricordo male, vidi in giapponese sottotitolato in italiano e poi in italiano. Quindi solo due volte, il che non fa di me un tale esperto da porre obiezioni all'analisi dell'autore, l'unica appunto che muovo è sul come è scritto questo contributo. 
A pagina 35, quindi nella sua prima pagina, mi si è attorcigliato il cervello in questa frase:
"Successivamente mostreremo come esso solidarizzi con un'estetica sino-nipponica basata sul distacco contemplativo buddistico e l'unitaria armonia del Tao compensate da una spinta vitale di matrice shintoistica; elementi questi, veicolati da un approccio ozuiano."

Non so... ci manca il "montaggio analogico" e "l'occhio della madre"   ^_^
Il problema (per me, ovviamente) è che tutto lo scritto è strutturato così...
Nella pagina successiva si sostiene che una delle prove di quanto sia unico ed innovativo questo film sarebbero i 420 commenti su Amazon, quasi tutti positivi, tranne un numero "risibile di commenti negativi". 
Mi soffermo prima sull'etichettare come "numericamente risibili" i commenti negativi.
Mi pare ovvio che chi ha acquistato questo film su Amazon fosse già un appassionato o almeno un simpatizzante di animazione giapponese, quindi non neutro, era più facile essere entusiasti (magari dopo averlo già visto subbato come feci io), piuttosto che stroncarlo. Conosco parecchia gente che non solo non comprerebbe mai il DVD di questo film d'animazione, ma neppure lo vedrebbe in televisione, quindi gratuitamente, semplicemente perché non sono abituati a vedere animazione giapponese.
C'è poi la questione che quasi tutti gli altri commenti erano positivi. Un film che ha avuto tanto pubblico o tanti giudizi positivi del pubblico, è per forza un capolavoro?
Per il paragrafo 1.1, che tira in ballo i filosofi greci, ho chiesto ad un amico pesantemente corazzato in tema (vedasi laurea in filosofia) di leggere le righe in questione, ed è rimasto un po' perplesso per aver trovato assieme tanti concetti in così poco spazio. 
Ammetto di non aver compreso neppure tutto il resto dello scritto, cosa che non ne inficia l'autorevolezza, solo che io non ho capito perché all'autore è piaciuto il film... quindi l'analisi a cosa è servita?

Il terzo contributo è una piccola e rara gemma informativa sugli Ainu, infatti su questa popolazione gli scritti in italiano scarseggiano. L'autrice ci illustra la popolazione autoctona del Giappone tramite le pitture antiche e i manga, che permetterà di valutare come l'immagine degli Ainu sia mutata nel tempo. Viene anche analizzato il manga di Osamu Tezuka "Shumuri".

Penso che Takahata meritava proprio le 20 pagine di approfondimento del quarto capitolo sul suo modo riservato di fare animazione. Il contributo confronta anche lo stile realistico di Takahata con quello più fantasioso di Miyazaki. Un argomento del genere, trattato in questo modo, meriterebbe un libro intero. Sono analizzati il film "Pioggia di ricordi" e la serie animata "Marco dagli Appennini alle Ande".

Il quinto ed ultimo contributo mi ha rigettato nello sconforto del secondo di cui sopra  ^_^
Sinceramente non pensavo che da bambino, quando guardavo una puntata di "Carletto il principe dei mostri" per farmi quatto risate, stessi introiettando tutto ciò che è riportato in questa analisi. 
Non è che, forse, la serie aveva solo l'ambizione di far divertire i bambini e non far aver loro paura dei nostri?
In pratica ammetto che non ho capito l'analisi, ed infine mi sono schiantato contro lo scoglio delle conclusioni finali, quando ho letto "Verwandlung kafkiana"... "Verwandlung kafkiana"   O_o
Mi è stato spiegato, sempre dalla persona di cui sopra che ha letto la parte sui filosofi greci del secondo contributo, che "Verwandlung kafkiana"è il titolo di un libro (link), e lui si chiedeva cosa avesse impedito di metterlo in italiano.
Io, più modestamente, mi chiedo quale sia il vantaggio di fare un'analisi per i pochi eletti che capiscono le citazioni iper dotte   ^_^

I 13 numeri di "Manga Academica" fanno la loro porca figura in libreria  ^_^
Di nuovo un plauso alla perseveranza della casa editrice casertana.

Qui sotto l'indice del saggio.




Enciclopedia Diecast – Parte quinta: Tokatoku Toys

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TITOLO: Enciclopedia Diecast – Parte quinta: Tokatoku Toys
AUTORE: Alain Bernardi
CASA EDITRICE: Edizioni Centroffset
PAGINE: 533
COSTO: 28,90 €
ANNO: 2019
FORMATO: 22 cm X 15 cm
REPERIBILITA': on line robotvintage.com
CODICE ISBN:9788897998112


Quinto volume da 533 pagine dell'Enciclopedia Diecast, dico, ben 533 pagine, tutte a colori, con un prezzo di 29€, che per una pubblicazione di un privato, è un costo assolutamente accettabile.
In questo volume si passano in rassegna i modellini dell'azienda "Tokatoku Toys" prodotti dal 1974 al 1984, inizialmente di serie minori, fino a conquistare i diritti di serie importanti, come Macross.
Nel libro, per esempio, sono presenti tutti i modellini delle "Time Bokan" prodotti dalla "Tokatoku Toys".
Come ribadito più volte io non sono un collezionista di questo genere di articoli, la "Go Nagai Robot Collection" è stata un incidente di percorso, ma trovo le immagini di questi modellini di una bellezza assoluta, oltre al fatto che è l'unico modo per una persona delle mie capacità economiche di averli tutti al mio cospetto, cioè in 2D   ^_^
Anche in questo volume ci sono alcuni modellini che ebbi da bambino, ma che non sono riuscito a conservare, almeno in questo formato li posso riammirare.


I cinque volumi affiancati arrivano a sommare ben 1800 pagine e passa, tutte sui modellini di anime e tokusatsu, un patrimonio iconografico di riguardo:


Questo sopra non fu l'unico modellino prodotto dalla "Tokatoku Toys", ma il mio giocattoloso, e pensare che c'è un blog che sta recensendo tutta la serie!



Questo ce l'ho ancora   :]


A me la serie non piaceva, ma avevo un amico che ne era super appassionato, ed aveva questa confezione (vado a memoria), ed effettivamente giocarci era bello.

Finita nella pattumiera...   T_T


Inserisco la scan di questa pagina riassuntiva sulle Time Bokan per rendere quanto dettagliato sia il libro.


 

I cartoni animati degli anni 70 e 80 - Bia, Creamy, Heidy e le altre eroine

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TITOLO: I cartoni animati degli anni 70 e 80  Bia, Creamy, Heidy e le altre eroine 
AUTORE: Syrius
CASA EDITRICE: Senso Inverso Edizioni
PAGINE: 179
COSTO: 15 €
ANNO: 2020
FORMATO: 21 cm X 16 cm
REPERIBILITA': on line 
CODICE ISBN:9788867934713


Ho fatto fatica ad inquadrare questo libro, anzi, non ci sono riuscito, per vari motivi.
Intanto si concentra solo su otto anime più per femminucce che per maschietti (per quello che può valere la divisione per sesso):
Bia la sfida della magia; L'incantevole Creamy; Magica Emy; I bon bon magici di Lilly;
C'era una volta Pollon; Heidi; Charlotte; Hello Sandybelle.

Di queste ne conosco solo una bene, Heidi, le altre mi sono abbastanza sconosciute nel dettaglio della trama di ogni puntata e dei personaggi, dato che non le ho mai seguite fino all'ultimo episodio, alcune non le ho proprio mai viste.
Di Bia e Lilly vidi un po' di puntate un po' random, ma mai il finale.
Pollon la seguì veramente a sprazzi, nel corso di questi decenni.
Charlotte la detestavo a morte... in primis la nenia iniziale, cioè la sigla...
Creamy, Emy e Sandybelle le conosco, ma non le ho mai seguite.
Heidi la adoro, basta cliccare sul link: la pastorella svizzera

Mi è parso giusto precisarlo, tanto per far comprendere che una valutazione sulla validità dello scritto la posso dare solo per Heidi. Chiaramente non sono andato a riguardarmi ogni singola puntata della serie, ma dato che l'avrò vista una decina di volte (completa), posso dire che le brevi sinossi di ogni puntata sono corrette.
Ecco, da super fan della serie creata da Isao Takahata, avrei preferito delle sinossi un po' meno striminzite. Un'altra questione riguarda gli autori giapponesi delle serie analizzate, che non sono mai citati, sembra quasi che non esistano. In un caso è citato erroneamente Takeo Watanabe, l'autore delle musiche di Heidi. Erroneamente non perché non fu lui a comporle, ma perché noi non ascoltammo le sue BGM né l'opening, ma ci torno più sotto.
In un libro che si intitola "I cartoni animati degli anni 70 e 80" e che tratta otto anime, manca una parola: "giapponesi". 

Questa assenza dell'animazione giapponese come genere è presente in tutti i capitoli, ogni tanto salta fuori un accenno, ma sembra quasi un caso che tutti e otto fossero produzioni nipponiche. Capisco che l'autore si sia iper concentrato solo sulle serie, estraniandosi quasi completamente (quasi) dal resto, ma non menzionare mai un Osamu Tezuka, un Isao Takahata oppure una delle case di produzioni, mi pare un po' lacunoso.
Dalla quarta di copertina (su cui torno a fine post) apprendiamo che l'autore ha scoperto queste serie in età adolescenziale, nel 2006, quindi non fa parte della generazione Goldrake, ma neppure di quella Dragon Ball (1988/89), visto che dovrebbe essere nato nei primi anni 90. Potrebbe quindi essere "etichettato" come un "post-nostalgico" (sempre in senso buono) oppure un "nostalgico di ritorno". Cioè un appassionato che vide queste serie non nella loro prima trasmissione televisiva e non da bambino. Non trovo nulla di male nella giovane età dell'autore, il problema che ho incontrato nel leggere il libro è che pare che prima di questo scritto non esista nulla, altra saggistica, riviste, fandom, siti web. Niente bibliografia o sitografia.
C'è Syrius che ci riassume queste otto serie, fine. 
Poi è giusto menzionare il fatto che penso che alcune di queste sia la prima volta che vengono proposte in un libro con una sinossi di ogni puntata, ma ad altre sono stati dedicati capitoli e capitoli di saggi e pure interi libri. 
Talvolta (forse un po' più che talvolta) l'autore se ne esce con dei commenti che non ho ben compreso il nesso che avessero con la serie, forse erano semplici battute, ma che mi sono sembrate "off topic", più sotto inserisco un commento su Heidi.
Ogni capitolo è strutturato più o meno del medesimo modo:
introduzione generale alla serie; qualche curiosità; l'ambientazione; quando è ambientata; la trama; i personaggi; la recensione; la sinossi degli episodi; la censura che subì la serie in Italia (nulla per Heidi); un commento finale sugli errori più grossolani della serie. 



Come accennavo sopra, l'unica serie su cui posso permettermi di mettere bocca è quella di Heidi. 
A pagina 119 si possono leggere molti apprezzamenti sulle musiche (che in un anime sono composte da BGM + vocal) ad opera di Takeo Watanabe. Peccato che la versione di Heidi che vedemmo ed ascoltammo noi (la medesima dei DVD) ha le musiche composte da Gert Wilden, perché per la trasmissione del settembre 1977 i tedeschi decisero di riscrivere tutta la colonna sonora. La Rai comprò in blocco quella versione teutonica, e quindi noi bambini del 1978 e pure quelli fino al 2020 non ascoltarono i brandi composti da Takeo Watanabe, ma quelli di Gert Wilden.
E devo dire che, avendo io entrambe le colonne sonore, devo ammettere che la versione tedesca è molto più varia, poi io vi sono affezionato, e quindi non posso tenere in considerazione la versione nipponica.




Questo è il CD con le musiche di Takeo Watanabe, o Watanabe Takeo, se vogliamo scriverlo alla giapponese.




Questo è un CD con le musiche tedesche con cui abbiamo avuto l'imprinting musicale  ^_^

In realtà ci sarebbero altri punti del libro che mi hanno fatto sorgere dei dubbi, come quando si afferma che "I bon Bon magici di Lilly" fu trasmesso per la prima volta da Rete 4 nel 1982, io (e no solo io) sono abbastanza certo di averlo visto su emittenti minori prima del 1982, tipo Teleradioreporter.
Sempre per Lilly si afferma che l'uso delle pillole colorate provocò polemiche, di articoli giornalistici del periodo io ne ho qualcuno, ma non ricordo nulla del genere. Mi sarebbe piaciuto poter leggere su quale testata e la data, così almeno recuperavo qualche nuovo articolo.
Ovviamente questo non è un saggio, ma fa parte dei libri di carattere nostalgico (sempre e solo in senso buono), per questo motivo bisognerà valutare se le serie prese in considerazione siano tra le proprie preferite.



Capitolo commenti "off topic".
E' vero che Deith tira in ballo gli avvocati (o fu il doppiaggio italiano a farlo, bisognerebbe avere una versione con i sottotitoli fedeli al giapponese per comprendere molti dialoghi), ma alla fine il nonno accetta che sia Heidi a decidere, purtroppo la bimba crede alle menzogne della zia. Sarebbe questa la scena più importante, non la minaccia di addire alla vie legali. Questo aspetto, cioè  che la bambina non ci vuole andare a Francoforte, solo che Deith le promette che la sera sarà di ritorno a casa, non viene riportato nello scritto, neppure nella breve sinossi dell'episodio numero 18. 
Poi si potrebbe commentare il comportamento del nonno che non è presente nel momento in cui Deith parla con la nipotina, e che non corre a fermare la bambina.


L'indice.








"in maniera impeccabile;
con una ricerca minuziosa;
esaminandole quasi scientificamente"

Ecco, forse stare un po' più schisci, come si dice a Milano, poteva essere saggio. 
Perché, altrimenti, i saggisti italiani un po' più impegnati nella ricerca sull'animazione giapponese, cosa avrebbero dovuto scrivere in quarta di copertina dei loro libri?  ^_^

I figli della TV

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TITOLO: I figli della TV  
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: La Nuova Italia
PAGINE: 241
COSTO: 5 €
ANNO: 1988
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': on line 
CODICE ISBN:


Quando in copertina di un saggio ci sono i fotogrammi della sigla di apertura (in bianco e nero) di "Judo Boy", ne consegue che l'argomento deve essere i cartoni animati giapponesi. 
E' da parecchio che ho scovato questo saggio del 1988, ma non lo postavo per pigrizia, causa le molte pagina che trattano gli anime, ergo molte scan...
In realtà lo studio si focalizza sui programmi televisivi che vedevano i bambini dai 2 ai 7 anni nel 1986, in questo contesto non citare i cartoni animati anche giapponesi era impossibile, ma si parla anche di telefilm, film, attualità etc. etc. 
Nell'introduzione è spiegato che questo studio è l'evoluzione di uno effettuato nel 1976, da cui nacque il saggio "I bambini e la tv, la prima ricerca sull'esperienza televisiva dai 3 ai 6 anni", nel mezzo erano passati 12 anni e vi era stato l'avvento in Italia dell'animazione giapponese. Il metodo di analisi è stato il medesimo, aggiornato allo sviluppo tecnologico, l'età del campione uguale, quindi a chi avesse studi in merito e l'interesse di approfondire l'argomento, consiglio mdi reperire entrambi per fare le debite differenze su come e quanto cambiò l'effetto della televisione su quel target di età.
Non potendo postare per intero il libro, 120 scan di 240 pagine paiono troppe pure a me... mi sono limitato alle pagine che trattano l'animazione giapponese, anche se molto spesso gli autori si riferiscono ad essa non con i titoli singoli delle serie, ma con la classificazione "cartoni animati affettivi" (Candy Candy e socie) e "cartoni animati aggressivi" (robottoni ed avventura).
Dal "first impact" sono passati 12 anni, gli anime trasmessi sono cambiati, ma non sempre, nel libro sono citate sparpagliate nel libro le seguenti serie nipponiche come visibili in televisione nel 1986:
Memole; Candy Candy; Mila e Shiro; Kiss me Licia; Occhi di gatto; Voltron; L'uomo Tigre.

E' vero che i tempi erano cambiati, e che i robottoni e la fantascienza animata non andava più per la maggiore, ma mi pare comunque un po' sovrastimata la presenza dei "cartoni animati affettivi", rispetto a quelli "aggressivi", benché, per esempio, "Occhi di gatto"è inserito nel secondo gruppo. 

Ho cercato di mantenere un minimo di sequenza delle pagine e delle tabelle (molto interessanti), non pretendo di esserci riuscito, vale il consiglio di cui sopra, nel caso reperire il libro   ^_^

Beh... non c'è dubbio, è "Kurenai Sanshiro", alias "Judo Boy", una delle tante serie che seguivo e di cui non ho mai visto il finale. Comprai pure il cofanetto, ma i disegni sono così vecchi, il doppiaggio così approssimativo, che la curiosità di scoprire chi fosse l'uomo senza un occhio non è stata superiore alla ripulsione estetico/audio a seguire la seconda puntata...

Lo scrivo ogni volta, ma sinceramente, quando ho iniziato a cercare nella saggistica sui programmi televisivi e i bambini del periodo tra il 1978 e i primi anni 90 tracce di citazioni sui cartoni animati giapponesi, non pensavo di riesumare ben 24 titoli (con questo), ovviamente con gradi differenti di trattazione del tema:



E pare che comunque la mia ricerca non sia terminata, il problema è solo riuscire a trovare altri titoli che pare non abbia più nessuno, né le biblioteche né il web.

Preciso che le sottolineature visibili nel testo scritto non sono mie, non le ho cancellate per timore di strappare le pagine.
Consiglio di controllare il numero della pagina per verificare se siano consecutive.



Nel post inserisco per prima l'analisi di Roberto Farnè sui 10 anni trascorsi dopo la prima trasmissione di Goldrake, che nel saggio fu inserita dopo lo studio, ma trovo che sia così interessante che meriti la precedenza, oltre al fatto che di questa inserisco tutte le pagine, mentre lo studio è molto spezzettato.
Ho apprezzato molto lo scritto di Roberto Farnè, che tra l'altro dimostra di avere le capacità di cambiare idea, se quelle precedenti si dimostrano fallaci. Infatti lo stesso autore nel 1981 aveva pubblicato il saggio "TV e cinema: Quale educazione?", in cui era abbastanza negativo sui cartoni animati giapponesi, veicolando pure la bufala che fossero fatti al computer, mentre in questo scritto (quasi) la smentisce ed apprezza gli anime. Ci sono voluti 12 anni, però diamo atto del cambio di idea  ^_^
Tra parentesi scrivo "quasi" perché la frase è un po' astrusa, almeno per me, andare  pagina 153 per valutare se smentì o meno l'uso del computer per la produzione degli anime, o forse si riferiva al fatto che, passati 12 anni il computer era veramente arrivato negli studi di produzione giapponesi.
Probabilmente nel frattempo, a differenza di altri esperti, ebbe la voglia di informarsi un po', per esempio leggendo (nota n° 2 di pagina 153) "Il libro nella pancia del video - Il bambino lettore nell'era dell'informatica", che contiene il contributo di Castelli e Bono sull'animazione giapponese.
Questo suo approfondimento datato 1988 l'ho trovato molto lucido ed interessante, la parte più chiara del saggio, che per la sua natura di studio non è sempre intellegibile mancando di competenze specifiche.
Nelle note a piè di pagina troverete libri ed articoli della carta stampata (indice Emeroteca Anime), quasi  tutti sono presenti su questo blog, quindi, volendo, potreste avere una buona panoramica su cosa lesse l'autore.





Da questo punto sarebbe iniziato il saggio, dive viene illustrato il campione e i temi trattati.



Ho cercato di rendere più leggibile l'interessante tabella qui sopra inserendo qualche freccina colorata

A pagina 90 ci si riferisce a questo libro della Lurcat:




A pagina 141 c'è un altro contributo di Roberto Farnè, che chiama in causa i cartoni animati giapponesi solo nelle ultime due pagine (149 e 150 qui sotto).



Avrei concordato anche nel 1988, ma chi decideva che Capitol era meglio di Voltron?
Bellissima la considerazione di pagina 150 della bambina a cui i genitori negavano la televisione per motivi educativi!!!   ^_^


Anche nel saggio del 1976 (vedi link all'inizio del post) erano presenti alcuni profili individuali dei bambini intervistati, ne ho messo qualcuno perché rivelano cosa pensava un bambino dai 2 ai 7 anni nel 1986.
Volendo si potrebbero confrontare le interviste dei due periodi.




Lotto di squadre del Subbuteo - parte 1 (anni 70)

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A fine agosto in un mercatino ho visto questa stupenda confezione del Subbuteo di metà anni 70, pensavo che dentro ci fosse la classica dotazione, cioè due squadre, le porte, il campo in panno verde etc. etc., invece no!
La apro e scopro un tesoro!!!
L'ex bambino proprietario l'aveva svuotata della sua dotazione e l'aveva ingolfata di squadre ed accessori!
Io da bambino non avevo una confezione del Subbuteo, ma avevo preso prima il singolo panno verde/campo da gioco  e un po' alla volta le squadre. Il tutto, che non era neppure poco come equipaggiamento (avevo anche i riflettori!), lo stivavo in una scatola anonima. 
Ergo, tutte le volte che vedo una confezione del Subbuteo, sono tentato di comprarla per avere quella "vera" che non ho mai avuto. 
Ma il contenuto di questa scatola era mille volte meglio di quella originale!
Io ho iniziato la mia epopea con il Subbuteo nel 1978, con il primo catalogo avuto tra le mani, ma gli articoli stipati in questa scatola erano antecedenti, direi di 3 o 4 anni prima. 
Parrà poco, ma sono eoni per un bambino e lo sono anche per il Subbuteo.


Si capisce che il bambino ex proprietario era veramente un appassionato, ed anche un meticoloso cultore del gioco, visto il tipo di accessori e la perfezione con cui vennero conservati.
Quando l'ho scoperchiata sono rimasto senza fiato  O_O
Il venditore non voleva poco, ma neppure moltissimo, ed io, pur non essendo esperto sul valore di ogni singolo articolo ho deciso di aprire il portafoglio e portarmela a casa.
Sinceramente non l'ho comprata per specularci, ma era troppo bella, e 12 squadre di metà anni 70 più vari accessori valevano di certo più del orezzo richiestomi.
Cercando su Ebay, per quel che valgono le "quotazioni di Ebay", solo la Romania vale più di quanto l'ho pagata, ed alcune squadre neppure si trovano, per esempio la Fiorentina.
Inoltre nel set c'era anche il campo montato su un'asse, che era ciò che avrei sempre voluto fare io da bambino, ma non fu mai possibile. 
Il dover allestire il campo da gioco era una bella seccatura: 
stirare il panno dalle pieghe (quindi chiedere alla mamma il permesso di usare il ferro da stiro o aspettare che lei lo usasse); 
creare uno spazio in casa per poter stendere il campo;
fissare campo e porte con lo scoth(...);
dover rismontare tutto dopo poco.
Ho due amici (fratelli) che avevano (ed hanno) il campo montato su un'asse, e bastava mettere il tutto sul pavimento per iniziare le partite, non paragonabile alla trafila di cui sopra.
Il bello è che ora anch'io ho un campo già allestito, con tanto di fermi originali made in Subbuteo per le porte, solo che è più vintage del loro !   (tiè!!!)    ^_^
In questo post ho inserito tutte le squadre presenti in questa confezione comprata, quindi non mie fin da bambino.
Ho schierato gli undici sul panno verde montato sull'asse e dietro la squadra ho messo la prima versione del tabellone in simil legno (anch'esso presente nella confezione), ho quindi scattato altre due foto, quella con la scatola e un primo piano (talvolta un po' sfuocato...) delle miniature in posizione anteriore e posteriore.
Dato che ho notato che il tabellone non sempre permetteva di leggere il nome della formazione, l'ho riportato in grande nel collage delle tre foto.


Che bellezza!!!
Sorge una domanda: che squadra italiana tifava l'ex bambino proprietario della confezione?
Considerando che ci sono tre squadre italiane (Internazionale, Genoa, Fiorentina), mi concentrerei su una delle tre  ;)

In realtà sorgerebbe un'altra domanda, sulla quale, per la sua tristezza intrinseca, preferisco glissare...

Ci sono poi 4 squadre anglosassoni: Dundee UnitedWest Ham UnitedArsenalCeltic

Visto che intorno alla metà degli anni 70 il palmares di 3 squadre su 4 sono solo piazzamenti, fatta esclusione per il Celtc, probabilmente l'ex bambino proprietario usava in parte il medesimo criterio che usavo io per scegliere le squadre: un bel colore della maglia.

Seguono: 
il formidabile Ajax
il Santos di Pelè (ma il colore della maglia non torna...); 
il Barcellona di Cruijff; 
la Romania.

Perché la Romania?
Mistero   ^_^

Il fatto che l'indà sia posizionata come ultima non è casuale   :] 

Megaloman (1979) - puntata 21

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L'episodio precedente è stato il più adrenalinico di tutti quelli visto fino ad ora, il povero Megaloman si è dovuto scontrare addirittura contro cinque kaiju, alla fine è finito letteralmente in croce ed ad un passo, anzi, un "pulsante" dalla morte...

Capitan Delitto deve solo premere un pulsante, la cosa più semplice del mondo, anche alieno, una leggera pressione e addio Megaloman, la Terra è conquistata, la serie terminata, la recensione finita... ma non voglio spoilerare il proseguo della trama  ^_^

Senza rivelare nulla ci sono un altro paio di aspetti interessanti della puntata, per esempio il fatto che l'assenza di Seiji si è dimostrata molto pesante, pesante per lui... essere stato estromesso da questo epico episodio, sempre che non sia stato a causa di problemi di salute, fu proprio il preludio ad una sua estromissione dalla produzione.

Sul versante dei cattivi l'ingresso di Bairok, il capo degli scienziati alieni, ha inserito un ottimo villain da contrapporre a Takashi, direi fin migliore della figura di Capitan Delitto. Bairok, rispetto ad un Capitan Delitto lontano nello spazio perché realmente nello spazio del sistema solare, è una presenza tangibile durante i combattimenti, mentre i becchini che avevamo visto fino ad ora erano personaggi tutti uguali ed anonimi. In particolare vanno ammirate le sue espressione di stupore, rabbia e gaudio, direi diretta emanazione del teatro giapponese. 

Anche in questa puntata non mancano le mega esplosione che mettono a repentaglio la sicurezza degli attori dentro i costumi dei Kaiju. Gli attori, invece, questa volta sono stati esentati da rischiare la vita, anche perché la puntata li relega un po' a spettatori delle vicende incentrate su Megaloman/Takashi/Mari.

Ci sono, infine, due scene un po' imbarazzanti per il nostro eroe dalla argentea criniera...

Ma si sono mai visti Goldrake, Mazinga o Gundam presi a calcio nel deretano?
Addirittura per due volte in una puntata!!!
Umiliante...
Poi capisco anche che dentro qui costumi dove si moriva dal caldo, non si vedeva quasi nulla e i movimenti erano assai limitati, facevi quello che potevi al momento per rendere la scena di combattimento attiva, ed un calcio era l'azione più semplice e diretta, il problema, in questo caso, è dove il piede termina la sua corsa... 

In cosa consisterà l'eroismo di Mari?
In fondo Mari è la mamma di Megaloman, e la mamma è sempre la mamma, ed un bravo figliolo vuole sempre bene alla mamma   ^_^
Larghi tratti della puntata sono dedicati al rapporto madre figlio, Takashi/Megaloman e Mari. 
Considerando l'Italia dei figli maschi un po' mammoni e il rapporto madre/figlio presente in Giappone, direi che le due nazioni dimostrano delle similitudini su questo aspetto, per questo penso che ai tempi l'episodio sia piaciuto ad eventuali mamme e nonne.
Magari in altre nazioni alcune scene, dove si vede un uomo ormai adulto invocare la mamma come un bambinetto, saranno sembrate ridicole, non da noi e pare non in Giappone    :]

Ma quindi, dove eravamo rimasti?
Ah si, Capitan Delittto deve solo premere un pulsante!

Il dito si posa sul pulsante....

Megaloman è inerme sulla croce, i sui amici rassegnati, Bairok esorta Capitan Delitto a premere quel caxxo di pulsante!



Delitto pone il dito sul pulsante, ma il dito incredibilmente trema... sarà l'eccitazione per l'imminente vittoria?
Delitto esita, ritrae l'arto destro con l'indice proteso.. con la mano sinistra stringe la destra, la sinistra si oppone, la mano destra forza la gemella di nuovo sul pulsante, ed infine lo preme!
Perché Capitan Delitto ha indugiato?
Ipotizzo che dalle movenze del casco l'attore proferisse delle battute, che ci avrebbero spiegato il suo sconcertante comportamento, ma purtroppo l'adattamento italiano fu assai approssimativo. Resta il dubbio su questa scena.



Una volta premuto il pulsante rosso la lancetta dell'indicatore del "POWER UP" inizia a salire: 30... 40... 60...
Una luce appare sempre più fulgida sulla testa di Megaloman, Bairok gongola, la lancetta si inerpica verso la zona rossa...

Piccola chiosa tecnologica: 
ma gli strumenti alieni erano scritti in inglese? (l'avevo già notato in altre puntate)

La lancetta continua a risalire la scala verso il suo massimo, Bairok incita un qualche tecnico ad "aumentare..." l'intensità, non si capisce di cosa, ma "aumentare...".
Megaloman soffre.



Il labiale di Bairok è chiaro: "aumentare... aumentare... 100 mila chilowatt!"
Quindi lo strumento per l'esecuzione di Megaloman è una croce elettrica...

Altra piccola chiosa tecnologica:
Quindi gli alieni usavano la nostra stessa unita di misura per la potenza elettrica?
Vabbè, sarà l'adattamento italiano  ^_^

Il pathos aumenta in proporzione alla discesa della lancetta verso il 100 ("cento! cento! cento!")
Pare che tutta la potenza sia trasmessa da questa piccola antenna da macchinina radiocomandata, ma di colpo l'emettitore si spezza... l'espressione di Bairok, una delle tante in questa puntata, è unica   ^_^
"makekkaxxo succede?!?!"


Mari ha scagliato un pugnale (tipo Sai) contro l'antenna, grande mira e grande potenza di lancio!
La madre incita il figlio a liberarsi dalla croce, in quanto sono ormai passati i 3 minuti di calo energetico dopo l'uso della Fiamma di Megalopoli nella puntata precedente.



Megaloman è di nuovo libero, faccia a faccia con i quattro kaiju, la croce esplode, Bairok ordina ai mostri di distruggere il nostro eroe.


Takashi è in gran forma, semina mazzate a destra e manca!


Bairok insegue Mari facendola prigioniera. Arrivano Hyosuke, Ran ed Ippei, ma sono catturati anch'essi.
Inizia un dialogo tra Bairok e Mari da una parte e sullo sfondo Megaloman (con i kaiju educatamente in disparte).
Bisognerebbe capire se Bairok e Mari gridano così forte da farsi sentire da Megaloman, oppure Megaloman abbia il super udito...
Bairok intima a Megaloman di arrestare la sua lotta contro i kaiju, altrimenti ucciderà la "donna" (con un revolver, niente arma aliena?), di cui evidentemente ignora l'identità e quindi l'importanza ricattatoria.

Mari incita il figlio a continuare la lotta, non si deve preoccupare di lei, che per la libertà morirà felice etc. etc. etc.
Cosa fa questo genio di Takashi?
Si fa scappare un "mamma"!
Complimentoni...

Bairok passa da sbalordito ad assai compiaciuto, comunica subito di avere fra le mani la madre di Megaloman a Capitan Delitto, che sapeva giù tutto perché stava guardando la scena in streaming, oppure era in smart working? 
Capitan Delitto è ancora più compiaciuto di Bairok, è così contento che...



... si toglie il casco!
Ed è uguale a Takashi, solo con le orecchie da cocker spaniel, ed ordina (di nuovo) di uccidere Megaloman, ora che questi è inerme per timore venga uccisa la madre.
Qui c'è la prima scena in cui il nostro eroe viene preso a calci dove non batte il sole   ^_^


Mari invita, di nuovo, il figlio a disinteressarsi di lei e a continuare a combattere per la libertà etc. etc. etc.
Takashi invoca ancora la mamma...
Qui è obbligo citare l'immenso Totò in "La banda degli onesti" quando replica al complice Cardone (minuto 41 e 14 secondi) che dice "ma la mamma....": "E ricominciamo con la mamma! Cardone mio, tutti abbiamo una mamma!"   ^_^

"E ricominciamo con la mamma! Takashi mio, tutti abbiamo una mamma!"


Continua il dialogo a distanza tra madre e figlio, durante il quale Megaloman si prende il secondo calcio in c...o!


Alla fine Takashi, implorando il perdono della mamma e dicendole che le vuole bene (lo avremmo fatto anche noi nella stessa situazione), ricomincia a combattere. La donna lo guarda fiera e commossa.
Mari chiude gli occhi, è rassegnata, Bairok sta per premere il grilletto...


Mancando Seiji, l'unico che può intervenire è Hyosuke, che si avventa su Bairok per disarmarlo, ne nasce una colluttazione (sempre belle espressioni facciali), durante la quale parte un colpo di pistola... e chi se lo becca?   


La faccia di Mari dice già tutto   ^_^
Megaloman è affranto, non quanto Hyosuke che ha sparato alla donna... che ora giace a terra esanime con il mantello insanguinato, che evidentemente non era antiproiettile... 


I tre amici ingaggiano un combattimento con i becchini e Bairok, che da grande emulo di Houdini, si esibisce in un numero di escapologia, in pratica scappa...   ^_^
Megaloman distrugge subito un kaiju con la Fiamma di Megalopoli, ma gli altri tre si dileguano come Bairok... eppure Megaloman ora era inerme per altri tre minuti... 


Bairok, schiena alla battaglia, minaccia di nuovo Megaloman.
Takashi corre dalla mamma, che apre gli occhi, forse c'è una speranza!



Con sullo sfondo il Fujiyama Takashi porta la mamma a farsi curare.
Intanto Bairok viene cazziato da Capitan Delitto (senza casco), che nota come Megaloman, pur di vincere, non abbia esitato a sacrificare la madre.
Ovviamente gli schemi mentali di Capitan Delitto da spietato invasore, gli impediscono di comprendere il sacrifico del ragazzo, che ha fatto tutto per un bene superiore.
Delitto chiede a Bairok se abbiano terminato lo studio della criniera di Megaloman, che era stata recisa nell'episodio numero 19, in modo da scoprire il segreto del loro nemico. Bairok lo informa che sono a buon punto, ma che hanno terminato il materiale da analizzare, cioè non hanno più capelli di Megaloman.
Capitan Delitto ordina di mandare dei kaiju per recuperare altri capelli di Megaloman, Bairok è sorpreso, ma obbedisce.
 

Mari è già completamente guarita...
Takamine parla al gruppo sullo sviluppo della battaglia appena cocnlusa, quando gli arriva comunicazione telefonica (corroborata dal radar di Mari) dell'arrivo a Izumi(?) di tre kaiju assieme.
Segue un dialogo tra Takashi e Mari all'ennesima potenza delle seghe mentali giapponesi  :]




Ho cercato la località Izumi sul web, dato che non credo si riferissero al ristorante giapponese vicino a Saronno, ipotizzo fosse la città di Izumi nella prefettura di Osaka   ^_^

Takashi si reca in loco, si trasforma ed inizia il combattimento contro i tre kaiju, che sono gli stessi che si erano inspiegabilmente dati alla fuga pochi minuti prima (in questa puntata), comandati sempre da Bairok sul campo.
Ad un certo punto uno dei tre spara dei missili contro Megaloman, lo stuntman li evita e questi finiscono contro uno dei soci...

Bairok non la prende bene... e non è finita qui...
Mentre il kaiju colpito sta per esplodere, un altro kaiju gli viene spinto contro da Megaloman, ed esplodono entrambi!
Rimane un solo kaiju, che viene affrontato con la spada è colpito in stile samuraico.


Ma nel momento in cui viene colpito,, il kaiju riesce a portare a termine il piano di Capitan Delitto e Bairok, recidendo la criniera di Megaloman.
Solito stupore tra i sui amici, ma era già successo due episodi prima.


Bairok sembra un bambino che vede la sua prima nevicata  ^_^
Lo scienziato recupera altro materiale per le analisi, si potrebbe eccepire che il metodo di immagazzinamento sia un po' infantile, ma magari avevano terminato i contenitori asettici.


Ci viene infine mostrato come Megaloman distrugge l'ultimo kaiju, con una deflagrazione in stile "Apocalypse Now" nella scena degli elicotteri che lanciano il napalm sulla giungla vietnamita.



Megaloman è provato.
Capitan Delitto soddisfatto.
Hyosuke, Ran ed Ippei si congratulano con Takashi.
Ma Takashi è accigliato, chissà cosa lo aspetterà nella prossima puntata.

Situazione malfunzionamenti dopo 3 mesi e mezzo dall'aggiornamento dell'interfaccia di Blogspot

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Premessa, capisco bene che tutto l'ambaradan sia gratis, quindi quando una cosa è gratuita più di tanto non ha senso lagnarsi, solo che era gratuita anche nella versione precedente dell'interfaccia, e tutti questi problemi non c'erano...   >_<

Ricapitolo un po' gli avvenimenti blogheriani:

A fine giugno la nuova interfaccia di Blogspot è diventata definitiva, ma fino a al 30 luglio non ho avuto problemi a postare, era cambiata l'interfaccia, ma si poteva postare tranquillamente, dovevi solo abituarti ai nuovi comandi.

Quando il 9 agosto ho inserito il primo post del nuovo mese ho trovato l'inferno:

Problemi con il nuovo aggiornamento di Blogspot da agosto

Questi problemi sono proseguiti per tutto agosto e settembre, senza che i programmatori li risolvessero:

Altro malfunzionamento di Blogspot il 21 agosto

Prosegue l'impossibilità di inserire lo scritto tra le immagini


Infatti in quei due mesi ho inserito pochissimi post, qualcuno chioserà, giustamente, che per la lingua italiana sia stato un grande successo   ^_^

Da ottobre ho ricominciato ad inserire i miei classici 14 post al mese, ma non grazie ai programmatori di Blogspot, ma in virtù dei suggerimenti di un lettore, IDEEIS, che nei commenti dei post dove denunciavo l'impossibilità di postare, mi ha dato delle dritte per aggirare i problemi. Soluzioni a cui, senza il suo intervento, non sarei mai giunto autonomamente, ergo colgo l'occasione per ringraziare nuovamente IDEEIS   ^_^

Oggi siamo al 23 novembre, com'è la situazione? 

Identica... ma proprio uguale uguale... per esempio, se carico le immagini dalla "VISUALIZZAZIONE DI SCRITTURA" queste compaiono ancora in ordine inverso... in un breve post l'ho fatto senza pensarci e me le sono trovate con la prima immagine posizionata in fondo e viceversa... per poter vedere le immagini nell'ordine in cui le carico devo per forza usare  la "VISUALIZZAZIONE HTLM". Sia chiaro, non è un problema, ma è la dimostrazione che nulla è cambiato.

Altro problema essenzialmente grafico:

Vedete qua sopra che ci sono degli spazi tra le frasi? Non li ho inseriti io, ma si creano da soli abbastanza randomicamente quando vado a capo della frase, in alcuni post ci sono, in altri post lo spazio quando premo invio non si crea...



Se nel punto dove c'è scritto "ANCHE" io premo invio, la riga va a capo ma con uno spazio in mezzo che si vedrà anche graficamente.


Altro problema:

Tra le opzioni di caricamento dell'immagini c'è quella "TRAMITE URL", l'ho sempre usata quando una immagine si ripeteva in post diversi, tipo le recensioni dei Superboys o Megaloman, ma anche questo comando in modo randomico delle volte non funziona, poi altre volte non crea problemi...



Quando l'interfaccia (o dio sa cosa) decide di non funzionare, mi viene comunicato che è "IMPOSSIBILE TROVARE L'IMMAGINE ALL'URL INDICATO", ma l'immagine esiste, è già caricata sul blog!!!    T_T


Il problema più grave è che resta l'impossibilità di inserire lo scritto tra le immagini, e per ovviare a questo malfunzionamento sto ancora usando il metodo suggeritomi da IDEEIS. Metto quattro immagini per illustrare come ha risolto IDEEIS.



E' impossibile scrivere tra le due immagini, il cursore cozza con la scritta in azzurro dell'immagine.



Selezionare l'immagine sopra cui si vuole inserire un testo, poi vedi qui sotto.





A questo punto, premendo "Ctrl + v" verrà rincollata l'immagine cancellata per creare lo spazio per lo scritto. Va da sé che tutta la procedura sarebbe inutile se il blog funzionasse come funzionava prima del nuovo aggiornamento.


Ho provato ad usare diversi browser, Firefox Edge e Chrome, nessun cambiamento. Ad ora uso Chrome perché parrebbe essere quello che genera meno casini grafici, ma magari è una mia impressione errata.

Mi chiedo: è possibile che dal 9 agosto al 22 novembre nessuno sia riuscito a ristabilire un funzionamento corretto del blog?

Il bello è che non c'è (o io non trovo) il modo di segnalare a Blogspot questi problemi!

Negli anni passati erano capitati occasionali malfunzionamenti, ma avevo inviato la segnalazione al team di supporto e questi quasi sempre avevano risolto, pure in tempi brevi.

Come si fa a segnalare un malfunzionamento con questa nuova interfaccia? Nel caso qualcuno me lo spieghi, io non ci sono arrivato...

Sarebbe geniale se avessero eliminato l'opzione, così non avrebbero nessuna lamentela!  ^_^


Edit del 25 novembre:

Tra i malfunzionamenti che continuano imperterriti aggiungo che, sempre randomicamente, non si riescono a trovare le etichette quando cerchi un post pepr modificarlo. Io ho gli indici della saggistica e dell'Emeroteca Anime, e quindi, ogni volta che aggiungo un libro o un articolo dovrei aggiornare l'indice, altrimenti a cosa serve?

Ma la simpatica nuova interfaccia di Blogspot mi dice che non ci sono post... era un po' che non mi capitava, stupidamente pensavo che i programmatori avessero risolto.




Poi uno non si deve incacchiare...   >_<

"Ragazzi di via Solari in difesa di Goldrake", lettera al quotidiano - "La Notte" 2 maggio 1980

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In quel tremebondo aprile del 1980 non erano in molti a difendere Goldrake e soci, qualcuno c'era, ma sparute minoranze di persone adulte che non si fecero trascinare dal nuovo sport nazionale: dare addosso ai cartoni animati giapponesi brutti, sporchi e cattivi.

In realtà ci sarebbero stati milioni di paladini degli eroi animati nipponici, cioè i bambini/e e ragazzi/e che li seguivano, ma nessuno li chiamava in causa, tanto erano solo bambini/ragazzi... ma un giorno alcuni ragazzi di via Solari 19 a Milano si ruppero un po' i maroni, che a Milano è il termine più corretto da usare in questa situazione, e decisero di inviare una lettera al quotidiano "La Notte".

Probabilmente la misura fu colma quando videro la trasmissione di Enzo Tortora "L'altra Campana", che in un segmento della puntata si occupò proprio di Goldrake e soci:

"L'altra campana" 18 aprile 1980: i (600) genitori di Imola contro Goldrake

Anche io fui testimone di quel processo televisivo quasi senza difensori, anche se fino a qualche tempo ero erroneamente convinto che la trasmissione fosse "Portobello", ma ricordavo, invece, molto lucidamente mio padre che sentenziò, durante la trasmissione di Tortora, che non avrei più visto Goldrake, mentre mia madre che mi tranquillizzò subito dicendomi che lo avrei potuto continuare a guardare senza problemi. Talvolta gli adulti in televisione non si rendono proprio conto che sono visti anche dai bambini, penso che quella fu la prima volta che subii del terrorismo psicologico via etere... basti pensare che a distanza di decenni mi ricordavo ancora il fatto, e vi assicuro che di cose non belle nella mia infanzia ne ho vissute un certo numero, quindi i ricordi negativi non sarebbero mancati   :]

Le poche righe della lettera dei miei coetanei sono così disarmenti che nessuno adulto nemico di Goldrake e soci avrebbe avuto il coraggio di eccepire, la chiosa finale è da premio Pulitzer:

"Indipendentemente da Goldrake un bravo bambino rimane sempre un bravo bambino"

Spero che gli estensori della missiva possano finire su questo sperduto blog, nel caso si fossero dimenticati di quel piccolo episodio della loro vita dell'aprile/maggio 1980, e mi pare giusto citarli pure tutti!

Marco Bruns; Alex Lanner; Paolo Pennisi; Emanuela Pennisi; Pietro De Castiglioni; Raffaella Comparetti; Matteo Bacchetti; Giovanni Parigi; Michele Monesi; Anna Comparetti; Enrico Parigi.


"I massacri dei vostri telegiornali sono forse preferibili a Goldrake?" + altra lettera al giornale (Guido Biondi), di Massimo Rossi - "La Notte" 15 maggio 1980

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L'articolo di questo post è conseguente alla lettera che venne pubblicata, sempre su "La Notte", il 2 maggio:

La redazione de "La Notte" fece una cosa semplice, ma a quanto pare non molto usuale nei quotidiani del periodo (e neppure attuali), inviò il giornalista Massimo Rossi ) a sentire cosa ne pensasse Marco Bruns, primo relatore della lettera apparsa sul giornale del pomeriggio il 2 maggio precedente, ma assieme a lui ascoltò tutta la sua classe della scuola elementare "Colomba Antonietti Borzi" (che esiste ancora) di via Bergognone (vicino a via Solari dove abitavano i bambini della lettera del 2 maggio).
La pagina numero 18 del quotidiano reca anche un'altra lettera, a firma Guido Biondi, che abitava sempre a Milano in via Gonzaga 8, praticamente in centro   :]
Facendo qualche ricerca sul web ho scoperto che in realtà la scuola si chiamava "Colomba Antonietti Porzi", con la "P" e non con la "B", magari un refuso (vedere in fondo al post).
Quindi abbiamo dei bambini di via Solari, allora non una zona da "ricchissimi" (come forse è oggi) e un bambino che viveva in centro a Milano, teoricamente benestante, infine il sottoscritto che stava alla periferia popolare della città. Zone diverse, status economici differenti, ma un unico eroe comune: Goldrake   ^_^

I cartoni animati giapponesi erano associativi, mica come dicevano gli adulti di allora che incentivavano la solitudine...

In questo trafiletto è riunita la lettera di Guido Biondi con il rimando alla lettera del 2 maggio di Marco Bruns e soci.
Anche Guido Biondi, come i bambini di via Solari, esprime dei concetti abbastanza semplici, ma inoppugnabili, con un finale terso:
"Io mi domando se con tutto ciò che combinano questi "adulti" debbono proprio occuparsi dell'unica nostra evasione?"

Poi io non concordo che quella fosse "l'unica nostra evasione", perché noi in cortile ci stavamo un botto di tempo, anche in inverno (negli androni delle scale o sotto i balconi del pianterreno), e se pioveva andavamo a casa degli amici. C'è da dire che io vivevo in periferia, e di certo, assieme al cemento, c'era però anche molto verde, mentre a Milano i prati non abbondavano.
Mi è piaciuta molto la chiosa in conclusione della redazione, con la speranza che Marco Bruns e i suoi amici assieme a Guido Biondi, da adulti non avrebbero ricommesso gli stessi errori dei grandi da loro denunciati su queste pagine. 
Se ne saranno ricordati una volta divenuti genitori?
Sarebbe bello chiederlo a loro  ^_^



Foto di gruppo dei miei coetanei e coetanee, in realtà la copia de "La Notte" non è che si veda molto, la si intuisce  :]
Il giornalista si recò alla fine delle lezioni fuori dalla scuola elementare dove era iscritto Marco Bruns, chiedendo ai bambini come la vedevano la diatriba "L'altra campana" versus Goldrake.

Ho ingrandito un po' la scan, nel caso uno/a dei fotografati capitasse mai su questo sperduto blog   ^_^



Il primo nominato dell'articolo e l'unico con il cognome, anche nella didascalia della foto, è Marco Bruns, promotore della lettera di protesta iniziale del 2 maggio.
"Marco, Francesco, Salvatore, Gianluca, Anna, Simona e gli altri undicenni, vi piace Goldrake?"
Chissà cosa avranno risposto...   ^_^
Chi ha detto che non gli piace Goldrake?!?! 
Chi ha parlato?! Chi caxxo ha parlato?! Chi è quel lurido st...o comunista chec...a pom...ro che ha firmato la sua condanna a morte?!?!
Ah, non è nessuno, eh?!
Sarà stata la fatina buona del caxxo! (cit.)


Uno dei bambini fa notare che i giardinetti (come li chiamavo io da piccolo) era occupati da "persone un po' così", che le mamme non volevano venissero frequentate, il larvato accenno è ai poveracci che si drogavano con le siringhe. Poco più sotto si fa diretto riferimento a loro.
Ricordo bene le siringhe lasciate in giro ovunque (piantate negli alberi tipo freccette...), le file alle fontanelle di questi poveri disgraziati per prendere l'acqua per farsi, tanto che dalle mie parti le chiusero le fontanelle dell'acqua potabile. Chi si droga c'è anche oggi, ma non è più fatto in pubblico, e i giardinetti sono meglio presidiati dalle forze dell'ordine rispetto a quel periodo, dove vigeva veramente una certa anarchia...
Anche noi avevamo un portinaio, il terrore del cortile, solo che eravamo una moltitudine incalcolabile di bambini, era impossibile tenerci sotto controllo, quindi il divieto di scendere in cortile prima delle 15,00 un po' alla volta si dissolse. Scendevamo in cortile appena finito Jeeg, cioè alle 15,00 circa   ^_^


Probabilmente vivere a Milano era peggio per un bambino rispetto alla periferia, forse più malavita, ma anche più spazio per giocare.

 


A Milano via Solari, dove abitavano i bambini della lettera del 2 maggio, e via Bergognone , dove c'era la scuola elementare "Colomba Antonietti Porzi", sono contigue. Tra l'altro luoghi dove mi è capitato spesso di passare sia da bambino che negli ultimi anni, dato che una fiera del libro usato viene allestita in zona.

Com'è piccolo il mondo  ^_^


L'articolo riporta il nome errato della scuola.



In rosso ho evidenziato la prospettiva della medesima zona rispetto alla foto di destra.

L'ingresso della scuola mi pare il medesimo, identico il profilo inferiore delle finestre, pure il portone sembra lo stesso, benché siano passati 40 anni!!!   ^_^

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